Exigite, ut mores teneros ceu pollice ducat,Ut si quis cera vultum facit
. . VII. 237.
Per mantenervi la promessa, eccovi alcuni altri pensieri sopra la educazione della Gioventù. Esamino, da principio, la famosa quistione: Quale delle due sia preferibile: Quella, che si riceve ad una pubblica scuola, o quella, che viene somministrata da un particolare maestro.
I più grand’Uomini di quasi tutti i secoli sono stati di parere sì vario, che dopo averne addotte le principali ragioni, e per l’una, e per l’altra parte, lascierò a ciascheduno il pieno arbitrio di scegliere a suo piacere.
Romani, come abbiamo da
Li Greci all’opposto, pare avessero maggiore inclinazione alle pubbliche Scuole, a Seminarj o Collegj.
La Istruzione data in particolare, promette buona educazione, e virtù. La Pubblica ispira arditezza, e fa presto conoscere le maniere del mondo.
Un Autore di credito in certo Trattato sopra la educazione de‘ Figliuoli, confessa, che vi sono degli inconvenienti e da una parte, e dall’altra. Se custodisce, dice, il mio Figlio in Casa corre pericolo di pigliare l’aria d’un Padroncino. E se lo mando fuori, è quasi impossibile di preservarlo dal contaggio del vizio, e della impolitezza, che, da per tutto oggidi regna. Forse conserverà meglio la innocenza in Casa; ma sarà ignorante negli affari del mondo, e più stupido quando incomincierà a trattarlo.
Si opporrà forse, che le accennate non sono le sole cose necessarie ad’ un Figlio. Quando egli non discorra co’ suoi uguali, o nella età o ne’ talenti, mai vi sarà luogo per la emulazione, nè per le altre passioni più vive dell’anima, e facilmente doventerà stupido, ed insensibile, quando non venga qualche volta agitato da’ loro moti.
Osservano molti, che un Giovane, il quale forma Partiti, o si rende popolare in una Scuola, o in un Collegio, non lascierà di fare lo stesso Personaggio in un Senato, o in un Conseglio. Anzi, alcuni sostengono, che il rubbamento di qualche frutto in un Giardino, ben tramato, e ben eseguito, mostra, che un Giovane avrà Prudenza, e segretezza; e sarà capace di cose più importanti.
In somma, la educazione Domestica pare sia la strada più naturale per formare un Giovane virtuoso; e quello del Collegio, per renderlo proprio agli affari del mondo. La educazione domestica potrebbe somministrare un
Il Maestro d’una Pubblica scuola, o il Capo d’una Classe, ha sovente tanti giovani da istruire, che non puol’ avere per ciascheduno tutte le attenzioni dovute. Questo è l’errore dominante del nostro secolo, in cui la maggior parte de’ Padri, vorebbero sì, che i loro Figli doventassero bravi, ma non giudicano a proposito d’incoraggiare un Uomo di probità conosciuta, a pigliare la cura della loro educazione. E perciò vi regna tanta ignoranza, e tanta dissolutezza, che non si legge di molti secoli trasandati. Si riducono certi uni a consegnare i loro Figliuoli ad un maestro di scuola eziandio in villa, ed oh! quanti bei talenti si perdono!
L’ho provato io stesso, sotto due maestri d’una communità in campagna, l’uno, e l’altro indegni dell’impiego, che si erano addossati. Il primo m’imponea cose molto superiori alla mia capacità, benche, se mi è permesso il dirlo, non fossi, degl’inferiori; e mi trattava, con barbara crudeltà, perche non aveo fatto quello mi era impossibile.
L’altro era di umore in tutto contrario: Uno scolaro, che gli era come
Non debbo per conclusione di questo breve Foglio ommettere la rifflessione di