Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCLX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.5\260 (1729), S. 39-44, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4830 [aufgerufen am: ].


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Lezione cclx.

A‘ suoi corrispondenti sopra un nuovo Piano.

Zitat/Motto► Scribimus Indocti Doctique.

Hor. L. 2. Ep. 1. 117. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Non sò se mi sia abbastanza spiegato quando ho priegato ogni sorta di Persone ad ajutarmi nella presente Opera; ed a somministrarmi materia per le mie Speculazioni. Oltre diverse Lettere, ed alcune buone aperture, che ho ricevute da miei Corrispondenti, mi è stata inviata quantità di composizioni curiose, e di buon gusto; acciò le pubblicassi, tali quali sono, da un capo all’altro, sotto la figura delle mie brevi Lezioni, senza cambiarvi la minima cosa, come si conoscerà subito quando verranno in luce. In qualità di principale Autore di questi Fo-[40]gli volanti, credevo d’avere il diritto d’appropriarmi simili Scritti, che mi s’indrizzassero, vale a dire, di regolarli al mio genio, di reciderne ciò, che no mi si accomodasse, e di aggiognervi ciò, che conducesse al mio fine, col quale sarebbe quasi impossibile potessero quadrare, mentre appena si ritrovano due Uomini, che abbino le stesse idee; e così diverse penne produrebbono diferenti, per ogni verso le Speculazioni. Confesso in oltre, che il mio debole per la gloria, se mi vi fossi abbandonato, mi avrebbe portato a desiderare non si dasse altro Scrittore di quest’ordini, fuori di me solo. Non niego pure che alla prima lettura di tali composizioni, non abbi provato qualche sorda tentazione di gelosia contro i loro Autori; ma quando le ho rilette, con ogn’altra mira, più tosto per divertirmi, che per addattarme, e già che dopo averle rivoltate a mio uso, le credevo fuori di stato di mai offendermi in qualità di Speculazioni, si ellevò nel mio cuore la più dolce, e la più generosa di tutte le Passioni; ebbi, cioè compassione di quelli, che me le hanno inviate, sensibile alla mortale afflizione, che doveano avere, in vederle trascurate, quando aspettavano di vederle pubblicate, e senza dubbio, si lusingavano di aver parte nell’uni-[41]versale applauso, il quale cagiona un piacere, di cui solamente chi l’ha gustato, puole formarsene qualche idea. In rimirandole per questo verso, ho ritrovato, che per verità, non avevo fatta loro giustizia. In fatti vi è qualche cosa di sì naturale, e di sì bello in alcune di tali composizioni, che ne rimetterò il giudizio a tutto il mondo, acciò decida, se gli è possibile l’alterarvi una sola parola, senza manifesto loro pregiudizio; e se potrebbero mai comparire, con maggiore vantaggio, che nella loro nativa beltà. Per questo pure crederei non solamente di recare torto agli Autori, ma inoltre di privare il Pubblico d’una grande soddisfazione, se più tardassi a pubblicarle.

Dopo, che si saranno vedute alcune di tali Speculazioni, non dubito, che il loro successo non uguagli, e forse non superi quello delle migliori escite dalla mia penna. Così almeno un Autore dovrebbe studiare tutte le strade per indebolire la buona opinione, che ha delle sue opere. Da un altra parte mi lusingo, che queste nuove Lezioni me ne attraeranno molte altre della stessa specie; nè me ne infastidirei, quando non mi rimanessero, che pochi giorni da comparire in pubblico io stesso. Più sensibile al bene universale, che alle [42] mie particolari idee, ho risoluto di pubblicare tutte le Speculazioni, che meritano qualche riflesso, senza farvi cambiamento veruno, e se vi è qualche alterazione, la disapprovo quivi dinanzi a tutto il mondo; anzi se gli Autori giudicano a proposito di mettervi il loro nome, prometto di lasciarvelo tale quale sarà espresso.

Parmi, che per riescire in questo generoso disegno, il meglio sarà di porgere Soggetti di tutte le specie, e d’invitare ogni sorta di Persone ad affatticarvi sopra, Letterati, Cittadini, Cortiggiani, Cavallieri, Gentiluomini, Patroncini, Dissoluti, Satirici. Astute, Civette, Econome. Quelli, che pretendono d’avere spirito siano Maschi, o Femine; ò si distinguano in belli, buoni, ò deboli talenti; ò abbino il motteggiare secco, naturale, acquisito, giusto, ò sregolato. Quelli, che sono di umore severo, ò commodo; gl’Impertinenti, i Graziosi, i Pensierosi, i Facendoni, o gli Oziosi. Quelli che hanno l’aria serena, ò nuvolosa; gli Allegri, ò Malinconici; gli Ostinati, ò Docili: quelli, che sono di temperamento freddo, moderato, ò sanguigno; gli Ambiziosi, ò gli Modesti; i Fieri, ò gli Umani; le Anime ellevate, ò basse: quelli, che sono di naturale buono, ò cattivo; che pigliano [43] a cuore il pubblico bene, ò non hanno in mira, che il loro particolare interesse. Li Contenti, ò gli Afflitti; li Felici, ò Infelici; i Grandi ò i Picciolo; i Ricchi, ò Poveri; sia che questi non abbino danaro, ò ne bramino più di quello hanno; Li Sani, ò Ammati, li Ammogliati, ò Putti. Quelli che sono di statura vantaggiosa, mediocre, o bassa; grassi, o magri, o Orbi, Guerci, Gobbi, Zoppi, o Storti; di qualsivoglia mestiero, Professione, Stato, Arte, Paese, Fazione, Partito, Setta, Qualità, Età, o Condizione, che abbino fatto il loro studio, ò la loro applicazione di qualche volta riflettere in tempo del loro vivere; ed abbino qualche cosa degna d’essere communicata al Pubblico, sopra i soggetti che loro si proporranno, ciascheduno giusta il suo umore, i suoi talenti, la sua capacità, il suo genio, e le circostanze, nelle quali si ritrovano. Gli esorto tutti a raddoppiare i loro sforzi, ed a trasmettermi ciò che fanno di particolare, ò che puol’essere di qualche uso alla Società civile, onde possano gustare l’inesprimibile piacere di vedere i loro Scritti approvati da tutto il mondo.

Io no insisterò su’in grandi vantaggi, che puole ricevere il Pubblico da codeste nuove Lezioni, quando diferenti [44] pensieri, ed osservazioni di tutte le sorte di Persone, a misura della loro età qualità, sesso, educazione, professione, umore, ingegno & c. Saranno poste da loro stesse in tutta la luce, e nel medesimo stato, in cui vorranno vederle comparire agli occhi di tutto l’universo.

Il soggetto proposito per l’esercizio degli Avventurieri, che vogliono azzardarsi di scrivere Speculazioni, è il Danaro, sopra il quale li priego inviarmi ciò che pensano, dieci giorni dopo la data della presente. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1