Italia 1788.
Si vende in Venezia al Negozioto Albrizzi a San Benedetto.
Ve ne sono di ogni sorte pel Francese, per l’Inglese, pel Greco, per l’Ebraico, pel Tedesco, per la scrittura, per la musica, per il bon ton, per tutti i giuochi possibili. Corrono alla mattina, battono tutti i quartieri, e son essi contentissimi quando trovano i loro scolari addormentati, assenti, di poca voglia, o ammalati. Di soppiato sdrucciola loro dalle mani la solita cartolina, ed è una lezione guadagnata. Il maestro di ballo vola come un fulmine in un cabriolet, ma quello che insegna il Greco, o le matematiche va a piedi.
Questa classe d’uomini è numerosissima. Sorpresi qualche volta di trovarsi insieme, ciascuno per parte sua non comprende come si possa chiamarne un’altro in sua vece. Di là succede che essi non stimano che la loro professione, e disprezzano solennemente quella dell’altro come assurda, o inutile.
È uno spettacolo piacevolissimo il vedere nella stessa anticamera un maestro di ballo con uno di giuoco, e di storia aspettare in faccia l’uno dell’altro la levata del Sig. Marchese. Entrati nel suo gabinetto l’uno parla di Giro, e di Erodoto, l’altro ordina con impazienza le pedine sullo scac-
Ma un ricco che non sa nulla, che ha quindici doppie da spendere in questo al mese, crede buonamente che suo figlio possederà la musica; il ballo, il disegno, l’inglese la storia, le matematiche a un tanto per lezione. Ha mandato a cercare de’maestri che sono pagate alla fine del mese. L’allievo egualmente ignorante che il primo giorno, si pavoneggierà alla perfine del suo preteso sapere per tutto il resto della sua vita, non immaginandosi neppure di essere motteggiato, quando sarà in istato di citare i famosi maestri che sono venuti alla sua casa a salutarlo con ogni gravità, prendere il loro denaro, e salvarsi per andar altrove a vendere ad un altro ricco il solo nome delle scienze.
Si usa in alcune Provincie della Francia un mezzo infallibile, per ottenere nelle rispettive Chiese
Essa è bene abbigliata, e con un grosso mazzo di fiori al petto se ne sta alla porta della Chiesa sollecitando con un grazioso sorriso la compassione di ciascuno che entra: fa una dolce violenza, agli ostinati, li ferma; un suono di voce interessante, una bella denatura, e l’irresistibile eloquenza d’un braccio nudo, e di due begli occhi supplicanti non possono forse fare dei prodighi in favore dei poveri?
Ad ogni offerta quantunque piccola corrisponde con una riverenza particolare e fatta con grazia. La bellezza vi saluta, la sua bocca vi ringrazia, e la vostra carità è ricompensata.
Ben presto ella passa per la nave più grande della Chiesa preceduta da uno Svizzero, che fa raggionare la sua alabarda. Quanto più gente si trova in Chiesa tanto maggiormente accresce il suo zelo: ella si volge, china a destra ed a sinistra, e
L’avaro s’intenerisce; l’occhio degli assistenti si scosta dall’altare per divorare le sue bellezze: quando presenta la sua borsa aperta, sembra che abbia da conquistare i cuori. Il più sensibile mette qualche cosa nella sua borsa, ed il Prete che la segue sembra che goda del di lei trionfo. Non le si lascia che il luogo bisognevole per passare, perchè la sola dei fedeli la circonda e l’incalza. Abbellita da queste sante fatiche, bersaglio di tutti i sguardi, s’ella osservò che si lodava il suo portamento vantaggioso, e bene preso, s’ella ebbe un momento di vanagloria, la Chiesa le perdonerà senza dubbio questo piccolo movimento d’orgoglio, soprattutto quando entrata nella Sagristia avrà esposta una borsa ben’piena acquistata dalle sue bellezze.
Alla cena è servita dagli amici del Curato: ella riceve le felicitazioni dalle gonfie parrucche dei Deputati. Un corteggio di Preti, e di Cherici tonsurati sopravvengono in filla: si beve allegramente, si mangiano dei dolci, e si permettono delle parole un poco mondane, intanto che si conta il denaro dei caritatevoli mondani.
Il celebre La Fontaine fece un viaggio alla Corte per presentare le sue Favole a Lodovico XIV. Il Re lo ricevette benighamente. Ordinò al suo primo Cameriere di mostrargli tutto quanto si trovava a Versailles di curioso, di farlo desinar bene, e di dargli una borsa di mille doppie. Eseguì il Cameriere gli ordini del Padrone con ogni esattezza. Ebrio per sì grandi favori l’illustre Favoleggiatore rimonta nella sua carrozza, giunge a Parigi, smonta alla Tuillerie, paga il cocchiere, e a piedi s’avvia per una contrada alla sua casa. Vedendolo arrivare il Sig. d’Hervard con cui abitava, ebbene, gli disse, come andò l’affare? A meraviglia; il Re mi ha detto le cose più graziose del mondo --- Si, ma non portate che dei complimenti: -- Io porto una borsa piena d’oro. ------ Dov’è? ------- Ella è, (il buon uomo cerca e ricerca e nulla trova) è restata senza dubbio nella carrozza che mi ha condotto ------ Bravo; e dove l’avete presa? com’è fatta? dove l’avete lasciata? ------ L’ho presa sulla piazza del Palazzo Reale: è come un fiacre, e mi lasciò smontare alle Tuillerie ------- Buoni contrassegni, ma se voi non ne avete altri
Saggio sopra le favole dell’Ab. Bertola, aggiunta una raccolta di favole, e di apigrammi. Pavia 1788. Presso Bolzani in 12.
Ecco un libro di moda. In questo secolo sonosi aumentati i Fedri, i La Fontaine, e vediamo nelle favole del Sig. Passeroni, in quelle del Sig. Roberti, ed in quelle del Sig. Pignotti qualche cosa per la morale, qualche cosa pel buon gusto, e qualche cosa per l’uso del mondo, triumvirato Italiano per cui, come spiritosamente accenna il Sig.
Quest’Operetta è dedicata a S. E. la Sig. Contessa di Vilzeck nata Contessa di Clari; e noi per dare un’idea dello stile dell’Autore, ne staccheremo qualche favola, ed alcuno degli Epigrammi adattati ai nostri foglj, non potendo per la natura di essi più oltre trattenerci sul Saggio che ci sembra scritto con ragionevolezza, e con molto criterio.
La Signora Latour desidera che venga annunziato alle Dame Italiane per mezzo del nostro Giornale, ch’essendosi occupata a comporre un Rossette vegetale, che crede di aver ridotto alla sua perfezione, ha ottenuto l’approvazione della R. Società di medicina di Parigi. Noi lo facciamo volontieri per rendere un vero servizio alla Società, ed alla bellezza del nobil sesso.
Il rossetto della Signora Latour è composto di soli vegetali senza sostanze metalliche, nè sali minerali. Nella composizione di questo rossetto, che unisce al profumo della rosa il più brillante suo colorito sotto tutte le gradazioni, è stata guidata dai Chimici più abili: egli sosterrà facilmente la concorrenza coi più rinomati rossetti.
Vi sono dei vasetti di 3, 6, 12, 24, ed anche di 48 lire secondo il maggiore o minor grado di perfezione con cui sarà stato favorito ogni qualità di rossetto, ma la qualità sempre egualmente salubre.
La Signora Latour ne spedisce ovunque anche per mezzo della Posta, abita a Parigi nella contrada detta Montmatre num. 182. presso S. Giuseppe.
Il Dottor Busby Inglese aveva posto nella sua camera un bel grappolo d’uva riservato per la sua colazione. Uno de’suoi figli entrò nella camera
Una bella Damina manteneva con un Abate una viva corrispondenza: invano suo marito, ch’era molto geloso, la pregò varie volte d’interomperla; essa rispondevagli sempre:
Il desunto Re di Prussia che accoglieva con somma bontà tutti i soggetti, che in qualche modo seppero farsi distinguere, ricevette un giorno con i maggiori contrasegni di stima il Marchese di Bomillè noto per le sue brillanti imprese nell’ultima guerra di America. S. M. si degnò di condurlo egli stesso a vedere gli appartamenti Reali. Dopo averne attraversati diversi, il Monarca credè di scorgere in volto al Marchese dei segni di sorpresa:
Un domestico del suddetto Re l’aveva talmente reso impaziente che gli diede uno schiaffo, il quale disordinò un poco i suoi capegli. Il Paggio senza sconcertarsi andò a porsi dinanzi allo specchio nella camera del Principe, rifacendo al suo cospetto il riccio caduto. –
Disse qualcuno a questo gran Re, che una persona lo odiava mortalmente, e non cessava di dire male di lui.
Un soldato dello stesso Sovrano avendo disertato per la terza volta, Federigo lo fece venire alla sua presenza, e gli disse:
Un Elemosiniere d’un Reggimento dello stesso Re era da lui tanto amato, che qualche volta si compiaceva di seco motteggiare. Un giorno lo incontrò, e gli chiese da dove venisse.
Sul finire dei giorni di questo Sovrano gli avveniva qualche volta di dormire di più quanto si era proposto; questo lo infastidiva moltissimo, ed ordinò ai suoi camerieri di risvegliarlo alle quattr’ore, e di costringerlo eziandio a levarsi per qualunque cosa che lor venisse detto. Un Paggio che da pochi giorni si trovava al servizio del Re, essendo entrato una mattina nella sua camera per eseguire quest’ordine, il Monarca gli disse:
Non è meraviglia se fra i progetti presentati per la nostra nuova Constituzione, alquanti di bizzari ne comparvero. È noto che Italiani, Francesi, Tedeschi, Olandesi, ec. ec. corrono, o almeno correvano, a popolare l’Americano Stato nostro. Ecco per altro il più bizzaro di tutti.
Niuna Costituzione, dice il saggissimo Progettista, sarà mai consolidata, se non ha per esemplari le antiche usanze, le antiche Leggi. Io pesco, e ripesco notte, e giorno ne’più Classici Storici; e ne traggo arcibalenissimi Frutti. La storia della Vita dell’Imperatrici Romane, e delle Principesse del loro Sangue, forma il più serio, e nel tempo stesso il più ameno mio studio. Quali esempj! quai storielle! Qual verità! Oh il grande uomo che fù il S. Seraiez, il Compilatore di sì grande Opera! Quanto mai deve l’Italia a chi glie la diede nell’anno scorso, Monarchesse, Consolesse, Tribune, Ufficialone di ogni genere, prostitute, ed alcune bestialmente, ziffolanti Consiglj ai Cesari loro Padri, Sposi, Fratelli, Figli, e nondimeno sussiste la
Se Soemia faceva una brillante figura alla testa di quel Senato ridicolo, e se partecipò gli onori de’Magistrati, non fu meno illustre Mesa tra quelli della milizia. Fu veduta vestita da Amazone far la rassegna delle Truppe del Pretorio nel loro Campo, e di dire il suo parere in tutto ciò, che riguardava un Esercito.
Ecco dunque il mio progetto. S’istituisca un Consiglio di Femine
Risposta del Soggetto, a cui fu presentato tal Piano.
Sig. Progettista siete pazzo. Se uomini, e donne non possono raddrizzar il cervello Femineo, come ne riusciranno le sole Femmine? Principale Determinazione Americana e il Bando delle Mode, e voi ne indicate la Protezione, la estensione, la norma! Il vostro progetto presentatelo all’Ospitale de’Pazzarelli. Ritornate in Europa; andate.
Noi già abbiamo indicato qualche tempo fa in un modo sensibilissimo la differenza che passa dall’abito di gala d’addesso
La Dama quì rappresentata è abbigliata con una veste all’Inglese di Peckin giallo guarnita sul dinanzi di grosse ciocche di garza d’Italia, e di manichetti pure di garza guarnite di blonda.
Sotto questa vesta una sottana di linon liscio con doppio falbalà.
Due orologi d’oro alla cintura guarniti di catene, e di bijoux d’oro.
Scarpe di taffetà giallo con falbalà di nastro gial-
Al collo un gonfio fichu di garza liscia allargato al mento, incrocichiato
Un grosso mazzo di fiori al petto.
L’assetto del capo è a mediocri ricci staccati, quattro dei quali cadenti per parte sul petto: i capegli di dietro rialzato in un chignon sciolto.
Un cappello in testa tutto semplice e liscio colle ale di garza gialla, e colla testiera di garza bianca. Questo cappello è cinto d’una ghirlanda di doppj tulipani, ed ornato dinanzi d’un mazzo di detti fiori. Dietro di esso un grosso nodo di garza bianca colle di lei estremità assai larghe edentati cadenti a vele molto lunghe.
Delle Materie contenute in questo Numero IX.
Maestri. Pag. 211
Costume bizzarro. 212
Aneddoti. 215
Amena Letteratura. 217
Toletta 219
America. 226
Gabinetto delle Mode. Spiegazione della Tavola X. Fig. 20. 230