Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCXXVII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.6\327 (1730), S. NaN-120, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4755 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione cccxxvii.

Agli Ubriachi.

Zitat/Motto► Reges dicuntur mulits urgere culullis,
Et torquere mero, quem perspexisse laborent,
An sit amicita dignus

Hor. A. P. V. 434. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Non si dà vizio più incurabile di quello del quale gli uomini se ne gloriano. Chi non si stupirebbe nel vedere, che traggono vanità dalla ubriachezza? Ebene 3► Exemplum► Anacrisi priegato a Corinto di ritrovarsi ad una partita di Bevitori, dimandò assai piacevolmente il prezzo per esservi satollato primo di tutti, “mentre, dice, quando si corre al Pallio, quello che arriva il primo al termine, ha diritto di esigere il premio. Non è così di codesta alterata generazione, l’ ono-[116]re cade sopra quello, che traccana più vino, ed atterra tutte le sue camerate. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Vidi l’altro giorno il Sig. Mastellonio, che supputava la quantità delle bevande, che da venti anni, gli erano passate per lo gargato, e che risultava, giusta il suo calcolo, a ventitre Caratelli di Vino bianco per la mattina, a quatordici [sic] Boti di Gropello Vicentino, a mezzo Barile di Vino d’Alicante, a diecinove Barili trà Moscato, vino di Cipro, Malvasia, ed altre simili navigate bevande, oltre una infinità di piccioli sorsi di acquavita, rosolini, ed altri lambicati liquori, che aveva pigliati, di passaggio, in tutte le ore del giorno. Io non dubito, che a miei Leggitori non vengano, qui in mente molte presone a loro note nel proposito, vane al pari del Sig. Mastellonio, che ponno vantarsi di sì gloriose imprese. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3 Quando non fossero di quelli più serj, che non si compiaciono di tanta varietà, bastando loro di avere mattina, e sera pieno lo stommaco, fino alla golla di vino, come [117] dicono da Uomini, e di buona macchia.

I nostri moderni filosofi osservano, che vi è una mancanza generale di umidità nel Globo terrestre; e l’attribuiscono, particolarmente, alla produzione de’ vegetabili, che attraggono, in loro sostanza, quantità di corpi fluidi, i quali non ritornano più allo stato di prima. Ma, con buona permissione di codesti eccellenti Dottori, dovrebbono mettere in conto quel numero infinito di Animali poco ragionevoli, cha [sic] traggono il loro principale nodrimento da’ Liquori, e che paragonati colle altre creature di questo mondo, bevono assai più della loro giusta porzione.

Frà tanto qualsivoglia alta idea abbino i Bevitori di se medesimi, l’uomo ubriaco è il mostro più orribile, che si ritrovi nell’universo. Non vi è Carattere più dispregevole, nè più disforme agli occhi di tutte le persone assennate, di quello d’ un’Ubriaco. Ebene 3► Exemplum► Circa l’anno 280. di N.S. Bonoso Capitanno originario [118] di Spagna, si sé procalmare Imperadore nelle Gaule, ma vi fu totalmente disfatto, ed appiccato per ordine di Probo, era in oltre sì dedito alla ubriachezza, che in vederlo un suo nemico, il chiamo Bottiglia applicata. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Si puole dire, che questo vizio riesce di maligna influenza sopra l’anima, sopra il corpo, e sopra i beni di fortuna di chi n’è intaccato.

Per quello riguarda l’anima scuopre ogni minimo suo difetto, una persona sobria puole tenere in briglia, evincere tutti i vizj, e tutti i disordini, a’ quali si conosce più inclinata; ma il vino fa pullulare, e germogliare tutte le sementi nascoste nel fondo del cuore; irrita le passioni, e dà forza agli obbietti capaci di fomentarle. Lagnandosi un giovane, presso da un Veccio Filosofo, che la di lui mogli non era amorosa: Mettete, gli rispose meno acqua nel Vino, e larenderete ben tosto graziosa. Di fatto il vino convertì la indifferenza in amore, l’amore in gelosia, e la gelosia in furore. Cambia sovente [119] un uomo di buon naturale in un vero stupido; e l’iraconodo in Assassino, communica amarezza al risentimento; insoportabile la vanità, e fa comparire tutte le debolezze dell’animo nelle loro maggiori deformità.

Nè qui si restringe, fa sovente dare un uomo in eccessi, a’ quali non era soggetto. Ha bel dire Seneca, che “la ubriachezza non fa mai,” che si scuoprano i difetti, la esperienza c’insegna l’opposto. Il Vino fà escire, dirò così, l’uomo fuori di sé, ed infonde nel di lui animo qualità da lui, quando era sobrio, non conosciute, quello stesso, che da principio affiso, con voi a Tavola, era piacevole, dopo il quarto bicchiero non è più tale. Su questo è fondata la più gentile sentenza che abbi mai letta, e che viene attribuita a Lublio Syro. Ebene 3► Zitat/Motto► Qui Ebrium ludificat, ladit absentem. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3 Chi schernisce un Ubriaco offende una persona assente.

Così l’Ubriachezza opera in maniera direttamente opposta alla ragione, la quale dee studiare di scac-[120]ciare dall’anima tutti i vizj, che se ne sono di già impadroniti, e difenderla contro gli assalti di quelli, che vorrebbono introdurvisi. Ma oltre questi cattivi effetti, che la ubrichezza produce nella persona abbituata in tale vizio: ha di più una influenza maligna sopra l’anima, anche dopo quando è sobria, mentre indebolisce a poco a poco l’intelletto, rovina la memoria, e converte in abiti gli altri difetti.

Metatextualität► Dovrei quì passare alle conseguenze funeste, che la ubriachezza ha per la salute del corpo, per la riputazione; e per la roba, ma le riserberò per qualche altra Lezione. ◀Metatextualität ◀Ebene 2 ◀Ebene 1