Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.4\209 (1728), S. 102-107, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4549 [aufgerufen am: ].


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Lezione ccix.

A Burlatori inutili, ed a Burlatori proficui.

Zitat/Motto► Jam ne igitur laudas, quod de sapientibus alter
Ridebat?

Juv. sat. x. 28. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Filosofo.

Sapete benissimo, che la nostra nazione è la più famosa del mondo nelle Persone bizzare edi umorre fantastico. Per questo anche le nostre Comedie superano quelle delle altre nazioni per la singolarità, e per la moltitudine de’ loro Caratteri.

Trà l’infinito numero de Fantastici, che si producono da nostri Paesi, non ne ho osservato veruno più da vicino di quelli, che hanno inventati alcuni passatempi per divertire, e se stessi, e gli altri. Io non vi parlerò se non di quelli che si pigliano diletto nell’adunare Persone, che, a loro parere, hanno del ridicolo, e del grotesco. Intenderete ciò che voglio dire col seguente essempio. Certo spiritoso dell’ultimo secolo; Un omo in oltre, assai ricco, credea di [103] non potere meglio impiegare il suo danaro, che nelle piacevoli burle. Ebene 4► Fremdportrait► In un anno, che si ritrovava alla Fiera di N. osservò trà la folla delle Genti di concorse, molti che si distingueano, come egli, colla longhezza del loro barboccio, e gli venne in pensiero d’invitare, come fè, una dozzina di tali persone, che aveano la bocca in mezzo al volto. Incerti del motivo per cui vennero adunati, appena furono assisi d’intorno alla Tavola, incominciorono rimirarsi l’uno coll’altro, ed osservando i loro ceffi aggitati dal mangiare, dal bere dal parlare, a segno che i loro barbocci, sovente nel mezzo della Tavola, erano in pericolo di azzuffarsi s’accorsero della burla, e vi dierono tutti, di si buona grazia, la mano, che da quel giorno, strinsero, frà di loro, una cordiale amicizia. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► Qualche tempo dopo, lo stesso Signore raunò una truppa di Loschi, che guardavano a traverso; e si divertì, nell’osservare le false occhiate, che si feano e si davano a vicenda, in occasione di tante linee visuali, che sì regolarmente si tagliavano. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► La terza ricreazione, che quel Gentiluomo faceto si pigliò, fù quella del Balbi, de’ quali riempiè un giorno la propria mensa. Uno de’ suoi Domesitici incarricato di trattenersi dietro un paravento, e di scrivere tutto ciò diceano [104] in tempo del Pranzo, l’addempiè facilmente senza il soccorso delle abbreviature: questo dettaglio fè vedere, che se bene la conversazione non cessava, si proferirono poco più di venti parole durante il primo servigio; che all’arrivo del secondo, uno della truppa stie un quarto d’ora a rilasciare, che le anitre, ed i sparigi erano riesciti d’un meraviglioso sapore; e che un altro avea impiegato lo stesso tempo, nel dire: sono anch’io dello stesso parere. Questa Burla però non ebbe sì buon esito come le precedenti: Uno de Convitati di umore pontiglioso, ne rimase sì offeso, che incapace di esprimere il suo risentimento, escì dalla stanza, e mandò allo schernitore, un Cartello di sfida, il quale non sortì l’effetto, stante la interposizione d’alcuni amici; pose però fine a questa comica burla. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► Sono persuaso, mio Sig. verrete meco d’accordo, che non essendovi in codesta specie di passatempi niente di utile per i costumi, bisognerebbe dissuaderli, e riguardarli più tosto come tratti di insolenza, che come giri di vivacità. Ma se gli è naturale, che uno si avvanzi sul pensiero d’un altro; e se gli è impossibile, che una sola Persona per quanto possegga sublimi talenti, inventi un arte, e la guidi a tutta la perfezione, io vi parlerò d’un Gentiluomo da bene, a me noto, il quale udito [105] il Carattere dell’accennato Beffatore l’ha rivestito egli stesso, e cerca di rivoltarlo a profitto della civile società. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► Priegò un giorno a pranzare seco una mezza dozzina d’Amici, che si notavano per l’uso di varie espressioni superflue ne’ loro discorsi, come, a grazia d’essempio queste V. S. m’intende: Signorsi: Voglio dire: Senta bene, o pur altre, che niente esprimono. Ciascun de’ Convitati, che impiegava, ad ogni momento la di lui favorita espressione, parve sì ridicolo al suo vicino; che questo non potè a meno di non rifflettere, ch’egli stesso sarebbe comparso tale presso gli altri compagni: e da ciò nacque, che dopo essere stati qual che tempo, ascieme, doventarono tutti sì circospetti in ordine alle loro espressioni superflue, che la conversazione ne rimase, ben presto, libera, e vi entrò molto più politezza, benche vi fossero meno parole. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► Un'altra volta, lo stesso Gentiluomo pigliò la occasione di adunare quelli de’ suoi amici, che aveano contratto il sciocco abito di Bestemmiare, per farne loro sentire l’errore, s’appigliò allo spediente notato di sopra: pose, cioè, un segretario in un luogo della stanza, dove non era veduto. Dopo bevuta la seconda Battiglia, vedendosi a tiro di parlare a cuore apperto l’Amico rilevò molte parole sonore, ma inutili, che si erano proferite da che stavano [106] sieduti a tavola, e che gli aveano privati d’una conversazione migliore. Disposti così gli animi de’ convitati, dolcemente soggionse; Quale somma non avremmo levata in soccorso de’ Poveri se avessimo esatta gli uni degli altri la pena, che le nostre leggi impongono a Bestemmiatori? Ciascheduno pigliò in buona parte la tenera correzione.

Ciò veduto, si avvanzò dicendo loro, che persuaso non dovervi essere nelle conversazione segreto veruno, egli avea ordinato ad uno de’ suoi Domestici di metterla in iscritto, e che se l’
aggradissero, ne farebbe loro la distinta lettura. Questa riempiva dieci Fogli di carta, che si sarebbe possuta ridurre a due, se si fossero levate quelle inutili, ed abbominevoli addizioni.

Quando si venne a leggere, così a sangue freddo, si ritrovò, che si accostava più ad una Conferenza di spiriti maligni, che ad una Conversazione di creature umane. In somma ciascheduno tremò da capo a piè nell’udire con tranquillità, e calma, ciò che avea pronunziato nel calore de’ suoi discorsi. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Ebene 4► Fremdportrait► Non parlerò, che d’un’altra occasione, in cui pose in opra la stessa destrezza, per risanare un'altra sorta di Persone, che sono la peste di tutte le conversazioni polite, e che non perdono il tempo meno di quelli della precedente classe, benche non siano tanto rei; [107]

La sciocca generazione, cioè, de Fabricatori di racconti, o di storie; e di quelli che si dilettano farne, benche non ricercati, una prolissa e tediosa narrativa. L’Amico adunò una mezza dozzina de’ suoi Conoscenti, che erano infetti da questa malattia noiosa. Nel primo Giorno, uno intavolò l’assedio di Torino, nè Terminò se non alla loro partenza, quattro ore dopo il mezzodì. Nel secondo giorno un altro, pigliò come si suol dire, il Dado, nè fù possibile levarglielo di mano in tutto il tempo, che la Compagnia rimase ascieme. Nel terzo giorno, fù impiegato lo stesso tempo da un altro in un racconto di uguale longhezza. Annojati finalmente da tale Barbarie, che essercitavano gli uni sopra gli altri rivennero da questo letargico assopimento, in cui se ne stavano, da molti anni immersi. ◀Fremdportrait ◀Ebene 4

Metatextualität► Avendo voi detto in certa vostra speculazione, che i caratteri poco communi sono la cacciaggione da voi ricercata; e parendomi, che siate il più grande cacciatore di quest’ordine, che abbi il mondo, o se volete un Nemrod frà gli scrittori di questa specie, ho creduto, che il sopraposto dettaglio non vi riescirebbe discaro. Sono &c. ◀Metatextualität ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1