Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCLXXXIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\389 (1730), S. 283-292, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4355 [aufgerufen am: ].


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Lezione ccclxxxix.

Agli Incestuosi.

Zitat/Motto► In venere semper certat dolor, & & gaudium.

Seneca ac P. Syr. Sent. V. 33 I ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Brief/Leserbrief► Mio Riverito Collega.

HO fatto ultimamente una scuoperta, che mi cagiona una grande afflizione; e perchè ha una immediata relazione colla tutela, ho creduto mio dovere, l’avvisarne, con sollecitudine, voi, che venite in particolare maniera considerato quale Censore della nostra Società Tutelare. Tengo una bella Pupilla, che molto si [284] compiace della Lettura; e sovente mi accade di gettar gli occhi disopra le sue Spalle, con aria famigliare, che non l’ha mai offesa, per vedere ciò che legge. Mi consolavo nel ritrovare, che aveva sempre nelle mani qualche buon Libro, proprio a divertirla, ed a stabilirla ne’ principj della virtù, e nelle cognizioni, delle quali è dotata dalla natura. L’altro giorno, che la spiai più da vicino, cogli occhiali sul naso, quando ella meno vi pensava, il che radoppiò la sua gioja, non essendovi, senza dubbio, niente di più gradevole dell’essere sopresi nell’essercizio della virtù. Rimasi bene stupito, che si applicasse a leggere le Lettere di Silvia, e di Filandro. In questo mentre, qualcheduno venne d’improviso, a chiamarla, ond’ella gettò il Libro sulla Tavola, ed in tutta fretta, calò a basso. Allora mi pigliai la Libertà di apprirlo, e sotto il Fron-[285]tispizio, vi ritrovai scritte, di propria mano, queste parole: Regalo di mio Zio. Questo Zio è un Giovine assai gallante, che può aver cinque anni in circa più di lei; e che volontieri ammettevo in di lei compagnia, senz’averne il minimo sospetto, ed a causa della parentela, e perchè mi pareva, quanto ella, dedito alla virtù. Rivoltando in oltre i fogli del Libro, vi ritrovai alcuni indici, che segnavano certi luoghi stuzzicosi, vivi, e toccanti, pieni d’una falsa Retorica, per diminuire l’orrore dell’Incesto. Pochi fogli dopo, scuoprii una Lettera del buon Zio, in cui mostrava a sua Nipote la stessa passione, che un Fratello aveva per una Sorella in quel luogo del Libro, e vi fa una vaga descrizione d’un Gabinetto del mio Giardino, dissegnato per la loro adunanza, che doveva metterli nel colmo della loro Gioja.

Un tale procedere eccitò contro di lui tutto il mio rissen-[286]timento, e deplorai, colla tenera dolcezza d’un Padre offeso, la forte della mia Pupilla, una vota bella e virtuosa, adesso quasi sedotta, e resa difforme. Posi il Libro al suo luogo, e scrissi una Lettera al Padre del Giovine, o se volete all’Avo della mia Pupilla, per iscuoprirgli tutta la tresca. Era il Gallante, che aveva fatta calare, con tanto precipizio la Bella, ficche diè luogo alla mia scuoperta; ed io lo resi dinunciatore di se medesimo priegandolo di portare la Lettera al proprio Padre. Quando fu partito, impegnai la mia Pupilla a meco portarsi in Giardino, e la condussi al luogo destinato alla sua rovina. La tratteni per qualche tempo, in cose indifferenti, e dissimulai, al possibile, la mia afflizione, benche sospirassi coll’interno del cuore, e mi paresse di osservare nella di lei aria, una certa inquierezza, che non l’era ordinaria meco le altre volte, ed [287] una segreta brama di vedere, in mio luogo, il Zio. Dopo avere, pochi momenti tacciuto, per meglio osservare il suo contegno. Mia Figlia, le dissi, non leggete mai le Gazette? Molto di rado, mi rispose, con un sorriso; è accaduta, le soggiunsi, una strana avventura nel Giardino delle Tullieres; indi le feci leggere la data di Francia dove ci veniva annunciato, che una sfortunata Dama, vi aveva perduta la riputazione, con maniera la più infame, e più scandalosa del Mondo. Questa, diss’ella, è una cosa molto villana, e sporca. Il Libro, che voi leggete, ripigliai io, è dieci volte peggiore, mentre aggiugne l’incesto alla enormità della colpa. Il mio cuore era in procinto di scoppiare in mille pezzi, nel vedere che non faceva altro, che arrossire. Ah! Signor Filosofo quale non dee essere la sensibilità del Padre verso d’una Figlia, se la mia, per una Pupilla, tanto s’ [288] innoltra? Vi priego, nel proposito de’vostri consegli, per la soddisfazione del Pubblico, ed in particolare per quella del

Vostro Associato nella Tutela

Tenerotto: ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Non so vi sia migliore mezzo per corrispondere a desiderj del mio Collega Tutore, del trascrivere quì un’avventura, che si ritrova, nel Perchini. Eccola tale quale la rifferisce. ◀Metatextualität

Ebene 3► Exemplum► Una Dama di considerazione rimasta Vedova con un Figlio, ebbe cura di farlo educare in Casa. Il Figlio appena giunto alla età matura, incappricciatosi d’una Cameriera, la sollecitava a compiacerlo. Ella non solamente ebbe la forza di resistergli, [289] ma stanca delle sue importunità, ne portò le querele alla Padrona. La Dama, sul dissegno di reprimere l’ardore brutale del Figlio, le disse, che gli dasse l’appuntamento di venire a ritrovarla nel suo Letto per la notte seguente, mentre vi si corricherebbe ella medesima in suo luogo, e così lo convincerebbe, ed allo stesso tempo lo sgriderebbe sul fatto. L’ordine venne puntualmente esseguito . . . . è troppo orribile il successo . . . . Il Demonio tentò la Madre, e per quanto spaventosa, ne sia la idea, permise che il Figlio l’abbracciasse, senza scuoprirsi, e ne rimase incinta. Accresciuta la di lei gravidanza, per occultarla, si ritirò piena di vergogna, e disperata, in un luogo rimoto della Campagna, dove partorì una Figlia, che fè nodrire, ed allevare, con tutta la segretezza. Alcuni anni dopo, stimmò bene di farla venire presso di lei, sul piè d’una sua Parente. La [290] Giovane crebbe in Virtù, e Bellezza a segno, che il Figlio, non per anco ammogliato, a cagione di certi incontri, ed in età fresca di trentaun, in trentadue anni, diventò perdutamente innamorato di lei. In poche parole, non valendo le resistenze della Madre, che ne occultava il vero motivo, Sposò senza saperlo, la propria Figlia. Vissero contenti assieme, e posero molti Figli al Mondo. La Madre, che sapeva il tutto, nodriva per così dire un Inferno nel proprio seno, di maniera, che un giorno, incappace di più sostenere i rimorsi della coscienza, fè ricorso ad un Teologo; ciò che questo rissolvesse non voglio dirlo, per non esporlo ad una lunga censura. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Per altro è si funesta quest’avventura, che giudico opportuno il divertirla, con un breve racconto, che ha del gajoso, ma che termina in una moralità propria al nostro intento. [291] Ebene 3► Exemplum► Mi sovviene d’avere letto, non so dove, che un Rè di Francia, avendo inteso a parlare delle straordinarie Bellezze d’una Dama, Moglie di certo suo Generale, che stava impiegato nella Guerra contro i Turchi, ne diventò appassionatamente innamorato, e la fè avvisare, che sarebbe andato, il tale giorno, a pranzo con lei. La Dama persuasa, che il Rè non le farebbe quest’onore, nell’assenza del suo Sposo, se non avesse qualche ascoltato il parere di varie persone, da lei giudicate prudenti, rissolvette di trattarlo a suo modo. Fè comprare tutte le Galline, che si poterono ritrovare in que’ contorni, e commandò al Cuoco di formarne varj Piatti, senza far comparire in tavola altra sorta di Cibi. Il Rè non restò meno sorpreso dalla Bellezza della sua Albergatrice, che dalla singolarità del suo Pasto, in cui non vennero, se non piatti di Galline, [292] aggiustate in maniera diversa, non ostante che il Paese abbondasse d’ogn’altra specie di commestibili. Verso il fine del Pranzo, il Rè rivoltandosele, con aria ridente, le disse: Madama non avete quì se non delle Galline senza Galli? Non è questo, Sire rispose la Dama, ma le Femine sono quì le medesime come altrove, benche si possano distinguere da’ loro Abiti, è da’ loro Titoli. Il Rè intese il motto, e disperò l’intento: non lasciò però di mostrarie la sua riconoscenza, per averlo regalato di tante Galline. ◀Exemplum ◀Ebene 3 ◀Ebene 2

Il Fine. ◀Ebene 1