Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCLXXXVIII", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\388 (1730), S. 272-282, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4354 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Lezione ccclxxxviii.

Alle Donne che soccombono alle tentazioni.

Zitat/Motto► Senè ubi idem, & maximus, & bonestissimus amor est, aliquanto prestat morte jungi, quàmvita distrahi.

Val. max. L. 4. de Am. Con. I. 3. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Allgemeine Erzählung► DIscorrendo, l’altra sera con un Amico riguardevole, e per la bellezza dell’ingegno, e per la bontà del cuore, cademmo, non sò come, sopra l’imbarazzo, de’Padri, delle Madri, e de’ Tudori, nel disporre, delle loro Figliuole, o delle loro Pupille, senza che loro accada vedruno disastro; il che gli fè sovve-[273]nire la seguente dolorosa avventura.

Ho sovente cercato, disse, mio Signore, di eccitarmi alla virtù, per mezzo di ciò, che vi è di più cattivo al Mondo. Frà le diverse strade, intraprese per giugnervi, la conversazione d’alcune Donne che sono la rovina di tanti, mi ha di molto giovato. E per non offendere la vostra modestia, vi protesterò, con tutta la sincerità, che nissuno, a mio credere ha ricevuto dalla loro famigliarità tanto danno nel corpo, quanto profitto ne ho io riportato per l’anima. Questo m’impegna a visitarle per mio bene, con pari frequenza, a’ Dissoluti, per loro male. Il metodo, che ho sempre posto in uso è stato d’informarmi sopra le vere cause della loro prima caduta. Queste sono sì varie, e sì stravaganti, che un uomo di talento, e di prudenza, il quale abbi molte figlie, ne potrebbe ricavare gran-[274]di vantaggj per mettere al coperto d’ogni pericolo il loro onore, e la loro virtù. Così mi piglio un vero piacere nel raccontare queste avventure ad alcuni, che mi pajono in istato di raccoglierne qualche frutto. Dopo questo essordio, che dovete attribuire alla ciarlero umore d’un vecchio, e compatirlo, vengo al mio principale racconto.

Mi portai, un giorno, a visitare certa Giovane, che avea tutte le qualità necessarie a diventare la più tenera Madre, la migliore sposa, e la più discreta Padrona di Famiglia, che si possa vedere, se non avesse perduto il suo onore. La compativo, divero cuore, riflettendo a tante virtù rese inutili dalla perdita d’una sola. Si accrebbe il mio dolore, quando intesi, che di fresco, era caduta in sì deplorabil stato, ed osservai in lei tutti i segni di una buona educazione. Ebbi tanta maggiore ansietà di penetrare la fata-[275]le cagione del suo fallo. Le raccontai, per animarla, diverse avventure di questo genere, e le dimandai, se l’una, o l’altra era il suo Caso. No, mi rispose, ma ve ne dirò io una assai più dolorosa di queste, che vi farà venire le lagrime agli occhi; Intenderete poscia la mia, giacche avete la curiosità di saperla.

Ebene 4► Exemplum► Una Giovane, ed un Giovane, ammendue di buonissima Famiglia nel Paese di N. sentiano, da lungo tempo, una vicendevole, e segreta Passione; i Parenti finalmente sen avvidero, e di sì buon cuore l’approvarono, che il Padre della Giovane, invitò l’Amante a venire liberamente in sua Casa: finalmente rimase concluso il matrimonio, ed erano già passati tutti gli atti, ficche la celebrazione, in capo d’una settimana doveva seguire. Liberi di visitarsi, in particolare, quando loro piaceva, ed innamorati ammendue in eccesso, per disgrazia, un giorno, [276] in cui tutta la Famiglia era fuori di Casa, si parlarono della loro passione, in termini si avvanzati, che il desiderio di gustare prematura la contentezza del matrimonio, l’infiammò ammendue. Il Giovine disse alla sua Bella, che sul piè, in cui erano le cose, potevano considerarsi come Marito, e Moglie, e pose in uso tutta la Eloquenza, che gli somministrava l’amore per insinuarle questa idea, a cui pur troppo era inclinata. Di maniera, che mezza forzata, e quasi convinta, che non vi fosse verun male a soddisfarlo, si lasciò guadagnare più per compiacenza, che per inclinazione viziosa. Ma subito, che il Giovine di gelosissimo umore, ebbe saziata la sua brutale passione, diventò furioso, si trasportò contro se stesso, maledì, sovra tutto, la facilità della sua Bella, la rimirò con occhio maligno, e la sospettò inclinata alla Dissolutezza. Penetrato da questa [277] infelice idea, la vigilia del giorno in cui dovevansi celebrare le Nozze, escì dalla Casa Paterna, nè mai più si è veduto.

Quest’improviso accidente pose in iscompiglio, ed in dessolazione le due Famiglie, ma la Giovane ne rissentì i più crudeli effetti. Ella si ritrovò incinta, e diventò l’oggetto del pubblico vitupero. Il Padre innessorabile, malgrado tutto ciò si poteva dire a suo favore, la cacciò di Casa senza darle un soldo. La Madre di naturale più umano, mossa dalle circostanze, che servivano a diminuire il suo fallo, le diè tutto ciò, che potè di nascosto, danaro, utensili, e gioje. La povera Giovane, caricata più dal peso della sua sfortuna, che d’altro, si portò alla Città, dove partorì un Fanciullo, che non doveva aspettare per sua eredità, che la miseria, e l’opprobrio. Al capo di trè anni, se ne morì il Figliuolo, più felice al tempo [278] della sua morte, che a quello della sua nascita, mentre sua Madre non aveva più di che nodrire nè se stessa, nè lui. Il Padre crudele, in oltre aveva scritto a tutti i suoi Parenti, ed Amici della Città di non somministrarle verun soccorso, ed eglino essattamente ubbidirono il suo ordine. Che che ne sia rissoluta di non abbandonarsi mai ad altr’uomo, e di fare penitenza nel rimanente di sua vita, cercava di mettersi in qualche, eziandio più vil serviggio, ma abbandonata d’appoggio, non potè ritrovarne alcuno. Ella, in somma morì di fame, e fu così la vittima di quell’onore, ch’era incappace di perdere in ogn’altro tempo, e con altro uomo fuori di quello, con cui era già legata in Isposa. ◀Exemplum ◀Ebene 4

Piagnemmo quì ammendue, ed io, con voce interrotta le dissi: Se il vostro caso è sè doloroso . . . Sparagnatemi l’afflizione di farne la narrativa . . . . . Non vorrei [279] udirlo . . . Signore l’avete di già inteso . . . . Io mi considero anticipatamente, come morta di fame: non so vi sia altro spediente per guadagnarmi il vitto, che quello, di cui ho parlato, e di cui vorrei più tosto mille volte morire, che abbandonarmi alla dissolutezza.

Mi condusse indi ad un Armario, dove mi fé vedere il suo Figlio imbalsamato. Alla vista di tale spettacolo, che mi commosse più di tutti i suoi discorsi, diventai quasi muto; le gettai una Doppia, ed escii dalla sua Casa, rissoluto di non permettere, che mai più le mancasse il necessario.

Qualche tempo dopo, mi accade come vi ho già detto essere mio costumme, il parlare di questa fatale Avventura, in presenza d’alcuni Signori assai gravi, e di età avvanzata, quando uno di loro cade all’improviso in isvenimento. Gli bagnammo subito la [280] tempia coll’acqua della Regina, e metemmo tutto in opera per richiamare i suoi spiriti, come finalmente ci riuscì. Assalito, intanto, sul fatto dalla Febre, si ritirò a Casa dove appena corricato sul Letto, mandò a priegarmi, che andassi e visitarlo, e mi parlò ne’termini seguenti. Potreste voi Signore ritrovare quella Giovane, di cui m’avete raccontata l’Avventura. Ella è mia Figlia. Dette queste parole, tramandò un sospiro, che parve l’ultimo del suo vivere. Io gli risposi, che sì. Subito fè venire il Notajo, che scrisse il di lui Testamento, in cui lasciò tutti i suoi beni mobili alla figlia. In questo fra tempo, ricevette una Lettera dal Padre del Giovane Sposo, che così s’esprimeva.

Ebene 4► Brief/Leserbrief► Autore della mia rovina, e di quella de’miei.

Posso ben al presente darvi questo titolo, di cui voi siete stato tanto liberale verso di me. Io non [281] sono stato che due giorni in Città, in tempo de’ quali ebbi la curiosità di vedere l’Ospitale de’ Pazzi. Vi ho ritrovato mio Figlio, che credevo perduto; ma, hai! é per me più perduto, che se non l’avessi ritrovato. Io non maledirò vostra Figlia, come voi avete maledetto mio Figlio. Le nostre due Famiglie sono state la rovina l’una dell’altra. Vado a vestirlo, e mandarvelo acciò lo possiate vedere. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 4

Dopo avere letta questa Lettera, andai a ricercare la Figlia dell’Infermo, la quale appunto giunse per chiedergli la benedizione, e vederlo a spirare. Si pose indi a bacciarlo, con tutto l’ardore, dicendo che bramerebbe d’essere sepolta con lui, e suo Figlio nella medesima Tomba. Aggiunse d’avere qualche presentimento, che doveva morire in meno d’un ora. Indi lo stolto Giovine, che l’aveva amata, entrò nella stanza, dove appena l’ [282] ebbe riconosciuta, cacciò a mano la Spada, e la uccise sul corpo di suo Padre; Ciò fatto rivoltato contro di se il ferro di diè da se la morte.

In risposta alla Lettera, che il Padre del Giovane furioso aveva scritta, non si lasciò di avvisarlo della sanguinosa catastrofe, da cui fu sì toccato, che gli si rivoltò il cervello, e vaneggiò fin che visse. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1