Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione CCCLXIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.7\369 (1730), S. 112-117, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.4335 [aufgerufen am: ].


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Lezione CCCLXIX.

Alli veramente virtuosi.

Zitat/Motto► Quid pure tranquillet honos, an dulce lucellum,
An secretum iter, fallentis semita vita.

Hor. L. I. Ep. 18 102. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Filosofo.

Avete osservato, in alcuna delle vostre Lezioni, che la vera grandezza non si ritrova frà le Pompe, a frà gli applausi, dove dalla maggior parte degli uomini si ricerca. Vi avete aggionto, che la virtù nascosta nella oscurità sovente comparisce più illustre agli occhi delle Creature superiori, di quanto passa per grande, e magnifica nel concetto del mondo.

Quando leggiamo la storia di quelli, che hanno portati i titoli [113] di Rè, di primi ministri, o di Generali, ci compariscono spogliati di tutti quelli ornamenti esterni, che abbigliavano gli occhi de’ loro contemporanei; e li ritroviamo grandi, o piccoli; degno, o indegni della nostra stima, a proporzione delle loro virtù, o de’ loro vizj. Le saggie massime, i bei sentimenti, e la disinteressata condotta d’un Filosofo, in una piu che mediocre fortuna, l’innalzano nella nostra stima più di qualsivoglia gran Potentato della terra, quando consideriamo l’uno, e l’altro in una lontananza di molti Secoli. Se le memorie d’un uomo vissuto nella oscurità, ma però in maniera conforme alle Regole della virtù, fossero esposte a nostri occhi, non ritroveremmo niente nel suo Carattere, che non lo potesse mettere a livello delle Persone più ellevate. Il seguente estratto da scartafaccj d’un’ onesto Gentiluomo di Campagna, metterà piu in chiaro la mia Tesi. Forse i vostri Leggitori si forme-[114]ranno di lui una idea piu vantaggiosa, a cagione delle azioni fatte in segreto, di quello facciano tanti, che si sono attratti la pubblica ammirazione.

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Memoria.

Nella età di 22 anni, sentii una violente passione, per la moglie di mio Cugino. N. e forse avrei avuta la disgrazia di riescirne, se appunto per questo non avessi intrapreso un longo viaggio a’ Luoghi Santi.

Poco tempo dopo il mio ritorno alla Patria, ebbi un incontro con mio Zio. N. che volea farmi donazione di tutto il suo, ma io la ricusai, e lo pregai di non diseredare, come ottenni, suo Figlio. N. mio Cugino.

N. Bisogna arricordarsi di non dire mai questa particolarità a mio Cugino, acciò non abbi cattiva opi-[115]nione del fù suo Padre; Benche, per questo, sempre parli male di me.

A fine di prevenire una scandalosa Lite trà mio Nipote. N. e sua madre ho accordato a questo sotto mano, del mio danaro la somma annuale, che cagionava il contrasto.

Ho procurato un Beneficio ad un Giovane, perche era Nipote del mio buon maestro, morto venti anno sono.

Date dodici doppie alla povera.

N. vedova del mio Amico.

N. Bisogna arricordarsi di ritrare un piatto dalla mia Tavola, fino che sia rimessa questa somma.

N. Non debbo pure scordarmi di riparare la mia Casa, e di terminare i miei Giardini, per impiegare i poveri Contadini a questa fatica dopo la Raccolta.

Ordinato a N. mio Campagnuolo, che rilasci di notte le pecore del buon Uomo. N. rinserrate per essere state ritrovate in danno, [116] e che non ne parli agli altri miei famigliari.

Ottenuto dal Nobile. N., che non perseguiterà per giustizia il Figlio del Gastaldo N., il quale aveva tirato ad un Faggiano, e che gli restituirà il suo Fucile.

Pagato lo Speciale, per avere guarita una vecchia, che si credeva maleficiata.

Rimesso alla descrizione d’un Questuante il mio favorito Cane, che l’aveva morsicato.

N. Bisogna scacciare di Casa.

N. per avere ucciso un Daino con una Pistolettata, in tempo, che mangiava della Ghiande sopra di lui mano.

Quando il mio vicino. N., che mi ha sovente offeso, verrà dimani a chiedermi scusa, debbo arricordarmi, che gli ho perdonato.

Lasciata la Carozza, e venduti i Cavalli, per mettermi in istato di soccorrere i poveri, sono in una grande carestia di Grano

Rilasciato, in questo medesimo [117] anno, a miei Affituali un quinto.

Mentre oggi passeggiavo mi è venuto un pensiero in mente, che mi ha riempiuto di gioja il cuore, e mi lusingo avrà una influenza sopra il rimanente de’ miei giorni.

N. Bisogna ordinare a mio Figlio, a parte, di non ergermi verun monumento dopo la morte; Ma non debbo farne moto nel Testamento. ◀Ebene 4 ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1