Ambidue dotati di un fino discernimento, sentirono quasi nel medesimo tempo fino a qual segno si adiravano. Troppo politici per lasciarlo vedere, d’allora in poi non pensarono che a nascondere i veri loro sentimenti sotto le divise della compiacenza, e delle continue attenzioni.
Questo nuovo genere di mutuo supplizio non poteva essere troppo durevole. Il Cavaliere benchè tardi conobbe i difetti del proprio cuore. Le rare qualità della sua sposa, la riconoscenza che le doveva, il vuoto de’piaceri che altrove invano aveva cercato, lo ricondussero insensibilmente a tentare i più grandi sforzi per rianimare in se stesso quel fuoco che aveva molti mesi prima trovato sì degno; ma l’amore era estinto da una parte e dall’altra, e la fredda ragione poca possanza aveva per vivificarlo. Disperato della sua situazione, annojato di vivere in un mondo, in cui i piaceri e le dissipazioni nulla più avevano per lui di sensibile; non abbastanza coraggioso per servirsi
L’Idea di questo nuovo genere di vita tanto più piacevolmente il lusingava, quanto era nuovo per lui: e supponendo che la sua sposa spingesse la compiacenza a segno di acconsentire a seguirlo, sperava che il dispiacere di avere abbandonato la città, il timore di non più ritornarvi, e la pesante uniformità della vita campestre l’avrebbero a poco a poco ridotto a lasciarle godere le dolcezze della vedovanza, che necessariamente doveva sospirare.
Comunicò il suo disegno alla moglie, che ne ricevette la proposizione, come una persona indifferente, per concepir, nè pena nè piacere.
Una tale rassegnazione commosse cotanto il marito che lo determinò a radoppiare non solo i riguardi per la sua sposa, ma a non cercare più ad ingannarla colle apparenze d’una passione di cui non sentivasi più suscettibile. Alcuni giorni dopo i due sposi seguiti da tutta la famiglia avevano perduto appena di vista le mura della Capitale, allorchè lo sposo fissando ad un tratto in volto gli occhi a sua moglie: convenite, le disse, mia ca-
Giunsero alla loro casa di campagna, e vi passarono qualche tempo in una segreta, e reciproca impazienza fino a tantoché il Conte, credendo finalmente di aver trovato il mezzo felice di dare un altro giro ai proprj affari, andò un giorno alla toletta di sua moglie, e le parlò in questi termini: ho fatto riflesso mia cara, e voi lo confesserete al pari di me, che l’aria troppo pura di questo paese può ingannare la vostra aspettazione. Invece di alterare la mia salute, nè la vostra, la fortifica ogni giorno: l’animo nostro è solo quello che langue, ed il nostro corpo a suo dispetto non soffre alcun male. Se i vostri disegni non sono cambiati, se i vostri sentimenti sono come ì miei così invariabili, io penso che la Contea di ….. ci possa offrire una ritirata più favorevole alle nostre idee. Se la proposizione vi piace, noi possiamo partire anche domani, e per premio della vostra compiacenza, aggiungo alla vostra vedovanza l’entrata totale di quel podere.
La Contessa sempre egualmente trattabile che politica accettò senza bilanciare le offerte del suo
Benissimo, benissimo, mi sento dire all’orecchio: tutto questo può esser vero: ma un uomo non potrebbe egli godere di tutti questi vantaggi all’istesso punto di perfezione, quando non avesse altra intimità e amicizia che per sua moglie, e che non badasse quanto a quella del servente? ma una donna non potrebbe ella fare lo stesso riguardo a suo marito? No, Signore, niente affatto, mi ha risposto un bello spirito, a cui io pure dimandava poco fa la stessa cosa. E perchè no? Perchè questo non è l’uso. La risposta a un'interrogazione così semplice non sembrerà probabilmente troppo soddisfacente.
Questo non è l’uso! Eppure questa à la sola risposta, e il solo motivo che si possa addurre in giustificazione di un tale abuso.
Questo sistema è affatto straniero al basso popolo. Le povere donne essendo in generale le più seconde, cariche di figlj e di miseria, non trovano nè il tempo né la maniera di adornarsi in guisa onde piacere agli uomini. Inoltre la gelosia, ch’era una volta uno dei caratteri degl’Italiani, regna ancora fra il popolo. Colui che si azzardasse di visitare la moglie di un artigiano corre rischio, benchè nobile e ricco, di esser mal ricevuto. Il pretesto della civiltà e della convenienza, che ammette una visita ad una Signora, non può addursi in faccia ad una povera donna, onde sembra che ella o suo marito debba pagar troppo cara la minima attenzione d’un Cavaliere.
Si è sovente sentito dire che le donne Italiane avevano l’arte singolare di rendere schiavi per tutta la vita i loro amanti. Quest’arte qualunque sia non sembra di prendere intieramente dalle attrattive, e dalle grazie della persona, mentre ve ne sono parecchie fra esse che allorquando ancora la loro bellezza è passata, e che più non sono nell’età delle passioni, conservano ciò non ostante il più grande ascendente su i loro amanti. Si vedrà per
io sono negli orrori della digestione. Informandosi quindi egli della sua passione colla Signora: ah non mi parlate più di passione, gli replicò; questa è passata, e noi siamo appena addesso agli orrori dell’amicizia.
Tutte codeste Signore alla testa delle quali trovavasi una Duchessa più delle altre piccate, si presero la pena di espressamente vestirsi in strano modo per piacere a Madama. Avevano alle mani un guanto d’una stosa, e d’un colore diverso dell’altro, le scarpe una era bianca e l’altra rossa, una ricamata l’altra solia: gli orecchini da una parte erano di diamanti, dall’altra di pietre colorate; e persino il belletto, senza contare le altre cose applicate stranamente, era apposto ad una sol guancia.
Quale si fosse la sorpresa della nostra artigiana
Era quì appunto aspettata. Destramente si seppe l’ora ch’ella doveva comparire nel solito circolo; perciò tutte quelle che ordinariamente lo componevano furono invitate di trovarvisi un poco prima, di modo che quando essa arrivò tutte già erano al loro posto. Qual colpo teatrale quando si vidde comparire con quell’abbigliatura! Ben s’intende che la Duchessa, e le altre Dame avevano ripreso l’ordinario loro vestito, onde comparendo
Quest’aventura si propalò per tutta la Città; ma ben felice questa Signorina, se una tale scena per lei umiliante, le abbia fatto conoscere che non bisogna voler comparire donna di qualità non essendo tale, e che è cosa troppo ridicola voler rassomigliare ed altri più che a se stesso.
Prendasi della tuzia e dell’olio d’uova; si mescoli insieme, e si ungano le labbra dopo di averle lavate con acqua d’orzo o di piantagine. Taluni raccomandano lo zucchero dei cucchiai di legno che ne esce quando si mettono sopra il fuoco. La crosta del pane applicata calda sopra le
La miglior pomata che si possa usare acconciandosi è la seguente. Si prendi una mezz’oncia di cera gialla, un’oncia di cera bianca, tre once e mezzo di buon sego, si faccia fondere il tutto in un vaso nuovo, schiumandolo attentamente. Si le vi inseguito il vaso dal fuoco, e quando l’unguento si comincia a raffreddare vi si mischj una dramma d’olio di cedro.
Si sbatti un bianco d’uova nell’acqua rosa, e si lavi la faccia alla mattina senz’asciugarla. Questa cosa si semplice impedisce l’abbrustolamento della faccia, e lavandosi la sera cade subito una polvere, e la pelle resta bianca senz’offesa dei raggi del Sole tuttocchè si abbia a restarvi esposto tutto il giorno.
La moda della spada di data recentissima è stata come segue. La guardia è in oro: la chiocciola è ornata di quattro medaglioni nel mezzo dei quali vi è un piccolo cerchio in smalto color d’oro, ed il di cui giro è guarnito da due ordini di perle. La chiocciola suddetta è inoltre ornata vicino ai medaglioni di rosette in oro verdi; il pomo ed il cerchio della guardia sono parimenti ornati di medaglioni e di rosette simili. La guardia intiera è facettata di diamanti, dove non si trova medaglioni circondati di perle.
Spade d’argento damaschinate in oro con medaglioni di smalto.
Spade d’acciajo a rami spezzati, e a fiocchi a la dragone.
Catene d’orologio in oro a oliva facettate nel genere dell’acciajo con varj bijoux dello stesso travaglio.
Nuove cinture con lama e perle d’acciajo apposte sul nastro.
Fiubbe d’argento miste d’oro e d’acciajo che fanno una bellissima figura: altre a pagliuole d’oro e d’argento riportate a foggia di ricamo.
Freccie, pugnali, spade, chiavi in oro smaltate
Cordoni d’orologio, collié, braccialetti in corallo, e acciajo.
Detti a granelli d’America e perle; ed altre a perle smaltate di vario colore.
Memoria intorno all’uso di due specifici a favore delle Donne gravide: traduzione dal Francese del Dott. Dionisio Roidi corredata di annotazioni. Firenze 1786. in 8. di p. 55. Presso Lorenzo Vanni.
Se non è ameno il libro che annunziamo, è però utile alle donne per le quali noi scriviamo. I due specifici, un balsamo, ed un siropo per mitigare le doglie alle partorienti, e facilitare il parto sono un segreto, che l'Inventore anonimo facendosene una riserva lo esibisce a chi ne lo richiegga, e ne paghi il prezzo a lire sei Tornesi indirrizzandosi ai Sigg. Bechtel presso il Sig. Vyttenbach in Berna. Intanto il Sig. Roidi ci ha data la traduzione di questa Memoria ch’è piena di ottimi lumi per l’ostetricia, ed a portata delle Signore Italiane per le note diligenti del Traduttore.
Componimenti Poetici di Fortunata Sulgher Fantastici fra gli Arcadi Temira Parraside Accademica Fiorentina. Firenze in 8. di pag. 96.
Tuttocchè siano scorsi più mesi da che fu fatta la presente edizione, ragion vuole che sia pure da noi annunziata come una produzione d’una donna che accresce così il numero delle illustri Italiane. L’edizione è elegante con un rame di frontispizio ec., ma più eleganti sono i varj pezzi di cui va essa fastosa.
Entretien Socratique &c. Trattenimento Socratico sulla veracità, e fedeltà nell'adempire le sue premesse. Tradotto dall'Inglese dal Sig. Percival. Parigi 1786. Presso Lottin.
Lo scopo di quest’Operetta è d’illuminare la gioventù sopra uno degli articoli più importanti della morale, e sopra le leggi relative alla veracità. Questa virtù ha due oggetti: il primo di non giammai tradire la verità nei nostri discorsi: il secondo di mantenere la nostra parola, quando non vi si opponga la virtù, o qualche altro ostacolo invincibile.
L’Autore vuol dimostrare quanto sia stimabile di mantenere la sua parola in circostanze eziandio in cui la passione e l’interesse personale ci sforzano a mancare. Ecco il tratto che scioglie per dare questa lezione.
II Giovine che avete assassinato era l’unico mio figlio: il vostro delitto merita il castigo più severo: ma io v’ho data la solenne mia parola che sarete quì stato sicuro, e non voglio violare un impegno tuttocchè temerario a fronte d'un Crudele nemico. In seguito lo condusse alla sua scuderia, e dandogli il suo miglior cavallo, fuggi, gli disse, intanto che l’oscurità della notte ti tiene occulto: le tue mani sono tinte di sangue: ma Dio è giusto, ed io lo ringrazio che abbia potuto mantenere la mia parola: lasciando a lui la cura di giudicarti.
L’Ingenuità è molte volte l’espressione della franchezza, della semplicità, o dell’ignoranza, e spesso di tutto questo in una volta. Si ride d’una piacevole ingenuità, come si ride per il ridicolo che dimostra un altro, e di cui si crede egli medesimo esente. Qualche volta pure l’ingenuità eccita il riso per gli equivoci che fa nascere.
So’ Benissimo, che alcuno mi rimprovera l’essere io stata silenziosa sopra questo Articolo, quando anzi avevo promesso di parlarne a dritto, ed a rovescio. Ma che diamine s’ha a dire d’inezie, di buffonerie, di Rappresentazioni Teatrali scritte, e rifritte, e di seccature simili. Il Teatro deve trattenerci dilettevolmente; e noi dobbiamo all’incontro o annoiarci, o compiangerne, non di-
Felici noi, che abbiamo almeno nel Nobilissimo Teatro a S. Benedetto tutto ciò che si oppone agli sopra indicati sconcerti. Un’Impresario, ch’essendosi per tutto il corso di sua vita occupato ne’Teatri, di ogni parte ne sa quanto basta, e di alcune è maestro. L’Opera, che si rappresenta è l’Olimpiade dell’inimitabile Metastasio.
Quello, che ne sostiene la prima, e principale Parte è il famoso Gaspare Pachiarotti, a cui tutto Cecilia Giuliani prima Donna, già fattasi conoscere, ed applaudite sopra alcuni de’primarj Teatri d’Italia, lo è anche presentemente nell’Olimpiade. Niuno degli altri Attori, è spregevole, ed anzi viene volentieri udito. Li Balli sono inventati, diretti, ed eseguiti dal noto Baretti, e prima Ballerina è Mademoiselle VVilnover. I Balli, ed i Danzatori, e Danzatrici ebbero un sufficiente incontro.
A proposito del Mademoiselle osservano molti, essere anche questo un intollerabile disordine de’ Teatri. Come mai una Mademoiselle può lasciar esposta sulle Scene a’pericoli tanti, a quanti un sì lubrico luogo fa correre risico alle più innocenti persone, ed alle più costanti a conservarsi illibate! Non dovrebbero salire, singolarmente a ballare, sulle Scene sennon delle Madame; e piuttosto simil gente dovrebbe maritarsi di buonissima ora per divenire Madama. Pur troppo voi uominacci
Confessatelo sinceramente, Signorine: intanto che i vostri figlj sono piccoli, e non sanno scomparire la vostra età, e abbattere la vostra freschezza, li conducete nelle adunanze, al passeggio, e nei luoghi più frequentati, facendovi gloria di farli vedere massimamente quando sono belli, vivaci, svelti, faceti, perchè il vostro amor proprio gode gli elogi medesimi che vengono loro diretti, e necessariamente rallegrano voi stessi: in questo caso desiderate che siano vestiti elegantemente con gusto ed anche alla moda: se dunque trovate che in tal guisa e in tale età vi fanno onore, è giusto che noi presentiamo la moda anche per i vostri bei figliuoli.
Quando i vostri figli si troveranno in un’età un poco avanzata, forse non li condurrete con voi perchè non avranno più quella vivacità, quel brio
Se è nato abbastanza felice, riprenderà con vigore e con ardire tutti i vantaggi, che la natura gli aveva compartiti, sino a tanto che infranti avrà i lacci che gli tenevano avvinto il corpo, e smarrito lo spirito; e diventerà un buon suddito, ed un uomo utile alla società.
Se al contrario non è nato felice avrà preso l’abitudine del timore e della sovverchia sommissione: non avrà più pensato con genio e libertà: avrà obbedito a tutte le suggeritegli impressioni, e diventerà, allorchè sarà del tutto ridotto a se stesso, un uomo da nulla. Parenti, guardatevi dall’abbandonare i vostri figli nelle mani d’Instruttori duri, e feroci: gli affabili Precettori sono quelli che devono inspirar loro la vita sociale.
Per tal motivo si può vedere quanto piccolo sia nella Società il numero degl’uomini che pensano ed operano, e perchè tanti millioni si trovano di enti puramente macchinali e ciarlieri.
Noi non diremo perchè il secondo timido, pian-
matelot fatto di seta color di coda di canarino; e la femmina ne porta uno bleu celeste sopra un piccolo corsetto color di rosa, ed una sottana di mussolina bianca che ne cuopre una di Pekin bleu. Ambidue hanno i capegli tagliati à la Jockei liberamente sparsi e cadenti sulle spalle. Ambidue portano un cappello feltrato nero o di variato colore con piume o senza piume, con nastri che lo circondano, e nodi di dietro e davanti, o, senza gli uni e senza gli altri, ambidue han-
baigneuse a pieghe larghe guarnito d’un nastro verde parimenti largo, il quale forma davanti un larghissimo nodo.
Il secondo raffigura una donna con una veste di Pekin verde pomo, e con pettinatura a grossi ricci, quattro dei quali collocati in doppio ordine pendono d’ambe le parti sul seno. Sull’acconciatura è applicato un pouf à la Virginie di garza color di zolfo a righe violette. Questo pouf è guarnito di un largo nastro color di rosa a ricamo nero, componente un grosso gruppo tanto di dietro che davanti. Questo nastro è intrecciato da una ghirlanda di fiori artefatti roda e lilà misti. Sulla destra del pouf si alzano tre grosse piume verdi miste di color di rosa, color di rosa misto di verde, e nero misto di bleu.
Mancano a questi due busti davanti al fazzoletto da collo per annodarlo delle spille col pomolo rappresentante delle lettere simboliche, dei cuori, delle freccio ec.
pluches, tutto il corteggio funesto che deve difenderci dalle pioggie, dai venti, dal freddo, dalle nevi, e dai ghiacci. Noi dobbiamo perciò prevenire i nostri Signori Associati degli abiti inverno che si compromettono di regnare, e che fin d’ora fanno pompa del trionfante loro lusso.
Per gli abiti di gala noi non vediamo per gli uomini che la ratina pulce con un largo bottone bianco a pietre, ovvero il grosso raso verde o pulce ricamato.
Per le donne non è in uso che il grosso raso verde o violetto, o griggio d’acciajo.
Per i mezzi abiti da uomo non v’ha che il panno pulce o verde, dai quali abiti d’ora in avanti dev’essere assolutamente e rigorosamente bandita la pistagna.
Per le donne è in uso il solo panno che portano in redingote, e sottana, simile e del colore da noi accennato in uno de’precedenti Num. sotto li dé shabillés degli uomini si portano dei gillet di raso, o di fino veluto ricamato. I più belli gillet so-
Molti gillet sono di veluto a righe larghe i pluches di diversi colori, e portano attaccata a tutta la bottoniera una frangia assai lunga di seta.
Molti altri sono anche di raso bianco ricamato d’oro, e portano pure a tutta la bottoniera delle frangie, o dei nappini in oro.
Gli Sposi Singolarissimi Pag. 195
Nuova Pennellata sopra i Cavalieri Serventi 200
Aneddotto Galante 205
Toeletta 208
Bijoux di nuova Moda 210
Amena Letteratura 211
Aneddoti 214
Teatro 215
Gabinetto delle Mode di Francia 218
Spiegazioni delle Tavole XIII, e XIV. 221 222