Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 98", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\098 (1790), S. 781-788, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2675 [aufgerufen am: ].


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Num. 98.

Mercordì 8. Decembre 1790.

Ebene 2► 30 Novembre.

30 Nobili rimasti alla balla d’oro.

s. Lor. Antonio Pasqualigo di s. Gir. Ant.

s. Giul. Ces. Barbaran qu: Z. Marco.

s. Vic. Pietro Querini qu: Vic.

s. Lor. Venier qu: Z. Dom.

s. Nic. Pizzamano qu: Fr.

s. Ant. Corner di s. Vic.

s. Ant. M. Mosto di s. M. Alv.

s. Cam. Corner di s. Flam.

s. Nic. Zuan. Bon di s. Ales.

s. Alv. M. Ant. Gritti di s. Bern.

s. Zuanne Battaja di s. Gir. pmo.

s. Gaet. Badoer di s. Riz.

s. Alv. Balbi di s. Marchiò.

s. Lor. Sangiantofetti qu: Vic.

s. Ang. M. Renier qu: And. K.

s. Is. Zorzi qu: Alm. Z. fr.

s. Bert. Soranzo di s. Seb.

s. Ang. Corner qu: Z. Fr.

s. Zuan. Barozzi qu: Tom.

s. Zac. Alv. Balbi di s. Zorzi.

s. Franc. Arnaldi di s. Gir.

s. Z. And. Zorzi di s. Z. Carlo.

s. Zorzi Priuli qu: Alv.

s. Francesco)

s. Iseppo Vic.) Bonfadini di s. Piero M.

s. Ottavian Bembo di s. Vic.

s. Gir. Diedo di s. Is.

s. Z. Fr. M. Bonlini di s. Is. M.

s. Marco Muazzo di s. Zorzi.

s. Zorzi Morosini di s. Zorzi 3zo.

Questa fortuita estrazione si fa ogn’anno nell’Eccellentiss. Collegio dal Serenissimo Doge. L’età prescritta per la concorrenza alla medesima, è dagli anni 20 compiuti a’25. Li 30 Nobili il nome de’quali esce colla palla d’oro son ammessi al Maggior Consiglio. E perchè ordinariamente segue questa estrazione nel giorno di S. Barbara i favoriti si chiamano rimasti alla Barbarella.

In Senato 4 cor.

Inquisit. sugli Ebrei m. 24.

s. Leonardo Dolfin.

Prov. Sopra Beni Inculti m. 24

s. Lorenzo Marcello.

Prov. Sopra Ospitali m. 24

s. Alessandro Ant. Barziza.

Prov. Sopra Fortezze m. 12.

s. Antonio Zulian.

In M. C. 5 detto.

Cap. a Verona Reggim. c. p. m. 16.

In luogo di s. M. Ant. Michiel fu dispensato.

s. Zuanne Corner qu: Franc. K.

elez. dello Scrut. conf. dal M. C.

Alli X Savj và in Senato m. 12 senza voto.

s. Ang. Orio di s. Pietro.

F. s. Vital Falier.

[782] Del Cons. di 40 C. N. in luogo di s. Mat. Balbi eletto Avvogador.

s. Zaccaria Valier qu: Ottavian.

Pieggio s. Vic. Diedo qu: Gir.

5 del Cons. di 40 C. N.

riballottati alal lor ordinaria.

s. Polo Minio qu: Zne.

s. Franc. Barbaro qu: Marco.

s. Bort. Piero Semitecolo qu: Gir.

s. Iseppo Toderini qu: Teod.

s. Piero Giac. Foscarini qu: Z. Bort.

In M. C.

Martedì 7 cor.

Uno del Cons. di X. luogo

di s. Ag. Garzoni eletto Ambasciator a Vienna.

s. Niccolò Venier qu: Seb. Proc. fu Rappresentante a Bergamo.

Pieggio

s. Benetto Civran 3zo qu: Ben. 2do.

Censor dura mesi sedici.

s. Luigi Zen qu: Ales. Proc.

fu Consigli re. Elez. dello Scrut. conf. dal M. C.

Avvocato ai Consiglj.

s. Marco Muazzo di s. Zorzi.

F. s. Z. Paolo Muazzo.

Del Cons. di Pregadi

In luogo di s. Lauro Dandolo

Eletto Consiglier

s. Pietro Maria Longo qu: Tom.

fu dell’Aggiunta al Pregadi

Cinque del Cons. di 40 C. N.

alla lor Ordinaria.

s. Arduin Dandolo qu: And.

s. Ben. Grimani qu: Fr. M.

s. Vettor Mosto pmo di 8. Vet. 3zo.

s. Mario Soranzo di s. Pietro.

s. Triadan Gritti qu: Z. Andrea.

Avviso

Intorno un Nuovo Giornale che si stampa in Venezia da Carlo Palese.

“Si è pensato di dare alla Veneta colta nazione il proprio Giornale, che serva a tutte le Provincie non che alla Capitale, onde a questo titolo porti il nome di Giornale Universale del Dominio Veneto da Terra, e da Mare. L’oggetto è di consecrarlo intieramente alla sola nostra nazione, in guisa, che oltre le cose necessarie per la cognizione del tempo, ridotte alla più utile sobrietà, tutto il rimanente contenga notizie utili appartenenti unicamente allo Stato Veneto. Il piano è di abbracciare tutte le classi, e formarne a parte a parte articoli di qualche estensione: ma sempre connessi al sistema generale di un tutto, che le serie di questi Giornali formeranno col tempo; e diverrà una Collezione unica nel suo genere. Si è dunque cominciato dal pubblicare in questo primo numero ce serve per l’Anno nuovo 1791. una generale notizia di tutto lo Stato Veneto, diviso ne’suoi Reggimenti, col dettaglio di tutti i Villaggi, luoghi, e terre soggette non solo ad ogni rispettivo capo di Provincia; ma anche ai distretti dei Territorj, e subordinati Reggimenti, col numero della popolazione, de’luoghi abitati, terre, comuni, e città, fortezze ec. a ciascheduno spettanti. Questa sarà una guida utilissima per ogni persona d’affari nelle Provincie, o Forense, o in Uffizj, poichè presenta ai medesimi i veri nomi, situazione, e giurisdizione di ciaschedun luogo del Dominio Veneto da Terra e da Mare, cosa che altrove inutilmente ricercherebbesi. Vi sono stati uniti altri articoli, ma brevi, atteso il ristretto spazio misurato dal volume del libro; i quali tutti sono relativi allo Stato, o per l’agricoltura, che vi fiorisce veramente, ovvero alle cose che più interessano le Provincie, e tutta la nazione.

Negli anni susseguenti vi saranno altri articoli analoghi a quelli dell’anno presente; ma sempre diversi. In ogni Giornale si tratterà sempre di una provincia in particolare cominciando per ordine alfabetico; e si parlerà in quell’ [783] articolo principale di tutto ciò che può dare un’utile nozione introno la medesima, sia nella storia, e uomini illustri, sia nell’interno reggime, sia nella corografia, agricoltura, commercio, prodotti ec.

Si parlerà della Marina, e costruzione navale, di qualche arte, come la vetraria, il setifizio, il lanificio, e tutti gli articoli che interessano il commercio Veneto. Le belle arti, la letteratura stessa avrà i suoi articoli; ma totalmente relativi alla Nazion Veneta. Nè vi mancheranno i Rami secondo l’esigenza della materia. Spera dunque l’Editore di veder accolta la sua produzione da tutte le persone colte del Veneto Dominio, tanto nella Dominante che fuori, e aggradita anche dagli Esteri, tanto più che il libretto sarà stampato con diligenza, elegantemente legato, ed il suo prezzo sarà di Lire 3. Venete, e si troverà vendibile al Negozio Foglierini nella Merceria dell’Orologio.”

Teatri.

In Biglietto anonimo indirittoci ad uno de’nostri Ricapiti, distinti vengono gli Autori della Musica, che si canta nel Teatro a S. Samuele. Noi sull’asserzione assoluta di persona, che ben poteva esserne instrutta, abbiamo riferito ciò che non è tutto vero riguardo alla quantità de’pezzi che appartengono al valore del Sig. Maestro Bertoni del quale, come avvisa questo Biglietto, sono la prim’Aria, e la prima Cavatina del terzo Atto, cantata dalla Sig. Todi.

La seconda sua Aria è del Sig. Maestro Rampini, ch’è al Gravecembalo, nel suddetto Teatro.

Il Rondeau nell’Atto secondo è del Sig. Maestro Naumann.

La seconda Cavatina nell’Atto terzo del Sig. Maestro Gazzaniga.

Il Duetto, ed il Terzetto sono del Sig. Maestro Paisello.

Così siamo paghi di poter dirigere gli applausi a chi se gli ha meritati.

L’Autore della Musica dell’Alessandro nell’indie sarà il Sig. Maestro Caruso.

Eccoci all’adempimento della promessa riguardo alla Tragicommedia l’Eloisa.

La Scena è finta in Londra, e nelle sue vicinanze.

Mylord Vilson padre d’Eloisa è Primo Ministro. Egli introduce l’azione. Nel primo dialogo che tiene con Myledi sua Moglie accennasi il tristo umore della lor figlia di cui ne ignoran la causa.

Il Conte di Brancs Francese, ospite nella loro casa, in un breve soliloquio della scena sesta palesa il suo amore per Eloisa, e i segni di corrispondenza che n’ebbe. Viene Mylord, e gli partecipa d’aver ricevuto da suo Padre un contratto nuziale onde farglielo sottoscrivere. Il Conte dimanda tempo a risolvere: gli si dà la lettera che descrive le qualità, e le condizioni della Sposa propostagli: egli vorrebbe andarsene: è trattenuto, ed intende ch’Eloisa è destinata in isposa al Tedesco Barone d’Utrè. Arriva essa con sua Madre, e se l’ode dire dal Genitore. Il Conte allora vuol rinunziare ad esso il contratto del suo matrimonio. Mylord lo ricusa, gl’insegna il suo dovere figliale; poi dà a sua Moglie il contratto delle nozze d’Eloisa, e parte. Restan gli Amanti e Myledi, la quale segna il contratto, e con ripugnanza sta per fare lo stesso Eloisa, allorchè il Conte con un trasporto d’amore le strappa la penna di mano. Quest’atto è osservato in disparte da un Servitor di Mylord, che se na va senz’esser veduto. Elisa non può celare la sua passione alla Madre. Questa consiglia il Conte a cangiar Cielo, e termina così l’Atto Primo.

Al cominciar del Secondo l’Amante agitato indica il suo disegno di rapir Eloisa. Col mezzo di un suo Confidente le ha fato giungere in secreto un biglietto, che la chiama seco lui a [784] notturna furtiva conferenza. Ordina al suo Confidente dei tenersi armato nelle vicinanze di quella casa, e d’allestire ciò che occorre alla fuga.

Nella Scena susseguente egli consegna a Mylord la risposta alla lettera di suo Padre in cui giustificando la sua condotta non lo lascia senza speranza d’arrendersi un giorno al suo desiderio del propostogli matrimonio.

Quel Servo che avea scoperto l’amore d’Eloisa, dopo aver consegnato al suo Padrone il Foglio nuziale sottoscritto da sua Moglie e da sua Figlia, gli palesa la di lei passione per il Conte. Conosce allora Mylord l’origine della sua melanconia, e della sua renitenza ad accettare il Tedesco propostole. Parte il servo, e vien Eloisa.

Alle di lui interrogazioni essa è sforzata di confessar che ama il Conte; ma che non ha altro delitto che di amarlo, onde egli si tranquilla, e le perdona.

Giunta l’ora notturna assegnata al suo segreto colloquio, comparisce il Conte con gente armata da lui disposta alla violenza, che fa poi ritirare, e tenersi pronta a’suoi cenni. Vien Eloisa tremante che gli partecipa d’essersi rassegnata per forza a’paterni voleri, e lo consiglia a piegar la fronte al Destino. Egli la rimprovera, poi con finta tenerezza la prende a una mano, indi comincia ad usar della forza per il rapimento. Ella resiste, è strascinata: grida: esce il Padre con lume alla mano. Vuol egli difenderla, il Conte gli oppone la sua gente armata, e le comanda d’assalirlo s’ei resiste. Gli si presentano due pistole al petto, gli cade il lume di mano, ritirasi, segue il ratto, e l’Atto è finito.

Al cominciarsi del Terzo s’intende il ricorso di Mylord che promette l’arresto del reo.

Compariscono poi gli amanti in un atrio rustico dal cui fondo vedesi la campagna. Egli tenta di calmar le sue smanie. Ella gli rinfaccia il commesso delitto, e decisa si mostra di ritornar a Londra. Resta sola.

Il Padre del Conte, già aspettato a Londra, giunge a quel sito. Tiene un dialogo con lei nel quale intende la violenza che strappotta dal sen della sua Famiglia; le promette assistenza, nomina il Primo Ministro, e alla di lei interrogazione manifestasi per il Padre dell’amante suo rapitore alla cui scoperta ella cade svenuta tra le sue braccia. Torna il Figlio, si getta a’di lui piedi al conoscerlo, n’ode i suoi rimproveri, è alzato, e consigliato a tornare a Londra ad implorare il perdono di Mylord, a mostrargli il suo pentimento. Arrivano Soldati con un Uffiziale e un ajutante, che a nome del Sovrano disarma il Giovine Conte, e lo arresta. Finisce l’atto terzo.

Contiene il quarto la fermezza di Mylord nel voler la pena del reo solenne come lo fu il delitto, resistendo agli uffizj dell’amicizia nel Padre del Conte delinquente, a’preghi della Moglie per piegarlo a pietà; e la Sessione del Parlamento per giudicare il reo coll’intervento del Re. Ivi Mylord consegna in un Foglio l’accusa contro del Conte, che si passa alle mani del Sovrano indi a quelle de’Membri del Parlamento. Il delinquente in catene fa conoscere all’offeso Mylord il suo ravvedimento, e protesta l’innocenza della rapita Eloisa, dopo cui si fa uscire. Preceduta da varie opinioni espresse da’Giudici formasi la Sentenza di morte contro il colpevole, ch’è chiamato ad udirla. Il Re chiede, che in lui sia rimessa la facoltà assoluta dell’esame, e della risoluzione della condanna. Ciascheduno l’approva, il reo è ricondotto al suo carcere, sciogliesi il Parlamento, e termina l’atto.

Nel quinto è chiamato Mylord con una Lettera supplichevole dal condannato, nella sua prigione. Egli resiste a negarli la grazia.

Nella Regia Sala ov’è il Re co’ [785] Grandi di Corte, Guardie e Soldati, è chiamato Mylord, si fa venire il colpevole seguito da suo Padre, e alla presenza di tutti, il Sovrano lo assolve, secondando il suo amore, per il di lui matrimonio con Eloisa.

Poco ci volle a riportare questa semplicissima azione, che si riduce ad un ratto, a una condanna, e ad un’assoluzione, e vollimo attenerci al più preciso succinto, perchè si tratta d’una cosa stampata onde non diffondersi in ripetizioni per i tanti che l’avran letta, e non togliere il piacere della novità a quelli che vorran leggerla dopo questa idea per conoscere la condotta, e la tessitura degli episodj, per esaminare la proprietà de’caratteri, e lo stile impiegatovi.

Lasciando il giudizio del suo merito a’dotti che l’han sotto gli occhj: riferiremo soltanto, che fu posta in iscena con tutta la comica dignità, e magnificenza, che alla prima recita il concorso fu de’più folti e strepitosi che dar si possino; che le loggie furono pagate a prezzi d’Opera; che le repliche sino a quella dell’altr’jeri ebbero sempre numerosissima Udienza ed applausi: così la comica Compagnia raccoglie il frutto de’studj suoi, e delle sue fatiche per allettare il Pubblico con del nuovo.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signore.

Brescia 4 Decembre 1790.

“Se fui altre volte apportatore di liete novelle, ora con sommo mio rammarico recar gli devo un molto infausto annunzio.

Il primo del corrente mese l’Illustrissimo Signor Faustino Zucchini Fondatore, e Principe dell’Accademia Leale non era appena ritornato dalle dolci delizie della campagna, che mentre andava al passeggio, gli sopraggiunse di dietro all’improvviso la carrata di Sua Eccellenza Cap. V. Podestà di Brescia, ed atterrato dai cavalli, che con tutta la velocità possibile andavano, questi non solo gli passarono sopra, ma quella ancora. Lo credevano tutti morto, ma Iddio non ha voluto, che la nostra Città restasse priva della sua erudita penna. Le fratture, e le contusioni sono bensì grandi, mortali però i Chirurghi non le chiamarono. Questa disgrazia a’soli suoi amici non è dispiaciuta, ma a tutti quelli ancora, che di sola nomina lo conoscono.

È pregato inserire ne’suoi Fogli la soprascritta novella. Se posso servirla, mi onori de’suoi pregiati comandi. Frattanto con piena stima passo a sottoscrivermi ec.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Altra di Brescia della medesima data.

“Questa mattina ingresso pubblico del nuovo Rappresentante l’Eccellentiss. Collalto che portossi per antichissimo costume ad ascoltare la Santa Messa nella Chiesa delle Grazie vestito in Ducale unito alli Nobili ed Illustrissimi Signori pubblici Deputati, Sindici, Abbate, ed Avvocato della Città, preceduto dalla urbana milizia a tamburri battenti, e bandiere spiegate, e da tutta l’ufficialità del presidio, indi dalla sua corte in sfarzose livree, chiudendone l’accompagnamento le carrozze da gala dell’Ecc. Sua. Terminata la Messa, che viene sempre celebrata in simili incontri da uno sveltissimo Sacerdote secolare, o Frate, si porta l’Eccellentissimo Rappresentante al Palazzo pubblico della Illustriss. Città ove giura osservare li di Lei Statuti, restituitosi poscia al Palazzo tratta a lauto convito la Nobile commitiva.

Jeri è seguito il solennissimo Ingresso del Reverendissimo D. Bartolommeo Fiorese nuovo Parroco di questa Chiesa di San Michele Arcangelo. Della festiva magnificenza ne parleremo nel Fo-[786]glio di Sabbato. Intanto dalla Raccolta de’Poetici Componimento presentagli in tale occasione scegliamo, e comunichiamo a’nostri leggitori le seguenti

Del Nob. Sig. Co: Abbate Niccolò Maria Jacogna

Ebene 3►

Ottave.

Fiorese, che io ti stimi ognun lo sà

E a chi l’ignora palesarlo io vuò;

Poichè ciò, che è fondato in onestà

Alma ben nata simular non può.

Che se taluno ha in odio verità,

Tal io giammai non fui, nè mai sarò:

E i questo giorno consacrato a Te

Voglio sfogarti l’amor mio, qual è.

Oh di libera Villa ore innocenti,

Che nell’ultimo Autunno io più godei,

Oh dell’aurea amicizia aurei momenti,

Che sì bene appagaste i voti miei!

Voi siete al spirto mio così presenti,

Che ogn’altro ben per voi io perderei;

Sol mancava alle brame del mio core

Sentirti al nostro Ovil fatto Pastore.

Mi fu scritta la nuova inaspettata

Da due non a te ignoti Parrocchiani;

Nè più fausta novella, nè più grata

Sperar potevo dalle loro mani:

Se non che mio Nipote, e mia Cognata

Per esser in allor da me lontani,

Parvero congiurati alle mie pene,

Che goduto tra suoi più grande è il bene.

Solo pensai col mezzo della Posta

Di dar lor prova della mia attenzione;

Che so quanto dolore all’Uomo costa

Un piacere portato in dilazione;

E in pochi dì mi diedero risposta

D’aver letta la tua bella elezione

Stefa in pubblica forma, e niente arcana

Dal noto autor della Gazzetta Urbana.

Tranquillato in tal guisa il mio pensiero

Non so scordarmi di quel nembo oscuro,

Che gravido di fulmini, e severo

Ti minacciava d’ogni mal futuro:

Ma non val del raggiro il vil mistero,

Contro chi sia in sua coscienza puro,

E Tu d’invidia hai vinto il corso infesto

Con cuor sempre costante e sempre onesto.

No tacer non poss’io le sorde accuse

Crudelmente rivolte alle tue offese:

Queste per bocca del livor diffuse

E quasi furie ad atterrirti accese

Dettavan legge all’anime deluse,

Per falso zelo a dilaniarti intese;

Ed eri esposto al sacrifizio amaro,

Se Dio non accorreva in tuo riparo.

O voci, o voci di cristiano zelo,

Tanto comuni agl’insensati e ai saggi!

In anima virtuosa e fida al Cielo

Tutto m’accendo a’vostri eccelsi raggi;

Ma abusando di Voi con negro velo

Cuopre malizia i suoi tramati oltraggi.

Zelo non ha chi innalza tribunale

Su falli oscuri, e ne ingrandisce il male.

A giudicar ci vieta il Dio di pace

Del Padre Eterno l’increato Figlio,

E c’insegna a saper chi inganna e piace,

Dolce labro fingendo, e amante ciglio;

Spesso è occulto tra noi lupo vorace

Che vive d’odio, e dell’altrui periglio;

Nè per intdender l’Uomo ardua è la via

Col misurar la vita sua qual sia.

Sollecito cultor dall’arbor sana

Di raccolgier non teme il frutto guasto:

Lo stesso avvien nella natura umana,

Di carne, e spirto armonioso impasto:

La vita del borioso è sempre vana,

[787] Del lascivo il pensar non è mai casto;

Manc d’oro chi vive in dura inopia

E di se stesso in fatti ogn’un è copia.

Dunque le azioni tue, se pure sono,

Se candidi gl’esempi, e senza acciacco;

Se fido al cuore è di tua lingua il suono,

Che dai più tristi non paventa attacco;

Se nel poter di Dio tu dai perdono

A chi versa ai tuoi piedi il colmo sacco;

Se Amico, e Padre ti conosce ogn’ora

Chi a te ricorre, ed i tuoi lumi implora.

Se di cinque e più lustri al lungo corso

Adempisti il pio Officio a te commesso,

Vero Pastor, che col curvato dorso

Non ricusi patir con santo eccesso;

Se della greggia vigile al soccorso

Nemico d’ogni lucro, e di te stesso,

Porti di Lui le veci, e i gravi impegni

Da re diretto ai sempiterni regni.

Se con la morte sua resta disperso

Di Michiele l’isolato armento;

Se ad altri nomi è il comun voto avverso,

E trepidando sull’incerto evento

Con stil concorde, e di tue lodi asperso

Di salvar tua giustizia è ogn’un contento;

E se vero è un proverbio antico e pio,

Che voce popolar voce è di Dio.

Di Dio parlò la voce, e tu quel sei

Che colmi d’esultanza i nostri petti.

Sono i pubblici sensi i tuoi trofei

Dal ciel segnati, e all’onor tuo diretti.

Leggi Fiorese in questi versi miei

Del libero mio curoe i chiusi effetti,

Dio sia tua forza, e non sia vinto mai

Dal ben, che hai fatto, il più che far vorrai, ◀Ebene 3

Bastimenti arrivati e lor carico.

28 Novembre p. p.

Bergantino nom. True Breton Cap. Guglielmo Lothiou ven. dalla Baja di Salvors.

Al Sig. Giov. Vanautgardem Salamoni Botti 200.

Bergantino nom. Sirena Cap. Sam. Berber Ven. da Maragissey.

Al Signor Conr. Martens cospettoni barili 440.

Bergantino nom. Griffin Cap. Thom. Longers ven. da Pensanze.

Al Sig. Giov. Vanautgardem Cospettoni bar. 430.

30 Detto.

Voleto ap. Stef. Jovovich Ven. da Scopolo.

Al Sig. Franc. Cavacco vino da Scopulo cai 60.

Bergantino nom. Alert Cap. Giov. Christman Ven. da Londra, e Pensanze.

Al Sig. Fed. Zinelli Cospettoni bar. 620. Latta stagnata casette 100. Retrigerio bar. 20.

Al Sig. Franc. Calvi Terraglie bot. 1. Ferram. lavorata e Chincaglie bot. 1.

Al Sig. Gir. Ippoliti un Piano forte

Al Sig. Tom. Zandaval bottoni 2 cas.

Al Signor Gio. M. Guizzetti Pepe Bal. 10.

Al Sig. Gir. Manfrin Pipe cas. 50.

Al Sig. Giov. Alessandrini Ferram. lavorata Bot. 1.

Al Sig. Gio. M. Ruberti Bot. 2.

Al Sig. Alv. Brighenti detta Bot. 1. Telarie cas. 1.

A chi presenterà detta Bot. 3. Pepe garofolato Bot. 1. Rabarbaro cas. 1. Spermacetti cas. 1. Roba da uso una bot. Stagno grezzo bar. 20.

Nave nom. Il Ramo di Ulivo Cap. Franc. Sinclair Ven. da Neucartle.

Al Sig. Conr. Martens Lino Balloti 32. Retrigerio bar. 170. Catrame bar. 450. Piombo Gaggiandre 700. Latta [788] stagnata cas. 15. Pepe garofolato Sac. 4. Budelli salati Bot. 2. Pipe cas. 11. Terraglie Bot. 3.

Bergantino nom. Il Vesso Britannico Cap. Jacob Preston ven. da Mevagissey.

Al Sig. Gius. Treves Cospettoni barili 520.

Checchia nom. Flora Cap. Thom. Acker venuto da Falmauth,

Al Sig. Pietro Paolo Alghisi Cospettoni Bar. 700.

Bergantino nom. Libertà Cap. Luigi Miller Ven. da Falmauth.

Al Sig. Franc. Fracasso Cospettoni bar. 530.

A’Sigg. Riesch e Wagner piombo pezzi 50.

2 Dec. cor.

Nave nominata Sultana Cap. Giov. Thompson venuto da Londra e Falmauth.

Al Sig. Gius. Treves Cospettoni bar. 750. Latta stagnata cassette 166. Stagno grezzo bar. 40.

Al Sig. Pietro Scipioni piombo pez. 553. Merci di lana una Bal.

Nave nominata Stella del Mare Cap. Giov. Tiozzo ven. da Lisbona.

A’Sigg. Frat. Revedin Cannellina cas. 30. Zuccaro cas. 79 Caccao Sac. 44.

Al Sig. Ant. Duodo Zuc. cas. 38. Pepe sac. 18. Tele d’India cas. 2.

Al Sig. Ant. di Ben. Buratti Cannella garofolata ordinaria Ciurli 50.

Al Sig. Gius. Carminati e Figli, Zuc. cas. 32. Cann. garof. fina Ciurli 12.

Al Sig. Valentin Comello Zuc. cas. 2. Pepe sac. 130.

Al Sig. Gius. Plebani Zuc. cas. 10. Cann. garof. fina Ciurli 30. Salsa e Cann. garof. Panieri 6.

Al Sig. M. Ant. Zinelli Zuc. cas. 31.

Al Sig. C. Bonomo Algarotti Legno Brasil pez. 1166.

Al Sig. Gio. Conr. Rech Zuc. cas. 39. e 6. mez. casse.

Al Sig. Pietro Capellis liquori Bar. 3. e cassette 3.

Del Capit. Zuc. Mascabà cas. 2. Cannette d’India mazzi mille, Vino 2. Barilotti.

A chi presenterà Zuc. cas. 154. e 2 di mezze. Cannella cas. 23.

Grazie del Cap. e Marin. Cannette d’India mazzi 656.

Bergantino nom. Il Giovane Federico Cap. Fed. Petersen ven. da Riga.

Al Sig. Gius. Treves Lino grezzo fardi 216.

Al Sig. Gius. Zoppetti detto Fardi 300.

D’affittare.

Casa sul Canal Grande in Contrada di San Cassan vicina al Ponte di Pescheria. Annuo affitto Ducati 110.

Casa in Contrada di S. Stin nella calle vicina a Cà Collalto. Annuo affito Duc. 55.

Le chiavi sono alla Bottega del venditore da chiodi sotto all’Orologio di San Marco.

Palazzo con Riva in Casa in Contrada di S. Bernardino presso alle Piazze in Padova; chi lo desiderasse parli con il Signor Antonio Carara al traghetto a S. Moisè in Venezia.

Commedie per questa sera.

A Sant’Angiolo.

La Caduta di Donna Elvira.

A S. Gio: Grisostomo.

Rep. L’Eloisa mai più rap.

A San Luca.

Rep. Teodorovich dalle Bocche, ec.

Morti.

Il Nobil Sig. Abate D. Antonio Zancarol fu del N. H. s. Luca Antonio ultimo stipite di questa famiglia che diede molti uomini illustri; cioè Enrico Vescovo di Malamocco vecchio, Giacomo che nel 1125 fondò la Chiesa del Carmine, Basilio Abate Cassinense di profonda Letteratura che fiorì nel 1648.

Il H. N. s. Pietro Antonio Bembo qu: Franc. della Par. di S. Moisè d’anni 70, era ritornato da poco dal Reggimento di Provveditor a Maran. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1