Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 103", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\103 (1790), S. 821-828, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2663 [aufgerufen am: ].


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Num. 103

Sabbato 25. Decembre 1790.

Ebene 2► Metatextualität► Ecco la continuazione del Paragrafo della Enciclopedia alla voce Canto per la cui lettura è necessario ripigliare il senso interrotto nel Foglio precedente. ◀Metatextualität

Ch’era lo stesso della espressione musicale, come della espressione poetica; e che un sentimento sviluppato da un bel canto, in tutte le sue finezze, e in tutte le sue gradazioni, no diveniva ben più ……., che all’Opera l’uffizio del Poeta era di abbozzare il quadro, e che toccava al compositore della musica l’esecuzione del suo disegno; che il precetto d’Orazio. Semper ad eventum festinat era stato male inteso; che bisognava certamente sbrigarsi, ma qualche volta sbrigarsi lentamente, lasciare alle eloquenza peotica, nella Tragedia, ed alla eloquenza musicale, nell’Opera, il tempo d’impiegare i suoi mezzi, e non considerare come perduti per l’interesse, li quattro o cinque minuti ove nell’aria, per esempio, Misero pargoletto, un Padre esprime, cogli accenti più sensibili della natura, la tenerezza per il suo figlio, il suo dolore, e la sua disperazione.

Questa contesa non avrebbe avuto mai fine, se uno de’più abili compositori d’Italia non fosse venuto a terminarla nella sola maniera che potesse produrre l’effetto. Egli s’è provato a rendere la nostra Opera cantante; e le sue arie, ove il canto è così sviluppato, così armonioso, così fedele al rimo e all’unità del disegno come nella Musica Italiana comparvero, anche alle orecchie francesi, modelli d’ d’espressione. Ecco, cred’io, la questione decisa; e le sole arie d’Oreste e di Pilade nella Ifigenia in Tauride del Sig. Piccini, hanno meglio risolta la difficoltà, di cento libretti prò e contra che non avrebbero mai potuto fare.

Vinci è riguardato come l’inventore del periodo musicale, vale a dire del canto ridotto all’unità del disegno. Ne’versi fatti in lode di questo celebre compositore, ecco la lezione che si finse a lui data da Polymnia quand’egli era ancora fanciullo. Io non cito questi versi se non perch’essi rendono più sensibile la teoria dell’arte del canto.

(M. Marmontel.)

[822] Metatextualität► Ecco la promessa progressione del valore del Zecchino stampata per la Causa, ch’è stesa nel Foglio dello scorso prossimo Mercordì. ◀Metatextualität

“Stampo di Cecchino, e suo accrescimento di tempo, in tempo.

1284 ultimo Ottobre.

Fu preso Parte di stampare il Ducato d’Oro da noi nominato Cecchino, il quale fu apprezziato soldi 60., nel qual tempo nella sua Cecca si stampavano soldi, e mezzi soldi della Liga fina, simile alla presente, e tutti li pagamenti, che si facevano erano fatti in tanti soldi, onde dopo ritrovato questo Ducato, si pagava a Ducati, e soldi, e chi non haveva il Ducato, con soldi 60. pagava per il Ducato.

1285. Addì 2. Giugno fu preso Parte, che il detto Ducato si spendesse a soldi 40. de grossi, che erano delli ordinarj.

1399. Addì 7. Ottobre, Ducato d’Oro era montato solde 93. L. 4:13

1417. Addì 11. Novembre, Ducato d’Oro fu ridotto a prezzo de soldi 100. L.5:

1429. Addì 29. Luglio, Ducato d’Oro montò a soldi 104.L. 5:4

1443. Addì 23. Gennaro, Ducato d’Oro era accresciuto a L.5:14

1472. Addì 29. Marzo fu deliberato, che il Ducato d’Oro fosse speso L. 6:4

1517. Addì 16. Ottobre in Conseglio di X. fu deliberato, che il Ducato d’Oro era montato a L. 6:10

1520. Il Ducato d’Oro montò a L.6:16

1529. Il D.d’Oro montò a L.7:10

1562. Il D.d’Oro valeva L.8:

1573. Il D.d’Oro valeva L.8:12

1594. Addì 12. Ottobre Ducato d’Oro fu ridotto in pagamenti Publici a L.10

1608. Ducato d’Oro si spendeva a L.10:16

1638. Addì 20. Novembre a L. 15:

1643. Addì 13. Novembre a L. 16:

1687. 10. Marzo L.17:

Tratta da simile esistente nel Capitolar del Magistrato Eccell. de Signori Proveditori sopra Ori, e Monete in Cecca.

Data li 22. Marzo 1703.

Domenico Busasette.

Si fà fede per la Camera Fiscale di Corfù, qualmente per diligente osservazione praticata nelli Pubblici Giornali in essa Camera esistenti. Si rileva aver fatto il Zecchino d’Oro negli infrascrìtti tempi, il seguente corso

Dall’Anno 1617, fino l’Anno

1621. Lire dieci, sol. 12. L: 10:12

Dall’Anno 1621, fino l’Anno

1628. Lire tredeci, sol. 6.L. 13:6

Dall’Anno 1628, fino l’Anno

1630. Lire quindeci L.15:

Dall’Anno 1630, fino l’Anno

1638. Lire quattordeci soldi 10. L. 14:10

Dall’Anno 1638, fino l’Anno

1657. Lire dieciotto L. 18:

Dall’Anno 1658, fino l’Anno

1671. Lire diecinove L. 19:

Dall’Anno 1671, fino l’Anno

1672. Lire ventidue, soldi 10. L. 22:10

Dall’Anno 1672, fino l’Anno

1683. Lire ventitre, soldi 15. L. 23:15

Dall’Anno 1684, fino l’Anno

1690. Lire venticinque L. 25:

Dall’Anno 1690, fino l’Anno

1715. Lire ventisette, sol. 6. L. 27:6

Dall’Anno 1715, fino l’Anno

1718. Lire ventinove, soldi 10. L. 29:10

Dall’Anno 1718, fino l’Anno

[823] 1722. Lire trentauna L. 31:

Dall’Anno 1722, fino l’Anno

1730. Lire trentasei L. 36:

Dall’Anno 1730, fino l’Anno

1733. Lire trentatre L. 33:

E finalmente nell’Anno 1734 li 3. Marzo con Decreto dell’Illustr. & Eccell. Sig. Nicolò Erizzo ado fu Prov. Gen. Da Mar inerente a venerato Decreto dell’Eccell. Senato di 15. Gennaro antecedente fu fissato alle Lire trentasei, ch’è la Valuto corrente denominata Moneta Regolata.

Nell’anno 1780. con Pubblica Tarissa a L. 48. e continua ancora lo stesso Legal valore.

In Piazza poi in Levante ora corre a L. 54. Moneta in Levante.”

Novembre 1790.

“E’uscito alla luce della Stamperìa Ramanzini di Verona il V. Tomo delle Memorie di Matematica e Matematica e Fisica della Società Italiana, composto di fogli 77 e mezzo, e di 13 tavole di varia grandezza; il di cui prezzo, oltre le respettive spese di porto, è di lire venete 21 compresa la provvisione del dieci per cento al Librajo venditore.

Si ritrova presso li seguenti Librai.

Firenze, Giuseppe Molini.

Milano, Giuseppe Galeazzi.

Venezia, Gio. Antonio Perlini.

Verona, Dionigi Ramanzini.

Contenuto nel predetto Tomo.

Elogio di Lenoardo Ximenes, scritto dal Sig. Luigi Caccianemici Palcani.

Sezione Prima.

Osservazioni meteorologiche fatte in Verona negli anni 1788, 1789.

Del Sig. Antonio Cagnoli.

Appendice alle Memoria intorno la dolcificazione dell’acqua del mare inferita nel III. Volume della Società italiana.

Del Sig. Cavaliere Lorgna.

Memoria intorno alle Mappe, alla sfera di riduzione per l’arte navigatoria.

Del medesimo.

Differtazione geometrico- analitica della costruzione e della quadratura di alcune volte e lunule.

Del Sig. Co. Giordano Riccati.

Sezione Seconda.

Della longitudine di Verona, determinata con osservazioni astronomiche.

Del Sig. Antonio Cagnoli.

Osservazioni sopra il ritorno delle serie.

Del Sig. Sebastiano Canterzani.

Memoria sulle pressioni esercitate da un corpo sostenuto da tre o più appoggi collocati nello stesso piano.

Del Sig. Paolo Delanges.

Prodromo d’Osservazioni sopra il trattato di calcolo integrale pubblicato in Parigi dal Sig. Marchese de Condorcet l’anno 1765.

Del Sig. Pietro Ferroni.

Sulle Rivoluzioni del globo terrestre provenienti dall’azioni dell’acque Memoria Geologica.

Del P. Ermenegildo Pini.

Sezione Terza.

Della latitudine e delle refrazioni di Parigi e di Verona, e dell’obbliquità dell’ eclittica.

Del sig. Antonio Cagnoli.

Teoria generale del moto rotatorio spontaneo dei corpi naturali sopra piani inclinati.

Del Sig. Paolo Delanges.

Delle altezze barometriche Differtazionie geometrico- analitica.

De. P.D. Francesco M. Franceschinis.

[824] Presentata dal Sig. Cavaliere Lorgna. Del misurare l’acqua che esce dalle cateratte con moto libero Memoria I.

Del Sig. Cavaliere Lorgna.

Del misurare l’acqua che esce dalle cateratte con moto perturbato Memoria II.

Del medesimo.

Descrizione dell’Osservatorio meteorologico eretto al fine dell’anno 1780.

Del Sig. D. Pietro Moscati.

Storia di un egagropile ritrovata nel secondo ventricolo di un bue.

Del Sig. Francesco Toggia.

Presentata dal Sig. Cavaliere Lorgna.

Sezione di un Cadavero.

Del Sig. Giovanni Verardo Zeviani.

Sezione Quarta.

Cateratta Idrometrica proposta dal Sig. Cavaliere Lorgna.

Del Sig. Vincenzo Malacarne.

Continuazione delle Osservazioni anatomiche patologiche sugli uropoietici. Considerazioni sopra una maniera diversa da quella che segue l’Eulero, di trarre dal circolo le quantità trascendenti che allo stesso appartengono: e dimostrazione di un Teorema analitico.

Del Sig. Franceso Pezzi.

Presentata del Sig. Leonardo Salimbeni.

Saggio di un nuovo corso di Elementi di Statica.

Del Sig. Leonardo Salimbeni.

Lettera dissertatoria relativa a due rose prolifiche.

Del Sig. Abb. Paolo Spadoni.

Presentata dal Sig. Abb. Lazaro Spallanzani.

Sezione Quinta.

Della velocità dell’acqua per un foro nel fondo di un vaso che abbia uno o più diaframmi; e della velocità pure dell’acqua per un tubo verticale cilindrico o divergente annesso a un foro nel fondo di un vaso semplice: e del soffio che si proccura nelle fornaci di alcune Ferriere col mezzo dell’acqua.

Del Sig. Teodoro Bonati.

Osservazioni sopra varj effetti della pressione dei fluidi.

Del Sig. Co Simone Stratico.

Della maniere di far servire l’elettrometro atmosferico portatile all’uso di un igrometro sensibilissimo Memoria, in cui si rischiarano molte cose intorno al trascorrimento del fluido elettrico ne’conduttori imperfetti.

Del Sig. . Alessandro Volta.

Lettera del Sig. Felice Fontana.

L’Autore del Giornale Meteorologico, ch’erasi a cagione de’ suoi nuovi, e gravi impieghi precisamente determinato di non continuarne la pubblicazione, venne dall’istanze di molti gentilmente costretto a scriverlo, e pubblicarlo anche nell’anno presente. Oltre i soliti presagi, e la notizia delle Maree del nostro Golfo, ed alte curiose singolarità, egli adornò in quest’anno il suo Giornale di scelte Sentenze in versi, che lo rendono e più utile, e più dilettevole. Si vende da Domenico Occhi in Merceria sotto l’Orologio all’Insegna dell’Unione; ed il suo prezzo è di soldi 15.

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Lettera a Noi.

Verona 19. Decembre 1790.

Con sorpresa lessi nella vostra Gazzetta Nu. 99. una Lettera in data Verona 5. Decembre 1790. a codesto Sig. Giovanni Galvagni con la sottoscritta il vostro affino Amico Giacomo Betteloni.

Devo dirvi prima di tutto, che non conosco in quella la mia lettera, perchè io ho scritto da vero Amico, e non mai da falso adulatore. Secondariamente, che la nostra Accademia di Pittura, e di Scultura, della quali io mi pregio d’essere ora soltanto uno studioso Alunno, non ho nemmeno veduta [825] come Accademia quella stampa, che dicesi rappresentare una Marcia Militare, ma bensì averla io mostrata nell’Accademia ad alcuni de’più accreditati individui, i quali, in vero più attenti allo attuale studio del Nudo, che distratti dalla casualità della nuova stampa, si spiegarono intorno a questa da me ricercati, più con la voce dell’amicizia, che con la bilancia dell’ arte. Non intendo impedire ch’altri tenti innalzarsi unicamente su le vostre ali, o Sig. Gazzettiere; ma bensì desidero che sia a tutti noto, ch’io non darò mai mano a simili voli soltanto presagi di precipizio. Mi direte io scrissi unicamente ciò che trovai scritto; da questo appunto prendo argomento di pregarvi siate per favorir me ancora interessandovi in questa sì importante, e pubblica mia giustificazione. State sano.

Vostro ec
Giacomo Betteloni. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ebbimo per pochi momenti la superba Raccolta de’Pianti d’Eliconia su la tomba di Teresa Ventura Venier. Potemmo appena copiare la prosa del suo Ritratto Storico e Morale: e dare una qualche idea della magnificenza della Parmense edizione. Rimasti col dovere di dare al Pubblico una maggior informazione sul numero, e metri de’componimenti raccolti, ora soltanto possiamo soddisfare all’impegno incominciando da’nomi de’rispettabili Autori.

Di sua Eccellenza il Signor Conte Alessandro Pepoli sono: un Componimento proemiale in terzine con un verso tronco ad ognuna, che risponde alla desinenza del secondo, e cinque Sonetti uno de’quali intitolato Ritratto vero della morte di Teresa Venier.

Del Nob. Sig. Francesco Zacchiroli un Sonetto.

Del. Sig. Conte Giuseppe Rangoni un Sonetto.

Di S.E. Giovanni Bonfadini due Sonetti uno de’quali allusivo all’amicizia di lui colla Nob. Suocera dell’estinta.

Dal Nob. Sig. Mattia Butturini un Sonetto, l’Iscrizione greca posta per ordine della Nob. Accademia de’Rinnovati in una delle Camere nobili a vista comune, e la seguente Iscrizione latina a lato di quella

Theresiae. Venturae. Veneriae
Feminae. Optimae
Comica. Tragicaqve. Actione
Praecellentissimae
Cantv
Prorfus. Unicae
Renovatorum. Academia
Sociae. Desideratissimae
Fato. Praereptae
H.M.
Moerens
P.
Anno. Aer. CHR. MDCCXC.

[826] V’ha dello stesso l’Epigramma Greco a lode della medesima in vita colla traduzione in Sonetto da noi riportato in uno di questi Foglj che comincia:

No. La Grecia non tinse i fasti sui

Del sig. Abb. Andrea Villi un Sonetto.

Del Nob. Sig. Giuseppe Mutinelli M.F. ed Accademico Agiato un Sonetto.

Del Sig. Abate Casti un Canzone.

Del Sig. Giuseppe Marini Bresciano P.R. due Sonetti.

Del Sig. Ab. Andrea Rubbi P.A. Stanze a S.E. Conte Alessandra Pepoli col titolo Il Cimiterio degli Dei.

Del Sig. Antonio Stella un Sonetto.

Del Sig. Vincenzo Comaschi Nob. Parmigiano un Sonetto.

Del Sig. Vincenzo Gianelli un Oda Anacreontica.

Del Sig. Ab. Luigi Cerretti Pub. Prof. O. d’eloquenza nella Università di Modena un Ode, e due Sonetti.

Del Sig. Ab. Vincenzo Monti due Sonetti.

Del Sig. Senatore Marescalchi un Sonetto.

Del Sig. Consigliere Imperiale Rainieri de’Calsabigi Stanze.

Del Sig. Ab. Melchior Cesarotti Pub. Prof. di Lettere Greche nell’Università di Padova, a Sua Eccell. Pepoli Jambi.

Teatri.

L’Apoteosi d’Ercole è il Dramma per musica, che si rappresenterà domani nel Nobilissimo Teatro Venier in S. Benedetto. La poesia e del Nob. Sig. Mattia Butturini, e la musica del celebre Sig. Angelo Tarchi Maestro del Reale Conservatojo della Pietà di Napoli.

Ercole, Dejanira sua Sposa, Filottete suo compagno, Jole, Eurito suo Padre, Uranio gran Sacerdote di Giove son i Personaggi introdottivi principalmente che parlano. V’hanno Cori di Donzelle Trachinesi, di Schiave d’Ecalia, di Soldati, di Sacerdoti, di Popoli, e questi diretti dal Sig. Ignazio Granatelli. Il direttore di tutto lo Spettacolo è il celebre Sig. Gasparo Angiolini Maestro di Balli Pensionario delle Corti Imperiali di Vienna e di Pietroburgo.

Le scene tutte nuove, dieci del Dramma, e cinque del Ballo son del rinomato Sig. Caval. Francesco Fontanesi.

Il vestiario di ricca e vaga invenzione del Sig. Baldissera Majani.

Diamo un faggio delle stile drammatico, e del vigore poetico del Signore Butturini nelle seguenti parole d’Ercole che consultato sul suo destino l’Oracolo di Delfo n’ebbe in risposta:

Aspira invano a nuove imprese Alcide: Ebbra d’amor la Sposa sua l’uccide.

Dopo avere gettato il foglio su cui lesse i due versi egli s’esprime così.

Che lessi mai! Verace

L’Oracolo farà? Questa mercede

Dopo tante vittorie

E’destinata a me?... Quest’alma appena

Dell’ardenti ire sue gl’impeti affrena.

Scellerati mortali!

La Forza sola può domarvi: invano

Vi parla la Virtù. Mentre felice

Ciascuno io voglio far, nella mia Reggia

Si destano tumulti; agli occhi miei

Sole ingrata s’asconde;

Eurito mi disprezza; e la Consorte

La ministra divien della mia morte?

Ah dove son! Sulla Lernea palude,

O sul Cretense lido

A combatter co’Mostri? E’ sorse questa

L’Arcade selva, o la Nemea foresta?

Ah no! Nella mia Reggia altro s’avanza

Mostro peggior, cui cede

Ogni serpe, ogni belva, ogni tiranno.

Io fremo nel mirarlo: ecco l’inganno

Pugnai con mille Fiere

Senz’ombre di spavento;

Ma contro il tradimento

Come si può pugnar?

[827] Ah come in braccio a morte,

Giove, abbandoni un Figlio!

Questo è il primier periglio,

Che il cor mi sa tremer.

Vi farà un solo Ballo del prenominato Maestro, dopo il Dramma, intitolato Tito, o la partenza di Berenice, Eroico- Pantomimo diviso in cinque Atti. Di questo non si legge nel Libretto la solita descrizione, che suole empire più pagine. Quando si è scelto un soggetto noto, e l’azione viene presentata con chiarezza, e con quella muta eloquenza, che forma il distintivo carattere de’gran compositori di Balli, i programmi son inutili. L’Angiolini ce lo ha dimostrato ancora, e ci promettiamo dalla sua singolare capacità quel diletto che nasce dall’intendere senza fatica una grand’azione espressa co’gesti. Egli nell’ultima pagina dello stampato Dramma ricorda succintamente l’eroico argomento che vedremo da lui maneggiato, e conchiude:

“Crede l’Autore, che un Soggetto così delicato pieno d’affetti nobili e grandiosi, più d’ogn’altro convenga in un Paese, ove son ereditarie l’eroiche virtù, che formano la base della pubblica felicità; ma non presume di aver trovato nel dettaglio le bellezze corrispondenti a quelle del soggetto, onde poter soddisfare il gusto raffinato degli amatori, e degli intelligenti.”

La musica dello stesso Ballo farà pure di sua propria composizione.

Il Poeta, il Maestro di musica, il primo de’primi Musici ch’abbia il Teatro, il più celebre de’Compositori di Ballo direttore anche dell’intero Spettacolo, un gran Pittore, delle decorazioni da Corte che interessano la comun aspettazione, lusingare ci devono d’un trattenimento che meriti la soddisfazione, e l’applauso della più scelta Udienza.

Da Verona 16. Decembre.

“Con quanto nostro dolore, altrettanto con somma sua gloria termina il suo Reggimento S.E. Giulio Antonio Mussatti nostro amatissimo Rettore, che risguardiamo come un benefico Padre. Andarono a gara gli animi grati dei Veronesi per dare attestati di un sincero, e rispettoso attaccamento, e di una vera estimazione delle qualità, e virtù di esso. Dopo di averlo la città eletto con pienezza de’Voti in suo Protettore spiegando con distinta Raccolta di composizioni Poetiche, o coll’illuminazione della Piazza i suoi sentimenti di persuasione, o di affettuosa riconoscenza, il Ceto dell’Arti, e de’Commercianti volle etetnare la memoria di un così illustre Rettore, facendo a proprie spese erigere una Guglia di Marmo tra i due grandi archi della Brà. Sta in essa scolpita una medaglia col Ritratto di S.E. corredata da una succinta, e dotta iscrizione, che manisesta ad evidenza i meriti del Soggetto. Questi monumenti dovranno cedere, è vero, alla voracità del tempo; ma se essi faranno soggetti all’immutabile crisi della natura, non si cancellerà mai dal cuore dei Veronesi la giusta ricordanza di un Rappresentante sempre uguale, e costante pe’Poveri nella Giustizia, e sempre inteso al bene pubblico e privato. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Durante l’ottimo Reggimento del suddetto benemerito Rappresentante ebbimo la soddisfazione di ricevere da sincera penna quanto colà seguiva d’onorevole al nome suo, e di utile al popolo governato dalla sua saviezza. Ben a ragione speravamo di avere collo stesso mezzo una distinta relazione de’pubblici segni di riverente affetto, e di rincrescimento per la di lui partenza. Ma la nostra lusinga rimase delusa, e in mancanza di Let-[828]tere a noi dirette, riprodotta abbiamo quella che stà impressa al Num. 102. dello scorso Mercordì del Foglio Notizie del Mondo.

La mattina dello scorso Giovedì fece questo Eccellentissimo Signore a Sua Serenità il consueto riverente pubblico ufficio de’Patrizj ritornati da’primarj Reggimenti, corteggiato nella suo gita, e retrocedimento da’Nobili suoi Parenti ed Amici, e da’Cavalieri Veronesi, che qui ritrovansi.

In Senato.

Giovedì 23. corr.

2. Provveditori sopra Danari durano Mesi 24.

s. Giulio Antonio Mussati.

s. Girolamo Donà.

Provveditor sopra l’Adice dura m. 36.

s. Z. Antonio Crotta.

Savio di Settimana per la pr. v.

s. S.E.K. e Proc. Pesaro.

Jeri fu divolgato un Proclama di questo Eccelso Conf. di X. sulla proibizione dell’armi in cui richiamati ad esecuzione tutti li precedenti Decreti e Terminazioni su questa gravissima materia, s’è aggiunto poi:

E come sembra non ancora sufficiente quanto fu ingiunto a freno di tanti mali: così il Consiglio stesso risolve di prescrivere, che sia d’ora inanzi instituito, e tenuto sempre aperto un Processo d’Inquisizione con la sua Autorità, e rito nel Magistrato del Camerlengo, e Revvisori alla Cassa, nel quale debba sempre scrivere il Fedelissimo Segretario, non solo contro Contestabili, Cavalieri di Campagna, Uffiziali, ed altri bassi Ministri della Terra-Ferma, niuno eccettuato; ma anche contro li stessi Cancellieri e Curiali; rispetto a’primi per scoprire le negligenze, collusioni, o dannati prositti, che si procurassero per deludere le Leggi: e rispetto a’secondi, cioè Cancellieri e Curiali, per rilevare le omissioni, e li ritardi che nascessero viziosamente ed artifiziosamente nella espedizione de’Processi per omicidj, del qual Processo dovrà di 6. in 6. Mesi esser fatta relazione a questo Cons. affine di procedere contro de’trasgressori ec.

Aggravata la Sig. Todi da un fiero pertinace mal d’occhj s’è perduta ogni speranza del riaprimento per domani del Teatro a S. Samuele. La sollecita eura d’un abilissimo Professore ci promette però vicina la bramata sua guarigione.

Ne’prezzi delle Biade non v’è novità alcuna.

Cambj 24. Corr.

Parigi 52. e 3 4ti.

Roma 63. e 7. 8vi.

Napoli 117. e 3. 4ti.

Livorno 101. e un 4to.

Milano 153.

Genova 90. e mezzo.

Amsterdam 95. e un 4to.

Londra 48. e 7. 8vi.

Augusta 102. e 3. 4ti.

Vienna 199.

Morti.

S.E. il Sig. Alvise Renier K. fratello del su Serenissimo d’Anni 78. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1