Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 44", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\044 (1790), S. 345-352, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2607 [aufgerufen am: ].


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Num. 44

Mercordì 2. Giugno 1790.

Padova. 25. Maggio 1790.

“Leggendo l’ultima vostra Gazzetta, mi passò sotto l’occhio, certo Articolo, che verte sopra una vicenda, a cui sottostò immeritamente, come viene asserto, il Comico Pelandi il Giovine. Lontano io dallo squadrare, se per una spezie di predilezione, o se per un genio capriccioso l’Autore dell’Articolo s’abbia indotto a giustificarlo, m’interno solamente alla verità della cosa, e alla base di questa, vi schiarò il fatto nella sua purità.

Al momento dell’invito della quinta Rappresentazione, dell’Illusione e Verità, s’ammutinò in certo senso l’Udienza. Il maggior numero chiamava nuova Recita (non il minore) e pochissimi chiamavano con faticoso abbattimento la replica. Il Giovane Pelandi, che stimo per le sue dolci qualità, s’appigliò a questo secondo partito, ed accordò la replica. Dite il vostro parere, vi sembra che fosse ben fatto? Ma vi è dippiù. Alcun maligno sparse clandestinamente, che questo partito fosse adulterato, per quelle viste d’interesse, che se volete, sono anche compatibili, purchè si fossero conciliate con tutti que’rapporti devoluti ad un’Udienza, che non pecca che in scarsezza di genio, ma però che conosce, e che separa il buono dal cattivo.

Molti delli Spettatori così disprezzati, messi ad una tale bilancia, e conscj del fatto, che non azzardo dipingervi per vero, meditarono quella vendetta eseguita con solennità nella sesta Recita, che descritta vi fù, ch’io già considero frivola, e che non approvo come indegna degl’uomini bennati per sè stessa, ma che nacque da quel caldo impetuoso connaturale in noi, fomentato dalla creduta ingiuria, falsa o vera che fosse, in consenso d’un’offesa sonora, e che perciò riceve qualche compatimento anche dal rigido Pensatore.

Eccovi il fatto nella sua purità. Io non v’interrogo, se facesse o nò senso un tal accaduto al giovine Pelandi, benchè propendo pel sì, nè vi chiamo ad alcun parere od esame, ma unicamente fui strascinato a rinvangarne la verità oppressa dalla maldicenza e dall’ingiustizia, per fare ad essa il debito omaggio, e per non vederla in obbrobrio al Mondo cieco, sempre velata come un’infelice Vestale, o come una Vergine del Sole. Per altro io [346] compiango il Giovine mal’angurato, ed a segno che in attestato della mia disposizione, e del mio buon animo scrissi per esso un Sonetto.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Lettera a Noi.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► “Un Ma estro di violino fece la proposizione avanzata di ridur un Scolaro ancorchè non abbia mai avuto alcuna istruzione di Musica, ma che abbia buon udito, in sei mesi dl [sic] tempo a suonare sufficientemente il violino in compagnia, e le sonate a solo del Sig. Wanhal; e di più suonar in Chiave di Basso, Tenore, Soprano, e la Violetta.

Io non sono persuaso che in sì ristretto tempo ciò passa effettuarsi: però la prego di pubblicar questa proposizione col mezzo della sua Gazzetta acciocchè qualche valente Professore ci faccia sentir la sua opinione.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Ricerca in altra Lettera de’24. corrente.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► “Perchè questa Gazzetta non abbia fatta menzione della Causa alla C. N. decisa con un memorabile Spazzo di Laudo a favore del Reverendiss. Sig. Arciprete Soler contro la Comunità di Porto Buffolè.

Spero, soggiunge chi la scrisse, che da qui innanzi sarete più esatto nelle vostre Gazzette.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Metatextualität► Ci vorrebbe un Foglio a parte, come la Gazzetta de’Tribunali di Parigi, per descrivere soltanto le più importanti Cause trattate nel Foro di questa Metropoli. Come si può credere, o pretendere, che il nostro, abbia a parlare di tutte, trà la varietà di materie in esso contenute? Eppure alcuni, non sapendo la quantità di forensi contrasti, che vengono di giorno in giorno agitati, suppongono ch’ogni lite sia da noi riportata; e certi altri, che la sanno, sono sì corti d’intendimento da esigere un impossibile dalla nostr’attenzione. Sia noto a quanti hanno d’uopo di tale avviso, che le Cause descritte su queste pagine son le sole, che mandate ci vengono, o quelle che possiamo ricevere dalle stampe somministrateci con parziale bontà da un celebre Avvocato di questo Foro. Sappian poi tutti, che nulla valsero l’esibizioni nostre, ed i mezzi impiegati, per ritrovar persona, che s’incaricasse della precisa descrizione delle Cause principali porgendoci a tempo i nesessarj documenti; ch’ebbe infelice riuscita sino l’esperimento di riferire i soli Giudizj senza entrare nelle questioni, onde per non comperar degli errori da ritrattare s’è abbandonato il pensiero di continuare quel metodo. Si contentino dunque per ora gli amatori delle Liti di quel più, che loro presentare possiamo, e si assicurino che non perdiamo di vista il miglioramento del forense Articoli, e forse potremo un giorno renderli più soddisfatti. ◀Metatextualität

Al Cons. Eccellentiss. di 40 Criminal. 26 Mag. p. p.

Nel 1787 a’15 Gen. il N. H. Gir. Morelli qu. Tom. implorò il permesso dalla sovrana autorità d’aprire nel giorno di S. Pietro di cadaun anno a proprie spese nella Villa di Magnadola distretto della Motta una Fiera d’animali d’ogni sorta , utensili, e merci da villici, e ad uso d’agricoltura.

L’Eccellentiss. Consulta commise su questa Supplica l’informazione al Mag. Eccellentiss. de’Rev. e Reg. all’Entrate Pubbliche; che a’23. Maggio la diedero favorevole; in conseguenza di che l’Eccellentiss. Senato esaudendo il Memoriale da’31 dello stesso mese partecipò al Rappresentante di Treviso e suoi successori la concessione.

Li NN. HH. Renier e Lazzaro Ant. Ferro a’10 Set. 1789 presentarono supplica all’Eccellentiss. Collegio per ascolto sull’accennato Decreto nella quale fecer sentire conturbati li più incontendibili loro diritti per la contiguità de’loro Beni circondanti per ogni par-[347]te il Terreno di Cà Morelli assegnato alla Fiera.

Rimessa a’Savj la supplica commisero la informaz. al Mag. stesso de’Rev. e Regol. all’Entrate Pub. i quali nel rispondere ravvisarono opportuno l’implorato ascolto, perchè gli allegati d’anni e infrazione di diritti dovean dipendere dalle prove che fossero prodotte; indicando l’Eccell. Cons. di 40 Criminal per demandarglielo in via deliberativa. Fu dall’Eccmo Senato a’5 Xbre accordato l’Ascolto delegando l’Espedizione in via deliberativa al Cons. sud.

Morto il N. H. Renier Ferro assunse Giudizio per il med. il di lui Nipote N. H. Laz. Ant. e l’assunse poi anche il N. H. Lor. Zuan. da Ponte come Comis. Cas. del Pio ospitale di S. Giobe difendendo la Causa stessa, e giurando d’aver interesse giusto le leggi.

Dopo varj atti reciprochi seguirono le Dispute e fu deciso a favor de’NN. HH. Morelli con 23 + al Laudo 7 al Taglio.

Avv. al Taglio Ecc. Cromer e Gallino. Interrut. Perosa. Interv. Indrich.

Al Laudo Ecc. Orlandi e Lorenzoni. Interv. Savio.

In Senato.

27. Maggio.

Savio agli Ordini

s. Iseppo Priuli.

In M. C. 30 detto

Prov. a Maran. Reggim. c. p. dura m. 16.

s. Santo Contarini di s Franc.

F. s. Pietro Ant. Bembo

Bailo a Corfù m. 24.

s. Giac. Soranzo di s. Mat.

F. s. Zorzi Barozzi qu. Piero

Capit. a Brescia Reggim. c. p. dura m. 16.

s. Odoardo Collalto di s. Ant.

F. s. Alessandro Albrizzi.

Pod. a Uderzo m. 16.

s. Dom. Pisani di s. Ant.

F. s. Bernardo Zorzi qu Gab.

Cam. a Vicenza m. 16.

s. Giac. Contarini qu. Ales. qu. Fantin

F. s. Lun. da Riva di s. Barb.

Cam. a Padova m. 16.

s. Z. Ant. Corner qu. Cam.

F. s. Zuan. Cicogna qu. Ang.

2 Avvoc. ai Consigli

s. Cristof. Bonlini di s. Isep. M. riconfermato.

s. Marco Zorzi qu. Alm. Z. Fr.

F. s. Ant. M. Romieri di s. Dom.

Sig. di Notte criminal del Ses. di s. +

s. Lor. Pizzamano qu. Ant.

F. s. Nic. Pizzamano qu. Ant.

Gov. dell’Enrade

s. Gas. Moro qu. Franc.

F. s. Zuanne Paruta qu. Polo

Prov. alla Pace luogo di s. Dom. Moro el. Prov. a Vonizza

s. Z. Paolo da Riva qu. Lucio

A’X Savj di suppositi

s. David Trevisan di s. Z. Paolo.

Notizie di Brescia.

Metatextualität► Non avendo potuto che accennare nel precedente Foglio i due fatti descrittici in tre Lettere del 27 Maggio ora riportiamo la loro sostanza. ◀Metatextualität

Il giovine Chiari aveva un Fratello in questa Città, fabbricatore di schioppi, che servì anche l’Arsenale. Morì questi da poco tempo; lusingato di qualch’eredità venne il Fratello a Venezia; restò deluso, ritornò a Brescia, e s’abbandonò alla melanconia. Si tagliò la gola con un rasojo, e si trovò ucciso ad un tavolino di sua camera col gomito appoggiato al medesimo. Egli poco prima si era prestato tranquillamente alla cura degli infermi. Così nella prima.

Nella seconda ratificasi il suicidio ma come seguito la notte del 26 non la mattina del 27. È detto che nel pre-[348]cedente giorno gli si fece una cavata di sangue, e ripetesi la stessa cagione della sua tristezza.

Nella terza confermasi che il Chiari si scannò la notte del 26.

Convien che anche questo siasi impazzito, dice uno di questi cortesi anonimi; e un altro: Divengono alla moda anche tra noi li suicidj. Il terzo: Perchè si vedono così frequenti in certi dati tempi, e in certi nò? Sarebbe un influsso, o un’epidemia la loro frequenza? Io son un ignorante che desidererebbe dei schiarimenti per capir qualche cosa, mentre sento a dire che in oggi si pretende render ragione di tutto.

Quanto alla teatrale finzione; che prese l’essenza di fatal verità, eccola circostanziatamente narrata.

“Abbiamo qui goduto lo spettacolo dell’assedio, bombardamento, incendio, e distruzione della Fortezza di Belgrado fatto dalle armi Cesaree comandate dal Feld Maresciallo Laudon Domenica notte in questo nostro Teatro. Le bombe di fuochi d’artifizio che mandate furono in detta Fortezza e città produssero il bramato effetto di un compito incendio, e totale distruzione della medesima, che a colpo d’occhio andò in aria con tutto il scenario. L’innumerabil popolo che eravi a godere di un tale spettacolo diedesi a precipitosa fuga per sortire, ma essendo angusta la porta nacquero gravissimi disordini, chi perdette le scarpe con le fibbie, chi li orologj, e chi i cappelli; chi il tabarro; altri calpestati sotto de’piedi de’fuggitivi, Signorine, e vezzose Ninfe abbandonate da’proprj serventi in quella confusione, e per il fumo, che non lasciava vedersi uno dall’altro; Tabarrini, mantellette lacerate, concieri rabbuffati, pennacchj rotti, e dispersi; urli, gemiti, lamenti, sembrava l’ultimo scempio de’mortali. Il suono lugubre di campana a martello di tutte le torri della Città in quell’ora avanzata, Tamburri battenti della urbana milizia destò un orrore, e spavento universale in tutti li abitanti. Li pronto soccorsi prestati da abilissime persone tagliando a tempo, ed atterrando tutti li ordini, e meccanismo inserviente al palco scenario potè soffocare il fuoco acceso a guisa di una fornace e preservare miracolosamente il Teatro dal totale incendio.

Dicesi che un giovane ufficiale, a buon fine, siasi opposto con alcuni soldati, che erano in guardia al Teatro, perchè alcuno non uscisse, ma dalla veemenza, e torrente di un tanto popolo fu trasportato unito a quei militari, si può dir per aria, fuori del Teatro.

L’uovo descritto nella passata gazzetta trovasi presso questo Nobile Sig. Conte Giuseppe Duranti. Questo è di figura bislunga rappresenta un picciol muso di serpente, il resto è attortigliato e par che abbia la coda; il tutto della lunghezza di un police, per quanto dicesi. Si crede, che detto Nob. Signore lo faccia covare in sua casa onde sarebbe bene uno stimolo per sentirne il risultato. Io non lo ho veduto ma se ne discorre pubblicamente per tutta la Città.”

Non è meno strano nella Storia naturale un uovo fatto, o covato da un gallo con tutti gl’indicati segni di mostruosità, che un verme lungo sei braccia, e della grossezza d’un dito annulare, ispido presso il capo, uscito pochi giorni sono del corpo d’un cuoco d’una di queste Patrizie Famiglie, ed esaminato con istupore da un celebre Medico Fisico.

Padova. 31 Maggio 1790.

“Eccovi, Sig. Gazzettiere, un aneddoto opportuno per il vostro Foglio.

Nella solenne processione del pros. Giovedì del Corpus Domini viene portata in questa Città una Mitra di stra-[349]ordinaria grandezza coperta di grosse perle, e di pietre preziose, la quale divide i due Collegj de’Filosofi, e de’Leggisti. Fu lasciata a questa Cattedrale con Instrumento del 1447 da Pietro Donà Arcivescovo di Candia, poi Vescovo di Castello in Venezia, finalmente Vescovo di questa Città. Esiste il suo sepolcro dietro l’altare del SS. Sacramento con questa semplice Inscrizione: Petri Donati Espiscopi Patavini.

Nell’Archivio di questo Duomo trovasi il Testam. di questo Prelato, e leggesi ch’abbia soccorso col proprio denaro li Certosini a fabbricare la Certosa fuori di Padova, ora posseduta dalla Casa Zigno. Que’Religiosi stavano avanti in Città alla Crociera del Santo. Si vedono le armi della Famiglia del Vescovo Donado sopra li muri.

Si ha per tradizione, che questa Mitra fosse regalata dal Re di Spagna a quell’insigne Prelato in benemerenza de’servigj prestati alla sua Corte ove fu inviato dalla S. Sede.

Spettacoli.

La seconda caccia di tori nell’Anfiteatro a S. Giob, è seguita il dì 28. p. p. Vi fu molto concorso, e i posti si son empiuti per la facilità del prezzo. Non è riuscita questa neppure di molta soddisfazione. Al Toretto che correva, e non facea fronte a’cani, fu da più d’uno di questi ferito l’orecchio, e il premio di Duc. 50. diviso in due.

Giovedì fu l’ultimo giorno della Fiera, e si diede mano al disfacimento della Fabbrica la susseguente mattina. Restarono però illuminate le 3 notti sin a quella della Domenica le due ali a cui fanno capo i Caffè, e vi fu meno esteso e men frequentato passeggio.

Il divertimento de’cavalli finì pure la sera della stessa Domenica, ma la compagnia del Mahyeu, vè e ancora quì. Sparì anche il Casottino della Foca, e il Padiglione delle statue.

Li Teatri si tengono aperti sino alli sei o sette del cor. Il Giulio Sabino si gusterebbe di più se tutti i pezzi della musica fossero quelli dell’Originale. Il Sig. Neri continua a piacer moltissimo, ed è onorato di grand’applausi. Fu stampato a sua lode un Sonetto del Sig. Luigi Manolesso.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

“Il Canonico D. Matteo de’Conti Covacich dolcemente lamentasi con chi fecevi inserire nella vostra Gazzetta aver egli superato il Celebre Abbate Epe di Parigi nel far intendere i Sordi, e Muti, mentre dichiarasi infaccia il mondo tutto, ch’è tanta la distanza, che passa tra egli, e me, quanto lo è dal Sud al Nord.

Non è vero che la Signora Anna Pasetti in pochi giorni di scuola legga, scriva, e passabilmente intenda, ma bensì in due anni, e la Figlia dell’Illustrissimo Angeloni sono mesi cinque da che l’instruisco, e non tre.

Di grazia giustificatemi con il Pubblico; poichè la mano che dite essere a voi cognita, o mal informato, o a mio favore troppo prevenuta, veridicamente sopra tale materia non s’espresse. Attendo un tal favore dalla Vostra gentilezza, e mi protesto vostro buon Amico.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Modelli.

La sera della pros. pas. Domenica dalla Presidenza fu convocata la Società del nuovo Teatro da erigersi, e si tenne la Riduzione nella Sala di questa Nobilissima Accademia de’Filarmonici.

Parlò uno de’più illustri Soggetti della Repubblica informando di quanto aveva operato la Presidenza, colla facoltà conferitale, dal giorno della precedente Sessione fino allora. Si seppe, [350] che il totale acquisto degli stabili demoliti per la erezione del Teatro, e luoghi adiacenti, costò duc. 134 m. c.

Quanto alla voluminosa descrizione delli Disegni, minutamente esaminati, dalli tre prenominati Personaggi, perchè sarebbe riuscito lungo, nojoso, ed inutile fino il compendio della medesima quando in esso si avesse voluto ristringere l’essenza delle ragioni dimostrative, si stimò conveniente e opportuno il raccogliere in una precisa informazione il giudizio scritto sopra quattro de’Modelli i meno difettosi degli altri, e in conseguenza men lontani dal premio. Furono questi accennati dalle Lettere alfabetiche che li contrassegnano; ma noi si atterremo a’nomi de’loro Autori che sono: Selva, Bianchi, Morelli, Bon. Nel ristretto della sposizione non furono offerti questi quattro Modelli alla ballottazione della Società come gareggianti di pregj, o soggetti a bilanciamento nel numero e nella parità de’difetti, ma si mostrò in essa evidentemente la superiorità del primo a fronte degli altri tre risultante al confronto, e a parte a parte sostenuta colle teorie dell’arte rese intelligibili e chiare; onde raccolti i voti per il Modello Selva si trovarono 72 approvativi contro 28 di negativi.

La comun previsione non lasciò luogo alla meraviglia. Senza parlar delle deduzioni onde quella nacque, si può dire che i presagj verificati punto non iscemano il merito del Sig. Selva.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Sig. Gazzettiere.

Miran addì 29. Maggio 1790.

“Io vi devo scrivere un caso particolare, che per verità fu degno d’ammirazione non solo a tutto questo popolo; ma a molti de’Paesi circonvicini, che alle voci di tal portentoso accidente, increduli vi corsero a vedere. Diceano certi che se la Profetessa di Francia avesse scritto che nel presente mese il segno dovea seguire in Terra, e non in Cielo, quest’era certamente il punto, che nel nostro Paese s’aveva verificata la Profezia.

Ecco il Fenomeno. Ebene 4► Exemplum► All’ore due adunque 27 corrente Maggio a un certo Giacomo Benfatto della villa di Caselle sei miglia da qui lontano gli scappò una Cavalla superba morella d’anni cinque di quarte dieci circa che di carriera qui giunse alle 2. e mezza. Se ne andò in un sottoportico di molte alte ma anguste case di nuova fabbrica. Una porta di queste per accidente era aperta; entrò per essa: fece un corridor lungo piedi 13 largo piedi due e mezzo facendo un 7 con la medesima larghezza, fa un 7 inverso dove vi son cinque scalini, salì per essi, e con l’istessa larghezza, e direzione d’un nuovo 7. salì 14 scalini; che finalmente con ristretto intervallo del muro di fronte all’angusta scala, entrò lateralmente nella camera d’una povera donna priva d’un occhio, che a chiaro di Luna era spogliata per ponersi a letto.

Al comparir di questo negro animale di tanta grandezza ogn’uno può immaginarsi quanto grande fosse lo spavento di questa povera donna. Con le zampe d’innanzi occupò il letto, e tutta la Camera, perchè angusta, era occupata da questa Bestia. La donna non potea fuggire, se non gli riusciva di passargli per sotto la pancia; e con grandi strida andò in istrada dicendo: il diavolo in casa mia, il diavolo in casa mia.

A tal sussurro, e strepito discese dall’ultimo appartamento un sarte Veneziano con sua Moglie, e vedendo tal cosa presero l’Acqua Santa, cominciarono ad asperger da per tutto, commetendo allo spirito Diabolico, che se ne partisse da quella Casa.

Intanto a folla corsero i Circonvi-[351]tini; ma niuno ardiva di ascendere le Scale. Giunse poco dopo il Patrone di quell’orrido Mostro, e fù scoperto l’arcano, sentindo ch’egli rintracciava della sua Cavalla. Questa rimase custodita da esso sino a giorno in quella camera, finchè da’Mureri col Taglio di porzione d’un muro con scalone di travi fù condotta con tutta felicità in Piazza. Il Padrone ricuperò la sua Poledra mediante l’esborso di Lire 110. di spesa per la rottura del Muro, altri luoghi di sotto, facitura del Ponte, e ristauro della Casa. Lire 26. poi perchè la donna le protestò una dindia che covava 30. ova sotto il letto oltre a Lire 2. per una emmissione di sangue. Il Caso è veramente curioso; perchè ogn’uno protesta impossibile una salita così tortuosa, e ristretta in una bestia ch’è così grande. ◀Exemplum ◀Ebene 4 Ridicolo egl’è poi nelle sue conseguenze, e merita d’esser descritto nella vostra Gazzetta a comune notizia; che così desidera un vostro Associato.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Libri Nuovi.

Semplici lumi

Tendenti a render cauti i soli Interessati nel Teatro da erigersi nella Parocchia di S. Fantino in Venezia

Prima che dieno il loro voto a quel modello che tra diversi all’occhio lor materiale e non intellettuale maggiormente piacesse.

Con due Tavole in rame. Si vende al Negozio Perlini a San Giuliano al Ponte de’Ferali al prezzo di l. 2. 10.

Esibizione

Quel Corriere venuto in otto giorni da Londra colli due Signori Inglesi partiti per l’Indie Orientali, giovine d’anni 25, che parla le lingue francese, olandese, fiamminga, tedesca, inglese, e italiana, desidera d’impiegarsi al servizio di qualche Viaggiatore per qualunque Parte d’Europa, od anche appresso qualche Signore di questa Città.

Il suo ricapito è alla Locanda della Regina d’Inghilterra.

All’Egregio Signor
Michiel Angelo Neri

Che eccellentemente rappresenta la Parte di Giulio Sabino nel Nobilissimo Teatro di San Samuele la Fiera dell’Ascensione dell’Anno 1790.

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Sonetto

Di Luigi Manolesso.

Se fuor dell’Antro ti rimiro a Tito

Ignaro ancor, che in te Sabin si celi,

I tuoi sensi spiegar allor che aneli

Finto seguire il marziale Invito;

O quando colto al tenebroso sito

Difendi i Figli, o ‘l Nome tuo disveli,

O cedi il Ferro, o intenerisci, o geli;

Neri a ragion fra primi Attor t’addito.

Ma qualor t’incamini al duro passo,

Qualor la Sposa ti si trae dinante,

Qualor de’Figli la ricerchi; oh Dio!

Si risente ogni cor, benchè di sasso,

Lo rapisce il tuo Canto, e ‘l tuo sembiante,

E geme teco a quell’estremo Addio. ◀Ebene 3

Lunedì 31 Maggio p. p. fu eletto in successore al defunto Piovano di S. Marcilian il M. R. D. Carlo Mora Curato di quella Patrocchia con voti di sì 73. di no 3.

[352] Questa elezione secondo i fervidi desiderj del Popoli, che diede per essa insegni della maggiore esultanza. Proibito dalla saviezza del Governo il girare intorno nelle occasioni di feste cogli accesi mazzi di canna, per minorare i pericoli degl’incendj, i fuochi che solennizzarono quest’applaudita sostituzione furono di ludri piantati in molti siti, e di fanaletti sul capo a’festosi Ragazzi.

Trovasi negli estremi di sua vita il degnissimo Piovano di San Cancian.

Capi dell’Eccelso Cons. di X per il mese cor.

s. Gir. Asc. Molin

s. Zuanne Widmann

s. Lodovico Angaran.

Oggi fece il suo ingresso il nuovo Capitan Grande Pietro Bonaretti detto Monaretti.

Il Vice, o suo assistente da lui sceltosi, volgarmente detto Vizio, è un certo Ferialdi che faceva il venditore di chiavi da palchetti di Teatro.

Da vendere.

Locanda sopra le scale delle Poste vecchie a Rialto posseduta dalla Sig. Elisabetta Gabrieli con Inviamento, mobili, e balconi sul canal grande.

Chi v’applicasse parli colla suddetta, o le scriva, se fosse in Terraferma.

D’Affittare

Quattro Casini in Mestre nel Borgo a S. Rocco.

L’indirizzo è dal Sig. Giac. Perale venditor di sale in Mestre.

Qualche miglioramento nello stato del Reverendiss. Piovano di San Cancian.

La Compagnia del Mahyeu torna a’suoi esercizj sino a’6 o ai 7 del cor. Il prezzo de’posti superiori è minorato di soldi dieci; cioè ridotto a soldi 30. ◀Ebene 2

Estrazione del Pubblico Lotto di Venezia 2 Giugno 1790.

Introito.

Di Venezia L. 196541:5

Di Terra Ferma L. 116154:2

L. 312695 7 – sono D. 50434 18:

Numeri Estratti 36. 72. 67. 40. 82.

Vincite. Qualità, e quantità de’Terni

Ambi coll’Augumento D. 7848: - N. 1. da Duc. 500

Terni simili D. 6525: - N. 1. da Duc. 250

Estratti D. 820: - N. 3. da Duc. 200

N. 3. da Duc. 150

D. 15193: - N. 9. da Duc. 100

N. 15. da Duc. 50

N. 7 da Duc. 25

La ventura estrazione sarà li 24 Luglio 1790. N. 39. ◀Ebene 1