Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 16", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.4\016 (1790), S. 121-128, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2579 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Num. 16

Mercordì 24 Febbrajo 1790.

Ebene 2► Un’anima, che si mostrava scossa dal genio di novità, e infiammata dall’amor della gloria, vedeva da un Paese di sicurezza, e di pace con occhio d’invidia le presenti rivoluzioni, e le guerre, che devastano tante belle Provincie d’Europa, e pasceva la sua fervida immaginazione al luminoso aspetto di futuri beni fatti sorgere da vortice delle agitazioni, e da’squallidi campi di Marte. Le si opopponean de’saggi colle più dimostrative ragioni, che però nulla valsero a convincerla, e a farle sfumare la vanità del suo entusiasmo. Questo panegirista delle umane sventure legga cio che scrisse su tale proposito un grande moderno Autore francese.

Ebene 3► Zitat/Motto► “Felici i Popoli, come i particolari, de’quali poco si parla! Se non è questa sempre una prova, ch’abbian essi a lodarsi del loro stato presente, è prova almeno ch’esso non peggiora; che de’nuovi abusi, de’nuovi pericoli non inquietano, nè tiranneggiano i sudditi, e che s’eglino non hanno a felicitarsi d’una rigenerazione, o d’una gloria brillante, non han nemmeno a soffrire le convulsioni, che necessariamente accompagnano le riforme, o le grand’imprese.” ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

In Senato.

20 Febbrajo.

2 Rev. e Reg. sopra Dazj dur.

m. 24.

s. Tom. Moc. Soranzo Primo

s. Vicenzo Minotto.

Prov. sopra le Fortezze m. 12.

s. Giacomo Diedo.

Savio alla Mercanzia dura

m. 24.

Ms. Franc. Morosini K. e Proc.

In M. C. 21 detto

Castellan a Brescia elez. dello Scrut. confermata dal M. C. Reggim. c. p. dura m. 16.

s. Seb. Pizzamano qu. Nic.

F. s. Pietro Soranzo qu. Ant. Lor.

Cast. a Corfù dura m. 24

s. Alv. Balbi di s. Z. Ant. M.

Luogo di s. Giac. Balbi qu. Lod ..

Al Mag. dell’Auditor Novo

s. Giac. Benzon qu. Cam.

F. s. Bern. Gritti qu. Alv.

Prov. alla Sanità

s. Ales. Gritti di s. Zuan. il Savio agli ordini.

F. s. Zaccaria Valier.

[122] Visdomino al Fontico de’Tedeschi.

s. Marco Dandolo qu. Enr.

F. s. Marco Dandolo qu. Fantin.

Pod. a S. Lorenzo1 dura

m. 32.

s. Giul. Ant. Balbi di s. Spir.

F. s. Ang. Corner qu. Gir.

Prov. di Comune

s. Franc. Calbo qu. Marco Proc. il Savio agli Ordini

F. s. Alv. Bernardo.

Del Consiglio di Pregadi

Luogo di s. Gir. Diedo ..

s. Cristof. Ant. Loredan qu. Z. B.

Notizie di Brescia in data 18 cor. differite a questo Foglio per mancanza di spazio nel precedente.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Metatextualität► “Novità tragiche, e piacevoli ho l’onore d’inviarli con questa mia. ◀Metatextualität Jeri notte fù ucciso dal proprio Garzone il Molinaro vicino a S. Fustachio, il delinquente è fuggito dopo aver rubato, e portato con sè il denaro dell’interfetto consistente in L. 1000 circa.

L’ultimo giorno di Carnovale nel nostro Teatro mentre si faceva la Cavalchina da un Servitore mascherato sono stati dati delli schiaffi ad un nostro Gentiluomo mascherato; il Servitore è nelle forze della Giustizia.

Quella notte medesima fù ferito mortalmente da un Garzone di Mons. Jardin Caffettiere vicino al Teatro, certo Sig. Pellegrini. Passiamo al dilettevole.

Dopo ventun’anno, con giubilo universale si è incominciato il quaresimale nella nuova nostra Parrocchiale di S. Alessandro governata da’Religiosi del Sacro Ordine de’Servi di M. V. Jeri la più colta, e copiosa Udienza fù ammiratrice delle virtù singolari del celebre P. M. Pellegrino Albertini Patrizio Veronese, il cui merito si può dire giustamente superiore a qualunque encomio, e si crede, che alla fama delle sue erudizioni, non resterà, che desiderare, a chi ne può far giudizio.

Martedì prossimo ventitrè corrente si darà in questo Teatro un Accademia di Musica. L’orchestra sarà fornita d’oltre a 40 Professori; a questi si uniranno parecchi virtuosi di canto Bresciani, e Stranieri. La Signora Elisabetta Mara Schmeling Virtuosa di Camera delle loro Maestà Cristianissime, ed il nostro egregio Sig. Gio: Maria Rubinelli faranno godere a Brescia la dolce armonia delle loro voci. L’oggetto poi di questo singolare spettacolo deve maggiormente eccitare l’unanime aggradimento; essendone destinato il prodotto al benefizio il più segnalato, qual è la costruzione delle strade Postali.

Frattanto ho il vantaggio di dirmi ec.” ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Nell’invito a stampa per la predetta
Accademia contiensi queste
parole.

Ebene 3► “La Signora Lisabetta Mara Schmeling prima Virtuosa di Camera delle LL. MM. Cristianissime vien rapita all’Italia dal Genio delle belle Arti, che regna munifico nell’Inghilterra. Avrà Brescia la sorte di sentire quest’unica donna, e prodigiosa, dare all’Italia l’ultimo Addio. È probabile, che il nostro egre-[123]gio Sig. Giammaria Rubinelli giunga opportuno ad ammirarla, e dividere seco Lei l’applauso universale.” ◀Ebene 3

Questo ultimo Addio non accordasi coll’avviso, che dato abbiamo del suo ritorno, per l’Autunno, e Carnovale vegnente. E vero, che c’è nell’impegno una condizione, che potrebbe privarlo dell’effetto, ma questa, secondo le asserzioni di chi ebbe il merito di farla acconsentire con un compenso mai più accordato ad alcuna Virtuosa, è tale che non può cagionare che un debol timore a chi brama di rivederla.

Sabbato ella non cantò a Vicenza in Teatro, ma nella Sala del Palazzo di questa Eccellentissima Casa Piovene. L’esito comprovò, che non si poteva dubitare, che i Signori Vicentini non avessero ad essere prodighi a un tanto merito de’loro applausi.

Ebene 3► Exemplum► Per un certo genio bizzarro nella sua stessa melanconia, un Signore gonfio d’orgoglio, che tratta i poveri come tanti esseri d’una spezie diversa dalla sua, e non si ricorda di loro che per mortificarli ed opprimerli; che mette tutta la sua grandezza nel beneficar i viziosi, e nel profondere negli oggetti di lusso, e si crede il Mecenate d’Orazio per dar qualche pranzo a de’Poetastri che lo adulano, e gli fanno continuamente de’Ritratti che non hanno alcun lineamento di suo, mostrò vaghezza d’un epitaffio che ad aurei caratteri potesse raccomandar la sua gloria. Se ne son incaricati di buon grado i famelici verseggiatori, che qualche volta saziansi alla sua tavola, e gliene fecero a bizeffe ma niuno che incontrasse il suo genio. Lagnavasi di ciò un giorno ad una conversazione ov’era ammesso per la sua dottrina, sincerità, ed onestà uno di quegli uomini, che generalmente vengono disprezzati, perchè l’abito vile copre la nobil luce. Egli che conosceva il Soggetto prese a dire: Tra gli Epitaffj che ho letti, sempre molto mi piacque quello che fecer gl’Inglesi ad Enrico II, il quale diceva che ad un grand’uomo appena il Mondo intero è bastante:

Ebene 4► Zitat/Motto► Cui satis ad votum non essent omnia terrae

Climata, terra modo sufficit octa pedum.

Qui legis haec, pensa discrimina mortis, & in me

Humanae speculum conditionis habe. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

Il riccone vanaglorioso a cui s’inacidiva il Latino trà i denti ne volle la spiegazione, e poi biasimò il pensiero. Il Letterato sostenne l’elogio col dovuto rispetto, ma il suo possente Avversario passò a’motteggj, e rivolse contro di lui la gran ragione che la povertà non doveva mai cozzarla colla grandezza. Non ci volle di più perchè dalle labbra dell’uomo di Lettere, uscisse un tratto di libera eloquenza, che mortificò il suo schernitore, e fu chiuso dalla bella massima di Mylord Cecile, ch’è Ebene 4► Zitat/Motto► Nolo minor me timeat, despiciatve major. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4 Fatevela tradurre, gli disse facendogli una riverenza, e se ne andò via. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Metatextualität► Chi sà mai dove seguita sia questa scena, che in Lettera anonima ci venne descritta! Non sarà questo il primo caso, che la ragione anche in povertà di stato abbia fatto tacere la fastosa ignoranza. I grandi davvero non giudicano mai degli uomini dal loro abito, e son tanto lodevoli quando umiliano l’arroganza, che quand’onorano le virtù abbandonata.

Quantunque la Lingua Francese sia resa così universale, che pochi son quelli che non la intendino tra i tanti, che si dilettan di leggere, nondimeno abbiamo de’replicati eccitamenti di render comune all’intelligenza di tutti, colla traduzione, i pezzi che appariscono su questi Fogli in Lingue straniere. È per questo che diamo ora in italiano il Quesito proposto nel Fo-[124]glio di Sabbato. Così forse agevoleremo la soluzione del medesimo, che mancando dall’altrui mano verrà dalla nostra. ◀Metatextualität

Ebene 3► “Se il senso della vista, o quel dell’udito, sia in generale, più utile all’uomo. Quale de’due gli procuri più sensazioni aggradevoli, e conseguentemente piaceri. A quale de’due possa egli meglio supplire per mezzo degli altri sensi. Quale debba egli maggiormente temere di perdere. Finalmente se l’uomo divenuto cieco, o quello divenuto sordo fra più da compiangere.

Si tratta di decidere trà la sordità, e la cecità, ma prese in generale, e independentemente da ogni particolar circostanza, che possa far temere più l’una che l’altra. È fuor di dubbio, che quello che vive del suo lavoro, a cui la vista è necessaria per esso, preferirà agli occhi suoi le sue orecchie. Bisogna supporre un uomo in istato comodo, e che sia nel caso di non considerare i suoi sensi, che sotto il rapporto dell’utilità, e del diletto, e non della necessità.” ◀Ebene 3

Metatextualität► Oh Dio! che Biglietto fulminante! Perchè? perchè su questi Foglj corrono degli errori di stampa. Pretenderebbe chi lo scrisse, che non se ne avesse a trovar mai uno neppure; cita come modelli di tipografica perfezione i Libri d’oltremonte, e non mette alcuna differenza da un’edizione riveduta e corretta a tempo ad una necessariamente precipitata. Ogni Foglio periodico, più o meno, ne ha sempre; e quando la fretta non permette d’esaminar che le carte impresse a mano, e non alcuna dal torchio, è impossibile ch’escan purgate. Il discreto Leggitore supplisce colla sua intelligenza a’difetti, e li compatisce immaginandosi le angustie di chi ha tutto sopra di sè il peso di questo affare; gli spiriti mal disposti non vogliono perdonar nulla, e per condannar severamente ogni mancanza fanno de’confronti che non si posson ammettere.

Sebbene qual è la stampa, che dopo le più mature replicate correzioni, anche di varj esaminatori, sia venuta in luce onninamente perfetta? Giacchè l’argomento lo chiama vaglia per molti altri il seguente caso.

Ebene 3► Exemplum► Sotto il Regno di Carlo Primo, gli stampatori, o correttori impiegati da una Compagnia di Libraj, che avevano ottenuto un privilegio per far istampare la Bibbia, lasciarono correre in una delle loro edizioni uno sbaglio di questo calibro: in vece di tu non commetterai adulterio leggevasi su qualche migliaja d’esemplari: tu commetterai adulterio. L’Arcivescovo Laud per punirli di tale negligenza, condannare li fece dalla Camera stellata a una grossa multa. ◀Exemplum ◀Ebene 3 Il celebre Addisson ha detto a tale proposito. ◀Metatextualität

“Che a giudicare dalla depravazione che regna oggidì, si sarebbe tentato a credere, che v’ha una quantità di persone dell’uno, e dell’altro sesso, nella Gioventù scostumata, che legge questa edizione corrotta della Bibia, e che osserva il comandamento letteralmente, com’egli è mal espresso per l’ommissione della particella negativa.”

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

Padova 22 Febbrajo 1790.

L’Autore della Tragedia: il Trionfo dell’Onestà pensa di dirigersi dolcemente a voi, e di non imprendere la sua difesa, a cui l’invitate, contro quell’insolente scritto, che si oppone a’due vantaggiosi ragguagli della sua Opera. Voi siete onesto, e gentile, Signor Gazzettiere, siate anche giusto. La Critica, quando è animata dal sentimento del vero, quando si esprime in quelle forme, che esigono l’imparzialità, la civiltà, o almeno la [125] creanza; quando censura con moderazione, e discerne con gusto; allora essa ha il diritto di chiamare al suo tribunale qualunque autore, ed egli deve presentarsi con quel rispetto, e con quella rassegnazione, che si avrebbe innanzi alla stessa visibile verità; e ci anderà pur esso penetrato dai sentimenti medesimi; ma quando ella disonora se stessa col vestire il carattere della maldicenza, dell’improperio, e dell’ingiuria; quando si compiace di prendere il nome, e il linguaggio della satira, e della satira personale; quando tutto censura a caso senza giuste prove, e nulla discerne, Signor Gazzettiere, perdonategli, esso deve disprezzarla altamente. Voi stesso, che avete inserito quel tutt’altro, che obbligante scritto nella vostra Gazzetta, avete di primo lancio riconosciuto in esso una grossolana inesattezza, e una mordacità portata all’eccesso rifflettete bene a queste due qualità) e siete stato costretto d’ommettere per prudenza alcuni tratti troppo pungenti, che non reggono allo spirito della sana critica, affin di renderlo soffribile in faccia del Pubblico. E voi chiamate un galantuomo a una mischia con costui, che avrebbe ardito di comparir pubblicamente sgraziato, e inonesto, se voi non foste stato prudente? scusate, egli non vi ubbidisce. Per mostrar però, che si sforza di aderirvi pensa piuttosto d’imitare la vostra gentile, e non bassa accondiscendenza. A tale oggetto egli prega l’Anonimo (titolo sempre sospetto) di leggere prima di tutto lo Scardeone, e non appagandosi della fede di questo Storico, di bene informarsi presso i maestri dell’arte teatrale sul privilegio degli anacronismi, sulla giurisdizione poetica nel campo dell’immaginazione, e del verisimile, sulla forza dei personaggi, sul carattere distintivo de’soggetti, sulla verità, e sull’eleganza dello stile, sulla difficoltà di condurre con interesse successivo sino al fine una rappresentazione; inoltre un poco di buona morale, e sopra tutto il Galateo, e poi protesta a voi, Sig. Gazzettiere di affidargli il Manuscritto, e di dipendere da lui in tutto ciò, che gli sembrasse correggibile, emendabile, e lacerabile. Allora il nostro Anonimo potrebbe chiarirsi di fatto sui plagi imputati, citarne i luoghi, ed a chi l’Autore abbia rubacchiato. Allora vedrebbe, che non mai viene citato l’anno, ch’avenne un tal fatto; allora . . . ma è superfluo di più inoltrarmi in difese, mentre allora vedrebbe, che vi è un modo di criticare utilmente, e civilmente, cioè quello, che il Signor Anonimo non possede, nè per le qualità di spirito, nè per quelle del cuore. Dovrei rinfacciargli un’ardita imputazione, che va a ferire più che me stesso l’oculata delicatezza dei Revisori in fatto di buon costume; ma io sono troppo lontano dall’imitarlo nell’invettive. Sig. Gazzettiere, io sono pacifico, docile, e amo per fino i miei nemici. Io doveva finire in tuono di Quaresima uno scritto, che s’attiene allo scorso carnovale. Sono con vera stima. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Da Brescia in data 21 corr. intendiamo, che il Sig. Pellegrino orefice è morto dalla ferita, che diedegli il Caffettiere. Che la mancanza d’un picciolo cucchiajo d’argento fu cagione della sua perdita; e che certamente la rissa non sarebbe passata al sangue se non avesse avuto fomento dall’ubbriachezza.

Per l’eccesso di questo vizio è morto improvvisamente colà quel mastro muratore di Roa confettora che quand’era fumante dal vino voleva tagliar la testa a sua Moglie, e dava nelle stravaganze, che descritte furono su questi Fogli.

Oltre il Molinaro fuori della Porta Pile, secondo questa Lettera, fu ammazzata anche la di lui Moglie dal [126] suo Lavorante, di cui è accennato incertamente l’arresto.

Quanto all’Accademia in quel Nobilissimo Teatro degli Erranti, dicesi che i palchi si vendono a carissimo prezzo, e che v’è un fanatismo tale per sentire la Mara, che sembra impossibile a crederlo.

Ci fu regalato un Foglio volante contenente alcuni Epigrammi Latini volgarizzati dall’erudito ed elegante Sig. Conte Carlo Roncalli di Brescia, il quale fece ammirare il suo ingegno nella versione di que’Francesi stampati a Parma dall’impareggiabile Signor: Bodoni. Speriamo di far cosa grata al Pubblico conoscitor ed amatore della buona Poesia riproducendo su questa Gazzetta questo nuovo saggio della purità, precisione e gusto d’un sì pregiato Scrittore.

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Al Chiarissimo Sig. Abate Cesarotti.

Or che la Francia è tutta sossopra, mi volgo per quiete alle tranquille immagini latine; e ne presento pochi epigrammi rifatti a chi sarebbe capace di ornare l’Italia di bei epigrammi nuovi. Possa io destarvene la voglia, o Signore: e possiate voi, se non altro, accettar questa offerta, come un testimonio della stima singolare, con cui ho l’onore di protestarmi.

Brescia 1790.

Vostro umiliss. devotiss. servitore
Carlo Roncalli. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Hercules, & Bacchus.

Thebis orti ambo, clari armis, ex Jove nati

Ambo, thyrsiger hic, claviger ille deus.

Stant pariter metae amborum. Hic spolia hirta leonis ;

Nebrida at hic gerit ; hic cymbala ;

at hic crotala.

Iunonem sunt passi ambo : venere beatas

Ambo deum ad sedes ignibus e mediis.

Ad birundinem in Medeae tabula nidulantem.

Medea haec. Nidum cui credis, hirundo? Tuis ne

Parcat, quae natos perdidit ipsa suos?

In anum se fucantem.

Tinge comas, oris nec cessa explere lacunas,

Exsangues roseo pinge colore genas;

Et faciem decies totam finge atque refinge;

Ex Hecuba, infelix, non facies Helenam.

Ercole, e Bacco.

Ambo figlj di Giove, ambo Tebani,

Un la clava, uno il tirso ha nelle mani.

Viaggiatori illustri ambo, e guerrieri,

Pari han colonne agli ultimi emisferi.

Uno ha il cembalo; e veste da leone:

Un la nacchera; e veste da caprone.

Soffriron per Giunon ambi non poco:

Ambi saliro al cielo in mezzo al foco.

Ad una rondine, che faceva il nido in un quadro di Medea.

In questo quadro infido,

Ov’è Medea, tu vuoi

Far, rondinella, il nido?

Salverà dunque i tuoi

Chi uccise i figlj suoi?

Ad una vecchia, che s’imbelletta.

Lisciati quanto vuoi; le chiome tingi;

Le gote, il labro, il sen pingi e ripingi;

D’un’Ecuba non mai

Un’Elena farai.

Metatextualität► (Il resto Sabbato) ◀Metatextualität

Bastimenti arriv.

15 Gennaro.

Piel. P. Pietro Camenarovich manca da Durazzo li 29 Dec. rac. al Sig. C. Luca Ivanovich con 978 Balle Tabacco.

17 detto.

Tartanon P. Lazzaro Davanzo venuto d’Ancona con 24 Bal. Lana della Campagna di Roma, 12517 Baccalari, e altre robe.

19 detto.

Piel. P. Gir. di Niccolò ven. da Trieste con 7 botti tabacco e altre merci.

Piel P. Mat. Minich ven. da Cattaro con 6055 pel. Boldroni, 7800 lib. castradina et altro.

Piel. P. Michiel Miletich da Cattaro e Castel nuovo con 6225 pel. Boldroni, 9300 lib. Castradina, e altre cose.

23 detto.

Nave fregata La Corriera d’Egitto Cap. Lor. Rossin manca d’Alessandria li 11 Dec. e dal Zante 6 Gen. Parc. Sig. Menach. Vivante, e Sig. Dom. Rossin con 17 Scaffasci Incenso 219 Bal. 27 Fardi, una cassetta, e una coffa caffè 26 Bal. e 12 Scaf. zaffroni.

2 Scaffasci Gomma. 613 coffe Nitron. 7 cassette, 2 scaf. e 2. m. dattoli. 5 Scaf. Una bal. e una cas. Droghe 9 Bal. Sienna. Un scaf. mira. Una cassetta Mostre. Una cassetta stamine. 2 cassoni orologi di legno. Un mazzo ferri di detti. 5 bal. Lin. 2 cassette robe da uso. 2 ballotti e un fag. tele 6 sac. miglio. Un ballotto tele e borghi.

Chec. Li due Fratelli Cap. Gio. Bat. Giambillo manca d’Alessandria li 11 Dec. e dal Zante li 7. Gen. rac. a se med. con

75 bal. e 7 fardi Caffè

2062 cuoj salati. 6 Bal. Lin.

9 Scaf. Incenso. 2 detti Droghe.

27 bal. e 22 Scaf. Zaffroni.

36 m. 994 ocche e 180 coffe nitron.

Un scaf. Alloè. Una Bal. folicoli. 14 cas. 21 bot. e 800 lib. Dattoli. 2 bar. e una cassettina cera gialla. 3 bal. Gambello di sienna.

25 detto

Brac. P. Zuanne Magnaron da Trieste con 13 bot. tabacco, 6 Ballotti Filati ed altro.

27 detto

Piel. P. Giorgio Lazzari manca da Corfù li 2 Gen. rac. al Sig. Biagio Lazzari con 91 cao e 8 carat. Oglio.

29 detto

Bergantino La fortunata Sara Cap. Nic. Ponzetta da Corfù e S. Maura con

Sale mog. 203 e misure 13 all’Ecc. Mag. Oglio bot. 6. cera vergine sac. 12 et altro.

Piel. P. Biagio Pettovich ven. da Durazzo con 958 Bal. Tabacco al Sig. C. Luca Ivanovich

2 Febbraro.

Piel. P. Gius. Bottolo da Spalato con 23 Bal. cordovani e Montoni, 29 Bal. e 28 sac Lana 4 dette cordovani gialli. 49 fag. cera. 4 bal. montoni bianchi et altro.

Piel. P. Nic. Stoccada ven. da Spalatro con 175 Bal. Lana, 10 colli cera et altro.

Piel. P. Luca Mattovich da Cattaro con 2787 pel. Boldroni et altro.

Piel. P. Xaverio Serovih da Castel Novo con 206 Bal. Lana.

3 detto

Piel. P. Trifon Bamba ven. da Durazzo con a Salì Curapissi Lana Bal. 14

A Mumut Papa detta Bal. 40.

Cordovani e montoni Bal. 161.

Ad Ali Bardi detti Bal. 12.

A Dervis cruja detti Bal. 2.

A Ant. Lioni dette Bal. 44.

A Dervis Cruja Oglio cai 6 e Ludri r3.

Pol. Cap. Lor. Gradisca manca da Castel Novo li 4 Gen.

[128] Con 2 Bal. Lana

378 Bal. detta fina

7 cai oglio.

4 detto

Piel. P. Ant. Pavan da Goro con 33 m. e 800 Baccalari.

5 detto.

Piel. P. And. Strovich da Cattaro con 8 Bal. Lana. 1355 pel. Boldroni et altro.

9 detto

Nave nom. Giorgio Cap. Giac. Robb. Inglese manca da Londra l’ultimo Ottobre, da Falmauth li 8 Dec. rac. al Sig. Gius. Treves con

83 bar. Salamoni

11 m. 311 pezzi legno S. Marta.

91 bar. stagno. 30. Bal. Pepe.

60 cassette Bande stagnate.

Una cassetta carte stampate.

42 bar. Betrigerio. 5 Bot. Birra

Un baul roba da uso.

30 casse Lamarini.

2 bar. Pepe garofolato.

10 Ballotti merci di Lana e Bombace.

Una cas. merci di bombace.

3 cas. e una bot. ferram. lavorata.

100 pezzi piombo. Una cassetta pel. 609. bar. e 46 mezi bar. Cospettoni.

2 botti alume di rocca.

Una bal. e una cas. merci di Lana.

2 bar. endico. 2 cas. cassia linca.

2 vasi Oglio di Vitriol.

11 detto.

Brac. P. Giac. di Giac. Viezzoli ven. da Trieste con 15 bar. grippola. 6 bal. filati. Un pacco Incenso. Un bar. Trementina. 114 cas. melarancie. Una cassa Terlisoni. Un pacco Lingue fumate. 2 colli Lime. 6 col. e un pacco tele. Una bal. pe.. di Vitello. 2 bot. e 4 baze fil di ferro. Una bot. padelle. 9 bar. chiodi.

12 detto.

Piel. P. Ant. Pergoli ven. da Sebenico con 4 cai oglio.

Piel. P. Franc. Pergoli ven. da Sebenico con 4 cai Oglio.

Si son ommessi nelle prime date alcuni Bastimenti di carico di minor importanza, e alcuni capi di mercanzia di minor valore in questi registrati per poter senza ulteriori ritardi rimetter in giornata questo articolo nell’avvenire.

D’affittare.

Una Volta in campo a S. Zulian sopra la Bottega dell’orologiajo vicino al Negozio Ippoliti.

Avviso Pubblico dispensato alle Chiese parrochiali di Venezia.

Reverendissimo Sig. Piovano

Resta supplicata di far pubblicare nella sua Chiesa, alla prima occasione di Concorso, quanto segue.

Se vi fossero Figli Maschi, poveri, Orfani di Padre, e di Madre, dell’età di Anni sei circa, fino alli nove circa, quali aspirassero esser accolti nell’Ospedale de’Derelitti a Ss. Gio: e Paolo detto L’Ospedaletto, potranno esser dati in nota ogni giorno alla Fattoria dell’Ospedale medesimo, colla consegna delle Fedi quì sotto notate; e saranno poi avvisati del giorno dell’Accettazione, che sarà fatta per via di concorso dalla Congregazione di esso Pio Luogo.

Fede di Battesimo del Figlio.

Fede di Povertà.

Fede di Matrimonio del Padre, e della Madre.

Fedi della loro Morte.

Alle Prediche del chiarissimo Sig. Abbate Parisi, Vicentino concorre giornalmente un gran numero di colti spettatori, che restano penetrati dal suo zelo Apostolico, e molto ammirano la sua eloquenza.

La sera dal pros. pas. Lunedì si radunò la Congregazione del Pio Ospitale de’Poveri Derelitti di questa Città detto L’Ospitaletto, ed accettata la Supplica dell’Illustrissimo Sig. Dottor Giuseppe Torni per l’elezione d’un sostituto, seguì questa a favore del Illustrissimo Sig. Dot. Daniele Caprileo.

Voti. Di sì 12. Di nò 3. non sinceri uno.

Cose perdute

Due Ritratti di Donna in due bustine verdi separate con cerchio di metallo dorato.

Chi li avesse trovati li porti al Caffè alle Rive a S. Moisè, che avrà una conveniente mancia.

È morto il Sig. Franc. Servi Scudiere di S. S. il Doge Manin. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1S. Lorenzo, terra capitale del distretto, e residenza del Rappresentante Veneziano, è situata nell’Istria in mezzo alle campagne, che si stendono fra il canale di Lemme, ed il fiume Quieto, che chiamasi il Pasgnatico di S. Lorenzo. Venne sotto il Dominio Veneto l’anno 1271. Com Comp. della Stor. gen. de’Viaggi Vol. 3zo pag. 119.