Zitiervorschlag: Gasparo Gozzi (Hrsg.): "N. 3", in: La Gazzetta Veneta, Vol.1\003 (1760-02-13), ediert in: Ertler, Klaus-Dieter (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2062 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

N.o 3.

Mercoledì addi 13 Febbraro 1760.

Gazzetta Veneta

Che contiene

Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’ cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

Ebene 2► Metatextualität► Nella Contrada di S. . . . . . fecesi a’passati dì un paio di nozze sì sontuose, e di sì nuova invenzione, che merita di aver luogo nel presente foglio. ◀Metatextualität Ebene 3► Exemplum► Abitava quivi M. R. Sartorella di professione; la quale nell’esercizio dell’arte sua essendo molto perita, avea perciò acquistate molte avventore, e pratiche, ch’erano vestite da lei con ogni qualità d’abiti alla Francese, alla Prussiana, e in somma in qualunque modo avessero voluto. La celebrità sua le arrecava per le continue faccende un gran guadagno a casa, tanto che la vicinanza, come si sa, quando ragionava di lei, chiamavala fortunata, e dicea, ch’ella avea un monte d’oro, e che l’era pazza a non cominciar ad investire, per apparecchiarsi un ozioso stato al tempo della sua vecchiaja. Un Gondoliere non fu sordo alle cose, che venivano dette, e forse pensando fra se, che lo investire si riduce ad una picciola entrata, e ch’egli è meglio godere un tratto del capitale, che stentare a poco a poco col frutto, volle ajutare la povera Sartorella col suo consiglio. Ripulitosi dunque, e affidatosi, ch’egli era uno di cotesti Gondolieri, de’quali molti si veggono, biondo, biancone, grassotto, e tutto festevole, tanto fece co’suoi artifizj, e con l’ingegno, che cominciò ad entrare in casa della Sartorella, e accortosi, che non le riusciva mala cosa, ma che lo vedeva di buon occhio, di dì in dì inoltravasi con le parole, tanto che fra l’motteggiare e la serietà, si conchiuse fra loro un trattato di matrimonio. In breve venne un Rigattiere, o Stracciajuolo, che fatto un inventario, e la lista de’mobili della Sposa, giuntovi non so quali fila di perle, e certe dorerie e argenti, si trovò che la summa montava presso che a’duemila ducati. Fecesi la scrittura autentica della dote, e già il Gondoliere godevasi a mente i vicini tesori. Per la qual cosa fatto largo il cuor suo, volle che le nozze fossero belle, e grandi; per modo che nell’assegnato giorno furono i novelli Sposi accompagnati ad udire la Messa del congiunto da otto gondole, e il pranzo si apparecchiò in un Casino, fornito come un palagetto incantato, e prestato ad instanza della Sposa, non so se dal Compare, o da altri. Tutto fu giubilo in quel giorno, e danze, e suoni, sicchè ogni cosa augurava contentezza, massime allo Sposo, che ringraziava tutti delle cerimonie, e delle congratulazioni, che avesse con la presenza sua, e con l’ingegno saputo acquistarsi duemila ducati, e moglie così valente a lavorare. Chiusesi finalmente il giorno dell’allegrezza, e due altri ne passarono, e volendo il Marito con maggior quiete rivedere le robe della dote, ritrovò gli armadii, e le casse sue vote, e le perle, e le dorerie, e ogni cosa sparita; e che solo gli restava la moglie con quel poco che avea intorno, e una vesticciuola, ed un zendale per uscire di casa. Immagini chi legge, s’egli montò sulle furie, e se volle sapere dov’era la roba sua, e se con la carta in mano volea far vedere le sue ragioni. Ma l’avrebbe fatte vedere all’aria, perchè tutti quegli abiti erano stati dalla Sartorella restituiti alle sue avventore, che glieli aveano dati da cucire, e ch’ella avea trattenuti, scusandosi con esse, che non avea potuto in que’giorni pel vicino matrimonio terminargli, e gli avea intanto fatti scrivere sul contratto per suoi; e cosí fu dell’oro, dell’argento, e delle perle, che parte per andare in maschera, e parte per comparire onorevole il giorno delle nozze, l’avea domandato in prestanza, e dopo le avea puntualmente dato alle padrone, che glie l’aveano prestato. Pensi ognuno quale si restasse il novello Sposo, a cui però rimane una Moglie, che sa benissimo lavorare, e che ha buona testa.

Rimane una curiosità ad alcuni di saper quello, che si facesse la giovane de’danari da lei guadagnati prima delle nozze, e per li quali era stimata ricca. Gli avea dati daddovero a conto di dote a poco a poco a persona, che con promessa di sposarla, non effettuata, la ridusse in istato di fabbricarsi una dote nuova con l’ingegno, senza far altri romori. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Metatextualität► La semplicità di questa notizia non dee essere alterata con altro stile, quale mi pervenne tale io la pongo. ◀Metatextualität

L’infelice Zuanne Bailo d’anni 31. e un mese la Domenica grassa dopo pranso si portò a S. Fantin a Cà Molin, dove vi è la scuola delli Sforzanti, dove si faceva la prova del Baccanal del Giovedì grasso, ed il detto infelice fermatosi a vedere, dopo fornito, il detto prese del pan da un Pistor, e biscottelli da un Fruttariol, e se n’è andato ad una bettola a bever. Dopo si portò in Campaniel di San Marco, e gli è venuto il capriccio di voler far a puro, e mero suo capriccio due impali sull’ala del Leon, come anche fece; dopo ha voluto far il terzo impalo sul Diadema del detto Leon, e nel voltarsi, il vino, che avea bevuto non gli ha permesso di poter star in equilibrio, e traboccò a basso alle colonnette, dove vi era della gente; e un barcarolo accidentalmente trasse fuori un braccio, e lo fermò per una gamba; ma nel venir giù del detto Diadema aveva dato della tempia sul detto Leon, & il detto Barcarolo, non ha potuto dar altro ajuto, che quello di fermarlo, e nell’atto istesso diede le coste sulle colonnette del detto Campaniel, e finì di vivere alle ore 23. in circa. Fu seppellito in campo Santo a S. Pietro di Castello.

Rosa moglie di Michele Levantino Ebreo, Sabbato partorì tre figliuole, una delle quali morì subito, e l’altre due il Lunedí. Per esser quella giornata, mi pare, che facesse troppo.

Cose rare da vendere.

Appresso a Bartolommeo Occhi, Librajo all’insegna di San Giuseppe, ritrovasi un Decamerone del Boccaccio da vendere, con la data del 1527. unica, e bellissima copia in carta pecora. Il prezzo ristretto è zecchini 40.

Cose da vendere.

Chi volesse comperare una Busta di Sagrino, con entrovi sei Rasoi, Forbice, Pietra d’aguzzare, Curamella, Bozzetta di Cristallo, il tutto d’Inghilterra, capiti al Posto del Lotto in Ruga dei Orefici a Rialto, che vi sarà commissione di contrattare.

Una Scatoletta di Tartaruga incerchiata d’argento è da vender, chi la vuole parli col Giovane di Floriano.

Un Casino a S. Paternian, con quattro Camere, fornito di Tele di Vienna, con sofà, armarj, ed altro. Chi lo vuole parli a quel dalle Acque, all’insegna del Coraggio, sotto le Procuratie Vecchie.

Cose perdute.

Un Ritrattino, a miniatura di Donna, incorniciato d’oro. Intorno alla pittura si leggono queste parole E. M. T. M. F. Chi l’avesse trovato lo porti alla Bottega di Paolo Colombani in Merceria all’insegna della Pace, e n’avrà di mancia quattro zecchini.

Chi avesse trovato un pezzo d’oro fatto in forma d’un picciolo Pesce, con un Rubinetto in testa, lo porti a Pietro Valsecchi, Caffettiere in Calle dalle Acque, che gli sarà data la cortesia corrispondente.

Case da fittare.

Casa d’affittar giù del Ponte di Sant’Agostin. Paga Duc. 160. Le chiavi sono dal Sig. Andrea Giardini, Causidico a S. Benedetto.

Casin, e Appartamento fornito d’affittar in Calle lunga a S. Moisè in Corte dei due Pozzi. Dimandar il Sig. Pietro Emo, che sta in detta Corte.

Casa d’affittar, sopra Canal grande, in due appartamenti, sopra la riva dell’Oglio a S. Cassan, con Pozzo buono, e Magazeni da Merci, e tutte le sue Comodità. Paga Duc. 200.

Zuccaro Pani 24.

A S. Gio: Crisostomo simile d’affittar, in Corte del Sabion. Paga Duc. 50.

Chi le vuole o l’una o l’altra, parli con il Sig. Gio: Battista Ferrari, Biavariol al Ponte dell’Oglio a S. Gio: Grisostomo.

Una Casa a S. Alvise sopra la Fondamenta, con Bottega da Testor.

Paga Duc. 32

Altra a pepian in Corte Zangalina sopra la Fondamenta de’Sartori a SS. Apostoli. Paga Duc. 8.

Chi le vuol parli con l’Agente diCà (sic!) Michiel in calle de’Avvocati a S. Angelo.

Un primo Appartamento di Casa in calle Bressana a SS. Gio: e Paolo.

Paga Duc. 40. sono le chiavi nella casa stessa.

Una Casa a S. Lucia in Calle de’Cavalletti in varj appartamenti. Paga in tutta Duc. 75. Le chiavi sono a Cà Morosini a S. Gio: Laterano.

Vedi anche Gazzetta Num. 2.

Persone, ch’esibiscono la loro capacità.

Persona d’onesta, e Civile Estrazione, Nativo di questa Città, che fin’ora s’esercitò, e s’esercita nel Foro, essendo di mezza età, e con poca Famiglia, desidera ponersi in quiete con un qualche impiego onesto, e civile, e perciò incontrarebbe volentieri una Agenzia di Casa Patrizia, a cui potrebbe anco assistere come Causidico agl’affari della Casa medesima, ed egualmente s’impiegherebbe ancora per la Casa stessa in scriver lettere di qualunque natura, formar scritture occorrendo, farle il Catastico ben ordinato delle carte, e Scritture d’essa Casa per quanto fossero antiche; cosichè non resterebbe scontenta quella Casa Patrizia, a cui occorrendo tali cose, facesse scielta di questa Persona. Chi per tanto desiderasse parlare con la persona suddetta, lasci un Viglietto alla Bottega del Caffè sopra la Riva del Vino, che connoti il luogo in cui deve detta persona portarsi, e da chi, ch'ella avuta ch'abbia tale nozione si porterà ben subito a lasciarli vedere, ed a trattare.

E capitata la polizza seguente.

Soministra incontro opportuno il presente circolare foglio a ben nata persona d’arricomandarsi all’universale, caso, chalcuno di questi penetrasse tener premura di qualche riguardevole soggetto di un Secretario per lettere; essendo per unire il medesimo all’energìa de concetti, quella pure di un mediocre carattere. Accettarebbe lo stesso ancor una qualche Agenzia; e per ultimo s’esibisce in quel tutto, concernente fosse alla di lui abilità nello scrivere.

Chi lo desiderasse lascierà ordine a voce, o pure in scritto dal proprietario del Caffè, all’insegna del Nobile Veneto a Castello.

Libri nuovi, o sotto il Torchio.

Erano usciti dieci Tomi delle Cause celebri, ed interessanti del Signor Gayot di Pitaval Avvocato nel Parlamento di Parigi. Dispensavasi l’Opera in Merceria all’insegna del tempo. Ora camminando esso negozio sotto altra dita, Pietro Valvasense, invita gli Associati a dare il nome loro in nota alla sua Stamperia in San Giovanni Novo. I Tomi sono in tutti venti, e già è uscito l’undecimo, promettendosi tutta la buona fede, e sollecitudine nel dar fuori i nove rimanenti. I patti dell’associazione, e quant’altro a ciò appartiene, leggesi nel manifesto stampato il giorno 23. di Gennajo del presente anno 1760.

Da Giuseppe Filosi fu già pubblicato un manifesto, in cui si vede la sua intenzione d’intagliare in rame i ritratti di 30. Nobili Donne Italiane, parte viventi, e parte all’altra vita passate; ma tutte illustri per fama di Santità, di lettere, o d’altra facoltà virtuosa in eccellente grado. E il simile farà di 30. Cavalieri anch’essi Italiani.

Saranno essi stampati in mezzo foglio di carta reale, con una breve dichiarazione per ogni foglio in prosa, e in verso, delle azioni dell’oggetto rappresentato.

Lo stesso Autore ha incamminate due altr’opere in quarto grande, l’una contenente i fatti più notabili di San Vincenzo Ferrerio, e l’altra del B. Giuseppe da Copertino di simile grandezza, con 30. tavole per Opera a soldi 10. per carta. I patti dell’associazione leggonsi nel Manifesto, e potranno essere dichiarati dall’Autore, che stà in Rugajusa a S. Maria Formosa, o da Paolo Colombani, Librajo in Merceria, ne’quali due luoghi si ricevono i nomi, e il danaro.

Pare oggidì impossibile a vedere le Pitture, le Statue, gl’intagli, i cammei, i mosaici, e tutte le altre belle invenzioni giunte ad altissimo punto di perfezione, e grandezza, che le sieno nate, e allargatesi da quel picciolo principio, che si legge in Plinio, lib. 35. Sez. 43. pag. 710.

Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Una giovanetta innamorata d’uno, che per qualche tempo dovea partirsi da lei, cercava in suo cuore qualche forma per alleggierire il dolore di tal lontananza. Mentre che si stava occupata in tal pensiero, vide l’ombra dell’amante suo disegnata sopra la muraglia dallo splendore d’una lucerna. Vedi ingegno, che da amore. La povera giovane pensò di conservarsi nel modo che potea la cara immagine, e guidando sull’ombra una linea quanto poté puntuale, ne segnò il contorno, e vi rimase dell’amato giovane la somiglianza. Avea costei per Padre un certo Pentolajo chiamato Dibutade, il quale considerata l’opera della figliuola, immaginò d’adattare sopra quelle lineate fattezze della creta, serbando con diligenza i contorni quali gli vedea disegnati. Fece in tal forma un proffilo di terra e poselo a cuocere, dando con tale accidente principio a così nobile ed ignegnosa imitazione della natura. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3

Vedi Tomo 3. De l’origine des lois, des Arts & des Sciences, & leurs progrès chez les Anciens peuples. Parigi 1759, in 12. Libro in sei volumetti, che al presente si sta traducendo in Italiano.

Legni arrivati.

7. Febraro. Lattina, Patron Michiel Sirovizza, venuto da Traù, con 3. Cai Oglio. 1. Rodolo Rassa in più Cavezzi. 1. Rodolo Bedena. 3. Mogliazzi Susini. 4. Cassette Candele di Seo di tramesso. 1. Mogliazzo Carne Salata.

Legni pronti a partire.

La Nave Gloria Celeste del Cap. Nicolò Vianello, è in pronta partenza per Zante, a far il suo carico per Inghilterra.

La Nave S. Vittoria, Cap. Covacevick Raguseo, continua a far il suo Carico per le Scale di Genova e Spagna, e partirà il venturo mese.

Un’altra Nave Ragusea partirà fra breve, a termine il suo carico a Trieste, per indi passare per Genova e Spagna.

La Tartana del Cap. Anselmo è in partenza per le Scale basse.

La Nave Veneziana Buona Amicizia, Cap. Silvestrini si allestirà in breve, per le Scale di Soria.

La Checchia del Cap. Tiozzo ha fatto vela per Lecce e Zante.

Li Cap. Caccace, Adorno, Picello e Zane si trovano in partenza per Corfù.

Prezzi delle Merci a Rialto.

Caffè d’Alessandria- Duc. 44. in 45. per 100. Libre.

Caccao di Caracca- Duc. 55. in circa il 100.

detto di Portogallo- Duc. 38. in circa il 100.

Dell’altre mercanzie non essendosi ancora alterati i prezzi, Vedi (sic!) Gazzetta num. 2.

Cambj per le Piazze Estere, corsi addi 8. Febbrajo 1760.

Lione Ducati- 59. 1/4 Banco per Scudi d’Oro Sole N. 100. da Lire 3. l’uno.

Bisenzone Soldi- 132 1/2 per un Scudo sa Carantani 93.

Roma Scudi Oro Stampe 62 1/2 per Ducati 100. Banco.

Napoli Ducati Regno 121 per Ducati 100. Banco.

Firenze Scudi- 80. Oro da Lir. 7 1/2 per Ducati 100. Banco.

Livorno Pezze da 8/r 103 3/4 per Ducati 100. Banco.

Milano Soldi- 156 1/2 per un Scudo di Soldi 117. Imperiali.

Genova Soldi- 95 1/4 per un Scudo da Lir. 4: 12 Fuori Banco.

Anversa grossi- 93 1/2 per un Ducato Banco.

Amsterdam grossi- 90 1/2 per un Ducato Banco.

Amburgo Reistaleri- 91 ¾ per Ducati 100. Banco.

Londra Sterlini- 50 7/8 per un Ducato Banco.

Augusta grossi- 99 5/8 per un Ducato Banco

Vienna Fiorini- 191 1/2 per Ducati 100. Banco.

Ancona

Bari nulla in questa settimana

Lecce.

Il giorno degli undici fu recitata nel Teatro di San Luca la Commedia delle Circasse. Vedesi in detta favola essere stata intenzione del suo Nobilissimo Autore di fare un confronto fra i costumi naturali, e i sentimenti ingenui d’una Nazione non coltivata, nè ripulita, e quelli delle Nazioni colte. E’ lavorato il pensiero con molta finezza; perchè di quando in quando riscalda artifiziosamente l’azione, e ravviva il nodo, per arrestare l’udienza, e potere a tempo introdurre una fina ironìa, e una satira giudiziosa, che vi regna da capo a fondo, e viene con diletto ascoltata. Sopra tutte sono eccellenti le due Scene fra Roselane, ed Enrico, nelle quali si vede nel cuore della fanciulla. Circassa essere più vigorosa l’ambizione che l’amore. Al solito l’attrice, soprannominata Ircana, dipinge il suo carattere d’ingenuità, come ha fino a quì maravigliosamente imitati tutti gli altri da lei rappresentati. Comincia la Commedia con un Prologo all’usanza delle antiche, ed è necessario per avvisare il popolo del nuovo costume d’essa Commedia. Dicono i conoscenti, che in questa rappresentazione par loro di vedere quel genio, che fece tanto onore al Presidente di Montesquiou nelle lettere Persiane.

Avviso.

Per l’ultimo giorno del Carnovale nel Teatro di San Benedetto si darà principio all’Opera all’ore 18. con una bella illuminazione.

Nel teatro di San Moisè si comincerà alle ore 5.

Nel teatro di San Giangrisostomo, e di San Lucca si principieranno le Commedie all’ore 24.

In quello di Sant’Angelo medesimamente alle ore 24., Ma vi si faranno fuochi; e fuochi anche nel Teatro di San Samuello, ove si darà principio alla Commedia alle ore 5. ◀Ebene 2

Avviso.

Vedendo che il maggior concorso per avere la Gazzetta si fa a’due Posti di Paolo Colombani Librajo, e di Florian sotto le Proccuratie nuove, pensiamo di ritirarla dagli altri tre luoghi per meglio servire alla volontà del pubblico; stando però a quanto abbiamo avvertito dei fogli vecchi, che restano solamente appresso al Colombani.

Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.

A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian.

In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo.

Con Privilegio. ◀Ebene 1