Martedì 14. Agosto 1787.
Venerdì prossimo
passato, trà la pioggia benefica, che a ristorarci discese, volò una saetta in Cà
Quasi nel tempo medesimo scoccò un altro fulmine a Murano, sopra un casone
dietro al Negozio Bigaggia. Neppur questo offese persona veruna.
La dirotta pioggia poi che cadde la sera della prossima passata Domenica su questa Città, e su
molti Paesi della Terraferma, fu invocata dalle comuni preghiere, e per temperare l’aria infocata
che tornava ad affannarci, e per abbeverare le aride campagne su cui piangeva i suoi perduti sudori
l’agricoltor addolorato. Ma la consolazione fu oppressa dallo spavento, per il vivo fuoco
strisciante onde ardeva il Cielo: per il fragore de’tuoni il cui rimbombo assordava; per il fremito
e contrasto de’venti, che parea minacciasse le più solide Fabbriche, e per lo scoppio de’fulmini.
Non si conta trà le disgrazie il turbine che ad Uriago divelse delle annose
grossissime Piante; la Barca di canna che rovesciossi nel Canale della Giudecca; la saetta che colpì
il Campanile de’SS. Apostoli, e poi discese nella sottoposta Casa del Fabbro
ferrajo, perché nulla è succeduto di peggio. Il terror è un male, che passa col pericolo: ma la
perdita de’nostri simili è quella che merita le lagrime dell’umanità.
Contro le persecuzioni dell’umana malignità, o le ingiustizie del Mondo, è sempre un
gran conforto il testimonio interno d’una illibata coscienza, le sue segrete intelligenze celesti:
ma son poche quell’anime fortificate dalla Cristiana Filosofia a segno d’esser insensibili a’mali
presenti sulla speranza de’beni futuri. Esclusa la jattanza, Battista Biasetti eletto Arciprete di S. Niccolò della Mira, può avere una utile influenza sul destino di
quelli, che calcano l’orme, che lo condussero all’attuale sua dignità. Amato e riverito dalli
Parrocchiani di SS. Apostoli, giacché non hanno potuto festeggiare il
Piovanato a cui aspirava, vollero almeno dargli tutti i pubblici attestati possibili della loro
divozione nel giorno che lo divise da essi, il quale fu per lui di trionfo. Gli artigiani della
Contrada hanno adornato le mostre delle loro botteghe con tutti quegli apparati che fare si sogliono
per l’Ingresso de’Parrochi; dalle finestre pendevano i variopinti tappeti, e i serici addobbamenti;
il linguaggio delle Muse era espresso in ogni parte in una quantità di Sonetti e Canzoni celebranti
il Soggetto di tanto giubilo. Il rincrescimento di perderlo fu superato dalla compiacenza del suo
innalzamento. Nel congedarsi dalle Famiglie più ragguardevoli della Parrocchia fu obbligante,
affettuoso, e fece versar delle lagrime miste di dolore, e di gioje. Lo sparo de’mascoli distribuiti nel campo di quella Contrada in quantità non ordinaria, fu l’addio di
separazione, che sentir fecesi in gran lontananza. All’affetto di quelli, ch’egli ha lasciati,
s’aggiunse l’esultanza di quei che l’acquistano; panegirico amplissimo del sommo suo merito. Erano
questi raccolti in alcuni Burchielli parati festosamente, che uniti a molte
altre Barche tutte aventi segni di solennità, formarono il suo brillante accompagnamento. Tutti i
luoghi che guardano su’canali per cui è passato, furono pieni di spettatori, come se una Regata li
avesse mossi.
Il freddo Stoicismo sorride a queste popolari dimostrazioni; ma il saggio imparziale ammira nell’oggetto della pubblica contentezza un merito strasordinario, e gli rende omaggio.
Se ci verrà qualche relazione dalla Mira sopra il suo ricevimento, e sulle
Feste apparecchiategli, non mancheremo di darla in luce: ma troviamo tant’avarizia in quelli che
dovrebbero spontaneamente arricchire il nostro Foglio di novità, che non ci lusinghiamo d’averla sì
facilmente.
11. Agosto.
E. Pietro Vettor Pisani Proc. di San Marco.
Allora quando si creò nell’anno 1497. questa Magistratura, non era composta che
di due Patrizj, i quali chiamavansi Proveditori ed Esecutori alle cose marittime. Dallo stato provisionale passò questa all’Aristocratica fermezza due anni dappoi,
ricevuta dall’autorità del Consiglio di X. e sua Aggiunta, il quale l’accrebbe d’un terzo
Proveditore e diedele compimento.
A tal epoca li tre Nobili, che la compongono, ebbero il titolo di Proveditori
all’Armar. Le loro imcombenze economiche riguardano la marittima Armata
grossa e sottile.
E. Alvise Zusto.
E. Francesco Lippomano.
E. Gio: Battista Albrizzi 4.
12. Agosto.
Carmerlingo a padova dura mesi 16.
E. Lodovico Maria Soranzo.
E. Pietro Alessandro Manolesso qu: Giorgio, fu 40.
Li tre Auditori delle Sentenze fermano un Magistrato,
ch’ebbe la sua instituzione nell’anno 1343. La di lui potestà fu in varj tempi ora soggetta a
diminuzione, ora onorevolmente accresciuta. Ebbe in delegazione le appellazioni di tutte le Cause
puramente civili; onde gli Auditori chiamavansi Avogadori Civili; e nell’anno 1376. il Consiglio di X. loro assegnò un sito distinto delle Riduzioni del
M. C.
E. Giov. Diedo di E. Piero Alvise.
E. Marc’Ant. Michiel qu: Giovanni.
E. Lor. Memo Capo dell’Ecc. Cons. di Dieci, qu: Pietro, fu Consiglier.
E. Giambat. Contarini qu: Simon Proc. di S. Marco, fu
Consiglier.
E. Ang. Diedo qu: Antonio Cavalier, fu Consiglier.
E. Alv. Mocenigo secondo qu: Serenissimo, fu Consiglier.
E. Francesco Battaja qu: Giovanni, fu Consiglier.
E. Giovanni Grassi qu: Angiolo, fu Consiglier.
E. Agostin Barbarigo.
In una Lettera pervenutaci da Treviso intendiamo, che colà sia piaciuta quella che
scrisse il Letterato Forestiero alla Signora Giovanna
Pavan. Il suo autore c’interroga se sia vero, che Letterato si chiami
chi gliel’hà scritta, e chi sia la persona proposta alla Pavan per esempio d’entusiasmo soverchio, e di bel
talento tratto dalla vanità fuor di carriera. Sospetta che sia la
Signora Sacchetti: ma non trova fondamento al suo dubbio, e dice essere
informato, che questa Ragazza sostiensi nelle altezze del suo merito, ed è universalmente applaudita
benché i torchj non istridino ad istampare composizioni poetiche in lode sua. Dissente
dall’espressione del Forestiero intorno ai Sonetti, ed
accorda che non vagliano niente i cattivi, ma sostiene ch’uno di buono può
onorare i talenti meglio assai della prosa. Non
capisce come chiamandosi Forestiero intorno ai Sonetti, ed accorda che non vagliano niente i cattivi, ma sostiene
ch’uno di buono può onorare i talenti meglio assai della
prosa. Non capisce come chiamandosi Forestiero dica poi desidero
alla mia Nazione de’progressi in ogni genere, né quale Nazione abbia ad intendersi. Bramerebbe conoscerlo, gli protesta stima, ed a noi rivogliesi
per esserne pubblicamente informato.
persona in cui la Pavan deve specchiarsi, la quale può essere
fallevole; e tacer per prudenza si deve quand’anco tale non fosse: Che non conosciamo lo scrittore
Forastiero: e che se lo conoscessimo non per questo verrebbe nominato nel
nostro Foglio; stimando sacro dovere di non mai palesare che da sé stesso non manifestassi.
Witrite Cappellano di Cromvvell, sapendo che l’aneddoto dev’essere interessante, e protestando di non averlo mai
letto con tutte le sue circostanze. È fortuna per noi il potere servirlo prontamente colla
traduzione del seguente Articolo.
La ipocrisia sollevò Cromwell al trono dell’Inghilterra: e durante la sua tirannica usurpazione, tutti i di lui
Cortigiani furono furbi: ma non giunsero mai alla raffinata scaltrezza del loro padrone.
Aveva questi un Cappellano chiamato Girolamo Witrite, uomo ardito, ambizioso, e capace d’intraprendere qualunque cosa per il suo innalzamento. Fosse
amore, o politica, questo favorito osò di aspirare alla mano di Francesca
figlia minore di Cromwel. Era giovine, ben fatto, eloquente, e seppe
piacerle. La stretta intelligenza di questi due Amanti, non isfuggì ai guardi attenti del Tiranno
dell’Inghilterra. I di lui sospetti erano in apparenza leggieri, e volle che la condotta del
Cappellano, e di sua Figlia, esaminata fosse diligentemente da più fedeli de’suoi domestici, prima
di prendere veruna risoluzione. Fu avvisato un giorno, che il Cappellano era appresso della sua
Bella; egli corse pieno di rabbia a trovarlo, e lo sorprese in atto di baciare a Francesca la mano, ginocchiato a’suoi piedi. Se l’audace amante sconcertato si fosse, è fuori di
dubbio, che Cromwell destinato l’avrebbe al supplizio. Ma in vece di
sbigottirsi, con tuono di fermezza gli disse:
O Cromvvell, Genio tutelare della Gran Brettagna, degnatevi di unirvi a
me, e piegata s’è possibile, l’animo della Principessa vostra Figlia. Io sono prosteso a’suoi piedi,
ed ho giurato di non alzarmi, s’Ella non m’accorda in isposa Miss M . . . . la giovine sua
Damigella.
Cromwell fu certamente sorpreso dal discorso del suo Cappellano: ma sì
perfettamente egli conosceva tutti i ripieghi della furberia, che mai non rimaneva ingannato. Finse
di credergli, e ordinò in quel momento a sua Figlia di non opporsi all’amor di Witrite. Si fece venire sul fatto un Ministro, e Miss M . . . . e fu celebrato il matrimonio
sotto gli occhi del Protettore, che in grazia di questa unione regalò agli Sposi una somma di
cinquecento lire sterline, ed in seguito ebbe cura della loro fortuna.
Il Tiranno finse d’essere disingannato: Witrite ottenne
ciò che non aveva bramato giammai ed ambidue s’ingannarono vicendevolmente, certi ch’uno non era
dell’altro la vittima.
13. Agosto.
E. Ottavian Zane qu: Zuanne.
E. Ang. Venier di E. Camillo.
E. Aur. Venier qu: Zuanne
E. Prospero Valmarana.
E. Zuanne Gritti.
E. Francesco Vendramin.
E. Francesco Savorgnan.
E. Renien Zen.
Gl’Illustrissimi et Eccellentissimi Signori Governatori
all’Entrate, si porteranno il giorno 20. del mese corrente al Pubblico Incanto a Rialto, per
deliberare per una o due Condotte d’anni due l’una, da cominciar al termine delle attuali, il
Canevino a S. Marco, e il
Bastione a S. Simon Piccolo
Salvo sempre il consenso, e l’approvazione dell’Eccellentissimo Senato.
La sera delle prossima passata Domenica, li Seguaci di Talia
fecero la prova del Giulio Sabino
in Roma Tragedia del Signor Cavaliere Greppi
Bolognese, che fu rappresentata pochi anni sono dalla Comica Compagnia di questo Teatro di San Gio: Grisostomo. Venerdì prossimo venturo daranno essi la prima Recita della
medesima quando le attuali disposizioni alterate non vengano da qualche ragionevol motivo. Siamo
informati che si studia con tutta esattezza per emular il valore delle altre Accademie recentemente
istituite in queste Città, e speriamo di poter quanto prima notificare al Pubblico il felici
progressi anco di questa, com’abbiamo accennato nei primi numeri del Foglio presente.
Mercordì 15. corrente giorno dell’Assunzione di M. V. nella Chiesa del Pio Luogo de’Poveri Derelitti detto l’Ospitaletto, si canterà un’Azione Sacra intitolata Sebà messa in Musica dal Signor Maestro Francesco Gardi.
Sarà sostenuta dalle Signore Paola Caldara, Lucia Bianchi, Giovanna Fantinato, Catterina Terzi, e Giustina Lorena. La Prima Parte
è chiusa da un Terzetto delle Signore Bianchi, Caldara, e Fantinato, e
l’Azione dalla replica d’una Sinfonia militare.
Due Camere fornite, o almeno una grande con focolare e che sia chiara. Si vorrebbero
trà lo spazio, che stendesi dalla Contrada di S. Bartolommeo a quella di S. Angiolo, o nelle sue
vicinanze, tanto dalla parte della Piazza, che da quella opposta. Chi le cerca è uomo solo, e non
mangia in Casa. Se qualche onesta Famiglia civile è al caso di prevalersi di questa occorrenza, lo
comunichi alla Signora Chiara
Todeschini in Calle di Cà Lando a San Luca, che avrà
da essa le informazioni necessarie.
Una Casa grande atta al servizio di Nobile Famiglia, in Padova, nelle vicinanze di S.
Lucia, rifabbricata di fresco, divisa in più Appartamenti, ed in tutte le sue
parti in buon essere, con Rimessa grande per Legni, Stalla per dieci cavalli, ed ogn’altra comodità.
Contigue ad essa un Casino con cui comunica, che può servire anco separato.
Chi applicasse all’acquisto può intendersela in Padova con il Dottor Luigi
Conti, e a Venezia coll’Eccellente Signor Giovanni Cavalli, i quali
hanno i documenti della sicurezza dell’acquisto, e sono incaricati del prezzo fissato alla
vendita.
Spettacoli.
Jeri fu giorno di gran gala in Fiera, ove fece anche solenne
ingresso S. E. Zuanne Labia Capitanio. Si annoverarono da trecento Carrozze,
e queste quasi tutte di moderno disegno. Se ne contarono sedici di nuove, eseguite sui modelli di
Parigi, o di Londra. Noi qui abbiamo ora degli Artefici eccellenti nella costruzione di tali
macchine, che nulla invidiano agli stranieri. La sontuosità ed il lusso si diffondeva anche nelle
Livree, e ne’fornimenti. I nostri Battaglioni di Cavalleria erano messi assai elegantemente, e
questi pure seguivano il trionfo dei cocchj aurati; e il tutto insieme formava uno spettacolo di
ricchezza, e di grandezza. La notte vi fu gran concorso al Teatro, e tal giorno fu tutto dedicato al
piacere, al divertimento, alla comparsa.
Suo Servitore
3. Agosto 1787.
Checchia la Mad. del Rosario Cap. Crist. Cosovich veneto da S.
Mauro, con Sale.
Ad. Detto.
Pinco Napol. la Madonna dell’Assunta Capit. Pietro Sposito da
Goro, vuoto.
Ad. Detto.
Polacca Napol. la Mad delle Grazie Capit. Pasq. Savarese da
Goro, vuoto.
Ad. Detto.
Piel. Mad. della Salute Capit. Gio: Naratich da S. Maura e Corfù
con Sale.
Ad. 4. Detto.
Polacca S. Antonio Cap. Vic. Carmeich da Patrasso e S. Maura,
con gottoni e sale.
Ad. Detto.
Trab. Pat. Zuanne Supisich, da Zara, con castrati.
Ad. 5. Detto.
Martegana Mad. del Lauro Capit. Giuseppe Tramontana Napol. da
Napoli e Messina con marmi, pocellana, polvere di gripola e soghero.
Ad. 8. Detto.
Trabacolo Providenza Divina Capit. Andrea Zenaro da Santa Maura con sale.
Ad. 9. Detto.
Nave Mad. del Scarpello Cap. Zorzi Voivodich da Smirne, e Golfo
con Valonia.
Ad. 13. Detto.
Bracera S. Euffemia Patron Francesco Bertoli da Zara con sugo di
marasca, e montone.
Ad. 4. Detto.
Cap. Luigi Vianello Veneto per Ceffalonia.
Ad. Detto.
Cap. Franc. Vianello Veneto per Ceffalonia.
Ad. Detto.
Cap. Domenico Vianello Veneto per Ceffalonia.
Ad. 6. Detto.
Cap. Matteo Zar Veneto per Malta.
Ad. Detto.
Capit. Giacomo Robbs Inglese, per Zante e Ponente.
Ad. 7. Detto.
Cap. Domenico Vianello Veneto per Ceffalonia.
Alfieri: uno sullo stesso Soggetto di quello già da noi pubblicato, l’altro sulla
Tomba di Dante. Diamo luogo di buon grado al Primo nel Foglio presente, e
destiniamo ad un altro il secondo, colla lusinga di far cosa grata agli amatori della Lirica Poesia.