Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "I debitori sovvenuti", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\04 (1822), S. 17-20, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1092 [aufgerufen am: ].


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I debitori sovvenuti

Zitat/Motto► Eorum misereri oportet, qui propter fortunam, non
propter crimen, in miseriis sunt

(Cic. R.).

Bisogna aver compassione di coloro i quali per mala
ventura, non per malvagità, caduti sono nella mi-
seria. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Era per avventura dinanzi alla porta della mia casa, Metatextualität► raccontava Goodman ◀Metatextualität, una moltitudine confusa di popolo; sicchè io, che non ne sapeva la cagione, ne dimandai il mio famigliare che mi venne ad aprire. Nel vero, rispose egli, il caso è del tutto nuovo. Un fanciullo di forse dieci anni, che alla vicina bottega era andato a comperare alcuna cosa, è stato riconosciuto dal mercatante, al quale il padre del fanciullo, che ha numerosa famiglia, è debitore di una non grande quantità di denari. Ma il mercatante, che contro il suo debitore ha avuto mandato da farlo prendere, ha richiesto il fanciullo, dove fosse la sua casa; e quegli non lo avendo voluto dire, ha provato di corromperlo per moneta, facendogli le maggiori promesse e carezze del mondo. E non gli valendo eziandio queste lusinghe, ha voluto colle minaccie spaventare il fanciullo, il quale nè dal timore, nè dalla speranza mosso in niuna guisa, si è posto a sedere in sul marciapiede rincontro alla bottega, affermando che egli anzi starebbe quivi tutta notte, che mostrare al [18] crudel mercatante la via da trarre in prigione il suo padre.

O quant’animo e quant’affezione! diss’io fra me. O vergogna degli uomini: i quali se questo magnanimo esempio conoscessero dovrebber di se stessi senza modo arrossare. Certi o per avarizia vendono la patria, o per tema la tradiscono; mentre che questo generoso fanciullo, per non manifestare il padre, le larghe profferte rifiuta, e non cura le altrui minaccie, come che pure il bisogno potesse condurlo a ricevere quello che porto gli era, e potesse la piccola età scusabile fare la sua debolezza, se egli vi si conducesse.

Io n’andai dal mercatante, o dimandatolo se della somma che aveva egli ad avere, grand’uopo avesse, risposemi: Mercè del mio senno, no; ma io soglio diligentemente pagare mio debito, e voglio che gli altri facciano meco il somigliante. Avete ragione, soggiuns’io; ma questo infelice è stato percosso da molti infortunii che non potè antivedere, i quali non gli hanno lasciata possibilità da sdebitarsi così tosto, come voi vorreste. E non sarebbe il migliore che vi atteneste alla sua fede ed all’onor suo, senza farlo mettere in carcere, e torgli ogni via da potervi pagare? — Come, io starmi all’onor suo? Veramente questa sarebbe idonea cauzione. — Conosco che ad un par vostro ella non basta. Adunque io do la mia, e scriverete il suo debito al nome mio. Solamente per questa maniera mi riuscì di volgerlo dal proponimento che fatto avea di far prendere il suo debitore.

[19] Ed io rivolto al fanciullo, che col volto fra le mani nascoso piangea forte, Tornate, dissi, amico mio, tornate a casa vostra, che al debito del vostro padre è soddisfatto. Non si trattenne a rendermi le grazie il fanciullo, ma la subita letizia che gli rise negli occhi, e la fretta ond’egli si dirizzò e corse alla sua casa, piacquemi assai più che le più faconde dimostrazioni di gratitudine non avrebbero fatto. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3

Sì crudeli e sì torte, seguitava Goodman, mi sono parute le leggi contro i debitori stabilite, che m’è stato forza, purchè la non troppo agiata mia condizione me n’abbia conceduta facoltà, sempre porgere ad essi sussidio. Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Vidi un giorno nel mezzo della strada gran gente ammassata; là dove io accostatomi, ebbi scorto un pover uomo essere strascinato per debito in prigione, il quale con gli occhi pieni di lagrime spesso al ciel riguardava, come se a quello della perduta libertà si richiamasse. Di che tanta compassion mi venne, che io mi spinsi oltre, e dimandai quanto avesse a dar costui all’inumano suo creditore: ed uno risposemi: Dieci lire sterline. Oh cielo! per dieci lire è tolta ad un uomo la libertà! Ma perciocchè la quantità era piccola, mi confortai; e tantosto venutone presso al prigioniero, gli diedi tutti i denari, quanti n’avea nella mia borsa, dicendogli che con quelli si riscuotesse, nè per disavventure che gli sopravvenissero, si volesse per innanzi disperare. Quantunque per allegrezza e per istupore non potesse far parola, non pertanto il suo tacere dichiarava più che niuna efficace eloquenza. Era egli povero, [20] ma dabbene: aveva moglie, aveva figliuoli, e vivuto era in più lieto tempo. Coloro che questo veduto avevano, congratulavansi a lui d’avere avuto pure un amico; ed io mi dileguai di là più contento assai che un gran signore non sarebbe, poscia che Sua Maestà al suo levarsi gli avesse indirizzato qualche motto.

Andava io con meco dicendo dopo così: È il vero che la compassione m’ha oggi costretto a spendere oltre la mia facultà: ma io porterò questo cappello e questo abito sopra il termine che io aveva proposto anche un anno, e le mie ragioni saranno adequate. Certamente l’abito è già vecchio, ma è liberato il debitore. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1