Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "Elogio del mio cane", in: Lo Spettatore italiano, Vol.3\82 (1822), S. 351-352, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.854 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Elogio del mio cane

Zitat/Motto► Nil tibi non tribuit dominus, Bembine catelle,
A quo nomen habes et tumulum et lacrymas
.

Bembo.

Tutto, o Bembin, il tuo signor ti diede,
Che nome e pianto e tomba ti concede. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Con quanto piacere, con quale contentezza, compagno a te, mio caro Argo, m’allontano dalla maligna turba, per respirar l’aria pura della campagna! Sebbene la fortuna mi sia nemica, tu sempre sei pronto ad accogliermi con amicizia, e starei per dire con un’aria ridente, o gioconda almeno e festevole. Tu salti e scherzi intorno a me; tu mi porgi familiarmente la zampa, e solleciti la mia attenzione con isguardi così espressivi, che sembra mancarti soltanto la favella per dire: Voi siate il molto ben venuto. Nel mondo non incontro che orgoglio, invidia, falsità e ingratitudine. Questi che a solo a solo giura d’essermi intimo amico, in pubblico non mi riconosce, o mi fugge. Quegli m’invidia perfino quella riputazione di bontà e di filantropia della quale io godo. Uno che in gran parte mi deve il suo innalzamento, non mi guarda più dall’elevato posto cui giunse. Un altro prendeva somma cura di me, e mille offerte mi faceva ogni giorno di amichevoli servigi, ed ora ha dimenticato perfino il mio nome. Gli amici stessi che io amo e stimo, mi [352] deridono, mi biasimano della mia singolarità in un modo così libero ed audace, che debbo per necessità offendermene. Ma tu, mio caro Argo, sei immutabile nel tuo affetto. Sono ormai dieci anni da che viviamo insieme, nè punto è scemato il nostro scambievole amore; o se insorse mai fra noi qualche picciolo dissapore, confesso ingenuamente che il torto fu quasi sempre mio, e che tu sempre movesti il primo a riconciliazione.

Tu non mi lasci mai, diletto mio Argo, nè in campagna nè in città; tu sei il mio compagno, il mio custode fedele. S’io studio, tu riposi tranquillamente tutto il giorno presso me; la notte difendi la mia porta con vigilanza costante, ed allontani i ladri dalla mia casa. Tu se’ l’amico de’miei amici, il nemico de’miei nemici; accogli i primi con sincera festa, ed abbai contro i secondi con onesta collera. Nulla potrebbe sedurti o sospignerti a tradire il tuo signore. In contraccambio di tutti questi servigi, sei pago abbastanza di qualche carezza della mia mano, di qualche picciolo avanzo della mia tavola. Amato Argo, mentre sto meditando il tuo elogio, tu giaci a’miei piedi, e non pensi nè alla mia riconoscenza nè al tuo merito. Ma sei pronto al più picciolo rumore per difendere il tuo padrone, il tuo amico contro chiunque venisse a turbare il suo riposo, e a minacciarne la sua sicurezza. Io non sono ingrato, mio caro Argo, nè arrossisco in dirlo: ti amo con una parte di quello affetto stesso che consacro agli amici miei. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1