Pietro Merlo an Hugo Schuchardt (05-07109)
von Pietro Merlo
an Hugo Schuchardt
04. 04. 1886
Italienisch
Schlagwörter: Revue critique d'histoire et de littérature Wundt, Wilhelm Henry, Victor Paul, Hermann Ascoli, Graziadio Isaia Meyer, Gustav Henry, Victor (1886) Paul, Hermann (1880) Paul, Hermann (1886) Graziadio Isaia Ascoli (1886) Mücke, Johannes (2015) Schuchardt, Hugo (1886)
Zitiervorschlag: Pietro Merlo an Hugo Schuchardt (05-07109). Pavia, 04. 04. 1886. Hrsg. von Frank-Rutger Hausmann (2019). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.9218, abgerufen am 13. 10. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.9218.
Pavia, Via Pusterla.3
4 Aprile 1886.
Illustre e gentile Collega,
Da un caro amico veneto, che può avere ottime informazioni, sento che, per ora, non si deve pensare a nessun pericolo che vi sia di attraversare le sue provincie. Non mancherò di scriverle e di darle avviso, se i casi sporadici si faranno più gravi e frequenti. Intanto mi permetta di esprimerle che sarebbe per me una ben viva consolazione quella di conoscere di persona Lei e la Sua Signora Madre e mi lasci godermi questa speranza!
Non ho veduta la scrittura del Wundt.1 Ho veduto invece l’articolo di V. Henry, il quale mi è parso molto debole, quantunque per me troppo lusinghiero. 2
A me fa dire ch’io creda assolutamente incostanti le leggi fonetiche.3 Ma io avevo piuttosto parlato di necessaria incostanza degli effetti delle leggi fonetiche, notando la possibilità di indefiniti intrecci e combinazioni |2| delle parlate individuali. E questo concorrere degli individui a produrre qualunque lingua, qualunque dialetto me lo tace V. Henry! E mi fa un paragone, che non regge, con la craniologia! … Ma io non so che da cranio a cranio succedano continuamente scambî di molecole, come per la lingua, che è un fatto essenzialmente sociale, è necessario il commercio de‘ pensieri e delle parole!
Io non vorrei parere paradossale a bello studio, ma vorrei che quando si tratta di principî mi si concedesse di ragionare a filo di logica e di accettare le conseguenze che scendono dirittamente dalle premesse, senza alterarle perchè si giudichi praticamente opportuno il farlo.
Ora la conclusione voluta dalle premesse dello stesso Paul4 dovrà essere senza dubbio la necessaria varietà degli effetti delle leggi fonetiche.
Oserò io formulare a Lei il mio raziocinio? Non so resistere alla tentazione; ed Ella mi perdoni … e, se sbaglio, mi ammonisca.
Le leggi fonetiche non valgono per le parole straniere ad un dialetto. (Ciò è ammesso dai neogrammatici).
Ma un dialetto veramente irreducibile non può essere altro fuor che la parlata di un individuo solo (Anche ciò è insegnato da’neogrammatici).
|3|Dunque le leggi fonetiche non valgono per le parole che sono straniere ad un individuo, per le parole che egli abbia tolte ad altri …
E poichè un individuo le toglie tutte o quasi tutte da altri le sue parole, la conchiusione è questa che: le leggi assolute fonetiche non valgono … e non valgono punto punto per le parole individuali!
Questo mio raziocinio non è punto sofisma, se si pigliano sempre nello stesso senso di leggi semplici, pure, uguali, indefettibili quelle parole „leggi fonetiche“.
E per toglier via ogni ombra di paradosso, basterà ben dire che le leggi fonetiche governando gli organi vocali degli individui, che sono indefiniti, possono avere indefinite complicazioni …
Ma accade che gli oppositori nostri vadano più in là, forse senz’accorgersene, di quanto noi si voglia!
Noi ci contentiamo di dire che non in tutte le parole di una lingua si possano constatare le stesse leggi fonetiche ed Ella ha il merito particolare di aver posto in bellissima |4| luce il concorso dell’associazione psicologica, come la chiamano, con le leggi fonetiche nello alterare la parola …
Ma V. Henry non si contenta di ammettere tutto questo, di consentire i periodi di occillazione di pronunzia, di consentire le mutazioni consapevoli della moda e del sentimento estetico …
Egli afferma che in g’morgen, Usted, syouplé Boulmiche „on ne sera tenté de rechercher la loi phonétique“.
Ma anzi pare a me indubitabile che in siffatte parole le leggi fonetiche abbiano operato più fortemente del solito, appunto perchè si pronunziavano „aussi machinalement, aussi rapidement qu’un pianiste joue une phrase qu’il a mille fois répétée“ … 5
E che dire poi di quel volere che si mantenga come principio d’investigazione il principio „reconnu contestable en lui-même“? ecc, ecc. Ma invece di averne vantaggio, si avrà il danno di súbito ricorrere alle spiegazioni analogiche, anzichè cercare altra spiegazione fonetica o di sospendere il giudizio! …
Io ho vergogna di aver fatto una lettera così prolissa! La riprego di perdonarmi … Quando sarà uscita la lettera dell’Ascoli6, riparlerò anch’io e dovrò dire che secondo me, nella sua risposta al Paul, Ella ha perfettamente ragione. 7
Mi riverisca G. Meyer.
Io, con l’antica ammirazione e con viva gratitudine, Le voglio sempre essere Affmo e Devmo
P. Merlo
D. S. Senza che Ella si disturbi a rispondere a questa mia lettera capirò dalla risposta Sua nella Revue critique8 quale sia il suo pensiero e ne farò mio profitto per ciò che dovrò scrivere poi pubblicamente.
1 Vermutlich Wilhelm Wundt, „Über Ziele und Wege der Völkerpsychologie“, aus ders., Philosophische Studien 1886, 1-27.
2 Henry hatte in derRevue Critique d’Histoire et de Littérature XXI, 1er semestre, 221-223 Merlos Cenni sullo stato della Grammatica Ariana istorica e preistorica, Torino 1885, rezensiert.
3 Vgl. auch Merlos ital. Übersetzung von Delbrück, Introduzione allo studio della scienza del linguaggio, contributo alla storia ed alla metodica della glottologia comparata, Turin: Ermanno Loescher, 1881.
4 Hermann Paul, Prinzipien der Sprachgeschichte, Halle: Niemeyer, 1880 (es folgen mehrere Auflagen); hier ist die 2. von 1886 gemeint.
5 Henry, Doppel-Rez. von Pietro Merlo, Cenni sullo stato presente della Grammatica Ariana istorica e preistorica u. Schuchardt, Ueber die Lautgesetze, Revue Critique d’Histoire et de Littérature, 21, 1886, 221-226, hier S. 215.
6 Ascoli, „I. Di un filone italico, diverso dal romano, che si avverte nel campo neolatino. Lettera a Napoleone Caix. II. Dei Neogrammatici. Lettera al Prof. Pietro Merlo“, in: In memoria di Napoleone Caix e Ugo Angelo Canello. Miscellanea di Filologia e linguistica, Florenz: Successori Le Monnier, 1886, 425-471.
7 Vgl. Johannes Mücke, „,…unsere freundschaftlichen Beziehungen …‘ Zum Verhältnis von Hermann Paul und Hugo Schuchardt“, Grazer Linguistische Studien 80 (Herbst 2013), 125-164.
8 Schuchardt, „Sur les lois phonétique. Réponse à M. V. Henry“, Revue critique d’histoire et de littérature 20, 1885, 294-300.