Zagabria, 8/10 99.
Chiarissimo signor Professore!
Prima di tutto La prego di non incolpare la mia pigrizia, se fino ad oggi non ho potuto dar risposta alla gradita Sua del 21 p. p. Sfortunatamente il prof. Brusina
Spiridon Brusina (1845-1908), kroatischer Naturforscher und Zoologe in
Zagreb, wo er verschiedene Funktionen im Wissenschafts- und Ausstellungsbetrieb innehatte.
dal quale speravo di aver le più sicure informazioni non era qui all’arrivo della Sua lettera. Intanto mi rivolsi inutilmente a parecchie persone native da
Vukovar
Vukovar ist eine Stadt im Osten
Kroatiens. Sie ist die Hauptstadt der Gespanschaft Vukovar-Syrmien.
, e soltanto tre giorni fa, arrivato il p. Brusina, dietro mia richiesta mi fece avere una monografia sulla pesca (
„Pabirci za hrvatsku ihtiologiju“ estratto dall‘ 8° anno del „Glasnik hrvatskoga naravosnovlogo društva“, Zagreb 1892
)
Hier S. 221-288 (aber auch mit einer Paginierung), und zwar S. 247.
, nella quale a pag. 27 non è altro che:
Trbok (Strutzner); la quale parola tedesca non conosco.
Fehlt in
[Grimm, ](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.bibliography#BIBL.2826)DWB.
Lo stesso Br. mi consigliò di rivolgermi a un certo prof. M. Medić il quale con tutta premura m’inviò un estratto dal
„Letopis Matice Srpske“, vol. 188, p. 128-129
, dal quale apparisce che il
trbok è una rete in forma di borsa attaccata alle estremità di due semicerchi a un palo, presso a poco in questo modo (io non ho nessuna pratica di disegno).
Con questo arnese si pesca sotto le rive sulle quali gli alberi o gli arbusti lasciano cadere i rami nell’acqua. Si giunge alla riva in barca: uno de‘ pescatori sommerge il trbok, e gli altri due sbattono i remi e l’acqua vicina con una specie di tavola o asse („uzmu po jednu budžastu trbočkušticu“) e fanno fuggire il pesce nel trbok. Lo stesso sigr Medić dice che la deteriazione di questo attrezzo da pesca è fatto dietro l’autoritá di pescatori da Semelino, ma che lo stesso à Vukovar, e aggiunge che Otto Hermann nel testo ungherese sulla pesca (non mi dice il titolo)
Otto Herman, A magyar halászat könyve, Budapest: Királyi Magyar Természettudományi Társula, 1887, 2 Bde.
a pag. 317 nomina il „turbukháló.“
Spero di aver soddisfatto il Suo desiderio. Aggiungerò però che prima di ricevere queste informazioni, ho cercato se si potesse trovare nella [lingua turca](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.824) l’origine di questa parola, ed ho trovato due vocaboli [persiani](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.707): tār, fil, corde; chaîne de la toile, filet, maille d’un filet“ (
[Zenker, dictionn. turc-arabe-persan, pag. 244c](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.bibliography#BIBL.4016)
), e bōgh, morceau de toile pour envelopper q. ch., paquet‘ (221b). Ne faccia quel poco conto che meritano. Se Le occorrono ulteriori spiegazioni (per es. Se vuole avere gli originali de‘ testi citati o copie autentiche), La prego di scrivermi liberamente e di comandarmi, e La servirò con tutto il piacere.
Invece di scriverle in [
tedesco](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.667) o nella mia lingua materna
[
Kroatisch](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.656)
., ho creduto bene di scriverle in [italiano](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.860), sebbene da molti anni ne abbia perduto l’abitudine.
Ella nel suo gradito foglio parla di sè come di persona a me ignota. Spero che sia per modestia e non per cattiva opinione che abbia della mia poca scienza. Se anche non mi occupassi di romanistica (come faccio, a dir la verità, da dilettante, nello stesso modo come mi occupo di matematica e di musica e altro), il Suo nome non poteva in nessun modo essermi ignoto. Anzi sono molti anni che ho l’intenzione di rivolgermi a Lei per pregarla di un consiglio. Ella già nel 1884 (Slavo-d. u. S.-it.)
[A. Brückner, [Rez. von:] Hugo Schuchardt, Slavo-Deutsches und Slavo-Italienisches. [...], ](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.bibliography#BIBL.1251)Deutsche Litteraturzeitung 6(26?), 1885, 933-934.
ha citato de‘ vocaboli ragusei (da me raccolti) che sono in avanzo della lingua romanza che una volta si parlava lungo la costa orientale dell’Adriatico. Più tardi ho studiato ancora la questione, eccitato acciò specialmente dalla monografia del dr. Ive sul dialetto veglioto
[Antonio Ive, ](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.bibliography#BIBL.4160)L’antico dialetto di Veglia, 2. ed., riprod. fotostatica [d. Ausg. Roma, 1886]
/ a cura di
Aldo Duro. - Roma: Ist. della Enciclopedia Italiana: 2000.
- In Budmanis Vaterstadt
Ragusa / Dubrovnik war das [Dalmatinische](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.3162) vermutlich bereits ausgestorben.
, ed ho pronta una sessantina di vocaboli (compresi quelli già pubblicati). Con questo materiale vorrei scrivere un trattatello di poche pagine (in italiano, perchè in [francese](https://gams.uni-graz.at/o:hsa.languages#L.226) o in tedesco mi costerebbe più tempo e fatica, e la lingua oltracciò avrebbe bisogno di esser rivista e corretta). Ecco adunque ciò di che volevo pregarla; in che periodico si potrebbe stampare questo mio piccolo lavoro?
[Der Beitrag ](https://amp.it.freejournal.info/25679/1/lingua-dalmatica.html) nennt zwar seinen Namen, aber keine Arbeit aus seiner Feder.
Se ha la bontà d’interessarsi a questo, mi risponda, la prego, con tutto il suo comodo, perchè il lavoro non è pronto, e per parecchio tempo il dizionario accademico non mi darà un momento di riposo.
Perdoni l’incommodo, e la fretta con cui Le scrivo. Mi comandi e creda sempre
Suo devmo
Pietro Budmani