Hugo Schuchardt Archiv

Milano, 5 febbrajo 1873.

Caro e riverito amico,

Le rendo cordialissime grazie per le incoraggianti parole che la cara Sua del 25 u. s. mi dirigeva, e pel succosissimo articolo¹ che ne era accompagnato.

Circa la divergenza ch'Ella nota, devo poi dirle, che tanto essa mi par minuta, da non potersi quasi avvertire. Io non nego punto che negli scrittori tedeschi si senta qua e colà la lor patria particolare, e più volte ho io stesso notato come si possa distinguere, a cagion d'esempio, fra scrittore austriaco e scrittore sassone. In qualche misura avvien lo stesso anche in Francia. Ma io, pure accennando a simili screzj (p. XIX in s.) ², sosteneva e sosterrei sempre, che l'Allemagna possegga la più salda unità di linguaggio letterario che sia mai ragionevole di sperare a volere.

Scusi la fretta, e mi voglia sempre bene.

Suo aff^mo

G. I. Ascoli.