Hugo Schuchardt Archiv

Firenze, 7 genn. 1900

Caro Collega,

Trovare può andare orgoglioso. Non so qual parola mai possa vantarsi di aver dato materia a una dimostrazione d’ingegno e dottrina così singolare, come quella che s’ha nella trattazione sua intorno a cotesto vocabolo. Le si tien dietro ammirando. Ne resulta anche una vera e propria convinzione? Non m’abbia per ostinato se riserbo il giudizio. La necessità di tanti puntelli suscita diffidenza. Le obiezioni contro turbare potranno essere rimosse una per una: ma tutte insieme? – E mi domando se la vecchia idea del Paris sia proprio da mettersi in disparte, e se gli esempi della Lex Visig. le facciano realmente ostacolo. “Ad veritatem instrumentorum probandam”! È proprio da escludere che un tropare musicale si sia avuto già in un tempo assai remoto? – Mi permetto di dire questa cosa perché scrivo familiarmente: se si trattasse di stamparla, ci penserei parecchie volte. – Sia quel che si vuole, Lei s’è mostrato anche questa volta un campione di primissima forza. Rispetto a ciò non ci sarà di sicuro che una voce. –

S’abbia ringraziamenti ben vivi per il dono prezioso dal

Suo Dev.^mo

Pio Rajna