Francesco D´Ovidio an Hugo Schuchardt (88-08493) Francesco D´Ovidio Sandra Covino Institut für Sprachwissenschaft, Karl-Franzens-Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung - Austrian Centre for Digital Humanities, Karl-Franzens-Universität Graz GAMS - Geisteswissenschaftliches Asset Management System Creative Commons BY-NC 4.0 2022 Graz o:hsa.letter.7699 88-08493 Hugo Schuchardt Archiv Herausgeber Bernhard Hurch Karl-Franzens-Universität Graz Österreich Steiermark Graz Karl-Franzens-Universität Graz Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen 08493 Francesco D´Ovidio Papier Brief 3 Seiten Neapel 1920-04-02 Hugo Schuchardts wissenschaftlicher Nachlass (Bibliothek, Werkmanuskripte und wissenschaftliche Korrespondenz) kam nach seinem Tod 1927 laut Verfügung in seinem Testament als Geschenk an die UB Graz. Sandra Covino 2022 Die Korrespondenz zwischen Francesco D´Ovidio und Hugo Schuchardt Hugo Schuchardt Archiv Bernhard Hurch

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Hugo Schuchardt Archiv

Das Hugo Schuchardt Archiv widmet sich der Aufarbeitung des Gesamtwerks und des Nachlasses von Hugo Schuchardt (1842-1927). Die Onlinepräsentation stellt alle Schriften sowie eine umfangreiche Sekundärbibliografie zur Verfügung. Die Bearbeitung des Nachlasses legt besonderes Augenmerk auf die Erschließung der Korrespondenz, die zu großen Teilen bereits ediert vorliegt, und der Werkmanuskripte.

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Francesco D´Ovidio Neapel 1920-04-02 Hugo Schuchardt Italy Naples Naples 14.26811,40.85216 Korrespondenz Francesco D´Ovidio - Hugo Schuchardt Korrespondenz Accademia dei Lincei (Rom) Wissenschaft Sprachwissenschaft Brief Italienisch
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Napoli, 2 aprile ’20Su carta intestata SENATO DEL REGNO. Carissimo,

Giungo ora da Roma e trovo la tua del 26 marzo, a cui rispondo immediatamente.

L’Accademia dei Lincei non ha cancellato alcun socio straniero; nemmeno uno che, ospite da lunghi anni di una delle più cospicue città nostre, e quasi carezzato in tutte le maniere, all’entrar dell’Italia in guerra le avventò contro un articolo pieno di vituperiiCf. F. D’Ovidio, Per un articolo antitaliano di Robert Davidsohn, in Opere, XIII, pp. 359-364 . La vicenda è chiarita in D’Ov.-Rajna , II, pp. 864-868. Robert Davidsohn (Danzica 1853-Firenze 1937) era all’epoca tra i massimi esperti di storia fiorentina: cf. Robert Davidsohn (1853-1937): uno spirito libero tra cronaca e storia, 3 voll., a c. di Wiebke Fastenrath Vinattieri & Martina Ingendaay Rodio, Firenze, Olschki, 2003. Nell’articolo Von Mittelalter zu unseren Tagen (in «Süddeutsche Monatshefte», 12 giugno 1915, pp. 395-420), lo studioso tedesco aveva espresso giudizi offensivi nei confronti degli Italiani. L’Accademia dei Lincei, di cui lo storico era socio dal 1910, fu chiamata dal Ministero della Pubblica Istruzione a esprimersi sul caso: D’Ovidio fu d’accordo con l’allora presidente, P. Blaserna, sull’opportunità della non espulsione. L’Accademia della Crusca e l’Accademia delle Scienze di Torino chiesero invece al Ministero la revoca dei decreti di nomina a loro socio del Davidsohn.. Io, assecondato dall’Accademia, ho fermamente tenuto che non si facesse il menomo atto ostile verso i socii appartenenti agli Stati nemici, e che nell’Accademia il puro patriottismo non degenerasse in passione politica. Si sono commemorati i socii stranieri quando ci è giunta notizia della loro morte; e dal discorso, che ti mando, da me tenuto nella seduta reale del passato giugno, potrai chiaramente scorgere quanta sia stata la nostra temperanza, quanta la nostra serenità in materia di scienzaSi tratta dell’intervento pronunciato nell’Adunata solenne del 15 Giugno 1919: cf. D’Ovidio, Discorso 1919 . Le pagine finali rappresentano una conferma dell’apertura internazionale con cui, per quanto i tempi lo consentissero, D’Ovidio si sforzò di dirigere l’Accademia dei Lincei e della sua costante riconoscenza per la lezione di rigore e di metodo impartita agli studi italiani dalla cultura tedesca, specie nel campo delle scienze linguistiche. A questo orientamento intellettuale egli resto sempre fedele, nonostante che, sul piano politico, avesse cambiato idea, nel corso del 1915, sull’opportunità che l’Italia entrasse in guerra contro l’Austria.. Se a suo tempo ti giunse il fascicolo dei Rendiconti del novembre 1914, vi potrai leggere il mio cavalleresco saluto, in nome dell’Accademia, a tutti i socii stranieri indistintamenteCf. la nota 3 alla lettera LXXXIV, HSA, 8490., e riconoscere, confrontandolo col discorso che ti mando, la fedeltà nostra a quel mio programma del 1914 mantenuta anche durante la guerra nostra. Ti mando anche l’Annuario dell’anno passato (quello del 1920 non è ancora stampato), da cui emerge ufficialmente che nessun socio fu cancellato, e che molto a torto codesta autorità universitaria ha soppresso la tua qualità di linceo come se questa fosse da mettere ormai in dubbioCf. Annuario della Reale Accademia dei Lincei. 1919. CCCXVI della sua fondazione, Roma 1919, p. 22, dove il nome di Schuchardt compare nell’elenco dei soci stranieri..

Ti ringrazio della risposta che facesti alla mia prima lettera, e mi duole di non avere oggi il tempo necessario per replicare minutamente alla tua carissima. I miei occhi infermi, e il contrasto che ne viene tra le mie possibilità fisiche e il gran numero dei miei doveri scolastici ecc., rallentano continuamente il mio carteggio. Così potessi sperare di rivederti ancora una volta qui tra noi, e dirti a voce tante e tante cose. Fra le altre questa, che mi ha profondamente addolorato la notizia datami giorni fa in Roma dal Rajna, che tu hai sofferte molte privazioni durante la guerra. Spero che ora stii bene in tutto, ed auguriamoci che la pace si ricomponga e l’Europa ricuperi almeno in parte la tranquillità e il benessere che con così criminosa leggerezza gli autocrati scompigliarono con una guerra superflua quanto tremenda.

Di cuore sono tuo aff.mo F. d’Ovidio