Francesco D´Ovidio an Hugo Schuchardt (83-08489) Francesco D´Ovidio Sandra Covino Institut für Sprachwissenschaft, Karl-Franzens-Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung - Austrian Centre for Digital Humanities, Karl-Franzens-Universität Graz GAMS - Geisteswissenschaftliches Asset Management System Creative Commons BY-NC 4.0 2022 Graz o:hsa.letter.7694 83-08489 Hugo Schuchardt Archiv Herausgeber Bernhard Hurch Karl-Franzens-Universität Graz Österreich Steiermark Graz Karl-Franzens-Universität Graz Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen 08489 Francesco D´Ovidio Papier Brief 6 Seiten Neapel 1912-01-03 Hugo Schuchardts wissenschaftlicher Nachlass (Bibliothek, Werkmanuskripte und wissenschaftliche Korrespondenz) kam nach seinem Tod 1927 laut Verfügung in seinem Testament als Geschenk an die UB Graz. Sandra Covino 2022 Die Korrespondenz zwischen Francesco D´Ovidio und Hugo Schuchardt Hugo Schuchardt Archiv Bernhard Hurch

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Hugo Schuchardt Archiv

Das Hugo Schuchardt Archiv widmet sich der Aufarbeitung des Gesamtwerks und des Nachlasses von Hugo Schuchardt (1842-1927). Die Onlinepräsentation stellt alle Schriften sowie eine umfangreiche Sekundärbibliografie zur Verfügung. Die Bearbeitung des Nachlasses legt besonderes Augenmerk auf die Erschließung der Korrespondenz, die zu großen Teilen bereits ediert vorliegt, und der Werkmanuskripte.

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Francesco D´Ovidio Neapel 1912-01-03 Hugo Schuchardt Italy Naples Naples 14.26811,40.85216 Korrespondenz Francesco D´Ovidio - Hugo Schuchardt Korrespondenz Wissenschaft Sprachwissenschaft Brief Italienisch
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Napoli 3 del 1912 Mio carissimo,

Non puoi immaginarti con quanto gusto ho ricevuto e udito il tuo bell’articoloProbabilmente, H. Schuchardt, Primo congresso di etnografia italiana, Roma – 19-24 ottobre 1911, Cose e parole – Relazione del prof. Hugo Schuchardt, Roma, Tip. Manuzio, 1911 , estr. da «Rassegna contemporanea», IV/11, 1911, pp. 57-63; l’articolo, completamente rimaneggiato, fu ripubblicato in tedesco, con il titolo Sachen und Wörter, in «Anthropos», VII, 1912, pp. 827-839.. Da un pezzo non dandomi tu alcun segno di vita, cominciavo a chiedermi donde mai nascesse questo nostro mutuo silenzio, e che significato potesse finir ad assumere pur avanti a noi stessi. E giusto l’ultimo dell’anno ero sul punto d’incominciare una lettera per te, quando fui interrotto da una visita. Poche ore dopo mi giunse il tuo articolo! Esso mi parve una buona parola che venisse a smentire una cattiva cosa, e mi fece pensare alla così detta telepatia.

Or sappi che io non scrivo quasi più a nessuno. Gli anni e i malanni m’incalzano, mentre séguito a dover fare un centinaio di lezioni l’anno e tutte le altre faccende pubbliche e privateCf. la nota 5 alla lettera XXXVII, HSA, B 8461.. La mia famiglia, che era il forte della mia segreteria, s’è dileguata: la mia primogenita è da più anni stabilita in RomaCarolina D’Ovidio aveva sposato nel 1902 Manfredi Porena (Roma 1873-1955). Allievo di Zumbini e dello stesso D’Ovidio, dopo una decina di anni d’insegnamento nei licei, Porena aveva ottenuto nel 1909 la cattedra di Stilistica e nel 1910 quella di Lingua e letteratura italiana presso l’Istituto Superiore di Magistero Femminile di Roma., la seconda, maritatasi Elvira D’Ovidio aveva sposato Carlo Lefevbre: cf. la nota 2 alla cartolina LXXIX, CASNS, FDO HS 29., abita in un piano sottoposto al mio, ma non le avanza un minuto dalle sue faccende domestiche; mia moglie, per alleviarla, è dedita tutta al primo dei due nipotini, cui han posto nome Ovidio, e che, quel ch’è peggio, soffre di lattimeCf. Tommaseo-Bellini, II, p. 1769, s.v. lattime: «Esalamento di materia albuminosa, la quale si dissecca in forma di dense croste che invadono le orecchie, la fronte e il derma capelluto de' fanciulli poppanti, su i quali insiste talvolta anche dopo di averli slattati»., e non ha e non dà un momento di pace, nè di giorno nè di notte, mentre è tanto vivace e grazioso che sarebbe la nostra consolazione. Io dunque passo molte ore in questa alternativa: o leggo e scrivo da me, rovinandomi peggio gli occhi, o sto in ozio forzato! Ho due anagnosti Cf. ivi, I, p. 412, s.v. anagnosta: «2. Servo che ai Romani leggeva durante la cena. È una specie di Lettore»., ma per non più che cinque ore al giorno. Se dopo il 1884 consideravo come la mia età dell’oro quella in cui almeno avevo avuto gli occhi sani o quasiGià molto miope, nell’autunno del 1884 D’Ovidio era stato colpito, come si è più volte ricordato, da una patologia oculare che nel corso degli anni si era progressivamente aggravata., oggi considero come età aurea quella in cui avevo almeno tanti aiuti pietosi da poter lavorare una decina d’ore al giorno. Se non fossi un povero padre di famiglia mi farei collocare a riposo.

Sarei ben lieto di sapere come passi tu il riposo tuoSchuchardt era in quiescenza sin dal 1900.. Ma non te lo chiedo, perchè ciò equivarrebbe a volerti scemare una parte di esso riposo.

Spero che la nevrastenia non ti tormenti, e che la tua salute sia abbastanza buonaSulla nevrastenia di Schuchardt, cf. la nota 2 alla lettera XXXV: HSA, B 8459..

Ti mando due cosucce mie stampateForse le Tre notarelle etimologiche. Memoria, Napoli, Tip. S. Giovanni e figlio, 1911 (estr. da AAN, XLI/1) e il Poema del Cid. Glossario, Roma, Loescher, 1911 .. Non ci unisco quelle apparse nei rendiconti dei Lincei, perchè questi tu li riceviNei RAL, erano apparsi l’articolo di D’Ovidio Il vocabolo canicula e suoi derivati (serie V, XIX/12, 1910, pp. 779-787; rist. in Opere, X, pp. 189-199) e le sue commemorazioni dei soci Felice Tocco e Filippo Mariotti (serie V, XX, 1911, pp. 345-349 e 606-609; rist. in Opere, XIV, pp. 310-322).. Te le manderei ove tu le volessi. L’ultimo mio volume, versificazione italiana ecc., non so se ti sia mai capitato. D’avertelo o no mandato non ho alcuna chiara reminescenzaIl riferimento è alla silloge di D’Ovidio, Versificaz. ital. , uscita nel 1910.. In quanto a inviar libri e opuscoli, son diventato un vero nevrastenico: tanto mi pesano tutte le fatiche correlative.

Un cordiale abbraccio dal tuo aff.mo F. d’Ovidio