Hugo Schuchardt an Francesco D´Ovidio (64-HSFDO24)

von Hugo Schuchardt

an Francesco D´Ovidio

Sant'Agata sui Due Golfi

16. 08. 1901

language Italienisch

Schlagwörter: Scherillo, Michele Zumbini, Bonaventura Cocchia, Enrico Pais, Ettore Meyer-Lübke, Wilhelm Schuchardt, Hugo (1899) d'Ambra, Raffaele (1873) Meyer-Lübke, Wilhelm (1920) Ovidio, Francesco d' (1900)

Zitiervorschlag: Hugo Schuchardt an Francesco D´Ovidio (64-HSFDO24). Sant'Agata sui Due Golfi, 16. 08. 1901. Hrsg. von Sandra Covino (2022). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.7675, abgerufen am 19. 03. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.7675.


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Sant’Agata sopra Sorrento,
al giorno dell’apertura della caccia
1901

Mio carissimo,

Difatti, la tua penultima si smarrì, cioè riposa in qualche sotterraneo postale. Degli scavi che in altre occasioni ho fatto fare nelle fabbriche delle R.P.1 di Napoli non rimasero senza effetto; ma cotesta cartolina2 come fu instradata, non l’indovino. Mi congratulo con te e la tua famiglia che vi troviate in uno stato soddisfacente. Non posso dire lo stesso di me. È una buona abitudine dei medici vostri, al meno nelle prime consultazioni, il fare l’elenco di tutti gli acciacchi che opprimono il paziente; riesce qualche volta un po’ lunga la menuta; ma allora con più facilità |2| si può scieglere un piatto per l’exitus letalis. Prescindendo dalla diatesi, dalla nevrastenia e dall’alterosclerosi iniziale (un po’ di enfisema e di tubercoli hanno appena il valore d’un antipasto), mi nutrisco per adesso d’un catarro laringo-faringite e d’un catarro bronchiale con stenose. Sopraggiunse alcuni giorni fa – quindi non ancora registrata ufficialmente – una completa mancanza d’appetito (dispepsia o comunque si chiami nella lingua tecnica), una vera carnifobia, che m’indebolisce e deprime oltremodo. Tutto questo te lo comunico soltanto perchè non ti meravigliassi troppo se, uno di questi giorni, io prendessi, benchè con ali rotte, il volo verso il mio paese. Vi sarei costretto; probabilmente mi deciderò la Domenica ventura, quando verrà qua il Dott. [Cotaccio].

Malvolentieri troncherei i studi cominciati a Napoli benchè colà più che altrove mi manchino delle persone che possano aiutarmi di consigli e rischiaramenti intorno alle |3| cose popolari. Non creder però che io abbia dimenticato che talora ti sei abbassato dalle tue altezze aquiline agli acquitrini nei quali sto pattugliando io. Ti debbo delle notizie intorno ai fusi di questi paesi, delle quali mi sono valuto nelle mie Rom. Etim. II3; mi pare lo Scherillo te le fornì4. Ma non mi trovo che nei principii della fusologia; esaminai una cinquantina di fusi pompeiani nel Museo nazionale, e ne trovai molti colla coccarola [disegno] nella parte superiore. Adesso mi preme di conoscere la forma del fuso nelle contrade vesuviane; (qui, nella penisola sorrentina ha una forma che non corrisponde alla sopraddetta, perchè come nella maggior parte del Mezzogiorno, provveduta di due fusaiuoli [disegno])5|4| Spero di potere io stesso, facendo una gita in carrozzella a Pompei, raccogliere dei fusi lungo la strada; ma se frattanto, per combinazione, le tue Signorine vedessero costà un fuso differente dal sorrentino, mi raccomanderei alla loro benevolenza. _ Neppure in quanto a certe espressioni dialettali non so a chi rivolgermi per la verificazione o rettificazione. Quanto facilmente un forestiere possa incorrere in errore, te l’ho mostrato con quella storiella del làtero e l’anitra6. L’altro giorno sentii qua, da differenti persone, semprevina invece di semprevivo = aloe. Dalla filaccia di queste piante fanno delle funi; e da queste funi delle suole a certe scarpe che chiamano paragate, che non è altro che lo spagn. alpargatas, basc. espartiñak, che non ne differiscono che per la pianta, che fornisce la materia della suola – colà è lo sparto (giunco). Ecco uno spagnolismo che tu per certo non conoscevi! Non so per ora se quelle parole sono state registrate dal d’Ambra |5| o altrui; non mi pare probabile7. Che peccato che il Dizionario del de Rocco sia rimasto incompiuto, e che neanche il tomo si possa trovare dai librai8!

Come si trova lo Zumbini? E il Cocchia? A Napoli non domandai di nissuno, ritenendo che tutti sarebbero in villeggiatura. Al Pais naturalmente mi presentai nelle mie visite al Museo; e mi fu molto cortese9.

Il Meyer-Lübke nella sua Einleitung che ti avrà mandata, dice p. 97 che «neben Taránto wird auch Táranto betont». Gli domandai daddove abbia preso questo Taránto; mi rispose: l’attestano il d’Ovidio (Arch. Glott. IX) l’Ascoli ed altri. Ma dove l’avete pescato voi? Per sicuro nè nel Mare piccolo, nè nel Mare Grande di Taranto10.

Devo finire la lettera: l’illuminazione esteriore (scrivo la sera) è molto debole, quasi nulla l’interiore. Mi mancano le parole, la grammatica, i pensieri, non ci resta che un po’ di cuore per te e la tua famiglia.

H.Sch.

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1 Reali Poste.

2 L’impressione è che Schuchardt non si riferisse alla cartolina di D’Ovidio del 23 luglio (= LXIII), ma piuttosto a un’altra missiva anch’essa non pervenutaci.

3 Da alcuni anni, Schuchardt si dedicava a una ricerca etnolinguistica sui fusi: cf. la lettera L, CASNS, FDO, HS 18, e la nota 6. Nelle Rom. Etym. II, pp. 37-47, Schuchardt, dopo avere esaminato altri esiti fonetici e semantici di COCHLEA, si era soffermato su cocca ‘Spindelkerbe’ e su altri termini designanti parti del fuso nelle sue varie tipologie (v. le otto figure a p. 39). In particolare, a p. 40 di questo saggio si trova citato lo Häkchenspindel di Praiano (fig. III) ed il tipo di fuso napoletano più comune (fig. V); alle pp. 44-47 le numerose varianti dialettali della coccarola (un piccolo gancio o bottoncino in cima al fuso) e del muscolo o fusajolo (dispositivi per non fare sfuggire il filo dal fuso).

4 Michele Scherillo (Soccavo, Napoli, 1860-Milano 1930). Si era formato a Napoli con D’Ovidio, Zumbini e Kerbaker; dal 1893 insegnava Letteratura italiana presso l’Accademia scientifico-letteraria di Milano. Per quanto riguarda i fusi utilizzati nei paesi della provincia di Napoli, non si conservano missive di D’Ovidio contenenti informazioni significative sull’argomento, ma nel dicembre 1901 Schuchardt si rivolgerà direttamente a Scherillo, come si ricava dalle tre lettere dello studioso napoletano conservate nello HSA e datate 19 dicembre 1901, 8 gennaio 1902 e 20 giungo 1905. Ampie notizie furono trasmesse al luminare di Graz nella seconda (B 10037). Schuchardt le utilizzerà nell’opuscolo in onore di Mussafia, HS an AM.

5 Per entrambi i piccoli disegni si rimanda al testo originale digitalizzato.

6 Forse in una lettera non pervenutaci. Il riferimento non è chiaro.

7 Cf. D’Ambra, Voc nap.-tosc. Il termine paragate non vi compare.

8 Il Vocabolario del dialetto napolitano, Napoli, Chiurazzi, 1891 – opera di Emmanuele Rocco (Ferrol, Spagna, 1811-Napoli 1892) – fu pubblicato in 17 fascicoli contenenti le lettere A-F (fino a feletto); la parte relativa alle lettere F (da figliastro)-Z restò inedita. Ne è apparsa di recente l’edizione critica: cf. Rocco, III e IV (il t. II ripropone, in edizione anastatica, il raro volume del 1891). Sulla figura di questo lessicografo, v. Antonio Vinciguerra, Emmanuele Rocco nella cultura linguistica napoletana dell’Ottocento, ivi, t. I, pp. 51-57.

9 Ettore Pais (Borgo S. Dalmazzo 1856-Roma 1939). Fu direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli dal 1901 al 1904.

10 Cf. W. Meyer-Lübke, Einführung in das Studium der Romanischen Sprachwissenschaft, Heidelberg, Carl Winter’s Universitätsbuchhandlung, 1901, p. 97: «Denn wenn neben Taránto auch Táranto betont wird, so legt die Lage des Ortes die Annahme nahe, daß es sich im zweiten Falle um eine griechische Accentstellung handle». Per quanto riguarda Ascoli, cf. la nota 1 da lui apposta a p. 126 del saggio di Giuseppe Morosi, Il vocalismo del dialetto leccese, in AGI, IV, 1878, pp. 117-144. D’Ovidio aveva parlato dell’accento greco mantenutosi nell’it. Táranto e avanzatosi da ultimo nel lecc. Tarántu nell’articolo Spigolature romanze. Dalle pagine di un latinista, in AGI, X [non IX], 1886-1888, pp. 413-446: 429. Cf. pure D’Ovidio, Talento, p. 122 e Note etim., p. 5.

Faksimiles: Die Publikation der vorliegenden Materialien im „Hugo Schuchardt Archiv” erfolgt mit freundlicher Genehmigung der Biblioteca della Scuola Normale Superiore di Pisa. (Sig. HSFDO24)