Hugo Schuchardt an Francesco D´Ovidio (28-HSFDO10)

von Hugo Schuchardt

an Francesco D´Ovidio

Graz

09. 02. 1886

language Italienisch

Schlagwörter: Junggrammatiker Ulrich, Jakob Paris, Gaston Paris, Gaston (1879) Ovidio, Francesco d' (1886) Ovidio, Francesco d' (1882) Schuchardt, Hugo (1885)

Zitiervorschlag: Hugo Schuchardt an Francesco D´Ovidio (28-HSFDO10). Graz, 09. 02. 1886. Hrsg. von Sandra Covino (2022). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.7639, abgerufen am 28. 03. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.7639.


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Caro amico!

La dissertazione dell’ Ulrich della quale favorevolmente parlò Gaston Paris, non l’ho, nè la conosco1. Ci sarà molto per te in quelle ventiquattro pagine? Non lo credo. _ Mi meraviglio della statua e del graffio2; ma come puoi tu che ti eri dichiarato antineogrammatico biasimarmi che lo sia divenuto anch’io, e senza aver potuto leggere il mio scrittarello3? Forse tu t’inganni intorno alle mie idee, ai miei principi. Io non parlo che della inviolabilità delle leggi fonetiche; io ammetto che ne sono che non abbiano eccezioni, ma nego soltanto che tutte le mutazioni fonetiche debbano essere di questa categoria4. _ Mi rincresce moltissimo di saperti sempre nell’istesso stato5. Nelle vacanze di Pasqua ho l’intenzione di mostrare a mia madre un pezzetto del bel paese là dove il suona6 +[e qualche volta anche il no come a danno mio lo saprò]+; potessi venire fino a Napoli. Riverisco la Signora e le Signorine e sono con amicizia più infallibile di quella delle leggi fonetiche tuo

H.S.


1 La recensione di G. Paris al saggio di J. Ulrich, citato da D’Ovidio nella cartolina precedente, era apparsa in «Romania», VIII, 1879, pp. 445-449.

2 Cf. le note 3 e 4 della cartolina XXVII (HSA, B 8452).

3 L’attacco a Schuchardt, contenuto in D’Ovidio, Quantità, risulterà incastonato in una professione di fede nelle leggi fonetiche; d’altro canto D’Ovidio ammetterà: «di tutta codesta letteratura neogrammatica e delle polemiche che si è attirata contro, io non ho letto pur troppo se non una terza parte all’incirca; e perfino i due ultimi scritti del Curtius e dello Schuchardt […] non li ho potuti percorrere ancora» (p. 411). Tuttavia, nella stessa pagina, preciserà di non avere cambiato opinione rispetto alle idee espresse nella sua recensione all’«ottimo libro di Delbrück» (cf. D’Ovidio, D’un recente libro di Delbruck e della traduzione italiana del Merlo e di due nuove dissertazioni del Whitney, in «Rivista di filologia e d’istruzione classica», X, 1882, pp. 314-365); anzi la sua antipatia per i toni inizialmente “pretenziosi” degli Junggrammatiker si era «neutralizzata alquanto». In sostanza, a questa altezza cronologica, D’Ovidio condivideva quella che è stata definita la prima reazione alle teorie neogrammatiche della linguistica italiana coeva, fortemente condizionata dalle “direttive” di Ascoli (cf. Francesca M. Dovetto, Luigi Ceci (1859-1927) e la linguistica del suo tempo, Münster, Nodus Publicationen, 1998, pp. 33-65). V. pure la nota 3 alla lettera XXIX, CASNS, FDO HS 09.

4 Com’è noto, alle cosiddette leggi fonetiche il maestro di Graz era disposto ad attribuire solo un valore relativo e puramente empirico. In Lautgesetze, la polemica si concentra, sin dalle prime righe della Broschüre, contro la nozione di ineccepibilità.

5 Cioè in difficoltà e limitato nel lavoro, a causa della malattia agli occhi.

6 L’Italia, secondo la celebre perifrasi dantesca: Inf. XXXIII, vv. 79-80.

Faksimiles: Die Publikation der vorliegenden Materialien im „Hugo Schuchardt Archiv” erfolgt mit freundlicher Genehmigung der Biblioteca della Scuola Normale Superiore di Pisa. (Sig. HSFDO10)