Francesco D´Ovidio an Hugo Schuchardt (05-08435)

von Francesco D´Ovidio

an Hugo Schuchardt

Neapel

18. 10. 1880

language Italienisch

Schlagwörter: Vergleichende Sprachwissenschaftlanguage Sanskrit Zumbini, Bonaventura Monaci, Ernesto Meyer, Gustav Neapel Zumbini, Bonaventura (1878) Ovidio, Francesco d' (2014) Cassarà, Salvatore (1879) Monaci, Ernesto/Ovidio, Francesco d' (1879) Monaci, Ernesto/Ovidio, Francesco d' (1881) Ovidio, Francesco d' (1879) Schuchardt, Hugo (1875)

Zitiervorschlag: Francesco D´Ovidio an Hugo Schuchardt (05-08435). Neapel, 18. 10. 1880. Hrsg. von Sandra Covino (2022). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.7616, abgerufen am 19. 03. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.7616.


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Napoli, 18 8ttobre 80.

Carissimo e gentilissimo professore,

Grazie della Sua lettera castigliana, che è perfettissima, e perciò mi fa un po’ d’invidia assieme al piacere. Io non m’attento a risponderle in castigliano, perchè farei io quella mezcla che Ella per ischerzo o per modestia attribuisce a sè stesso.

Lo Zumbini ha già scritto da più anni il suo volume su Leopardi, ma ha tardato tanto a pubblicarlo, che oramai non potrebbe pubblicarlo senza quasi rifarlo tutto. Ma è meglio che si risolva a questo, anzichè a tenerlo a dormire. Io lo spaventerò col dirgli che a Graz c’è chi si dispone a rubargli le mosse, e che si sbrighi, lui, se non se le vuol far rubare. Ma davvero Lei prepara un lavoro sul Leopardi? Il bell’articolo sulla Primavera non è un capitolo del libro futuro (o passato), ma è un |2|saggio a parte1.

Possiede Lei questo lavoro, o amerebbe di possederlo? E gli altri Saggi Critici dello Zumbini li conosce2? E gli Studj sul Petrarca3?

Quanto a me dopo i Saggi Critici non ho scritto e non voglio più scrivere niente di letterario. Ho abbastanza rimorso di aver abbandonato il greco, l’amore della mia giovinezza, per la filologia romanza ; e non voglio aggiungerci il rimorso di coltivare la filologia romanza4 da letterato più che da filologo. Mi sono quindi imposto di non uscir mai dalla filologia pura. Per Lei è un altro conto; per Lei, che non è un Neolatino di nascita, ogni cosa italiana, anche moderna, è soggetto filologico; e si può occupare |3| del Leopardi senza rimorso, com’io m’occuperei di Girardo di Rossiglione o di Beltramo dal Bornio, o almeno del Mistral5.

Solo qualche rara e piccola eccezione ho fatta, e una appunto è per il Leopardi sul quale Le mando un mio articoletto, breve y pasadero6.

Conosce Lei uno scritto sciocchissimo sul Leopardi, di un Siciliano di nome Cassarà7? – Se lo desidera, Le manderò la copia che ne ho io.

Quanto alla mia grammatica spagnola, io Gliela mandai fin da che uscì questo Gennaio, e mi aspettavo da Lei qualche “giunta o correzione”. Ora capisco come io non abbia avuto nulla di ciò che io aspettavo! Gli è che Ella non aveva avuto nulla di ciò che io Le avevo mandato! La posta l’aveva inghiottito! Ebbene, io Le mando subito un’altra copia della mia Grammatica; a patto però che |4| Ella me ne dia subito il Suo parere e mi mandi subito le Sue correzioni. Il libro è stato stampato a nostre spese (mie e del Monaci) e non si vende quasi punto8. Se ai Suoi alunni di Graz potesse servire, Glielo voglia consigliare.

Adesso ho finito la grammatica portoghese; quella la pubblicheremo nel >Giornale del Monaci9. Ci ho lavorato molto, e mi pare d’aver dipanata l’arruffata matassa del portoghese, che può paragonarsi all’italiano per la sua indisciplinatezza. Anche di quella mi vorrà dire a suo tempo il Suo parere. È stato Lei in Portogallo? Potrebbe levarmi alcuni dubbj specialissimi e sottilissimi circa la pronunzia portoghese?

Mi saluti il prof. Gust. Meyer10, verso il quale ho il rimorso di una colpa di negligenza, quantunque involontaria.

Quando verrà Lei a Napoli?

Mi creda sempre Suo aff.mo
Fd’Ovidio

D.S. Diriga sempre a Napoli, Ventaglieri 74, non all’Università.

D.S. Ricevette il mio articolo intitolato Altro contrasto sul Contrasto di Ciullo d’Alcamo? O andò perduto anche quello? Che Gliene parve (se lo ha letto)11?

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D.S. M’ero dimenticato di risponderle ad un altro suo dubbio, e aggiungo perciò queste altre due righe. La Canzone leopardiana: “per una donna malata”, pubblicata per la prima volta dal D’Ancona, fu creduta dall’editore stesso e da altri che fosse la canzone, non edita mai e forse irreparabilmente perduta, intitolata: sopra lo strazio d’una vergine. Ma ben presto tutti si accorsero che si trattava di altro, di una canzone cioè della prima giovinezza e molto mediocre; dove quella sullo strazio era opera posteriore, e che, ad argomentarlo dal tempo che fu scritta e dalla stima che ne |6|faceva l’autore, dovea essere degna sorella di quelle composte tra il 1820 e il 1824. Ma quanto all’autenticità di questa canzone per una donna malata, non se n’è mai dubitato, ed Ella già s’è accorta che la natura della canzone cioè le sue qualità intrinseche depongono per l’autenticità12.

Le raccomando di nuovo, se non le riesce incomodo, una piccola recensione su p.o13 numero del Giorn. Napolitano14

Se non ha ancora avuto il citato volume: “Appendice all’Epist. e Scritti giov. di G. Leopardi, Firenze 1878” glielo manderei volentieri15.


1 Cf. la lettera IV, CASNS, FDO, HS 02, e la nota 4.

2 Cf. B. Zumbini, Saggi critici, Napoli, Morano, 1876; nel volume compaiono (a pp. 3-119) tre contributi dedicati a Leopardi: 1) La “Palinodia” e i “Paralipomeni” di G. L.; 2) Leopardi presso i Tedeschi; 3) Un nuovo libro intorno al Leopardi.

3 Cf. B. Zumbini, Studi sul Petrarca, Napoli, Morano, 1878.

4 Si veda la testimonianza di Girolamo Vitelli (Ricordi lontani, in «Il Marzocco», XXX, nr. 49, 6 dicembre 1925, pp. 1-2), che fu compagno di D’Ovidio al Liceo Vittorio Emanuele di Napoli e, a un anno di distanza, lo raggiunse alla Normale di Pisa: il giovane molisano vi era entrato nel 1866 con l’intenzione di «uscirne filologo e glottologo classico», ma aveva poi allargato i suoi interessi all’ambito romanzo.

5 La silloge dovidiana di Saggi critici era uscita due anni prima presso l’editore Morano. Gli scrupoli dell’autore a occuparsi di critica letteraria, per di più relativamente ad autori all’epoca considerati contemporanei (anche se già “canonici”), come Manzoni e Leopardi, si spiegano con l’influenza che su di lui esercitava G. I. Ascoli, il quale concepiva «la filologia romanza come disciplina prevalentemente linguistica, fondata sulla “fonologia comparata”»: cf. D’Ov.-Rajna, pp. XIX-XXI.

6 Probabilmente si tratta dell’articolo Leopardi in casa Ranieri, in «Rassegna settimanale», V, 23 maggio 1880, pp. 355-357, occasionato dall’uscita del libro di Antonio Ranieri, Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi, Napoli, Giannini, 1880.

7 Cf. Salvatore Cassarà, La politica di Giacomo Leopardi. Esposizione storico-diplomatica, Palermo, Tip. Roberti, 1879.

8 Il riferimento è al primo dei due Manualetti relaizzati da D’Ovidio con Ernesto Monaci (Soriano nel Cimino 1844-Roma 1918), docente di filologia romanza a Roma: cf. la nota 2 alla lettera III, HSA, B 8434.

9 Il progetto di pubblicare la grammatica portoghese nel GFR fu abbandonato per decisione di Monaci, direttore della rivista, come si ricava da un accenno in una lettera di D’Ovidio del 16 novembre 1880: «Ti confesso che a me è rincresciuto che tu rinunziassi alla bella pubblicità del Giornale pei nostri manualetti. Le ragioni del Förster mi pajono poco gravi, ma io ho per atto di fede che tu hai sempre ragione, anche se a me pare che tu abbi torto». (SFR, EM, b. 9, 434, nr. 5). Il lavoro uscirà nel 1881, nel secondo dei due Manualetti d’introduzione agli studj neolatini: Portoghese (e gallego). Grammatica di F. D’Ovidio. Crestomazia di E. Monaci, Imola, Ignazio Galeati e figlio.

10 Gustav Meyer (Gross-Strehlitz, Alta Slesia, 1850-Feldhof, Graz, 1900). Dal 1877 insegnava presso l’Università di Graz, dove diventerà ordinario di “Sanskrit und vergleichende Sprachwissenschaft” nel 1881. All’epoca, Schuchardt e Meyer abitavano porta a porta nello stesso stabile al nr. 6 della Elisabethstraße. I saluti per il comune amico sono quasi immancabili nelle missive a Schuchardt di D’Ovidio.

11 Cf. F. D’Ovidio, Altro contrasto sul Contrasto di Ciullo d’Alcamo, in GN, nuova serie, II, 1879, pp. 59-108. Schuchardt aveva recensito nel 1875 l’edizione allestita e commentata da A. D’Ancona del Contrasto di Ciullo d’Alcamo ristampato secondo la lezione del Cod. Vat. 3793, Bologna, Tip. Regia, 1874, in «Literarisches Zentralblatt», XXVI, nr. 3, 16 Januar, coll. 79-81. Sui temi che animarono a lungo il dibattito critico tra esponenti della scuola storica, in merito all’autore di Rosa fresca aulentissima e alle caratteristiche del componimento, v. D’Ancona - Monaci, a c. di S. Covino, 2 voll., Pisa, Scuola Normale Superiore, 1997, I, pp. XLVI, 12n, 66n-67n, 169n-170n, 218-219, con ampi riferimenti anche alla posizione di D’Ovidio e agli altri sui scritti su Cielo d’Alcamo.

12 La canzone leopardiana Per una donna inferma di malattia lunga e mortale, pubblicata la prima volta da D’Ancona (cf. la nota 1 alla lettera IV, CASNS, FDO, HS 02), era stata ristampata da P. Viani nell’Appendice all’epistolario e agli scritti giovanili di G. L., Firenze, Barbera, 1878; qui lo studioso aveva segnalato l’errore in cui era incorso D’Ancona, identificando l’inedito con la canzone, allora ritenuta perduta, Nello strazio di una giovane, ovvero Nella morte di una donna fatta trucidare con suo portato dal corruttore per mano ed arte di un chirurgo (cf. Mauro Moretti, D’Ancona e Leopardi, in Leopardi a Pisa, a c. di Fiorenza Ceragioli, Electa, [1997], pp. 350-357: 350 e 356, note 5-9).

13 L’abbreviazione non è chiara nell’originale; forse sta per ‘prossimo’.

14 La richiesta di recensione probabilmente si riferiva alla grammatica spagnola: cf. la nota 2 alla lettera III, HSA, B 8434, e le lettere VI-VII, HSA, B 8436 e CASNS, FDO, HS 03.

15 Cf. la nota 12.

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 08435)