Matteo Bartoli an Hugo Schuchardt (10-00548)
von Matteo Bartoli
an Hugo Schuchardt
16. 11. 1922
Italienisch
Schlagwörter: Verleih von Publikationen Junggrammatiker Wissenschaftliche Diskussionen und Kontroversen Methodologie Kritischer Jahresbericht über die Fortschritte der romanischen Philologie Sprachwissenschaft (Traditionen, Schulen und Strömungen) Publikationsvorhaben Atlante Linguistico Italiano Universitätsbibliothek Graz Spanisch (Karolinen) Farinelli, Arturo Campus, Giovanni Terracini, Benvenuto Aronne Vollmöller, Karl Gustav Bertoldi, Vittorio Pellis, Ugo Meillet, Antoine Bertoni, Giulio Croce, Benedetto Schuchardt, Hugo (1922) Bartoli, Matteo (1912) Bartoli, Matteo (1906) Croce, Benedetto (1922) Dauzat, Albert (1912)
Zitiervorschlag: Matteo Bartoli an Hugo Schuchardt (10-00548). Torino, 16. 11. 1922. Hrsg. von Verena Schwägerl-Melchior (2017). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.5029, abgerufen am 08. 09. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.5029.
Torino III (C. Vinzaglio 11), 16. XI '22
Illustre e venerato Maestro,
ho letto or ora il Suo studio "Sprachliche Beziehung"1, che l'amico Farinelli mi ha prestato per poche ore.
L'ho letto e studiato e, s'intende, ammirato.
Ma Ella mi permetterà due franche domande, a proposito dei neogrammatici (pag. 207).
Anzitutto non Le sembra degna di nota (non dico: di approvazione definitiva) la distinzione fra il |2| metodo dei neogrammatici e quello dei ... juniores, e anche dei seniores Ascoli, Schuch. ecc., indicata nell'Annuario del Vollmoeller XII 120?2 Come è chiarito dall'esempio lì citato, i neogrammatici studiano la storia solo di elementi anormali; gli altri invece, anche la storia degli altri elementi: "mithin doppelte Arbeit"!3 Ciò che caratterizza nettamente – secondo il modesto avviso mio e, per esempio, del compianto Campus,4 mio caro amico più che discepolo – sono i noti ergo: normale, ergo indigeno, antico, spontaneo (v. intanto Giorn. stor. d. lett. it. LXVI 172, LXIX 383, LXXII 160).
|3|Il Terracini*) altro amico mio e discepolo, nell'articolo che Ella loda (e Gliene rendo grazie), non intendeva approvare il metodo quanto invece i risultati dei neogrammatici, che infatti lavorarono bene molto spesso e cioè tutte le volte che abbandonarono i loro principi: v., p.e., per restare al cit. Annuario del Vollmoeller, ibid. p. 131.5**) Insomma, i neogramm. fecero il contrario di Padre Zappata, che predicava bene e razzolava male (cf. ibid. VIII 125).6
Ma di tutto questo Le parlerò – specialm. a Lei – in un mio lavoro
*Ora incaricato all'Univers. di Genova7
**V. l'aggiunta nel Giorn. stor. LXXII 347, n. 4.
|4|di lunga lena e pazienza, preannunziato in Miscell. Hortis.8 L'ho interrotto un'altra volta, perché ora attendo al questionario dell'Atlante linguistico d’It.,9 che farò coll'amico Bertoni: raccoglitori il Bertoldi10 e il Pellis.11
L'altra domanda spetta alla Giustizia, ch'Ella caratterizza così genialmente.12
Premetto che il nostro Campus ha pubbl. un ottimo saggio sulle velari ario-europee, nel quale egli dà la quasi completa soluzione di quel problema (v. il Boll. di filol. class. 1916, pag. 57: vedrò di procurarLe una copia del saggio)13. Di quella soluzione |5| si vede bensì qualche effetto (almeno nel Meillet), ma gl'indo-européistes e gl'Indogermanisten si accordano nell'ignorarne l'autore.
La Scuola di filologia romanza di Torino, cioè quella del Farinelli, del Bertoni e del sottoscritto, è stata menzionata testè dal Croce, nella sua Critica (La crisi d. linguist.)14 e dal Dauzat, La philos. du lang.15
E dallo Schuchardt? Non ha egli ignorato sempre ingiustam. o dimenticato uno dei più appassionati e costanti Suoi lettori?
Dico il devoto e affezion. Suo discepolo
Torino III (Corso Vinzaglio 11).
1 Schuchardt, Hugo. 1922. 'Sprachliche Beziehung'. In Sitzungsberichte der Preussischen Akademie der Wissenschaften: 199–209 (n° 751a).
2 Nel Kritischer Jahresbericht über die Fortschritte der Romanischen Philologie XII nella sezione 'Lingua letteraria' (pag. 112-133) Bartoli mette chiaramente in evidenza le profonde differenze metodologiche che a suo parere sussistono tra i neogrammatici e i neolinguisti, scrivendo: „Insomma – giova ripeterlo, perché qui appunto sta l’essenziale differenza tra neogrammatici e neolinguisti […] – i neogrammatici studiano la storia solo […] degli elementi ‘anormali’, i neolinguisti invece e degli ‘anormali’ e dei ‘normali’.”(Bartoli 1912: 120).
3 Citazione di cui non si è riusciti a trovare la fonte.
4 Giovanni Campus (1875-1919), linguista e dialettologo sardo.
5 Alla pagina qui indicata Bartoli afferma in riferimento a Carlo Salvioni ed esprimendo la sua approvazione di due etimi che si oppongono alle leggi fonetiche che questi “è arrivato a giuste conclusioni appunto perchè non si è lasciato traviare dalla imprecisa […] bussola delle ‘leggi’ e invece s’è fatto illuminare dall’ottima conoscenza ch’egli ha della geografia odierna e antica dei linguaggi d’Italia” ( Bartoli 1912: 131).
6 Alla pagina indicata, Bartoli, in riferimento all’opera di B. Wiese “Elementi d’italiano antico”, esprime un giudizio impietoso sulla sistematicità della presentazione del panorama dei dialetti italiani: “Concludendo: quando l’allievo abbia sott’occhio raggruppati i fatti affini, li comprende e però li apprende e li ritiene; se no, impara a memoria con fatica inutile, senza profitto duraturo. Dunque non solo non è scientifico, ma non è nemmeno pratico il metodo seguito dall’a. Né certo il Meyer-Lübke (v. p.V) l’intendeva a quella maniera, perchè altrimenti si dovrebbe dire di lui ch’egli fa il contrario di Padre Zappata: il quale predicava bene e bazzicava male.” (Bartoli 1906: 125).
7 Terracini divenne professore a Genova nel 1924.
8 Si veda la nota 3 alla lettera 03-00541
9 L’Atlante Linguistico Italiano (ALI), cf. per la sua storia e il ruolo centrale di Bartoli nell’impresa http://www.atlantelinguistico.it/progetto/StoriaAli.html.
10 Vittorio Bertoldi (1888-1953), linguista e dialettologo italiano. La corrispondenza con Schuchardt non è ancora edita.
11 Ugo Pellis (1882-1943), letterato friulano e dal 1925 fino alla sua morte raccoglitore unico del materiale linguistico-etnografico per l’Atlante Linguistico Italiano.
12 Cf. Schuchardt (1922: 208s.). Controbattendo un’affermazione di Maurice Grammont, che aveva negato che nei paesi di lingua tedesca vi fossero dei linguisti, Schuchardt invitava a giudicare il valore delle opere scientifiche non sulla base di sentimenti nazionalisti, ma sulla base di un unico criterio valido: la giustizia.
13 Presso la Biblioteca Universitaria di Graz non è stato possibile riscontrare alcun esemplare della pubblicazione.
14 Croce, nel suo contributo „ Aproposito della crisi nella scienza linguistica” (Croce 1922), apparso in La Critica (20, 178-180), fa riferimento a Bartoli e Bertoni (178).
15 Cf. Albert Dauzat : La philosophie du langage (Dauzat 1917 : 190s.)