Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (53-11834)
an Hugo Schuchardt
19. 03. 1924
Italienisch
Schlagwörter: Baskisch Braun, Otto Winkler, Heinrich Uhlenbeck, Christian Cornelius Schulten, Adolf Möller, Hermann Braun, Friedrich (1922) Trombetti, Alfredo (1922–1923) Gavel, Henri (1920) Schuchardt, Hugo (1923) Azkue Aberastur, Resurrección María de (1905–1906) Schuchardt, Hugo (1913) Schuchardt, Hugo (1914)
Zitiervorschlag: Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (53-11834). Bologna, 19. 03. 1924. Hrsg. von Bernhard Hurch (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.3182, abgerufen am 30. 09. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.3182.
Bologna, 19 marzo 1924
Riverito e caro Amico,
Ricevo in questo momento la Suo cartolina del 16 e mi affretto a rispondere.
Il mio lavoro è terminato, ma non si è ancora iniziata la stampa in causa di alcune difficoltà ormai superate. Vengo però assicurato che in principio del prossimo mese di aprile comincerà la composizione del lavoro, che occuperà circa 80 pagine delle «Memorie» della nostra Accademia.
Il lavoro comincia con una Introduzione in cui si trova principalmente una esposizione storico-critica dei tentativi fatti per determinare la parentela del Basco. E poichè il Braun ha osato affermare che «abgesehen von einigen älteren zerstreuten und schwach begründeten Behauptungen» il nesso basco-caucasico è «am besten begründet und in der Hauptsoche schon bewiesen durch Heinrich Winkler» (Japh. St. I, 30),1 ho dovuto sobbarcarmi all’ingrata fatica di dimostrare che il lavoro del Winkler non ha il minimo valore. Ma anche della scuola del Marr non ho potuto dare alcun giudizio favorevole.
Alla Introduzione segue un capitolo in cui esamino le singolari concordanze basco-americane messe più vole in rilievo anche dallo Uhlenbeck. Esse non dipendono dal caso e il problema va posto |2| nel modo seguente. Il Basco si collega al Caucasico e il Caucasico ha strette relazioni con l’Indocinese (v. Glott.).2 D’altra parte, appunto dall’Indocinese per il tramite delle lingue paleoasiatiche si giunge alle lingue dell’America. Il punto d’irradiazione è prob. nelle regioni dello Himalaya:
Basco ← Cauc. ← Indoc. → Paleos. → Amer.
Vi sono delle concordanze stupefacenti. Ella ricorda che in Glott. io ho collegato il baita delle Alpi, dei Pirenei e del Caucaso col Semitico bait, cioè bai-t cfr. bai-na ‘entro’. Il Basco bai‑t‑an ‘chez’ è una forma di locativo come ni-t-an ‘in me’ (anche nel Semitico si trova questo -t-an, p. es. Assiro ebir-ta-n). Dall’altra parte nel Kunama ita è ‘casa’. Sono tutte parole che in origine indicavano il ‘dentro’, l’interno (della casa) in contrapposto all’esterno. Per successive rideterminazioni si formano dei conglomerati come nei dimostrativi. Abbiamo:
ba-i-ta Caucaso-Alpi-Pirenei e Semitico
ba-i Semitico, Indocinese, Bororos (Brasile)
i-ta Kunama, lingue delle Ande
ba-i-to ‘in casa’ Bororos
L’elemento -ta è sinonimo di -na, quindi
ba-i-ta casa : ba-i-na entro =
i-ta " i-na "
In un grandissimo numero di linguaggi arcaici si ripete il medesimo fenomeno di forme con e senza b- nel nome ‘casa’, per es. in lingue papuane ad|3| e badi, in altre lingue americane ata e bata.
La prima parte del lavoro comprende una breve Fonologia (per la quale il Gavel mi ha servito poco)3 e una Morfologia che mi sembra completa. Ho naturalmente tenuto conto anche delle forme iberiche e dei nomi di luogo ed etnici. Quasi tutti i suffissi a me sembrano genuini e pochi di origine latina: e qui mi rincresce di essere un poco in disaccordo con Lei. Come può ben comprendere, prima di allontanarmi da opinioni espresse da Lei con tanta competenza, rifletto a lungo; ma poi devo naturalmente esprimere quello che a me pare verosimile. Nel caso di molti suffissi nominali si dà la curiosa combinazione che essi sembrano potersi spiegare tanto dome derivati dal Latino, quanto come genuini. Io ho tentato di rivendicarli al Basco, poichè hanno esatti riscontri nel Caucasico e altrove. – Non credo che mi siano sfuggite molte forme importanti. A pag. 22 n. 87.88 di «Prim. vasc.»4 Ella dice che vi sono tracce di un futuro semplice. Se non si tratta del potenziale-futuro in -ke, io ignoro in che consistano, ma non oso chiederle di farmene un cenno.
La seconda parte è dedicata all’esame dei principali vocaboli genuini o ritenuti tali. Mi duole di non avere a mia disposizione il Voc. di Azkue,5 che dicono essere esaurito. Come nella parte morfologica, do prima le concordanze camitosemitiche, poi le caucasiche e in ultimo quelle con altri gruppi più remoti. E |4| mi sono studiato di essere sempre imparziale.
In una prima appendice esamino le corrispondenze fonetiche tra il Basco e le lingue affini. Aggiungerò forse qualche altra osservazione di morfologia.
In una seconda appendice tratto delle questioni più generali relative alla posizione linguistica del Basco. Quanto alle relazioni col Camitosemitico, la cosa più notevole sembra essere questa, che il Basco non concorda tanto col Berbero-Egizio, geograficamente più vicino, quanto col Cuscitico o in generale col Camitico meridionale (lungo il Nilo). Ciò io spiego col fatto che questo appunto presenta le massime concordanze col Caucasico. Anche Ella osserva: «Bis zu einem gewissen Grad hat mich allerdings das dem Baskischen zunächst liegende Berberische selbst enttäuscht» (B. u. H. 2).6 Le innegabili, strettissime corrispondenze di nomi propri iberici e libici, messe in rilievo da Schulten7 e da altri, si spiegano con relazioni di tempi storici, e non risalgono certo ai tempi remotissimi in cui l’Africa era unita all’Europa!
In ultimo esamino la probabile concatenazione etnico-linguistica sud-europea anteriore alla immigrazione degli Indoeuropei, e dalla quale sono rimasti integri i due anelli estremi, nei Pirenei e nel Caucaso.
Il fatto che il Basco è meno affine al Berbero–Egizio che al Cuscitico rende poco probabile, credo, |5| la provenienza degli Iberi dall’Africa, provenienza sostenuta dallo Schulten e da altri. In un libro di Karl Hübel «Indogermanen und Semiten»,8 di cui fa cenno H. Möller nel Verg. indog.-sem. W. pag. XVI, e che ignoro se sia stato pubblicato, si ammettono migrazioni che forse si possono rappresentare schematicamente in questo modo:
[Zeichnung, siehe Scan]
Può darsi che l’autore abbia colto in parte nel vero e perciò mi rincresce assai di non conoscere quel libro. Io, per parte mia, ammetterei uno schema come questo:
[Zeichnung, siehe Scan]
La comune provenienza spiegherebbe le concordanze tra il Basco e il Camitico meridionale. Il Camitico settentrionale e il Semitico rappresenterebbero degli sviluppi speciali, ma la loro posizione per me è ancora incerta.
|6|Io non presumo di avere risoluto il problema basco in tutta la sua estensione. Forse mi sono espresso male e ho detto troppo. Certo ritengo fuori di dubbio che il Basco è più strettamente affine al Camitosemitico e al Caucasico che a qualsiasi altro gruppo linguistico (dopo que due metterei l’Indoeuropeo, non l’Uraloaltaico). In secondo luogo, mi sembra sicura la maggiore affinità del Basco col Caucasico che non col Camitico settentrionale (e a maggior ragione col Semitico), mentre per il Camitico meridionale si potrebbe essere in dubbio.
In ogni modo ho acquistato la salda persuasione che il Basco conserva elementi estremamente arcaici tanto nella declinazione quanto nella coniugazione. Se non m’inganno, a e-torr-i corrisponde esattamente il Sanscr. á-tār-i e alla forma perifrasticaetorri sen (s=z) corrisponde la forma composta Sanscr. átāri-ṣ̌an, quasi = Greco ἐτόρη - σεν.
Come Ella ben disse, il disaccordo in alcuni punti è inevitabile, ma io mi auguro di trovarmi invece in pieno accordo con Lei quanto più è possibile.
Le faccio intanto i migliori auguri e Le invio i saluti più affettuosi.
Suo devm̃o
Alfredo Trombetti
4 Primitiae linguae vasconum, also Schuchardt (1923a).
5 Das Diccionario vasco-espagñol-frances, i.e. Azkue (1905-1906).
6 Dieses Zitat findet sich in Baskisch-hamitische Wortvergleichungen (Schuchardt 1913) auf S. 290; es existiert davon auch ein Sonderdruck mit dem Titel Baskisch und Hamitisch, der allerdings nicht mit dem gleichlautenden Aufsatz von 1912 zu tšilbor verwechselt werden sollte.
7 Von Schulten, einem auf Iberien spezialisierten Altertumswissenschaftler und Archäologen, gibt es zahlreiche mögliche Literaturverweise.
8 Das von Möller und hier von Trombetti genannte Buch von Hübel scheint nie erschienen zu sein.