Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (50-11831)
an Hugo Schuchardt
24. 03. 1923
Italienisch
Schlagwörter: Bulletin de la Société de Linguistique de Paris Meillet, Antoine Homburger, Lilias (1913) Trombetti, Alfredo (1913) Cohen, Marcel/Meillet, Antoine (1924) Trombetti, Alfredo (1907) Schuchardt, Hugo (1922)
Zitiervorschlag: Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (50-11831). Bologna, 24. 03. 1923. Hrsg. von Bernhard Hurch (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.3179, abgerufen am 23. 09. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.3179.
Bologna, 24 marzo 1923
Caro amico,
Sono io che devo chiedere venia per i lunghi ritardi delle mie risposte. Ricevuta la sua del 30 gennaio u. s., volevo scrivere subito; poi aspettai che fosse stampato tutto il mio libro por mandarle il resto insieme con la lettera. Il libro era completo alla fine di febbraio, ma la litografia non aveva ancora pronta la carta linguistica generale che deve accompagnare il volume. Essa sarà pronta la prossima settimana, e così fra pochi giorni potrò spedirle tutto.
Nella Morfologia ho dovuto impormi la massima brevità e concisione per non aumentare ancora la mole del libro già abbastanza grande (pagine 752). Molte cose tengo in serbo per gl’incanti che credessero di poter confutare questo o quello con troppa facilità. Le mie comparazioni vanno prendendo di mano in mano un carattere più |2| preciso. Le buone ricevono continuamente conferme, per così dire, postume; le altre cadono di per sè.
È curioso vedere come molti s’ingannino sul mio conto e a proposito delle cose mie. Ella avrà visto nel Bull. de la Soc. de Lingu. de Paris XXIII (1922) p. 20 la recensione (se pur vogliamo chiamarla così) di A. Meillet alla prima parte degli «Elementi». Dopo aver detto: «M. Trombetti a, on le soit, des connaissances linguistiques très étendues, et son érudition est immense. Il se tient au courant des publications sur tous les domaines dans la mesure du possible», nota però, senza farmene grave appunto, la mancanza del libro della Homburger sulla Fonetica del Bantu.1 La mancanza sarebbe piuttosto grave, ma il curioso si è che del detto libro io feci già nella Riv. di Studi Orientali di Roma und lunga recensione di 25 pagine! Di essa mandai 3 o 4 copie alla Homburger e una copia al Meillet stesso (se ben ricordo), suo maestro! Le recensioni del Meillet mi sembrano spesso scritte con la fretta di un giornalista. Il Meillet dice che io non sono |3| «assez exigeant en matière de preuves étymologiques». Questione di apprezzamento: io potrei dire che il Meillet spesso non mi persuade affatto e che io esigo assai più di lui quando si tratta di lingue come le indoeuropee.
Due o tre sole osservazioni concrete mi fa il Meillet, e sono sbagliate. Io non ho mai affermato che est e iste siano la medesima parola, bensì ho supposto (e l’ho dato come supposizione) che siano formate dei medesimi tre elementi; cosa possibilissima. Che il t del femminile-neutro camitosemitico sia = Bantu tọ- dei diminutivi, il Meillet lo vedrà confermato nella Morfologia (poteva aspettare!). Per il raffronto di Sanscr. ēka- col num. ‘uno’ ugrofinnico il Meillet avrebbe dovuto consultare i miei «Numerali»;2 ed è ridicolo il dire che questi raffronti «sert à prouver l’unité etc.». C'è ben altro! Infine egli dice che «M. Trombetti souhaite que l’on accepte la monogénèse au moins comme hypothèse de travail». C’est drôle: io non ho detto questo certamente.
Sono curioso di vedere come riuscirà il libro «Les langues du monde, par un groupe de linguistes, sous la direction de M. A. Meillet»,3 ch è in corso di stampa.
|4|De’ miei lavori in Italia nessuno si occupa, almeno tra quelli che potrebbero farlo. Io però non me ne lagno. Piuttosto che vedere far scepio di ciò che mi costa tante fatiche, preferisco il silenzio. Intanto gli attacchi sono cessati da un pezzo (dopo Cr.!),4 anzi so che i giudizi sono interamente mutati. D’altra parte devo riconoscere di essere aiutato nel mio compito: il libro esce sotto gli auspici dell’Accademia di Bologna e si pubblica a spese della locale Cassa di Risparmio, che offrì ₤ 20.000; poi l’anno scorso mi fu conferito il premio Sacchetti di ₤ 25.000; e ora si parla di nominazione senatore del Regno! Non posso lagnarmi. Quello che mi è sempre sembrato strano è che l’Accademia dei Lincei, che mi premiò nel 1904, non mi abbia mai creduto degno di farne parte.
So dei lavori del Marr-Braun,5 ma non li ho visti. Anch’io non ho fiducia. Il Dirr mi scrive che presto pubblicherà i suoi studi caucasici. Bene. Intanto abbiamo il Principe Troubetzkoy, che promette cose ottime.6
Il prof. sen. Rava mi scrive di aver letto con piacere ciò che Ella dice degli «Elementi» nei Sitz. di Berlino pag. 199. Non ho visto il passo. 7
Le faccio i migliori auguri e Le mando affettuosi saluti
Suo
A. Trombetti
3 Der Band ist unter der Leitung von Meillet und Marcel Cohen erschienen: Meillet / Cohen (1924).
4 Wahrscheinlich gemeint: Trombetti (1907).
5 Offenbar legt Schuchardt hier dem italienischen Kollegen eine Auseinandersetzung mit der japhetitischen Theorie von Marr und Braun nahe.
6 In diesen Jahren ist Trubetzkoy für seine einschlägigen Arbeiten bekannt.
7 In Schuchardt (1922). Im vorhergehenden Schreiben dankt Trombetti allerdings Schuchardt bereits für die Übersendung dieser Schrift.