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Das Hugo Schuchardt Archiv widmet sich der Aufarbeitung des Gesamtwerks und des Nachlasses von Hugo Schuchardt (1842-1927). Die Onlinepräsentation stellt alle Schriften sowie eine umfangreiche Sekundärbibliografie zur Verfügung. Die Bearbeitung des Nachlasses legt besonderes Augenmerk auf die Erschließung der Korrespondenz, die zu großen Teilen bereits ediert vorliegt, und der Werkmanuskripte.
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Ho ricevuto da parecchi giorni i suoi scritte «Sprachverwandtschaft»,
Mi rallegro anzi tutto perchè la recente attività sua scientifica mi rassicura abbastanza circa la Sua salute, che auguro sia sempre ottima. Non ne ho notizie dirette, perchè quando mio figlio cap. Ettore passò, dopo l’armistizio, per Graz e dietro mia preghiera fu alla Sua villa per salutarla da parte mia, non ebbe la fortuna di vederla.
Per me è poi una vera soddisfazione che Ella si sia occopata così largamente de’ miei lavori.
Il giudizio che Ella dà in «Sprachverw.», che cioè io abbia saputo congiungere assennatezza e ardimento, è, secondo il mio modo di vedere, il più equo e quello che maggiormente io potrei ambire. Anche in principio di «Sprachursprung» vi è un giudizio molto lusinghiero. Vero è che in molti punti sembrerebbe esservi disaccordo di principi fra Lei e me. Io però nei princípi
scientemente non ho voluto innovare nulla e mi sono proposto il compito che Ella stessa indica in Sprachursprung I 719 «.... die Zusammenhänge zwischen den Sprachen und den Sprachtatsachen zu untersuchen usw.». Credo che il disaccordo sia più apparente che reale. Io mi contento di spingere lo sguardo fino alla parte superiore della piramide, che può benissimo terminare in un piano anzichè in una punta. Io considero i miei nove gruppi primari nello stesso modo con cui gl’indoeuropeisti considerano i loro otto o nove stotto-gruppi. Più io procedo ne’ miei studi e più mi convinco che i nove gruppi primari ereditarono forme. Più in là del periodo relativamente unitario non posso andare.
Durante gli anni della guerra si è progredito nel senso da me indicato. Moltissimi «stocks» linguistici americani non sono più «indipendent». Il Conrady, poi, ha riconosciuto da parte sua la connessione genetica delle lingue indocinesi con le mundapolinesiache, seguito in ciò dallo Schmidt.
Io sto per terminare le mie «Comparazioni lessicali» di cui Le mandai per mezzo del Signor Lips qualche foglio. E presto pubblicherò la prima parte degli «Elementi di Glottologia»,ng nd mb ecc., lo studio dei quali getta vivissima luce su una quantità di fenomeni fonetici finora rimasti oscuri. Per citare un fatto solo: le alternazioni iniziali del Pul come wol- :
bol- parlawol- da *bol-, invece bol- da *ṃbol-). Orbene: fuori del Pul si trovano corrispondenze tanto per l’esplosia quanto per la fricativa, ciò che fa presupporre identità di cause; per es.
Pul gor-ko uomo : wor-be uomini
Cfr. da una parte Bilin gurū́, Galla gur-ba ecc. dall’altra Somali wor, Kafa wuro, Galla oro-má.
Pul woni abitare : pl. ngoni
Cfr. da una parte a. Ted. wonēn (Ebr. mā-‘ṓn), dall’altra Bari gwon id.
Pul hāḍi pl. kāḍi essere amaro, ecc.
Cfr. da una parte Galla haḍā, dall’altra Somali ḳadād id.
Pul wuro, pl. gure casa
Cfr. da una parte Krébo wuro città, villaggio, Hausa wuri luogo, Galla worrā casa, famiglia, Barea wol casa (Basco uri città, Tamil ūr id., Brahmi urā casa .....), dall’altra Munio ng
uro, Gio guro, Pika gor-no villaggio, Somali á-γal casa, ecc.
Questa, che oserei chiamare scoperta, mi si è mostrata fecondissima di applicazioni.
Ma qui faccio punto. Auguro a Lei, caro Professore, ogni bene e sarei felice se potessi servirla in qualche cosa.