Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (30-11811)

von Alfredo Trombetti

an Hugo Schuchardt

Bologna

13. 06. 1907

language Italienisch

Schlagwörter: Vinson, Julien Salvioni, Carlo Möller, Hermann Sweet, Henry Thomsen, Vilhelm Uhlenbeck, Christian Cornelius Pedersen, Holger Schuchardt, Hugo (1907) Trombetti, Alfredo (1907)

Zitiervorschlag: Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (30-11811). Bologna, 13. 06. 1907. Hrsg. von Bernhard Hurch (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.3159, abgerufen am 14. 09. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.3159.


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Bologna, 13 Giugno 1907

Riverito e caro Collega,

Per cause indipendenti della mia volontà, ho tardato ad oggi a scriverle per ringraziarla, come faccio ora con tutto il cuore, di avermi inviato il suo prezioso lavoro «Die iberische Deklination».1 Io lo lessi subito tutto di seguito e poi l’ho ripassato fermandomi specialmente sui punti per me più importanti. Per molte delle questioni da Lei ampiamente trattate io non ho nessuna competenza, ma posso ben dire che la critica contro Philipon e Vinson è convincentissima. A me veramente pare che in questa occasione, come in altre, Ella sia stata molto mite verso Vinson, il quale suole negar fede gratuitamente alle ben fondate opinioni degli altri e si permette poi di esporre (sia pure «en tremblant») delle vere fantasticherie. Ma Ella evidentemente ha avuto riguardo ai meriti molteplici del Vinson; e ha fatto bene.

Nuovo per me e assai importante è ciò che ho letto a pag. |2| 62 seg. (pag. 63 l. 12 dal basso non si dovrebbe leggere erri-tar?). L’analisi delle parole come betarte, sutopil, bepuru è preziosa. L'iber. *ili-t città sarebbe stato in origine un nome femminile (pag 13) come ebr. קִרְיָה, Ar. قُرْيَة، قَرْيَة ecc. e come ebr. עִיר, che è femminile benchè privo el segno del genere. Curiosa è la somiglianza del Basco (h)iri, Iber. *ili-(t) con Hausa e Kanurei iri, ili popolo (Hausa iri, ira Volk, Nation, plur. irari: Marre), Georg. ერი eri nazione, popolo, folla, Prototurco ili popolo, tribù (perfino nel Taino – isole Antille – el, ili popolo) ecc. Ma non oserei affermar nulla. – Ciò che Ella osserva a pag. 76 circa hiri non da *kiri è certamente giusto. A me pare che h- del Basco rappresenti spesso un primitivo χ-, non k-.

Tralascio per non cadere in qualche grave errore. A me non resta che esprimere il voto di veder presto pubblicato il lavoro che Ella promette a pag. 68 sulle relazioni fra il Basco e il Camitico.

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Qui in Italia i laghucētasas hanno continuato la loro guerra in|3|fame contro di me anche dopo la pubblicazione del mio «Come si fa la critica di un libro»,2 sebbene con questo lavoro a giudizio di molti io abbia servito per bene i signori Scerbo, Formichi, Pavolini e Salvioni (quest’ultimo non si è fatto vivo nè pare che voglia accettare il mio invito di segnalare i miei delitti di lesa-fonologia). Si è fatto avanti ora il capo della camorra o teppa pseudoscientifica, il Ceci, che ormai da noi è conosciuto per quello che è e da nessuno è stimato. Lessi il primo articolo di una serie dal Ceci pubblicati nella «Cultura» e non volli leggere altro, perchè nauseato di tanta ignoranza, presunzione e malvagità. Rispondere per smascherare il turpe autore di quegli articoli infami sarebbe facilissimo, ma mi ripugna l’uomo privo di ogni senso di moralità. Vedendosi disprezzato da tutti, il C. rabbiosamente tenta di demolire or questo or quello, ed ebbe già l’ardire di attaccare il Mommsen, lo Hülsen, e il Pais. Nessuno, anche se ripetutamente provocato, volle mai scambiar parole con tale individuo. E così farò anch’io, ma troverò modo di rintuzzare l’orgoglio di quel signore senza nominarlo, giacchè quello che a lui importa è di vedersi nominato.

Il Ceci ha ricevuto intanto una buona lezione da una straniero. Egli aveva mandato al Möller|4| una lettera in cui esprimeva certi suoi dubbi infondatissimi intorno a cose contenute in Semitisch u. Indog. accompagnando quella lettera col VI articolo scritto contro di me. Il Möller, che evidentemente non ha di me l’opinione del C., rispose con una lettera di cui ha voluto gentilmente mandarmi una copia, nella quale, dopo aver confutato quei dubbi, così si esprime di me: «Was Sie Trombetti im VI. Artikel vorhalten, ist ihm ohne Zweifel in demselben Masse wie uns andern bekannt. Dass ein Mann, und wenn er auch den weiten Blick Trombettis hat, nicht für das ganze Gebiet die Arbeit der Findung der Lautgesetze tun kann, versteht sich von selbst. Wir (ich glaube und z. T. weiss ich, in diesem Punkte mit reden zu dürfen für Männer wie Schuchardt, Sweet, Thomsen, Uhlenbeck, Holger Pedersen und den Ägyptologen H. O. Lange) betrachten Trombetti nicht als eine Schande sondern als eine Ehre für Italien». Capisce, egregio Collega? Un mio connazionale, un collega mi dipinge all’estero come un disonore per l’Italia e uno straniero risponde .... Io non sarò un onore per l’I., ma neanche un disonore! Verrebbe voglia di andarsene e accettare una cattedra magari a Cuba !

Per mostrare quanto poco io sia scosso da siffatti attacchi, inizierà presto la pubblicazione della mia Rivista con studi miei nuovissimi e tanto minuziosi per la fonetica e morfologia da contentare i più esigenti, purchè onesti.

Per la mia Rivista spero di ottenere qualche articolo anche da glottologi stranieri.

Mi continui la sua benevolenza e mi creda su devm̃o
ATrombetti


1 Schuchardt (1907).

2 Trombetti (1907).

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 11811)