Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (10-11791)

von Alfredo Trombetti

an Hugo Schuchardt

Cuneo

28. 12. 1902

language Italienisch

Zitiervorschlag: Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (10-11791). Cuneo, 28. 12. 1902. Hrsg. von Bernhard Hurch (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.3139, abgerufen am 30. 09. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.3139.


|1|

Cuneo, 28 Dicembre 1902

Onoratissimo Signor Professore,

Ho ricevuto la sua lettera datata da Firenze, e La ringrazio di cuore. Spedii l’estratto del Giorn. d. Soc. As. a Napoli, dove Ella probabilmente si troverà ora e dove Le sarà stato consegnato.

Come accennai nella detta cartolina, io ho già mandato all’Accademia dei Lincei i lavori coi quali intendo di prender parte al concorso. Essi sono distribuiti in quattro volume manoscritti (meno la «Lettera»); in tutto circa 1000 pagine grandi. Le parti di cui consta il lavoro sono le seguenti:1

1. Una prefazione autobiografica. Ho creduto bene di metterla, perchè nel caso mio, come in molti altri, è necessario conoscere l'uomo per poterne apprezzare l’opera. L’amore per gli studi linguistici cominciò in me fin da quando sedevo sui banchi delle scuole elementari e proseguí attraverso a difficoltà incredibili. Dalla biografia apparirà, se non altro, che i miei lavori non sono improvisazioni, ma sono il frutto di lunghi anni di studio.

2. Una introduzione. In essa spiego perchè e come io sia stato condotto da necessità di cose a ricerche così vaste. Insisto molto su questo punto perchè deve servire a giustificare l’ardimento mio. Espongo quindi lo stato della questione della monogenesi del linguaggio e dimostro che essa questione non si può trattare a priori. |2| Esamino la classificazione genealogica di Fed. Müller2 e dimonstro che i 78 stipiti linguistici (portati poi arbitrariamente a 100) indipendenti gli uni dagli altri, ammessi dal grande glottologo viennese, sono già stati ridotti da altri ad un numero ben minore. In tutto il mondo esclusa l’America (dove si ha un modo linguistico a parte), e non tenendo conto delle così dette lingue isolate, si hanno al massimo 10 o 12 grandi gruppi; e cioè:

Africa

Sud – Bantu.

Nord – Camitosemitico

Eurasia

Lingue del Caucaso – Indoeuropeo, Uralaltaico, Dravidico – Lingue dette monosillabiche (al massimo due gruppi).

Oceania

Maleopolinesiaco – Andamanese – Papua – Australiano.

Lo sforzo per giungere all’unità non è grande, tanto più che qualche cosa si è già fatto da altri per ulteriori riduzioni (per es. Schnorr von Carolsfeld affermò già dieci o dodici anni fa, in base ad ottime comparazioni lessicali, l’unità originaria delle lingue oceaniche). Non è poi difficile acquistare una discreta conoscenza di una dozzina di gruppi, per la maggior parte ormai bene studiati (molto resta da fare solo per il gruppo del Caucaso e per il gruppo australiano).

|3|

Esposto lo stato presente delle classificazioni genealogiche, io tratto diffusamente del metodo da me seguito e discuto le obbiezioni che possono essere mosse alle comparazioni linguistiche. Questa è la parte che anch’Ella giudicò indispensabile nel mio lavoro. Io credo di aver risolto tutte le difficoltà; ma sarei lieto che mi venissero mosse delle obbiezioni da me non previste, perchè confido che qualche cosa potrei rispondere. Qualche argomento buono soglio tenerlo in riserbo (come un certo maestro di scherma del Gulistan di Saadi), qualche altro suol venir fuori in occasione de qualche obbiezione.

Quanto ai risultati, io dico nella prefazione che nel principio dei miei studi io speravo soltanto di poter scoprire dei nessi genealogici fra un gruppo e quello immediatamente vicino, ma che le mie speranze furono superate di molto. Nella conclusione, infine, noto che, avendo altri osato affermare a priori la poligenesi del linguaggio e l’irreducibilità de tanti gruppi, io avrei il diritto di affermare il contrario; ma mi limito all’affermazione del fatto per me innegabile che tutte le lingue del mondo antico sono genealogicamente collegate fra di loro, il che forse equivale a sostenere la monogenesi. Il titolo complessivo del mio lavoro è, infatti, «Nessi genealogici fra le lingue del mondo antico».

3. Analisi grammaticale e lessicale dell’Ottentoto-Boschimano (con prefazione storica). Que|4|sto è un lavoro di minuta analisi, da me fatto con grande cura. Confermo l’ipotesi del Bleek e del Lepsius che l’Ottentoto è una lingua originariamente camitosemitica.

4. Analisi grammaticale delle lingue bantu. Cerco di spingere molto più innanzi che non abbiano fatto il Bleek, il Torrend, il Meinhof ecc. l’analisi del Bantu, che a mio giudizio è il gruppo più arcaico di tutti. Le comparazioni poi sono fra il Bantu e il Camitosemitico, ma non si perdono di vista gli altri gruppi.

5. Analisi grammaticale del Camitosemitico. È un’analisi assai minuta di tutte le lingue camitosemitiche. Con questo lavoro si compie lo studio analititco delle lingue dell’Africa; perchè le lingue «isolate» sono esaminate alcune insieme col Bantu, altre insieme col Camitosemitico. L’analisi degli altri gruppi dell’Eurasia e dell’Oceania me la riserbo per il futuro, se non mi mancheranno le forze.

6. Sintesi grammaticale. È fondata sulle precedenti analisi, ma si estende a tutti i gruppi del mondo antico.

7. Sintesi lessicale. Sono circa 300 vocaboli aventi una grande diffusione.

Tale è il mio lavoro. Io vi ho atteso per anni ed anni con infito amore e pazienza. Non domando altro che esso sia |5| esaminato con cura.

Vorrei ora avere il tempo per rispondere alle obbiezioni che Ella dice potranno essere fatte al mio lavoro; ma se non imposto subito questa mia lettera, essa giungerà a Napoli quando Ella sarà partita. Perciò sono costretto ad accennarle soltanto ai punti da me trattati nella parte della introduzione che si riferisce al metodo.

Le mie comparazioni sono grammaticali e lessicali. Le prime hanno – per consenso quasi generale – maggior valore delle seconde. Per esse io parto generalmente dal Protobantu, che mostra subito quali siano le formazioni grammaticali più antiche: Queste sono prodotte da suffissi vocalici, per es.

-ā̆  è la terminazione degli infiniti e dei nomi astratti nel Bantu, Camitosemitico, Kharthwelico, Indoeuropeo, Dravidico, ecc.

-ī̆ forma dei nomina agentis nel Bantu, Camitosemitico, Uralaltaico, Dravidico ecc.

-o, -u forma dei nomina actionis nel Bantu, Uralaltaico ecc.

Il numero delle formazioni grammaticali identiche dal Bantu al Dravidico (altrove sono perdute) è grande assai. Il causativo caratterizzato da s è in tutta l’Africa e anche fuori dei essa (Berbero s-dul ingrandire = Ganda si-tula !). Meinhof dimostra che lo s|6| del causativo bantu è da kj (lo s non appartiene al protobantu) e io credo di dimostrare nel mio lavoro che lo s non è un suono primitivo in nessun gruppo linguistico del mondo antico (nemmeno nell’Indoeuropeo), come non è primitivo nessun suono spirante. Perciò non è compromessa l’equazione del causativo camitosemitico e bantu; anzi al contrario !

Alle comparazioni lessicali si possono muovere le seguenti obbiezioni:

1. L’identità o rassomiglianza è reale o apparente?

2. Non può essere effetto del caso?

3. Non può spiegarsi con l’identità fondamentale della psiche umana?

4. Non può spiegarsi mediante scambio avvenuto in epoca più o meno antica?

A ciascuna di queste obbiezioni io ho cercato di dare una risposta esauriente e deploro soltanto di non poter qui sottoporre a Lei qualcuna delle considerazioni mie. Ma se non Le sarà troppo molesto, io vorrei ritornare sull’argomento un’altra volta.

|7|

Intanto La ringrazio infinitamente per l’interesse che Ella ha dimostrato per gli studi miei e per gli ottimi consigli che Ella mi ha sempre dato. Io finora ho lavorato sempre in disparte. In ciò vi è il vantaggio di poter forse riuscire più originale, ma vi è pure il pericolo di prendere un cattivo indirizzo. I consigli di VS. mi sono stati e mi saranno sempre utilissimi.

Per me l’essenziale ora non è di persuadere i giudici del mio lavoro della mia tesi, ma piuttosto di ottenere quel premio che solo potrebbe mettermi in grado di proseguire i miei studi, modificandone, se necessario, l'indirizzo secondo i consigli di persone autorevoli come la SV. Se l’Acc. dei Lincei riconoscerà in me un lavoratore dotato di grande forza di volontà e non privo di qualche capacità, potrà forse accordarmi il premio anch senza tener conto dei risultati del mio lavoro. Potessero essere profetiche le parole che Ella mi scrisse in questo senso!

Perdoni la fretta, gradisca  i miei auguri e mi creda sempre Suo devm̃o
ATrombetti


1 Die von Trombetti 1902 eingereichte Preisschrift wurde nie in ihrer Form veröffentlicht. Es ist allerdings anzunehmen, daß die meisten Ideen und Beispiele in andere Publikationen eingegangen sind.

2 Müller ( 1876-1887).

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 11791)