Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (05-11786)
an Hugo Schuchardt
19. 11. 1902
Italienisch
Zitiervorschlag: Alfredo Trombetti an Hugo Schuchardt (05-11786). Cuneo, 19. 11. 1902. Hrsg. von Bernhard Hurch (2015). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.3134, abgerufen am 30. 09. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.3134.
Cuneo, 19 November 1902
R. Liceo
Chiarissimo Signor Professore,
Le chiede scusa di non averle più scritto e di non averla nemmeno ringraziata dell’ultimo suo scritto da Lei gentilmente inviatomi, nel quale ebbi il piacere di leggere considerazioni che ritengo giustissime e che corrispondono a quanto penso io pure.
Il motivo del mio lungo silenzio è stato, che io aspettavo di giorno in giorno di poterle dare notizie dello scritto che io desideravo indirizzarle. Io ampliai e modificai considerevolmente le due lettere che Le avevo inviato e ne uscì una memoria che divisi in due parte, una grammaticale e l’altra lessicale. Consegnai la prima parte della memoria al Prof. L. Pullè, il quale cortesemente mi promise che l’avrebbe fatta inserire nel «Giornale della Società Asiatica Italiana». Il mio scritto non si potè stampare subito e soltanto due o tre giorni |2| fa ricevetti le prime bozze di stampa per la correzione. Il mio lavoro ha la forma di memoria a Lei indirizzata mediante alcune parole di proemio.1 Ella vi troverà molto di più e, spero, di meglio che non vi fosse nelle due lettere che ebbi l’onore di rivolgerle.
Dall’ultima lettera della SV. mi pare che Ella, quantunque si sia riservata ogni giudizio, inclini piuttosto nel senso contrario alla mia tesi. Ad alcune obbiezioni che Ella mi fa potrei forse dare risposta soddisfacente. Così, per esempio, i suoni consonantici del Georgiano pronunciati con Kehlkopfverschluss non mancano nel Camitosemitico (giacchè io connetto le lingue del Caucaso, specialmente le kharthweliche, con tutto il gruppo camitosemitico, quantunque quelle abbiano, come il Basco, relazioni più strette col Camitico settentrionale o Egizio-Berbero); anzi quei suoni caratteristici si trovano in tutte le lingue che dal Caucaso vanno fino al Capo di Buona Speranza. I cosidetti clicks o Schnalzlaute dell’Ottentoto non sono già suoni implosivi, ma, come dimostrò Chladni (se non erro), sono suoni pronunciati a laringe chiusa.2 Nel Camitosemitico poi i suoni pronunciati in tal modo e simili ai clicks sono frequenti e vengono detti «enfatici» o «precacuminali» o «Schnalzlaute» ecc. Per il Cuscitico si può vedere sopratutto Fr. Praetorius, Zur Grammatik der Gallasprache.3 Suoni consimili furono segnalati nel Bantu |3| orientale da Meinhof e da altri. Molte ricerche utili si potranno fare un giorno su tali suoni. – Quanto al mio confronto fra il georg. -swi, -swa e il berbero -swi-, -swa, io forse non mi espressi chiaramente: il mio confronto verte sul solo tema, che, come dimostrerò nella memoria, è sw-i πεπωϰώς e sw-a = radice + copula. – Ma io comprendo benissimo che quel poco che Le scrissi non poteva bastare per dimostrare un fatto così meraviglioso, lo quale è quello del nesso caucasico-camitosemitico. Il materiale di prova da me raccolto è però tale per qualità e quantità, che la fede in quel nesso si è andata in me sempre più rafforzando ed è ora veramente unerschütterlich. Quantunque nella Memoria io non abbia potuto mettere che una parte del mio materiale grammaticale e lessicale, pure credo che riuscirò a persuader molti e, spero, anche Lei stessa.
E qui mi rivolgo a Lei con una preghiera vivissima facendo anche appello alla generosità e al buon cuore della SV. Per questo bisogna che io Le accenni al mio passato, alle mie condizioni presenti e che spieghi in breve quale può essere il mio avvenire. Io nacqui di famiglia estremamente povera, ma ebbi fin da fanciullo una passione straordinaria per lo studio e in particolar modo per lo studio delle lingue. Non Le starò a narrare i sacrifici immensi che sostenni per raggiungere il posto modesto che ora occupo di professore di latino e greco nei licei. Come io fossi per necessità di cose indotto ad allargare i miei studi comparativi a tutti i gruppi linguistici del mondo antico, credo di averlo già spiegato alle SV. Fortuna volle che a ciò io fossi ottimamente preparato, perchè fin dalla più tenera età (ora ho 36 anni) avevo acqui|4|stato una buona conoscenza di varie lingue appartenenti a gruppi diversi (Indoeuropeo, Uralaltaico, Camitosemitico ecc.). Per molti anni di studio indefesso (nei quali non pubblicai quasi nulla) io andai raccogliendo una infinità di fatti che mi condussero alla fermissima convinzione che nessun gruppo linguistico è isolato, ma tutti sono strettamente collegati fra di loro formando come una rete; sicchè risulta estremamente probabile la monogenesi del linguaggio. Fra un mese presenterò il mio lavoro – che ha, come può imaginare, proporzioni assai vaste – all’Accademia dei Lincei per il premio reale di lire 10.000. La memoria che intanto si pubblica dal «Giornale asiatico» non è, naturalmente, che una parte minima del mio lavoro che abbraccia tutti i gruppi linguistici del mondo antico. Ed eccomi giunto al momento decisivo della mia vita; eccomi giunto alla crisi che si risolverà o con vantaggi per me inestimabili o con danni irreparabili. Se io vinco il premio – oltrechè ottengo un vantaggio pecuniario per me e per la mia famiglia rilevantissimo – ho aperto l’adito all’università; il mio lavoro sarà stampato (cosa che io non potrei giammai fare a mie spese) e potrò in seguito lavorare comodamente per la scienza senza più essere oppresso da quattro o cinque ore di lezione giornaliera. Se non lo vinco ..... oh! allora la mia forza di resistenza agli ostacoli è esaurita: troppi sacrifici ho fatto finore per puro amore alla scienza, perchè non dovesse in quel caso all’ottimismo mio innato subentrare il pessimismo. Quod Deus advertat! Ora, in questo momento, Ella mi può essere di grand aiuto. Ed ecco quale è il favo|5|re che Le chiedo: se, dopo la pubblicazione della Memoria, Ella crede di poter darme un giudizio favorevole, io La prego di farlo subito, acciocchè il suo giudizio autorevolissimo mi possa giovare presso la Commissione che esaminerà i miei lavori; se invec il giudizio dovesse riuscire sfavorevole, Ella farà opera santa a ritardarlo finchè non sarà noto l’esito del mio concorso, il che avverrà fra cinque o sei mesi. Così, nel primo caso Ella mi gioverebbe immensamente e nell’altro non mi pregiudicherebbe affatto. Naturalmente Ella sarebbe sempre liberissima di esprimere il suo pensiero senza alcun riguardo.
Per giudizio favorevole che Elle potrebbe dare sulla mia Memoria io non intendo già che Ella debba essere d’accordo con me in tutte le questioni generali o di principio e in tutti i particolari, e nemmeno intendo che Ella debba accettare le mie conclusioni; ma io considererei come favorevole anche un giudizio che attestasse la serietà degli intenti e che il mio lavoro è ad ogni modo degno di considerazione.
Pongo fine a questa ormai troppo lunga lettera augurandomi che la sua salute sia buona.
Mi creda
Suo devm̃o
Alfredo Trombetti
PS.– In questo momento apprendo che il volume contenente la memoria uscirà la prossima settimana.
1 Cfr. Trombetti (1902).
2 Von Ernst Florens Friedrich Chladni gibt es aus dem früheren 19. Jhdt. zahlreiche Arbeiten zur Akustik und Vorläufern der Phonetik.