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Das Hugo Schuchardt Archiv widmet sich der Aufarbeitung des Gesamtwerks und des Nachlasses von Hugo Schuchardt (1842-1927). Die Onlinepräsentation stellt alle Schriften sowie eine umfangreiche Sekundärbibliografie zur Verfügung. Die Bearbeitung des Nachlasses legt besonderes Augenmerk auf die Erschließung der Korrespondenz, die zu großen Teilen bereits ediert vorliegt, und der Werkmanuskripte.
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La ringrazio della Sua lettera del 25 giugno e la prego d scusare il ritardo con cui Le rispondo, ritardo cagionato dalle occupazioni degli esami.
Perchè Ella possa giudicare della natura dei miei studi nel campo che La interessa, Le esporrò in forma assai succinta alcuni dei punti che nel mio grande lavoro saranno ampiamente svolti per dimostrare che le lingue del Caucaso e il Basco sono connessi col Berbero (più generalmente col Camitosemitico) e perciò anche tra di loro. Come Le scrissi nella mia lettera precedente, io non sono specialista in nessuna lingua o gruppo di lingue, ma mi sono sforzato di dominare come dall'alto tutte le lingue del mondo antico e di indagarne gl’intricati rapporti. Ciò era assolutamente necessario che si facesse, come credo di aver dimostrato nella lettera accennata; dopo sarà necessaria l’opera di studiosi che abbraccino un campo molto meno esteso, perchè lo coltivino intensamente.
E vengo senz’altro ai particolari. In questa lettera intanto raccoglierò alcuni dei fatti che, a mio giudizio, dimostrano chiaramente il nesso fra le lingue del Caucaso e le lingue camitosemitiche.
Il sistema fonetico delle lingue caucasiche, specialmente delle kharthweliche (come le chiama Lei), concorda moto bene con quello camitosemitico per l'abbondanza dei suoni gutturali e sibilanti. Si noti specialmente la presenza del q e del ḥ. Per la costituzione delle sillabe si avvicinano più di tutto al Camitico settentrionale (egizio-berbero).
Quanto alla formazione delle parole le lingue caucasiche hanno prefissi e suffissi come le camitosemitiche. Il prefisso georgiano m-, che forma nomina agentis e participi, è identico al prefisso camitosemitico
m-, che ha la medesima funzione. L’origine è pronominale. Per sa- e
na- v. più avanti sotto la voce georg.
piri. Una certa variabilità nelle vocali radicali si osserva nel Georgiano, v. Brosset, Éléments XXXIII, 10.
Il suffisso caucasico del plurale -ni, -n corrisponde al suffisso -n che caratterizza il plurale in tutte le lingue camitosemitiche. Al genitivo in -i del semitico corrisponde il genitivo caucasico in -i, per es. georg. tš-m-i lazo tški-m-i,
ški-m-i
me, lazo ma), georg. mam-i.(sa) „del padre” da mama.
Pronomi. Noterà per ora solo alcune forme assai importanti.
Il pronome „voi” georg.
thkhweri
thkhwa, lazo
tkua, tkuan
khün!) è prezioso, perchè può spiegare l’alternarsi di T e di K nel pronome di 2. persona nelle lingue camitosemitiche, fenomeno rimasto finora oscurissimo. Infatti, si confrontino le forme berbere ka-u-en, kun-, il protosemitico an-tunū e -kunū (Zimmern, Vgl. Gr. der sem. Sprachen)K da
TK: kauen da *tkauen = georg. thkhwen
Il pronome di 3. pers. plur. georg. i-si-ni, ingiloi
i-se-n
s-n, al berbero
-se-n ecc. La formazione è identica.
Gl’interrogativi del Lazo mi chi?, mu,
muia che? (Suano mai, Erek. mā ecc.) hanno i loro corrispondenti ben noti nel camitosemitico (ma anche in altri gruppi linguistici).
Georg. -gi in i-gi
ua-gi „questo“ (ua-hi „quello”).
Quanto al verbo, basti per ora citare le seguenti meravigliose concordanze.– Al segno del plurale nel verbo: georg. -th (Suano -d, -th ecc.) corrisponde il -t, -ϑ del plurale nei verbes d’état del Berbero, per es. Zuana:
Sing. 1. pers. berrik-e
γ je suis noir Plur. 1. pers. berrik-i-
ϑ
2. berrik-eḍ2.berrik-i-
ϑ
3. berrik, f. berrik-e
ϑ 3. berrik-i-ϑ
(V. René Basset, Études sur les dialectes berbères, Paris 1894, pag. 135 sgg.).
Dalla radice georg.
su
šu) bere = berb. su bere (eg. swr, swrj ? Chamir sü) si ha l’imperativo:
su bois suath buvez e nel Berbero:
Synah su bois suet buvez
Ma più meraviglioso ancora è il confronto seguente:
Georg. „j’ai bu” Berbero „j’ai bu”
Sing. 1. pers. še-w-sw- i
Cam.
2. še-sw- i te-su-i-ḍ (ta)-su-e-ṭ
3. še-sw-
a i-su-a i-su-a
Numerali. Esaminerò qui solo i numerali 3, 9, 10, e 100.
3. Georg.
sam-i
sum-i
šum, sum, ǯum, dǯum Suano sem-i:
ḫm-t copto B šom-t = sem. ϑam- in
ϑam-ān-ī 8. Ricordo per incidenza che
sam, ϑam e sim à la forma del numerale 3 in tutte le lingue indonesi.
9. Georg.
tsχ-ra
tšχ-oro
tšχ-ara: cfr. sem. tiš عo tis عe forse anche il kušito sagal- (se sta per * tsag-al-) forma assai antica, come dimostrerò altrove.
10. Georg.
ath-i
with-i
mi-at o m-iat 100, ma eg.
m-t (copto mēt) 10.
100. Suano ašir (è genuino ?) Georg. asi Mingr. oši
oš, oši : sem. عašr- (da * عašir, cfr. il plurale arabo عišrū́na 20, da * ع
aširū́na; erra H. Zimmern, op.c. pag. 39) 10, ma eg. šٔ ع copt. še 100. La radice trovasi nel sem. ع
šr = eg. ع
š
ٔ essere molto numeroso.
Quanto ai rapporti lessicali, io mi limiterò qui ad alcuni esempi importanti, sceltifra i molti da me notati.
Georg. da
ed, d; Agau -tā (nei numeraliI, -dī, Barea -tā, Kunama -ta, -te, Beğa ‑t ecc. (diffusissimo nell’Africa). Basco eta.
Georg. ara, ar „non”, wer „ne … pas” ecc. : Cam. Kab ecc. -ur (es. Cam. ur essin-eγ, Kab. ur essin-eγ ara „je ne sais pas”, Ued Sahel ur itsak nara „il ne donnera pas”); sem al,
lā, ul.
Georg. dȝ-ma (ძმა)dȝe „figlio” !), Mingr. dǯi-ma
dǯu-ma, ǯu-ma ecc. (nel Caucasico settentrionale manca il secondo termine -ma, v. Erck.)
eg-ma „fratello” = „figlio di mamma“ (cfr. Cam. ⴳag’ „figlio“ ecc.). Questa equazione è di somma importanza per la posizione primitiva del genitivo nelle lingue kharthweliche.
Georg.
thow-li
the-ri, thi-ri
thvi-ri (Erck.; Adjaria Lazo türi ecc. tu neiger), Čeč. luo, lo; forma primitiva probabilmente *thlow (v. B. Munkácsi, Kaukasischer Einfluss in den finnisch-magyarischen Sprachen, Keleti Szemle I 1900 pag. 211; noterò per incidenza che la parola ricorre anche nelle lingue uraliche: lapp. n. dälle, lapp. sv.
tele „harter schnee”, perm. tola, tova „vom winde zusammengehäufter schnee” est. tal’v „winter, schnee” ecc. v. Donner, Vgl. W. d. finnisch-ugr. Sprachen I pag. 142 seg.) o forse anche *thlog w
: sem.
Georg.
pi-ri
pi-dǯi
proši labbro = * pir-óši : sem pī bocca. Il Kab.
aš-en-afir "labbro" significò originariamente „ciò che è della bocca (* a-fir)” e corrisponde al georg. sa-na-pir-o
na-piri „face, bord d’un fleuve”), cfr. anche ar. شَفير šafīr- Rand (شَفْرة Schneide, مِشْفَر Lefze !), syr.
spārā Rand = eg. spr orlo, labbro. Qui va citato anche il sem. śapa-t f labbro = eg. spt copto spotu orlo, labbro (
aspe f. lingua), la quale forma, senza il -t, trovasi anche nel gruppo caucasico settentrionale: Arči sob ecc. (e nelle lingue uraliche: Wogulo sūp, sōp ecc. magiaro száj bocca : aja-k labbra ?). Nel basco ez-pańa, es-paina la seconda parte ricorda l'ebr. פָּנִים faccia, os. Infine considero come probabile che appartenga alla medeP anche il copto pi bacio, osculum (onde ti-pi bacare; cfr. ti-pe,
ti-pi f. = eg. d-pt gusto, tōp gustare), parola che giunge fino nell’Africa centrale col Bari pi-et f. bacio (pi-un baciare) e ritrovasi d'altra parte nel Caucaso: Thuš pai, Kas. ṕai, Awar u-ba bacio (Osseto
pa).
Ingiloi tot gen tot-i Pfote, Hand, Suano
twet gen. tot-i ecc. : eg. d-t f. mano, copto atono te-, ma davanti a suffissi toot- (
toot- ef la sua mano). La seconda dentale è nell'egiziano il suffisso del femminile e lo stesso dovette essere in origine la corrispondente dentale della parola nel numerale eg.
Georg.
qoweli
k uel ecc. Assai prima che fosse pubblicato nella ZDMG.
Georg. hur brûler; tñ. g uāḥare sich entzünden, ar.
Georg. qruĭ sordo : copto kur sordo.
Georg. rad. rtq cingere : ebr. rtq cingere, legare.
Georg. dum- tacere : ebr. dmm,
dmy tacere.
Georg. smi
simin udire : sem. šmع samiعa) eg. s dm.
Georg. qar
qar- incontrare.
Georg. bru
bruneba tourner, roule : Kab ebren tourner. Il Bopp confrontò l'ai. bhram drehen !
Mingr. e Lazo zir, dzir
zer vedere.
Lazo dis ridere, ecc. : Berbereo eḍs ridere.
Citerò infine alcuni Kulturwörter:
Georg.
thaph-li
thophu-ri
d eb-áš miele,
Georg.
bathi
spd Gans; Bantu orientale
Lazo džumu, tšumo sale, džumori aceto (Georg.
dzamari
hm s-t copto
Qui mi fermo, sebbene il molto materiale da me raccolto m'inviterebbe a seguitare. Io non dubito di affermare che le lingue kharthweliche sono assai affini alle lingue camitosemitiche. Ma esse sono d'altra parte collegate anche con altri gruppi linguistici, come dimostrerò nel mio maggior lavoro. Il fondo più antico mi sembra però camitosemitico o comune a più gruppi dell'Asia e dell'Africa.
Il presente scritto, alquanto ampliato, si pubblicherebbe presto, se ciò a Lei non dispiace, nel Giornale della società asiatica italiana (Firenze) in forma di lettera aperta a Lei indirizzata.
Mi auguro che almeno qualche cosa di ciò che ho scritto possa ottenere la Sua approvazione. Faccio poi voti che Ella si ristabilisca presto e bene in salute.