Giovanni de Giacomo an Hugo Schuchardt (33-3723) Giovanni de Giacomo Verena Schwägerl-Melchior Institut für Sprachwissenschaft, Karl-Franzens-Universität Graz Zentrum für Informationsmodellierung - Austrian Centre for Digital Humanities, Karl-Franzens-Universität Graz GAMS - Geisteswissenschaftliches Asset Management System Creative Commons BY-NC 4.0 2022 Graz o:hsa.letter.2662 33-3723 Hugo Schuchardt Archiv Herausgeber Bernhard Hurch Karl-Franzens-Universität Graz Österreich Steiermark Graz Karl-Franzens-Universität Graz Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen 3723 Giovanni de Giacomo Papier Brief 3 Seiten Rossano 1908-01-09 Hugo Schuchardts wissenschaftlicher Nachlass (Bibliothek, Werkmanuskripte und wissenschaftliche Korrespondenz) kam nach seinem Tod 1927 laut Verfügung in seinem Testament als Geschenk an die UB Graz. Verena Schwägerl-Melchior 2015 Die Korrespondenz zwischen Giovanni de Giacomo und Hugo Schuchardt Hugo Schuchardt Archiv Bernhard Hurch

Die Datenmodellierung orientiert sich am DTA-Basisformat, ediarum und der CorrespDesc-SIG.

Das auf DTABf-Modellierungsschema wurde für die Zwecke des Projektes angepasst und befindet sich unter

Hugo Schuchardt Archiv

Das Hugo Schuchardt Archiv widmet sich der Aufarbeitung des Gesamtwerks und des Nachlasses von Hugo Schuchardt (1842-1927). Die Onlinepräsentation stellt alle Schriften sowie eine umfangreiche Sekundärbibliografie zur Verfügung. Die Bearbeitung des Nachlasses legt besonderes Augenmerk auf die Erschließung der Korrespondenz, die zu großen Teilen bereits ediert vorliegt, und der Werkmanuskripte.

Rollen-Taxonomie

Datumstaxonomie

Thesaurustaxonomie

Giovanni de Giacomo Rossano 1908-01-09 Hugo Schuchardt Italy Rossano Rossano 16.63447,39.57622 Korrespondenz Giovanni de Giacomo - Hugo Schuchardt Korrespondenz Gesundheit Biographisches Kalabresische Dialekte Wissenschaft Sprachwissenschaft Brief Italienisch
Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/
Venerato Maestro,

sono addoloratissimo perché mi dice che non sta bene di salute. Non si affatichi, Professore, e cerchi di vincere le molestie.

Conosco il vocabolo “mmatulu”, o “mvatula”. L’Accattatis, non avendo molto camminato per i vari paesi di Calabria, a pag. 443 del suo Vocabolario, è caduto in errore. “Mattulu” (con due tt) è sostantivo, e assol. vale = mazzo di erba o fieno onde si cibano alcuni animali. Accattatis, Luigi. 1895-97. Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese). Castrovillari: Patucci . La copia personale di Schuchardt è conservata alla biblioteca universitaria di Graz (II 220.235). Sotto il lemma “Mmàttulu” a pag. 443 si legge la seguente definizione della parola: “m. avv. Inconsideratamente, Spensieratamente, Invano, Inutilmente […]”. L’Accattatis, a pag. 423 del Vocabol. crede che sia un “manipolo” di fieno; ma anche qui sbaglia. Accattatis, Luigi. 1895-97. Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese). Castrovillari: Patucci . La copia personale di Schuchardt è conservata alla biblioteca universitaria di Graz (II 220.235). A pag. 423 indica la voce Màttulu, s. m. Lo stesso che Manna; ma dicesi solo di Un manipolo di fieno”. Si dice anche – a Castrovillari e in molti

All' Illustre Maestro

Signor Prof. Dott. Hugo SchuchardtProfessore dell'Università - aecademico de' Lincei

Graz

altri paesi: “mattulu” di cotone e, specie, bambagia –

“Mmatulu”, “mvatula”, “matula”, è avverbio – e vale indarno e inutilmente – e si scrive sempre con una sola t. Accattatis invece lo scrive con due T sciogliendo così l’opposizione fonematica tra i due lemmi. È usato in pochi paesi: Cetraro ci ha questo vocabolo. Paola no; vien fuori oltre Paola, ma qua e là, direi quasi, a salti. In alcuni paesi non è nella comune favella; si trova però in canzonette di quei paesi.

A Lecce dicono: “Avuocchjiu” per ‘indarno, inutilmente’. Nè a Bari, né ad Otranto si trova questo vocabolo. Un professore di Napoli mi dice che nella sua città non l’ha sentito mai.

De’ miei studi? Giacciono qui, ludibrio dei topi, i molti scritti che mi hanno logorato gli anni più belli. Io lavoro per la Scuola.

Mille affezioni de’ miei; io La ossequio e Le auguro salute.

Rossano, 9 gennaio, 1908 Suo per sempre G. De Giacomo.