Angelus Francis Xavier Maffei an Hugo Schuchardt (1-06771)
von Angelus Francis Xavier Maffei
an Hugo Schuchardt
13. 04. 1884
Italienisch
Schlagwörter: Lexikographie Grammatikographie Numerus Sprachprobe Biographisches Missionarslinguistik Portugiesisch (Mangaluru/Mangalore)
Portugiesisch (Kochi)
Portugiesischbasierte Kreolsprachen
Portugiesischbasierte Kreolsprache (Kannur)
Sanskrit
Konkani
Englisch
Malayalam
Tamil
Deutsch Schuchardt, Hugo (1889)
Zitiervorschlag: Angelus Francis Xavier Maffei an Hugo Schuchardt (1-06771). Kannur, 13. 04. 1884. Hrsg. von Johannes Mücke und Hugo Cardoso (2014). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.1903, abgerufen am 29. 09. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.1903.
Cannanore 13-4-84
Stimatissimo Signor Dottore,
Ho ricevuto qualche tempo fa la sua lettera e me ne stimo molto onorato. Solo credo che Ella abbia di me una opinione troppo alta. Ho differito a risponderle perchí in questi giorni di Quaresima avea molto da fare. Ora per venir a soddisfare il suo desiderio per quanto sta in me.
Anzitutto alla domanda quale differenza vi sia fra il parlare di Cochin e Mangalore rispondo che a Mangalore il Portoghese è parlato assai assai poco, essendo ivi pochissimi gli East-Indians. Il linguaggio comunemente parlato e inteso da tutti i Cristiani di Mangalore (come anche del South Canarà) è il Concani lingua inse pregevole e molte affine al Sanscritto, ma quasi totalmente negletta. Ultimamente io ho stampato una Grammatica Concani, e un Dizionario Inglese-Concani e uno Concani-Inglese: vedremo se adesso comincieranno a coltivare questa bella ma decaduta lingua. Il Dizionario nominato sebbene finito di stampare parecchi mesi fa, pure solo adesso viene publicato dal Governo di Madras che ne pagò le spese della stampa, non so perché tanto indugio. Dunque, del Portoghese di Mangalore si può negare quasi il sup|2|posto che ivi si parli, essendo quel che si parla una cosa quasi infinitesima. Del resto io non conosco quel portoghese cioè, in quale stato sia. – Qui a Cannanore si parlà bensì il Portoghese da tutti e quasi tutti gli East-Indians, in numero ben maggiore che a Mangalore; ma deve sapere peró che tutti gli East-Indians parlano e intendono pure il Malealam che è la lingua comune a tutti i Cristiani di qui, eccetto i Tamil (pronunc. Tamul), e Concani, e anche a molti Pagani anzi alla maggior parte dei pagani. In quanto poi al Portoghese parlato qui, Le diró che è cosi corrotto e smozzato che un Portoghese non capirebbe il loro Portoghese né essi capirebbero un portoghese vero che parlasse. Generalmente o almeno in gran parte non sanno neppur scriverlo, per cui in questo punto non posso dire se sia vero che non pronunciano le vocali finali sebbene le scrivano. Siccome io (sebbene abbia studiato il Portoghese in Europa prima di venire qui) non ho mai o quasi mai avuto occasione molto meno necessità di usar questa lingua, se non fosse nella lingua Concani che è impregnata di parole Portoghesi specialmente in materie religiose, perció non posso ben |3|dire la diversità nel formare il plurale etc. tra la loro lingua o dialetto e il vero portoghese. Il fatto è che io ho letto ad un East-Indian un libro portoghese facilissimo e non capiva niente o quasi niente, perch[é] diceva esso é troppo alto. Se vuole ciò nonnostante un saggio del portoghese di qui eccolo: (u̥ = mezzo u).1
Vero Portoghese: que témpo faz hoje
Portog. di Cannanore: hojezu̥ tempu̥ quel ei2 te ?
V.P.hoje faz bom tempo
P.d.C. hojezu̥ bom tempu̥ te.
P. V. : hoje o tempo consertase
P. d. C. hoje bom dia twaite3 (?)
P.V. Tanto melhor, porque hontem o tempo estava inconstante.
P. d. C. Tanto mas bom, porque hontem4 tempu̥ ne tint5 bom.
P.V.: Bem o vi: fui sorprendido por um aguaceiro e molhado até aos ossos.
P.d.C. yeu ja sabe; eu muita agua d‘antre ja fisse pagad e auta6 minha ossu̥ te me ja mollie.
P.V. Batem à porta
P.C. Bat a portu̥
P.V. Mande-o entrar para salla
P.C. Tojnu7 falla manda salla, pu vir d’antre (?)
P.V. Bom dia senhor. P.C. Bos di senhor.
P.V. Tenha a bontade de assentarse
P.C. Faze merce, sante.
P.V. Como passa? P.C. Vos quel ei te?8
P.V. Muito bem, ficolhe muito obrigado.
P.C. Eu tem bo: eu muito t’obrige par os
P.V. Tenho estado un pouco endeflunada9 mas hoje acho me boa
P.C. Pami pisia friu te, mas hoje tem timbo 10(?)
P.V. Como esta seu pai? P.C.Vos pai quel ei te?11
|4|P.V. Sinto muito. P.C. Eu grand sentiment te
P.V. oh tem uma saude de ferro. P.C. Por me bom sagude te.
Ecco un breve saggio del corrotissimo Portoghese di Cannanore, da questo poci Ella potrei facilmente intendere le deviazioni di questo dialetto dalla vera lingua Portoghese.
Per ciò che spetta all’etnografia, darò solo alcune parole: il popolò di Cannanore contiene cristiani (circa 2500) e pagani in molto maggior numero che i cristiani. Questi sono divisi in East-Indians, Tamil (comunemente Pariah), Concani (di occupazione in gran parte giardinieri cioè coltivatori di vegetali cui poi vendono, e p[...]12 e di casta in buona parte Bramini), Cočicar, Pescatori. I Pagani sono in quanto a lingua, malealam, concani, Tamil specialmente, in quanti a casta, Nayar (alta cásta) Tiyar (casta media) e Paria. Vi sono poi moltissimo Mopla o Maomedani, che hanno il sopravento in denaro e non hanno casta. Vi sono parechie altre classi, ma contenenti inmolto minor numero p. e. Parsi, Guzerati. – Il Portoghese in Cannanore è parlato da circa 350 East-Indians. L’Inglese poi è capito e parlato molto più qui che altrove a cagione dei molti Inglesi residenti in Cannanore, che è stazione militare. Forse più della metà (almeno degli uomini) capisca e parla, sebbene non bene, l’Inglese, perfino molti della classe bassa. In quanto alla differenza fra il linguaggio di Cochin e Cannanore, rispondo che se intende parlare del Portoghese, non so |5|come questo sia parlato a Cochin, non essendo mai state in quelle parti, ben lontane (parechie giornate) di qui. So però che il Malealam di qui differisce alquanto dal Malealam di Cochin, ma siccome ciò non La interessa, così me ne passo.
Ecco, stimatissimo Signor Dottore, pochi cenni in risposta alle sue questioni. Dissi pochi, perché mi trovo in Cannanore solo da alcuni mesi, quindi non conosco ancora benè lo stato delle cose: secondo, questa materia è così vasta, che se avessi tempo, si potrebbero scrivere molti fogli.
Spero però che Ella aggradirà volentieri questi cenni sebbene pochi: Se qualche altra volta Le potrò rendere qualche servigio, non mi rifiuterò per quante le mie occupazioni mi permetteranno. – Avrei voluto scrivere questa mia in tedesco, lingua da me parlata per molti anni come l’italiana: ma dacché venni all’India non ebbi più quasi alcuna occasione di usarla: inoltre l’Inglese è così simile al tedesco che imbroglia perfino i Tedeschi di nascita che stanno chi: perciò sono giù d’esercizio, e temo che farei qualche errore. Se però Ella mi scrive ancora, io non ho alcuna difficoltà in intendere anche il tedesco.
Preghi per me, Signor Dottore, e mi creda
S.aco abb.ma Servo in Cristo
A. Fr. X. Maffei S. J.
[vacat]
1 Cf. Schuchardt (1889): 'Beiträge zur Kenntnis des kreolischen Romanisch VI. Zum Indoportugiesischen von Mahé und Cannanore'. In Zeitschrift für romanische Philologie 13, p. 523-524. Schuchardts writes u for "half u" ("u bezeichnet ein halbes u") and adds that Maffei‘s notes are "not readable in every place" and that there might be "vitiations" in the language samples because Maffei did not speak the creole (p. 523: "Er [Maffei – JM] schickte mir einige Proben (u bezeichnet ein halbes u), die nicht überall sehr leserlich sind und in die – da der Pater das Kreolische nicht spricht – mancherlei Verderbnisse geraten zu sein scheinen […]". Schuchardt transcribes only the Cannanore Portuguese sentences, not the Portuguese translations, and keeps the question marks that Maffei wrote after some of the sample sentences. His changes to the corpus are minimal: Schuchardt adds some further punctuation marks (not indicated here) and writes "quelei" for "quel ei", as indicated below.
2 Cf. Schuchardt (1889: 524): "quelei".
3 Unsure reading. Schuchardt (1889: 524) also has also "twaite", but "hwaite" would also be possible – though not likely. In hindsight, it would also make sense for this to have been "lwaite", in which case we could be looking at the contraction of a future marker "lo". It is also admissible that Maffei copied the notes from another source and misread this original.
4 Unsure reading. Schuchardt (1889: 524) reads "honte". Maffei at least seems to have corrected the ending.
5 Schuchardt (1889: 524) adds the reading "tinh" in a footnote, but this seems to be an assumption as the orthographical form "tint" seems to be quite clear in the original.
6 Unsure reading. Schuchardt (1889: 524) gives "auta" and adds in a footnote "auta f. até". It also could be read as "anta".
7 Unsure reading. "Tojun" would also be possible, but Schuchardt (1889: 524) has "Tojnu".
8 Cf. Schuchardt (1889: 524): "quelei".
9 This word probably stands for "endefluxada", a Portuguese word meaning "suffering from a cold".
10 Schuchardt (1889: 524) reads "timbo", but it could also be "limbo", as in Portuguese “limpo”, meaning "clean" or "unobstructed".
11 Cf. Schuchardt (1889: 524): „quelei“.
12 Not legible.