Graziadio Isaia Ascoli an Hugo Schuchardt (142-00309)

von Graziadio Isaia Ascoli

an Hugo Schuchardt

Mailand

01. 12. 1897

language Italienisch

Schlagwörter: Ive, Antonio Rom Mailand Istrien Meyer-Lübke, Wilhelm (1884) Wagner, Max Leopold (1960–1964) Faré, Paolo A. (1964)

Zitiervorschlag: Graziadio Isaia Ascoli an Hugo Schuchardt (142-00309). Mailand, 01. 12. 1897. Hrsg. von Klaus Lichem und Wolfgang Würdinger (2013). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.1291, abgerufen am 08. 12. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.1291.


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Milano, 1. 12. 97.

Amico onorandissimo,

Sono stato trattenuto a Roma assai più a lungo che io e la famiglia non pensassimo, e la vostra buona lettera e la cartolina mi dovettero qui aspettare un bel pezzo. Vogliate perciò scusare l'involontaria tardanza.

Vi mando con questo corriere il foglio toponomastico immediatamente anteriore a quello che già avete. L'intiera Dispensa deve uscire prima che l'anno finisca, e voi naturalmente la riceverete súbito. 1 Vedo intanto con grandissimo piacere che il lavoro vi paja buono.

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Nulla so di un sardo fungidu. Ne chiesi súbito al Guarnerio (che ora insegna al "Liceo Beccaria" di Milano), ed egli pure non ne sa nulla. Crede il Guarn. che sia uno sbaglio di M.-L. 2

Come potete imaginare, mi sarà sempre gratissima cosa il compiacere al nostro Ive. Mi mandi egli dunque tutto quello che crede, e io mi studierò di contentarlo. Vi devo però dire, che non sono senza qualche apprensione. Poichè, parte per considerazioni d'ordine assoluto e parte perchè su certi campi s'è ormai lavorato più che abbastanza, io da qualche tempo insisto nel proposito delle descrizioni molto strin|3|gate; e temo che l'Ive all'incontro tenda al prolisso. Forse gioverebbe che egli stesso, prima di mandarmi le scritture di cui mi toccate, le rivedesse attentamente con l'intenzione di alleggerirle quanto più gliel consentano le sue viscere paterne.

Un giovane professore friulano, che ora insegna in un ginnasio milanese, viene preparando un lavoro toponomastico intorno ai distretti slavi e ladino-slavi alla frontiera orientale del Regno. Il nostro Ive, che deve saper bene di Vslavo, potrebbe forse continuare o estendere codesta esplorazione per una data parte della Venezia Giulia, compresavi l' Istria.

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Non sapevo che foste in permesso3, e m'accuora la ragione che me ne date. Ma voi studiate sempre, e forse con tanto maggior lena, quanto son meno stretti i vincoli del vostro lavoro. Credo poi che ai nevrastenici soglia accadere di reputarsi molto più infermi che in realtà non sieno. E conchiudo allegramente che voi avete a vivere non meno d'un secolo, estendendo e sublimando via via l'opera vostra.

Vogliatemi sempre un po' di bene, amico onorandissimo, e sempre abbiatemi, qual sono,

l'affmo divmo vro
G. I. Ascoli.


1 Vgl. dazu 141-00308, Anm. 1.

2 Wilhelm Meyer-Lübke: Beiträge zu romani­schen Laut- und Formenlehre, in: ZRP 8 (1884), 205-242. - Der Autor zitiert auf Seite 213 ein sardisches fungidu, dessen er sich aber nicht ganz sicher ist, und welches tatsächlich nicht existiert; vgl. dazu: Max Leopold Wagner: Dizionario etimologico sardo, Heidelberg, 1964. - Vgl. weiters: Paolo A. Faré: I carteggi Ascoli - Salvioni, Ascoli - Guar­nerio e Salvioni - Guarnerio, in: Memorie dell'Istituto Lombardo 28, (1964), 170.

3 Aus Gesundheitsgründen war Schuchardt im Wintersemester 1897/98 beurlaubt.

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 00309)