Graziadio Isaia Ascoli an Hugo Schuchardt (131-00303)

von Graziadio Isaia Ascoli

an Hugo Schuchardt

Mailand

28. 11. 1895

language Italienisch

Schlagwörter: Grazer Tagespost Mommsen, Theodor Schmidt, Johannes Meyer-Lübke, Wilhelm Gomperz, Theodor Giacomino, Claudio Lattes, Elia Italien Trient Paris Schuchardt, Hugo (1896) Schuchardt, Hugo (1895)

Zitiervorschlag: Graziadio Isaia Ascoli an Hugo Schuchardt (131-00303). Mailand, 28. 11. 1895. Hrsg. von Klaus Lichem und Wolfgang Würdinger (2013). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.1275, abgerufen am 28. 03. 2024. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.1275.


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Milano, 28 nov. 95.

Amico pregiatissimo,

Vi devo chiedere molti scuse del troppo lungo mio silenzio. Ma sono stato in preda, per tutto questo tempo, di tante cure e tanto affannose, che mi pare un miracolo di esserne uscito vivo. Vogliano dunque gli amici non ricusarmi un po' della loro indulgenza!

Le vostre due scritture 'caucasiche'1 mi sono regolarmente arrivate e le ho súbito scorse, ammirando continuamente la vostra incomparabile penetrazione. Non lascerò di ristudiarle, benchè non sia farina del mio sacco, e intanto ve ne |2| porgo cordialissime congratulazioni e grazie vivissime.

Anche ho considerato con la debita attenzione il lavoro intorno alla traducibilità dei nomi personali, e lo ristudierò tra non molto. 2 Ma intanto vi confesserò di temere, che il proposito del Governo ungherese vi sia parso 'più grande del vero' e che lo abbiate investito con un impeto di scienza molto maggiore che egli non meritasse. Specie nell'esordio c'è un lusso d'armi, che abbarbaglia davvero, e anche un po' confonde. Se ho capito bene, d'altro in effetto non è ora questione |3| se non di stabilire, per ogni effetto legale, la equivalenza magiara dei nomi di battesimo che sono in uso tra i regnicoli non magiari, come a dire Bálint per Valentin, Vilmos per Wilhelm, Lajos per Ludwig, ecc. Non si tratta di traduzioni, ma di contrapporre una forma tradizionale a una o più d'un'altra forma tradizionale; ed è cosa, generalmente parlando, agevole e ben legittima o anche necessaria. In Italia, per esempio, un Joseph o un Hans dei Sette Comuni o di Gressoney, dorà essere molto giustamente un Giuseppe o un Giovanni quando un documento qualsiasi abbia a nominarlo; e una Gret|4|chen sarà così una Margherita o Rita. Tutt'altro discorso è naturalmente quello della traduzione dei cognomi, come di König in Király, la quale turba o falsa la tradizione, ma del resto è cosa facoltativa e non consentita se non con le debite cautele. Ma, ripeto, tornerò a veder meglio.

Quanto all'idea che gl'Italiani abbiano a scrivere, p. e., l'imperatore Franz Joseph, Theodor Mommsen, Hugo Schuchardt, ecc. io credo che bisogni rinunziarci. Alle volte accade bensì che gl'Italiani riproducano, più o meno stabilmente, la forma straniera del nome battesimale. Ma allora c'è qualche particolar |5| motivo: quello per esempio d'una certa indissolubilità tra nome e cognome, come in Victor-Hugo Max-Müller. Scrivo o scriviamo anche Johannes Schmidt, perche Johannes è una forma peregrina anche in Germania, di cui il nostro collega s'è fatto come un distintivo.

La filologia o i nomi proprj mi ricondurranno intanto agli "Irredenti", per dirvi in primo luogo che l'accento di Mágiari ha la semplice e innocua intenzione di far contro alla riduzione parossitona Magiári, che è invalsa tra gl'Italiani.- Poi vi dirò, risalendo dalle parole alle cose, che mi è parso molto giusto quanto mi |6| voleste dire circa il caso della Corsica di contro a quello del Trentino, circa la simpatia che l'italiano gode in certe sfere austriache, e circa più altre cose congeneri. Ma se il mio opuscolo meritasse di andar riletto, forse finireste per conchiudere che in tutti codesti particolari non c'è motivo di vero dissidio tra voi e me.

Vi devo molte grazie anche per le indicazioni bibliografiche di cui mi avete favorito, sempre in ordine agli "Irredenti"; e per la esortazione a mandare il mio libercolo a giornali d'oltre|7|monti. Ma io non mi ci son mai saputo risolvere, anche perchè non mi posso reputar conosciuto, di là dall'Alpi, se non dai compagni di studio, e perciò devo temere di vedermi dileggiato dai giornalisti come uno scribacchino qualunque. Avendo per combinazione veduto, ora è qualche mese, che la Tagespost di Graz parlava contro gli Sloveni del Litorale in modo e per motivi che a me dovevano parer legittimi, m'era proposto di mandargli un esemplare degli "Irredenti" e anzi di mandarglielo per mezzo vostro, dato che a voi non fosse troppo dispiaciuto di assumervi questa bri|8|ga. Avevo anche già scritto le parole di dedica. Ma poi me ne astenni, anche per risparmiarvi una molestia.

La escursione a Parigi m'è riuscita assai dilettevole. S'è frequentemente parlato di voi e tutti deploravano che non foste venuto.- Avete voi notizie della salute del povero Meyer-Lübke3? Dopo la conferma della gravità del male ch'ebbi dal Gomperz4 in Parigi, nulla più son riuscito a sapere.- L'ottimo Giacomino, pieno sempre di gratitudine per voi, non ha nessuna parte nelle tristi improntitudini del Lattes.5

Vogliatemi sempre, come
sono di tutto cuore, il div. mo vro

G. I. Ascoli.


1 Hugo Schuchardt: Karthwelische Sprachwissenschaft I, II, in: Wiener Zeitschrift für die Kunde des Morgenlandes 10 (1896), 115-128, 309-332 (Brevier-/Archivnr. 298, 299).

2 Hugo Schuchardt: Sind unsere Personennamen übersetzbar?, Graz, 1895 (Brevier-/Archivnr. 290).

3 Wilhelm Meyer - Lübke (1861 - 1936), Romanist.

4 Theodor Gomperz (1832 - 1912), Philologe und Geschichtsphilosoph.

5 Vgl. 126-B76_11 und 125-00299.

Faksimiles: Universitätsbibliothek Graz Abteilung für Sondersammlungen, Creative commons CC BY-NC https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ (Sig. 00303)