Claudio Giacomino an Hugo Schuchardt (08-03668)
an Hugo Schuchardt
13. 10. 1895
Italienisch
Schlagwörter: Sitzungsberichte der philosophisch-historischen Classe der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften. Wien Georgisch Ascoli, Graziadio Isaia Schuchardt, Hugo (1895) Schuchardt, Hugo (1895)
Zitiervorschlag: Claudio Giacomino an Hugo Schuchardt (08-03668). Mailand, 13. 10. 1895. Hrsg. von Bernhard Hurch (2022). In: Bernhard Hurch (Hrsg.): Hugo Schuchardt Archiv. Online unter https://gams.uni-graz.at/o:hsa.letter.10146, abgerufen am 11. 12. 2023. Handle: hdl.handle.net/11471/518.10.1.10146.
Milano, 13 di ott. 1893
Chiarmo sig. Professore,
Ho ricevuto contemporaneamente la sua gentile cartolina e il prezioso scritto intorno al Georgiano1, ch’Ella si degna di regalarmi, anzi di correggere in un punto di sua stessa mano (w-i-xumrōb in – rōb.),2 quantunque non ci fosse pericolo ch’io mi avvedessi della differenza; di georgiano non conosco altro, se non quanto, anni sono, lessi sul Müller.3 Non occorre che io Le dica con quanta avidità io abbia letto la sua trattazione, meravigliando, oltre a tutto il resto, dalla padronanza ch’Ella ha di quella lingua certo non facile, sì da poter scendere ai più delicati particolari di fonetica, di accentuazione, di struttura. Non parlo poi delle sue considerazioni d’ordine generale, come al solito ergreifend per la loro profondità ed acutezza. E da questo fui lieto di vedere ch’Ella non trova impossibile, che |2| gl’Iberi occidentali si mostrino in qualche connessione con Hamiti ed Ib. Orientali or d’un tempo; né, a questo proposito, posso scacciare il pensiero che negli Hamiti appunto s’abbia in parte a trovare l’anello di congiunzione tra le due Iberie, seppure Erodoto affermi il vero dei Colchi4, dicendo ch’essi erano di sangue egizio, di lingua, di costumi, di fisico simili. II. 104, 105. So che i Greci non erano linguisti; ma si sa pure, che Erodoto discorreva di quest’argomento per autopsia5; e le sue affermazioni sono molto categoriche. Del resto qui, come dappertutto, non può decidere che lo studio dei fatti.
Quanto alla sua bontà di volersi in qualche guisa occupare delle mie povere cose, io non so davvero come rin |3| graziarla; ma non so neppur come rispondere alla domanda, ch’Ella mi rivolge rispetto alla continuazione delle mie ricerche, se così le posso chiamare. Io non ho la fortuna di potermi fare anche Editore di me stesso, come Lei; d’altra parte, sebbene il prof. Ascoli sia stato con me d’una gentilezza senza pari, prima rivedendo, ordinando, raddrizzando il mio zibaldone, poi pubblicandolo, anzi appunto per non abusare di questa sua bontà indimenticabile, non oso insistere presso di Lei, perché si lasci importunare più oltre da me con altre pubblicazioni. Senza contare, che fisicamente ho ben capita la difficoltà dell’argomento superiore d’assai alle mie forze; |4| e perciò temo, che non sia per me miglior partito lasciar la questione ai veramente competenti, e congratularmi con me stesso, che la capata, ch’io diedi coi domini altrui, non mi sia stata cagione di qualche guaio ben meritato. Comunque, pur avendo io un po’ di materiale raccolto, non è probabile ch’io lo possa pubblicare presto, o forsanco del tutto pubblicare; perciò con rincrescimento mio grandissimo, non posso corrispondere, come vorrei, all’attenzione, ch’Ella mi usa. Per parte mia, mi compiaccio nel pensiero di poter leggere tosto l’altro suo lavoro sul Caratt. pass. del transitivo in, che vedo pubblicato nelle Sitzungsb. di Vienna.6
Accetti i sensi di profonda stima e gratitudine, che Le esprime il di Lei devmo
Claudio Giacomino
1 Schuchardt (1895a) Brevier/Archiv 289.
2 Das Beispiel findet sich bei Schuchardt (1895a) auf S. 15, mit der Bedeutung "'ich werde scherzen’ (eig. ‘ich scherze mir’)”.
4 Abitanti della Colchide, antica regione della Georgia.
5 Secondo il dizionario Treccani il termine fu usato da Erodoto con il significato di “visione e conoscenza dei fatti” come fonte di informazione storica.
6 Schuchardt (1895b) Brevier/Archiv 291.