Italia 1788.
Si vende in Venezia al Negozio Albrizzi a San Benedetto.
È Già molto tempo che più non si ornano li cammini che di girandole. Queste ora succedono nella moda alle ventole, le quali avevano medesimamente rimpiazzate le girandole: non sono più come le altre volte di cristallo attaccate contro i specchj: sono di metallo dorato: sono esse esposte in piedi in vasi di marmo nero, o blò, o verde antico, guarniti di metallo dorato; ovvero sopra piedestalli tutti foglj, o sopra base, o sopra zoccoli, o sopra colonne. Quelle poste nei vasi non sono che rami di alloro dove sono collocate in eguali distanze ed in ordine medesimo dei bocciuoli ceselati o foglj, dorati in oro di colore, ovvero in oro ordinario. Lo stesso si dica di quelle poste sopra li piedestalli, zoccoli, o colonne.
Se ne fanno di più o meno eleganti, di più o meno ricchi: quello che è più di moda è una Minerva col suo caschetto, colla sua corazza, colla sua larcotta, colla lancia, e con tutti gli altri attributi di guerra, montata sopra un globo posto sopra un piedestallo di colonna, e che porta sulla testa tre rami di lauro, in cima dei quali sono collocati dei bocciuoli foglj per ricevere la candela.
POrtatevi al corso di Porta Orientale in giorno festivo: questo è un passeggio magnifico, comodo, ed il più bello forse che sia in Milano: in tali giorni egli è infinitamente popolata da tutto ciò che può renderlo dilettevole ed allegro. Vi si passeggia a piedi, a cavallo, in carrozza, in cabriolè, e li vicini bastioni formano due ale dilettevoli pur esse, ed amene.
Il vero bellissimo colpo d’occhio è il vedere le due file di belle donne che vi si trovano, che inaddochiano colla stessa libertà con cui vengono osservate rassomiglianti ad un Parterre, animato di versi colori. La diversità delle fisonomie e degli abbellimenti loro: il piacere che hanno di esser vedute, e di vedere; la specie di assalto che danno allorchè brilla sul loro volto la voglia dieclissarsi: tutto abbellisce questo quadro diversificato che attrae tutti gli sguardi, e fa nascere mille idee sopra tutto ciò che le mode levano, o aggiungono alla bellezza, sopra l’arte e la civetteria delle donne, e sopra quell’innato desiderio di piacere che fa la loro felicità, e quella eziando degli uomini.
La guerra allora era accesa in Germania. Si trovavano sotto le armi quasi tutte le Potenze del Nord e dell’Occidente; ma questa circostanza non lasciò sospettare al nostro Scudiere del bisogno d’un passaporto; i suoi affari non riguardavano che aveva egli a fare colla Police delle estere nazioni? Altronde aveva egli studiata la carta per assicurarsi all’ingrosso, che poteva esclusivamente il territorio degli Stati neutrali o alleati dell’Inghilterra.
Pieno di confidenza nell’ospitalità colla quale divisava di esser accolto, prende posto nel Pacbotto d’Harwich a Helvoetslui, e sbarca in Olanda.
Parlava alcun poco Francese, ciocchè non era avvenuto in cento anni ad alcun gentiluomo dell’Yorckshire. Intanto che i soldati Olandesi lo conducevano verso la frontiera si lagnava gli acremente per avere perduti sei giorni inutilmente; al che l’Ufficiale Olandese perdendo la sua stemma gli disse, che doveva essere più accorto, e che se avesse dichiarato al metter piede nel territorio delle sette Provincie-Unite che viaggava per affari di commercio, non avrebbe avuto alcuna vesfazione.
Questo colloquio il tenne sulla strada da Breda a Valenciennes. Il nostro viaggiatore che aveva udito dire da sua Nonna che ogni strada conduce a Roma, aveva concluso che ogni strada conduce-
Liberato dall’insociabile suo conduttore giunse allegramente alla prima piazza Francese. Una sentinella della guardia avanzata gli chiese l’onore ed il permesso di visitare il suo Passaporto. – Che bisogno ho io di un Passaporto? – Senza di questo, Signore, mi perdoni la libertà che con dispiacere mi prendo, sono obbligato di condurlo dal Sig. Commandante.
Il Sig. Commandante ricevette il viaggiatore con una fredda e cerimoniosa politezza: gli fece le consuete domande ed egli mettendo a profitto la lezione che aveva ricevuto in Olanda, rispose con qualche franchezza, che viaggiava per affari di commercio.
Cospetto! riprese il Commandante, questi è un Negoziante: si conduca alla Cittadella: lo esaminerò domani; ora bisogna che mi vesta per andare alla Commedia.
Signore, disse il Soldato allo Scudiere traducendolo al Corpo di guardia, perchè mai avete parlato di commercio avanti al Comandante? Nessun gentiluomo in Francia si avvilisce col commercio. Perchè non dire al Sig. Comandante ch’entravate in questo Regno per imparare a produrvi nel modo con gusto?
Preseguendo il suo cammino, cadde in un distaccamento di cacciatori Tedeschi, che gli domandarono il suo nome, la sua qualità le sue occupazioni. Vengo, rispose, a imparare a ballare, a cantare, ed a vestirmi alla moda.
Questi è un Francese, disse il Capitano.
Uno spione, esclamò il Sargente.
Il risultato si fu che il nostro viaggiatore posto in groppa di un Dragone, fu condotto al campo. Poco dopo fu lasciato in libertà, non senza però qualche consiglio: ed il viaggiatore partì.
Era giunto appena sulle terre del Re di Prussia, che fu più che altrove rigorosamente esaminato. – Il mio mestiere, ebbe la prudenaa (sic.) di dire, giusta il consiglio avuto dai Dragoni Tedeschi, e di bevere, mangiare, e fumare – Buono! disse l’Uffiziale, bevere, mangiare e fumare! Voi mi seguirete a Potsdam. La guerra deve essere l’unico oggetto del genere umano, e non altro.
Il Gran Federigo intese ben presto il carattere del nostro viaggiatore, e gli diede un Passaporto scritto di suo proprio pugno. Questi è, disse l’illustre Monarca, un Inglese innocente: i suoi pa-
Alle barriere della Sassonia nuovi interrogatorj. – Io sono soldato, disse il povero interrogato, ecco un Passaporto del primo Capitano del secolo.
Che! Voi siete un protetto d’un distruggitore di migliaja d’uomini! Seguiteci a Dresda, e guardatevi dal mostrare il vostro passaporto, se non volete essere sbranato dai parenti di quelli che sono stati crudelmente sagrificati all’ambizione Prussiana.
Avendo subito a Dresda un nuovo interrogatorio che dissipò tutti i sospetti, si felicitava di essere al termine del suo viaggio, e finalmente liberato da ogni richiesta, allorquando giunto alle frontiere della Polonia, l’Uffiziale Comandante gli domandò quali affari lo conducevano nella Repubblica? In verità, Signore, io non so nulla. – Come! Voi ignorate il motivo del vostro viaggio? Seguitemi dallo Starosta.
Per l’amor di Dio, ripigliò l’Inglese tutto pauroso, abbiate pietà di me. In Olanda sono stato arrestato per aver tenuti segreti i miei affari.
In Francia passai una notte intiera in una cittadella per essermi dichiarato Mercante.
In Prussia fui trascinato per cinquanta miglia in schiavitù, a cagione del mio gusto per bevere, mangiare, e fumare.
In Sassonia temetti per la mia vita nel momento che m’annunziai per militare.
Se voi voleste avere la bontà d’instruirmi sul modo di rendere conto di me stesso senza offendere alcuno, io vi riguarderei eternamente come amico mio, e mio benefattore.
Cara mia, non mi mandar tanto al diavolo, egli non potrà mai farmi male, poiché avrà del riguardo avendo sposata la sua più prossima parente.
Mio Marito sa ben tener l’armi in mano, scrive bene, è un bravissimo Aritmetico, ma non intende troppo la moltiplicazione.
Rides me, rideo te, io mi rido di tutti quelli che ridonsi di me, diceva un tale: ciò essendo, gli rispose un giovine di spirito, tu sei l’uomo del mondo che si diverte più di tutti.
S’ei tocca il polso lo fa egli con una grazia singolare; dapertutto trova salute: non vede mai pericolo. Al letto d’un moribondo ha l’aria della speranza, distribuisce parole consolanti, parte, piacevoleggia, e in quella stessa notte seco si toglie il suo malato.
Quando un medico ammazza o per ignoranza o per indifferenza dieci o dodici mercenarj non se afflige: ma se muore nelle sue mani un ricco, un Ministro, ec. diventa inconsolabile, e per quindici giorni sembra che domandi grazia o favore a tutti che incontra.
I complici discreti ritrovano a tempo, e luogo la medesima condiscendenza; danno per scusa l’incertezza dell’arte, il cieco modo cui deve procedere il più bravo. E perchè con simili cognizioni continuano essi in una pratica micidiale? Perchè si oppongono furiosamente a tutto ciò che semplifica l’arte? Perchè ebriati della micidiale loro dottrina non cangiano essi l’antica e detestabile loro pratica quando la propria sperienza ne fa loro vedere l’insufficienza ed il pericolo?
Il motivo si è per voler essi trattare la medicina in una maniera oscura insieme e lucrativa: fare una quantità di visite, render conto di nulla; non comunicare con un profano; immascherarsi colle barbare loro tesi; opera dei secoli alla sana fisica più opposti.
La Facoltà medica trascina anche nel nostro secolo i pregiudizj e gli errori dei secoli più barbari. Intanto che la fisica ha fatto dei progressi che non le sono dovuti, sembra che si compiaccia nelle dense tenebre delle antiche sue formole, e teme que’tratti di luce che in un colpo scioglierebbe quella fantasima che tanto impone all’umana credulità.
Alcuno dirà che questo sfogo è un poco troppo vivo: ma si tratta della salute e della vita. V’ha forse altra cosa più interessante?
bonton, perchè deve trattare con importanza tutto ciò che si parla.
La commedia, l’opera buffa, l’opera seria hanno diritto prima di tutte le altre speculazioni d’interessare il suo spirito. Siccome nelle Città grandi non si parla che dell’ordine pubblico, degl’interessi dell’Europa, del commercio, della guerra, così egli non deve parlare che dei Commedianti, dei Ballerini, dei Poetastri, degli Epigrami, dei Sonetti che corrono, ciò che però è necessario in alcune case, ove quest’uomo deve parlare senza dir nulla.
In tal guisa l’uomo decisamente superficiale, e che si attribuisce espressamente un numero incredibile di piccole ridicolaggini vive in ogni popolata Città. Sa quello che accade in tutte le loggie del Teatro, nei ridotti, in alcune case di moderne società: conosce le avventure di tutte le attrici; fa quello che si è detto misteriosamente in ogni angolo dei caffè, alle cene ec. Si deve sempre far vedere a tutti gli spettacoli. Se comparisce ad un passeggio, tutto il mondo lo saluta: parla all’uno,
L’Amore estremamente vecchio, pare che quì sia morto: il libertinaggio lo ha ucciso. Si annunzia dello spirito in disprezzare in oggi questa passione. Un Filosofo alla moda perderebbe tutta la sua riputazione se fosse sospettato di avere una tale debolezza. Quelli che si piccano di buon senso si mostrano superiori a questa puerilità. I sospiri, e le lettere amorose non sono più di moda: quest’antica maniera di spiegare i suoi sentimenti è proscritta.
L’amore è ora perfino bandito dai Romanzi, sorta di libri stabiliti una volta per farne l’ana-
Allontanarsi dalle donne è un consiglio bestiale: vederle, e corteggiarle senza prendere alcuna passione, ecco il nuovo sistema. Una filosofia mal intesa produce un misantropo insopportabile, ed odioso a se stesso.
L’insensibilità, la misantropia non si può definire in altra maniera che rapporto agli oggetti riguardo ai quali si esercita. Questa è una privazione, un’astinenza, un difetto di sentimenti che dovrebbero esserci naturali: difetto che diventa vizio in faccia alla virtù, virtù in faccia al vizio. La sensibilità del cuore è il bene più prezioso di cui l’uomo possa godere; per esse gusta il piacer della vita, le debolezze della società.
Non è Filosofo quegli che rinunzia alle donne, applicando a tutte in generale i difetti di poche.
I vizj sono negl’individui e non nel sesso. S’è pariato delle donne in ogni secolo o troppo bene
Il troppo sdegno, o il troppo amore degli uomini ha prodotto alle donne elogj eccessivi, o satire ingiuste. Noi quì non vogliam difendere nè questi nè quelle: diremo solo che l’amicizia di una donna stimabile è il mezzo più proprio per mettere a prova la ragione di un uomo delicato. A questi non conviene il cercare di dividere coi libertini li falso onore delle buone fortune. Lungi dal frequentare le donne per corromporle, per sedurle, prenda piuttosto lezione presso di loro di onestà e di modestia.
Sulla tolletta di ogni donna che vuol essere stimata e rispettata, converebbe che fossero incisi questi tre versi di un rispettabilissimo Autore Francese, che sono altrettante leggi.
Traitez bien un amant, il cessera de l’étre.
L’amour ne peut durer qu’autant que le desir:
Nourri par l’espèrance, il meurt par les desirs.
UNA Sig. veniva rimproverata di aver preso un Servente estremamente brutto: questo l’ho fatto, diceva ella, per accostumarmi alla bruttezza di mio marito.
Un Prete sorpreso in un cattivo luogo: diceva: sono un medico che visita le sue ammalate.
Si domandava un giorno perchè le donne andassero così sovvente a confessarsi: qualcuno rispose, che amano più di dir male di se stesse, che di dir niente del tutto.
LA follia delle donne è spinta da quest’articolo all’ultimo eccesso. Son esse diventate governatrici dei bottolini, ed hanno per essi delle inconcepibili premure. Mettete in fallo un piede sopra la zampa d’un cagnuolino, siete perduto nello spirito di una donna, potrà dissimulare, ma non ve la perdonerà mai.
Le più squisite vivande sono per essi: gli vengono apprestati dei grassi polli, e si ricusa ad un malato un solo brodo.
Quando si vede una bella a profanare la sua bocca coprendo di baci un cane che sovente è brutto o sporco, e che quand’anche fosse bello non merita sì vive dimostrazioni d’affetto, si trovano meno belle le sue labbra, e le sue braccia nel ricevere questo animale sembrano avere minor grazia: perde così facendo una gran parte delle sue bellezze, e dei suoi vezzi. Quando la morte del suo cagnuolino la riduce alla disperazione, che bisogna dividere seco lei, e piangere insieme, aspettando che il tempo faccia scordare un sì gran disastro, una tale stravaganza annicchila il resto delle sue attrattive.
Abbiamo veduto una bella donna seriamente adirarsi e chiuder la porta ad un uomo che aveva adottata la ridicola ed importante opinione, che un cane non è nè sensibile nè ragionevole, e che la sola di lui fedeltà val più che la ragione di tutti gli uomini insieme. Crediamo dunque sensibilissimi i cagnuolini, e invece di giustificare le barbarie de-
. . Oh Signore, tra noi confratelli, rispose il medicastro, non si parla di prezzo.
Pierrot alla Zelandese di Pekin verde bordato di frangie gialle e verdi con doppio colletto e patellette di Pekin color di rosa, e con maniche di velo azzurricio guarnite di manichetti di garza solia frastagliata a denti larghi. Sotto questo Pierrot una pettiera di Pekin bianco; ed una sottana di Pekin color di rosa bordata di frangie verdi.
Scarpe di Pekin gridellino ornate di rosette bianche
Al collo un fichu di garza solia fino al mento
Pettinatura a soli ricci molto grossi e lunghi. capegli di dietro sparsi alla Senatoria.
N.B. Della Figura 16. non diamo spiegazione, ben scorgendosene ogni particolarità a prima vista.
Delle Materie contenute in questo Numero VII.
Moda di Cammini. pag. 155
Colpo d’occhio bellissimo. 156
Gl’inconvenienti dei viaggi. 158
Tratti di Spirito. 163
Aneddoti 164
Sfogo d’un convalescente. Sopra i Medici moderni. 166
L’uomo superficiale. 169
Riflessioni sopra l’amore. 170
Altri Tratti di Spirito. 173
Cagnuolini. Ivi
Gabinetto delle mode. Spiegazione della Tavola VIII. Fig. 16 e 17 176