Citazione bibliografica: Gasparo Gozzi (Ed.): "N. 77", in: La Gazzetta Veneta, Vol.1\077 (1760-10-29), edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fabris, Angela / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.3687 [consultato il: ].


Livello 1►

N.o 77.

Mercoledì addi 29. Ottobre 1760.

Che contiene

Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.

Livello 2► Livello 3► Eteroritratto► La sera del passato Venerdì venne per la prima volta recitata nel Teatro di San Salvatore una Rappresentazione del Signor Dottor Goldoni intitolata: Enea nel Lazio. L’argomento di tal composizione è preso dal terzo Libro de’Fasti d’Ovvidio verso la fine. Narra questo Autore, che insignoritosi Jarba di Cartagine, dopo la morte di Didone, i Tirii si fuggirono dispersi dalla Città, e che di là a tre anni, la sorella medesima di Didone, venne discacciata; la quale dopo varii casi, che quì non si debbono per brevità riferire, fu da una borrasca di mare cacciata a Laurento. Quivi fu riconosciuta da Enea, e da Acate che camminavano sulla spiaggia. Venne da Enea accolta, e presentata a Lavinia sua moglie, con una fervida raccomandazione. Lavinia ricevendo nel cuor suo la gelosia medita insidie contro di lei, e l’odia a morte. Didone apparisce in sogno alla sorella, e l’avvisa del suo pericolo. Essa uscita per una finestra prossima al terreno di notte fugge; e viene da Numico fiume fra le sue acque accettata. Mentre che le genti vanno in traccia di lei, essa a quelle apparisce, e dice se essere Ninfa di quel fiume, e chiamata Anna Perenna. Di quà nacque l’origine di quelle Feste, che vengono da Ovvidio nell’accennato luogo descritte. ◀Eteroritratto ◀Livello 3

Quantunque io abbia spesso udito a dire, che in Venezia le Tragedie non sono accolte volentieri, ho più volte veduta la prova del contrario; e per isperienza ho tocco, si può dire con mano, che il piangere di compassione, e di tenerezza, diletta non meno d’ogni altro affetto destato dalle Teatrali rappresentazioni. È non picciolo danno, che la Tragedia componimento ripieno di tanta magnificenza, e Maestà, da’più colti Paesi amato, e sì volentieri veduto, sia da noi abbandonato quasi del tutto, piuttosto per un riprezzo de’Poeti, i quali si sono stabiliti a credere, che l’udienza non ne voglia, che perchè l’udienza non le accolga volentieri. Il cuore umano è quel medesimo in ogni luogo. Livello 3► Eteroritratto► Questo picciolo preambolo è fatto a proposito dell’argomento dell’Enea nel Lazio, in cui il Poeta, se non avesse avuto il timore da me accennato, certamente avrebbe ordita una Tragedia piena di nobiltà e di grandezza. A un dì presso questo argomento era capace di tutte le situazioni della Medea, e con minore atrocità. Anna avea veduta la sorella a morire, il suo regno devastato, era stata da Jarba scacciata dalla sua Reggia, raminga, perseguitata da’nemici, gittata dal mare in Paese da lei non conosciuto, s’abbatte in Enea, cagione delle sue calamità. Enea uomo giusto per sè, era in obbligo, quanto potea di riparare a’suoi danni, e di farle ricoverare una parte della sua quiete. La consegna a Lavinia sua moglie, la quale, dalle furie della gelosia combattuta, l’odia, le tende insidie, e contrasta alle buone intenzioni dell’uno, e alla quiete dell’altra. Qual effetto, per esempio, avrebbe fatto l’urna colle ceneri di Didone nelle mani della sorella, chiedente ad Enea qualche asilo nella nuova terra per esse: Qual situazione era quella d’Enea alla vista di tali ceneri? In iscambio di quelle o d’altre somiglianti idee, l’Autore, per la temenza accennata di sopra, si diede a fingere una gelosia, che non produce espettazione di cose grandi, e chiude il suo componimento col matrimonio d’Anna, e d’Ascanio. L’apertura però della Scena ha non minore magnificenza dell’Ifigenia in Aulide del Signor di Racine, per modo che in Enea sembra di vedere Agamennone, e Arcadio in Acate. ◀Eteroritratto ◀Livello 3

Livello 3► Racconto generale► Poche settimane fa un certo Giacomo Compagnon Oste in Venezia all’insegna della Campana, venendo da Vicenza con milledugento ducati in una Cassetta, fu assalito da tre rubatori sulla strada. La cassetta de’danari, oltre all’essere robusta per se, era conficcata nell’assi del calesse con due occulte e fortissime viti. Affaticavansi due de’ladroni per sconficcarla, e il terzo minacciava con l’arme. Intanto il Postiglione, uomo animoso per se, e che conoscea il fuoco, e il cuore de’cavalli suoi, diede ad un tempo con la scuriada a traverso agli occhi dell’assassino, che tenea in punto l’arme, e con gli sproni punse il cavallo, che sotto avea, tanto che le due bestie si mossero con tal furia improvvisamente, che due degli assassini cadettero a terra malmenati dalle ruote, il terzo si rimase con le mani agli occhi, ed il calesse sparì loro davanti, lasciandone due mal conci, e mezzo spallati, e uno balordo, e quasi cieco. ◀Racconto generale ◀Livello 3

Metatestualità► Se le cose, che arrecano utilità debbono più, che l’altre essere al Pubblico esposte, certamente merita d’aver luogo ne’presenti Fogli un estratto, mandatomi da un Amico mio. Questi è uno di que’miei tanti Amici, ch’io non conosco, o almeno non credo di conoscere di vista. Al carattere suo veggo, che m’ha favorito più volte, e m’ha con diverse obbligazioni legato a se. Gli fo questa Pubblica testimonianza del mio dovere, e sono suo buon Amico, e Servidore. ◀Metatestualità

Livello 3► Estratto di una Dissertazione sopra il metodo di esito felice, usato nell’alta Ungheria, della cura del Vajuolo, scritta in Latino da Dan. Fischer. M. D.

Citazione/Motto► Tosto che dallo straordinario calore del sangue, viene indicato il Vajuolo, quando egli è epidemico, gli Ungari mettono l’Ammalato in un bagno d’acqua comune, moderatamente riscaldata; e ve lo fanno stare per mezz’ora; di poi lo ravvolgono fra panni caldi, e lo mettono in letto, parimente riscaldato; dopo dodici ore fanno la stessa cosa; e la replicano con la misura dello stesso tempo, e dell’intervallo stesso, non solamente fino a tanto che si faccian vedere le pustole, le quali sogliono comunemente comparire dopo il secondo bagno; ma eziandio sino al tempo della suppurazione, la quale accade generalmente il terzo giorno, dopo la comparsa delle pustole. Allora continovando sempre il bagno, in vece (sic.) dell’acqua comune, usano siero di latte moderatamente riscaldato allo stesso grado di moderazione. Mediante questo metodo, la suppurazione prestamente succede: così che nel quarto giorno cade la crosta, senza lasciar profonda cicatrice, e senza que’fatali accidenti, i quali rendono così terribile, e così pericoloso il Vajuolo. Il Sig. Fischer, convinto da’suoi proprj occhi del felice successo di questo metodo, immediatamente l’ha praticato, collo prescrivere l’uso de’menzionati bagni, moderatamente caldi, e coll’ordinare per nudrimento dell’Ammalato, brodo di carne, ova fresche, pollastre, piccioni ed altri volatili: e per bevanda del thè, unito a fiori di sambuco; e qualche decotto di lenticchia, moderatamente caldo. Egli ordina ancora le seguenti precauzioni. 1. di tener sempre, durante il Vajuolo, a questa dieta l’Ammalato. 2. di farlo astenere da cibi, e da vivande che riscaldano. 3. di guardarlo dall’aria, sì nell’entrare, come nell’uscire dal bagno. 4. di usar sempre acqua tepida. 5. di cibarlo parcamente. 6. di fargli bevere spesse volte, latte bollito col zucchero, ed usare rimedj refrigeranti, finchè dura la febbre.

Egli ha prolungato il tempo del bagno fino ad un’ora e mezza, e l’ha praticato due volte al giorno, l’una la mattina allo svegliarsi dell’Ammalato, e quattr’ore dopo il mezzo giorno l’altra; e ciò subito che si fa sentir la febbre. La comparsa delle pustole tarda qualche volta fin al quarto giorno. Quella parte del corpo che restasse fuori dell’acqua, deve stare ben coperta ed involta in panni nell’acqua calda bagnati; e la faccia dev’essere continovamente (sic.) bagnata con una spugna.

L’unico inconveniente che accade si è, che la camicia, nel crepar delle pustole, si attacca alla pelle, per rimediarvi, bisogna far entrar l’ammalato nel bagno in camicia; e quando questa è ben inzuppata d’acqua, si stacca e con facilità si cava.

Filantropos. ◀Citazione/Motto ◀Livello 3

Metatestualità► Il Signor Conte Danielle Florio Udinese scrisse anch’egli due Canti per le Nozze delle ll. aa. rr. Giuseppe d’Austria, e la Principessa Isabella di Borbone. E preceduto il suo Poema da questo Sonetto dedicato alle s. c. r. m. dell’Imperatore, e dell’Imperatrice Regina. ◀Metatestualità

Livello 3► Citazione/Motto► Che giorno è questo? Fra le grazie e il riso,

Cinta degli aurei Gigli, Amor conduce

Sposa eletta al Reale Austriaco Duce,

Che par che viva in Lei da sè diviso.

Ne’suoi begli occhi e nel sereno viso

Sì dolce genio e maestà riluce,

Che l’Istro si rallegra a tanta luce,

E Marte scherza in su le palme assiso.

O qual nuovo ineffabile diletto

Fra liete pompe e nuziali feste,

Augusti Genitor, v’innonda il petto!

Voi cui di fiamma egual virtù celeste

Accese il cor, voi soli il dolce affetto

Del chiaro Figlio a noi spiegar potreste.

Ecco le due ultime Ottave del secondo Canto.

Liba i nappi Allegrezza, e l’aria e i lidi

Fa d’alte risonar voci guerriere;

Veggio i gran Fabj, esclama, e veggio i fidi

Scipj già fulminar nemiche schiere.

Del campo vincitore ascolto i gridi

Che l’ostili m’invia spoglie e bandiere;

Degno ornamento agl’Imenei felici,

E l’Istro il capo innalza a’fausti auspici.

E mentre a coronar Valore, e zelo

Vien la Vittoria con la Gioja insieme,

Delle future età l’oscuro velo

Già s’apre agli occhi di presaga speme.

Oh quanti e quali Eroi promette il Cielo

A questo, onor del Trono Augusto seme!

Ma ad altri penetrar l’ordin de’Fati

Fuori che ai Re non lice, e a’sagri Vati. ◀Citazione/Motto ◀Livello 3

Ai Signori Letterati e Dilettanti di Opere Teatrali.

Intraprenderassi in Lucca sotto la direzione di Persone intendenti una generale raccolta in lingua Italiana delle migliori Tragedie, Commedie, e tutta sorta di Drammi, con quel più che dee sapersi per rapporto al Teatro, la quale sebbene possa riuscire voluminosa, non sarà pero di molto dispendio, perchè a gran via non sarà, che una tenue porzione della farragine immensa di tutte le raccolte, che vi sono, senza dire neppure delle opere distaccate, e non incluse nelle raccolte, di cui uno talora è pur costretto a provvedersi in copiosa quantità per rintracciar qualche cosa di merito, che fosse sfuggita, come suole accadere, dallo sguardo dei Collettori.

Sarà questa raccolta Intitolata: Biblioteca Teatrale Italiana. I Tomi saranno in 8. di taglio alla Francese, di bella carta con gran margine, di 24. in 25. fogli per ciascheduno, impressi con eccellente carattere caramone con cinque bei rami per Tomo, uno iniziale comune a tutti, e quattro differenti, ed allusivi Tomo per Tomo ai 4. principali soggetti. Ogni Tomo sarà diviso in due parti; Parte Tragica e Parte Comica.

La Parte Tragica conterrà

una Tragedia.

2. un Dramma Eroico, o sia Opera per musica,

3. una Cantata, o qualche altra cosa come diraddi.

La Parte Comica comprenderà:

1. una Commedia,

2. un Dramma buffo per musica,

3. una Farsetta, o altro come appresso dirassi.

In fronte ad ogni Tomo ci sarà in luogo di Prefazione un Articolo, o sia una Capitolo correlativo alla Tragica o alla Comica, che si procurerà che sia in terza rima, e questi capitolo risguarderanno ripartitamente non solo le giuste

regole di ben comporre, ma di bene scegliere, e giudicare delle cose Tragichem e Comiche rispettivvamente, In alcuni ancora vi saranno dei Saggi di Chironomia, delle dissertazioni sopra il Socco, e Cotruno, e sopra il vestiario: in altri si parlerà della decorazione, pittura, archittetura, prospettiva Teatrale: e sarà pure a sproposito il far menzione dei caratteri dei Musici, dei Commedianti, e di altra gente di Palco aprofitto di quelli, che hanno il piacere di trattare con essi. Vi sarà alcuna volta la vita di qualche Autore, ed il succinto ragguaglio delle Opere loro. Vi sarà sparso in somma in diversi Tomi tutto quello, che può desiderarsi sapere riguardo al Teatro: astenendosi però il Collettore di dar giudizio critico dell’opere di chichesia per non incontrare il disgusto di alcuno.

Delle Tragedie, e Commedie, Farsette ec. se ne daranno di quelle in Versi, di quelle in Prosa, o siano originarie, o siano tradotte, di antiche, e moderne, di vario gusto, per incontrare il genio di tutti, che non può essere ugual da per tutto: se ne dararanno di edite, di inedite; al qual effetto si prega chi ne avesse di inedite a volerle mandare, che, stampandole si darà in regalo un numero competente di esse tirate a parte all’Autore.

In luogo delle cantate talvolta si darà qualche estratto di Tragedia, o Dramma Eroico per musica con l’estensione di alcune Scene delle migliori, poichè in molte Tragedie, ed Opere, che non meritano di porvisi per l’intero, vi si trova spesso qualche cosa di buono, che il saperlo può esser giovevole, e di soddisfazione: o pur si darà qualche invenzione di balletto, e alcuna volta in un Tomo d´si metterà più d’una di queste cose, secondo che vi resterà e meno da riempire i fogli. Il che medesimamente si farà nella parte comica, dove in luogo delle Farsette potranno porvisi ancora degli intermezzi, delle invenzioni di balletti di carattere, a qualche estratto o sia sceneggiamento di alcuna Commedia, che non voglia porsi nella raccolta tutta per esteso.

Per tutto quello che sembrerà non possa esser adatto all’uso moderno, si vedrà di accennare la maniera da altri prescritta di poterlo ridurre, Le tragiceommedie, e le pastorali, e qualche sceneggiamento, si porrano in luogo d’alcuna delle suddette Opere, o in una parte, o nell’altra, secondo che più in esse prepondererà il tragico, o il comico.

Per isfuggire ogni competenza di relazione si avverte il Pubblico, che il Collettor si protesta di voler arbitrare in questa a suo piacimento, non solo per riguardo al proprio comodo, ma perchè stima che in questa forma potrà riuscire la raccolta migliore, dovendo poi mettere tutto l’ordine i diversi catalogi, che si saranno a foggia di Dizionario, in cui si vedranno registrati per lettere alfabetica i nomi degli Autori, e titoli delle respettive lor’opere, a cui s’aggiungeranno ancora tutti i titolo dell’Opere non comprese nella presente Biblioteca, con indicarne gli Autori, l’anno, ed il luogo della loro pubblicazione.

Si farà poi a parte altro piccolo Dizionario su lo stesso taglio de i diversi vocaboli Italiano corrotti, che si incontreranno nell’opere comiche, dandosi a ciascheduno il loro vero significato Toscano per comodo de i Forestieri, che desiderosi di queste cose, non intendessero questi modi di dire.

Chi vorrà pertanto approffittare di questa raccolta pagherà Tomo per Tomo 3. Paoli e mezzo per cadauno Tomo sciolto, quando voglia associarsi, e i non associati 5. Paolo per Tomo. E quelii che daranno la loro sottoscrizione avanti la pubblicazione del primo Tomo pagheranno soli tre Paoli per Tomo; dichiarando espressamente, che non si ricerca veruna anticipazione, per fino che staranno aperte le associazioni ai patti suddetti.

Col tenue prezzo divisato resterà insensibile l’acquisto di un’opera assia ragguardevole, che puó servire non solo di divertimento per passare le ore nojose nelle solitiudini della Campagna, ma ancora per una libera decorosa; ed ognuno che favorirà di trovare, e mantenere dieci associati averà in ricompensa un corpo di detta raccolta senza verun pagamento: ben inteso però ciascuno, che dee esser a suo carico, rischio, e spesa il Porto, e le gabelle, e la rimessa del denaro; protestandosi il sottoscritto, a cui tutti dovranno far capo, di non volere altro obbligo, che di consegnare i Tomi quì in Lucca agli Associati, e Commettenti, e che dovranno essi pensare al modo, e alla maniera dell’opportuno ricapito.

Lucca. 1760.

Giuseppe Valentino Batini Librajo in Canto d’Arco.

Paolo Colombani a’Comperatori del Mondo Morale.

Essendo terminato il omo secondo del Mondo Morale, nè do parte a quelli fra Signori Associati, che non l’hanno riceuto ancora; e agli altri, che bramassero d’averlo. Lunedí prossimo uscirà il primo Foglio del terzo Volume.

Legni arrivati.

Adi 19. Ottobre. Marciliana nominata a S. Nicolò di Bair, Patron Felice Padoan, manca da Ceffalonia li 26. Settembre, raccomandata a D. Conte Vicenzo Smechia, con 10. Barile Vin. 513. Fagotti, e Fagottini Uvapassa. 38. Candiotte, 3. Mezzante Candiotte, e 12. Barile Moscato. 33. Fagottini Cebibo. 3. Botte, e 1. Mezzana Candiotta Cosonichio. 2. Botte Vin negro. 400. Libre Formaggio. 5. Mezzane Candiotte Vin negro, e Liatico negro. 5. Caratelleti Vin di Uvapassa. 1. Candiotta Liatico negro.

Detto. Nave nominata Helvetia, Capitan Zuanna Jansen Danese, manca da Copenhagen 17. Settimane, e da Livorno 5. Settimane , raccomandataa se medemo, con 68.. Bar. Catrame tra pieni, e vodi. 30. Bar. Pegola.

22. Detto. Nave nominata Corriera delle Isole, Capitan Iseppo Adorno, manca da Ceffalonia 20. giorni, e da Corfù 11. giorni, Parcenevole D. Zuanne Vanautgarden, con 4000. Stera Semenza di Lin. 27. Miera Valonia. 1. Zaretta Tortore. 448. Fagotti, e 26. Fagottini Uvapassa. 131. Condiotte. 3. Carateletti, e 3. Barile Moscato. 2. Candiotte Liatico negro. 15. Candiotte, e 10. Car. Liatico. 5. Fag. Cebbo, 6. Barile Vin Bianco. 11. Barile, e 1. Zaretta Miel. 1. Bar. e 2. Sachi Cera Vergine. 1. Cassettina Robbe Dolce. 1. Sacco Rame Vecchio. 1. Casson, e 1. Cassetta Grana. ◀Livello 2 ◀Livello 1