Citazione bibliografica: Gasparo Gozzi (Ed.): "N. 65", in: La Gazzetta Veneta, Vol.1\065 (1760-09-17), edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fabris, Angela / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.3675 [consultato il: ].
Livello 1►
N.° 65.
Mercoledí, addí 17 Settembre 1760.
Che contiene
Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’ cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.
Livello 2► Metatestualità► Finoa tanto, che ci giungano Lettere di proseguimento del viaggio della Sposa Reale, aggiungerò alcune altre particolarità pervenutemi alle mani per diligenza de’miei Corrispondenti. Servono queste a riempire qualche mancanza del passato Foglio intorno all’accompagnamento; e vanno aggiunte al giorno de’sette, parte all’andata, che fece S. A. R. Don Filippo alla Chiesa, e parte al suo ritorno da essa Chiesa. ◀Metatestualità
Questo fu dunque l’accompagnamento.
Tiri a sei con Dame, e Cavalieri di Corte.
Guardie del corpo con timpani, e trombe.
Cadetti, Maggiore, Capitano, e Tenente. Tutti a Cavallo, e vestiti di panno
Un Ufficiale del corpo. turchino con sott’abito rosso a mar-
Guardie del corpo. chetaglia d’argento.
Le quali Guardie circondavano le carrozze.
Carrozza con tiro a otto, nella quale v’era S. E. il Conte Jacopo Sanvitali (sic.), Mons. Antoine, e un’altro Cavaliere. Un’altra a otto con dentrovi i Signori Marchesi Malaspina, Calcagnini, e un’altro Cavaliere. Un’altra a otto con entrovi Sua A. R. Don Filippo, il Conte Luchino dal Verme, e Mons. Roahn. Un’altra con Cavalli bianchi a otto, con fornimenti d’argento, e dentrovi la Sposa Reale, Madama Gonzalez Aja, e la Contessa di Sessa Dama d’onore. 2. Altre a otto di rispetto. Mons. Rossett Mastro di Scuderia a Cavallo vestito di panno finissimo cenerino a marchetaglia d’oro. 2. Cavallerizzi di campo appresso la Carrozza della Sposa vestiti di finissimo panno, e trinati d’oro, e otto Paggi con livrea di Corte a’piedi. 2. Altre Mute a sei Cavalli piene di Cavalieri di Corte. 2. Carrozze degli Ambasciadori di Spagna, e di Francia di rispetto.
Terminata la Funzione, accennata nel passato Foglio 64. della Chiesa, il ritorno al Palazzo Ducale, fu come segue.
I due Guardaportoni Svizzeri a piedi. 6. Lacchè, 28. Staffieri, due Cacciatori, sei Aiduchi, il Maggiordomo, 14. Cappe nere, 8. Paggi, diversi Cavalieri, tutti a piedi, e vestiti tutti come nel giorno dell’Ingresso. Quarta Carrozza a otto con pennacchi, e dentrovi Cavalieri diversi di Corte del Signor Principe di Lichtenstein. Terza Carrozza, con dentrovi il Nipote, e altri Cavalieri di Corte. Seconda Carrozza con altri Cavalieri. Prima Carrozza con dentrovi S. E. il Signor Principe con due Cavalieri; e ad ogni Cavallo delle Carrozze un Palafreniere, ed altri Servitori appresso alle Carrozze, tutti guerniti come sopra, e in oltre altri quattro vestiti all’Unghera. Una Compagnia d’Alabardieri. Mons. Rosset con due Ufficiali di Scuderia. 2. Mute a sei Cavalli, e 2. a otto, con dentrovi Cavalieri di Corte. La Guardia Reale. Carrozza a otto di S. A. R. D. Filippo con due Cavalieri di Corte. 12. Servitori a piedi vestiti di panno turchino con galloni di seta, e sott’abito guernito d’argento, e altre otto Guardie. Carrozza a otto, entro alla quale era Madama Isabella. Altre otto Guardie. Altre due Carrozze vote a 6. di rispetto. Altre 6. a sei Cavalli, piene di Dame, e di Cavalieri.
Livello 3► Racconto generale► Eteroritratto► Diceva un mio amico anni fa: Oh gli è pure gran cosa l’essere ammogliato! E non crediate già, ch’egli si lagnasse de’molti figliuoli, ch’egli avea, ne delle poche e ristrette rendite; no; ma compiangeva lo stato tanto d’un marito quanto d’una moglie; che nè l’uno, nè l’altro potesse mai mutar faccia. Io avrei caro, diceva egli, che la donna mia si lisciasse, almeno ell’avrebbe di tempo in tempo un’altro aspetto. E anch’io, vorrei per suo bene cambiare il mio in qualche forma. Noi siamo come due Ritratti, quelli ogni anno, quelli ogni mese, quelli ogni giorno. Quando entro in casa io veggo quella colei, ed ella vede quel colui stesso, a mensa que’due visi stessi; andiamo a letto siamo a quel medesimo; la mattina sul capezzale eccoti i due aspetti della sera, chi non si seccherebbe? Quanto c’è di buono si è, che finalmente ci vedremo vecchi l’uno, e l’altro, e questa è la miglior mutazione, ch’io speri. Il buon uomo diceva a questo modo per ischerzare, e si ridea ad udirlo; ma in effetto egli procurava di lasciarsi vedere a casa sua il meno, che poteva, e così faceva la moglie. A questi giorni una Sartorella prima d’allacciarsi col legame del matrimonio ebbe a un dipresso lo stesso pensiero, e la cosa avvenne in tal forma. Costei essendo una bella, e garbata fanciulla, e piena di vivacità, e prontezza d’ingegno, venne veduta da un giovane suo pari, il quale caldamente se ne innamorò, e tanto fece, che fra’Padri, e le Madri dall’una, e dall’altra parte s’acconciarono le faccende, e fu fatta dal Notajo la Scritta. Contentissimi erano i Giovani l’uno dell’altro; e tuttaddue attendevano volonterosi il giorno degli Sponsali, il giovane con lieta faccia, e aperta, e la giovane con gli occhi bassi, e con qualche ghignuzzo fra labbro, e denti. Intanto lo Sposo incominciò con molta assiduità, e puntualmente a ritrovarsi in casa della Sposa sua, la quale ne lo vedea volentieri, e lo si facea sedere appresso, dimenticandosi qualche volta di cucire, per fare quattro ciance, e percuotergli talvolta col ditale, o pungergli le dita, s’egli non tenea le mani a freno. Di giorno in giorno crebbero le visitazioni a tale, che il giovane era sempre in casa della Sposa; e s’ella si levava in piedi levavasi egli ancora, s’ella facea un passo, ei ne facea un altro, tanto che parea l’ombra di lei. E quando a questo modo l’avea inseguita tutto il giorno, e buona parte della notte ancora; non sì tosto era spuntato il Sole, ch’egli ne veniva all’uscio di lei, e stavasi quivi ritto, fino a tanto, che la fosse levata dal letto, e talvolta picchiando la facea risvegliare più per tempo di quello, ch’ella avrebbe voluto. In suo cuore, il buon giovane pensava che tale assiduità fosse squisitezza d’amore, e d’attenzione; ma, io non so in qual modo, la gentilezza cominciò a venire a noja alla fanciulla, e di giorno in giorno tanto le crebbe il fastidio, che quando udiva picchiare il martello all’uscio, la dicea: Oh! lasciavi su le mani; oh! ti desse nel capo; e altre siffatte paroline amorose, e poi gli appariva innanzi cotanto di mal umore, e sì ingrognata, che s’egli non fosse stato una zucca, si sarebbe avveduto di quello, che era. Ma all’incontro di quando in quando la confortava col dirle: State lieta. Verrà quel beato dì. Noi avremo ogni contentezza; ond’ella sentiva il veleno della stizza, che le trascorreva per tutte le vene. Finalmente vedendo la giovane, ch’ella dovea o scoppiare, o parlare, una sera trovatasi sola col Padre, e colla Madre dopo cena, parlò a loro in tal forma: Padre, e Madre mia, fatte (sic.) conto, ch’io sia già stata maritata più anni; io ho fino a quì sì veduto, e riveduto cotesto mio Sposo, e sì lo veggo, e riveggo ogni dì, ch’egli mi pare già d’essere stata seco quanto io dovea stare, e quasi d’averne avuto figliuoli. Questo solo vantaggio ci ho, che il matrimonio mio è tale, ch’io lo posso disciogliere senza scandalo, quando voi non vogliate vedermi intisichire, e morir disperata. Io credea d’essere promessa ad un uomo, ma veggo d’essermi promessa ad una mosca canina, che sempre m’è attorno, e quando non è, mi par sempre di sentirla ronzare, e di vederla a venire. Lasciamo stare la noja ch’egli mi da, voi vedete qual benefizio io possa trarre d’un giovinastro, che non fa più cosa veruna, ma si sta a sedere tutto il dì, nè per quanto io gli abbia detto, o fatto dire, fa lavoro alcuno. S’egli farà a questo modo quando saremo sposati, io avrò una seccaggine attorno, e per maggior mio dispetto, avrò con le fatiche mie a mantenerlo vivo perchè mi secchi. Per la qual cosa io vi prego, lasciate ch’io mi sbrighi da lui, e mi sciolga da una schiavitù, che sarebbe cagione del mio morire; e così dicendo chiuse il suo ragionamento con una clausola delle più belle, e care lagrimette, che uscissero mai d’occhi di Donzella. Il Padre, e la Madre compassionevoli delle proprie carni, le dissero, che facesse a modo suo; ond’ella fattasi dare la Scritta, e tenutala seco tutta la notte, si levò la mattina per tempo, e andò in capo di scala con essa in mano ad attendere la mosca. Ecco il giovane, che picchia, e tutto lieto comincia i convenevoli, a’quali la fanciulla rispose mostrandogli il foglio, e ringraziandolo delle sue cortesi visitazioni, lo squarciò in più pezzi, e voltandogli le spalle andò a chiudersi nella sua Stanza. Il giovane rimase come una statua, e udite le ragioni di ciò dal Padre, e dalla Madre, raccomandatosi a quelli, e a’suoi proprii ancora, n’andò a Belluno, donde con Letterine, e Sonetti procura di vincere l’indurato cuore della Donzella, visitandola ancora con le carte, poichè non può con la persona. ◀Eteroritratto ◀Racconto generale ◀Livello 3
Metatestualità► In uno de’primi Fogli mi ricordo d’avere scritto, che in Francia fu pubblicato un Libro intorno a quelle Persone, ch’erano state sotterrate (sic.) vive, per essere credute morte. Una Polizza, mi da di che fare un’aggiunta ad esso Libro. Io la Pubblico (sic.) quale mi fu mandata. ◀Metatestualità
Livello 3► Exemplum► Nella chiesa di S . . . . . in Venezia li 10. del Mese passato fu seppellita una Donna giovine in età di circa trenta anni, la quale non dimostrava giamai essere morta, e tutta la Gente sì maravigliava di vederla così bella, che pareva che dormisse, anzi il Nonzolo della suddetta Chiesa, nel ponerla nella Sepoltura disse, li altri morti sono freddi, e questa è calda. Passato tutto questo tempo, ed essendo occorso Sabato 13. del corrente Mese aprire l’arca per sepelire (sic.) un’altro morto trovarono la suddetta povera Giovine sedendo, e da disperazione tutta strappata (sic.) il volto, e le vestimenta, che faceva orrore. In somma si dice per certo, che come era solita patire gravi accidenti così fosse stata assalita da uno tanto gagliardo, che sembrava morta benchè viva, e in tal guisa venne seppellita. Stette sopra la terra dopo di essere considerata morta ventiquattro ore. ◀Exemplum ◀Livello 3
In Pianezza Villa del Vicentino pochi giorni fa avvenne questo caso. Livello 3► Racconto generale► Entrato un cert’Uomo in casa sua, pose un archibuso, che avea in ispalla, sopra un Cassone, e ritornò fuori a’fatti suoi. Di là a pochi momenti ritornò a casa una sua Figliuola d’anni diciassette, uscita appunto allora di Chiesa, dov’era stata a soddisfare alla sua devozione. Passando vicina al cassone urtò per caso col grembiule o col vestito siffattamente nel archibuso, che fattolo cadere, quello sparò, e la feri (sic.) mortalmente in un fianco. Sopravvisse la povera Giovane alla ferita tre sole ore, dopo le quali spirò; non querelandosi mai d’altro, che di non aver potuto appagare il suo desiderio d’andare in quel giorno a Vicenza, come n’avea intenzione a visitare la B. V. di Monte Berico. Di questa unica cosa si diede rammarico; per altro nè la giovinezza, nè altro la fece con dispiacere incontrar la morte. ◀Racconto generale ◀Livello 3
Cose perdute.
È stato perduto un picciolo Sigillo d’oro, con dentrovi una Corniola rappresentante una Testa. Chi l’avesse trovato, lo porti da Paolo Colombani Librajo in Merceria, all’insegna della pace, che gli sarà dato di cortesia un Filippo.
Libri da vendere.
Libri che si trovano appresso il Signor Giambatista Pasquali.
Maximes Theologiques, Politiques & Morales par Beniamin Trenscharff. Lipsae 1696. sol.
Le chretien Vojageur, traduit du latin. Augsburgi 1752. 8.
Crassel, Meditationes in singulos anni dies latine redditae. Aug. Vindel. 1752. 8.
A Portu Mauritio de Sanctae Missae Sacrificio. Ratisbonae. 1752. 4.
Novum Testamentum grace cum variantibus Lectionibus. Moguntiae 1753. 8.
Goldhagen, Hermanus. Lexicon graeco-latinum ad Novi Testamenti vocabula accomodatum. Moguntiae 1753. 8.
Majeri. Tractatus Asceticus de septem gradibus spiritualis Ascensionis in Deum. Aug. Vind. 1752. 8.
Huberti, Francisci, Institutiones Mathematicae. Francofurti 1753. 8.
Fabri, Honorati, de Plantis, de generatione Animalium & de Homine. Norimbergae. 4.
Schaenck, Gabriel Maria, de Invocatione Sanctorum, de cultu Imaginum & Reliquiarum. Aug. Vind. 1752. 4.
Elementa Matheseos practicae. Viennae Austriae 1750. 4.
Ilger, Prosper. Quaestiones Theologicae de restitutionae Fructuum & de Poenitentiae Sacramento. Salisburgi 1751. 8.
L. Arge Conducteur. a Cologne 8.
---Le Meme. a Lige 8.
Risposta ad un quesito: Se gl’Infedeli convertiti sieno capaci di beneficj Ecclesiastici curati. Si vende dal Colombani. L: 10.
Case da Fittare.
Casa d’affittar in Campo a S. Giovanni Novo, paga all’anno D. 80.
Chi la vuole, parli con il Stuer in detto Campo.
Filippo Carmignani Stampatore in Parma.
Sono già varj mesi che si rese pubblico un avviso, in cui si proponeva un’associazione ad un nuovo Mercurio Istorico e Politico, che si stampava ogni mese in Brusselles in lingua Francese, e cominciò a sortire per la prima volta alla fine di Settembre dell’Anno scorso. Si espose nel predetto Avviso, se quei cui sapea grado di associarvisi, volevano ricever detti Mercurj con dello sparagno, si fossero a me indirizzati: che io, radunati che ne avessi in numero di cento, ne avrei commessi a Brusselles cento esemplari; ad essi per la quantità delle copie sarebbero stati d’assai avvantaggiati nel prezzo. In fatti in Brusselles dodici Mercurj si vendono 7. fiorini, che sono 35. paoli, ed io gli accordo loro per soli paoli 25. Ora sebbene il prescritto numero dei cento Associati non fosse per anche compito, ne feci a Brusselles l’ordinazione: e in effetto mi sono già stati rimessi i primi sei, che sono quelli di Settembre, Ottobre, Novembre, e Dicembre del 1759., e gli altri due mesi di Gennajo, e Febbrajo dell’anno corrente.
L’aggradimento con cui quest’Opera mensuale è stata accolta in Italia da quegli Iutendenti, che vi sono, di lingua Francese, ha fatto nascere in bocca loro quelle lodi, dalle quali l’hanno onorata alla presenza di que’molti, che hanno consecrati tutti i loro Studj al solo Idioma Italiano. Da ciò si è risvegliato in essi il desiderio di aver tradotti nella nostra lingua materna questi Mercurj medesimi: ed avendomene avanzate per tal effetto le loro istanze, io m’impegno di farne intraprendere la traduzione in Italiano, che sarà in tutto conforme al gusto, e alla forza dello stile Francese. Ma perchè il cominciare di presente la traduzione da que’primi Mercurj Francesi, sarebbe un tirar la cosa troppo in lungo: ho pensato di lasciar indietro i primi dodici, e farmi da quello di Settembre di quest’anno, che a suo tempo mi verrà rimesso da Brusselles, e che io pubblicherò in lingua Italiana nel prossimo venturo Mese di Novembre.
La spesa di che si vorrà associare al Mercurio Francese sarà di Paoli 25. effettivi per dodici Mercurj l’anno da pagarsi però sempre anticipatamente: la spesa poi di chi vorrà esser Associato allo stesso Mercurio tradotto in Italiano, sarà di quindici Paoli da pagarsi ancor esso anticipatamente per ricever le medesime dodici copie in un anno.
Per chi non avesse ricevuto l’avviso, che come si è detto, si pubblicò mesi sono; e che non sapesse di questo nuovo Mercurio, altro che il semplice nome; eccone in breve descritta l’idea in generale. Si ha per fine di raccorre al terminar di ciascun mese con un ordine del tutto nuovo, e in un metodo non ancor praticato tutto ciò, che sarà accaduto di più rimarchevole in Europa dei differenti dipartimenti del Governo, e della Società. Ogni Mercurio sarà diviso in più capitoli, il cui stille (sic.) sarà brillante egualmente che istorico. L’Istoria Ecclesiastica del Sig. Abate di Fleury, e l’Istoria Politica del nostro secolo, stampata a Londra per Haberchorn nel 1757. sono i modelli, che si seguiranno. Vi si parlerà degli affari politici, e questa sarà un’Istoria seguita delle negoziazioni, mire, deliberazioni, e misure delle differenti Corti con il lor risultato. Vi si parlerà delle guerre, senza niente ommettervi di preciso per rapporto alle operazioni di ciascun mese, e senza lasciar di caratterizzare qualunque azione grande o piccola, ch’ella sia, sviluppandone in iscorcio i colpi decisivi tanto per le perdite, che per le Vittorie. Vi si parlerà degli affari civili, e vi si vedranno i regolamenti de’Sovrani per ciò che si aspetta al Governo, e i Decreti de’gran Corpi sopra le cause principali, che fanno nascere, e che mantengono la società. Infine vi sarà fatta menzione di tutto ciò, che riguarda la pace, e la guerra, di quanto succede ne’differenti Stati d’Europa.
Le anticipazioni tanto pel Mercurio Francese, quanto per lo Italiano si pageranno (sic.) in mano del Sig. Paolo Colombani Librajo in Venezia.
Si avverte, che le Associazioni pel Mercurio Italiano si chiuderanno alla fine dell’Anno presente; e che dopo un tal tempo, per dodici dei suddetti Mercurj Italiani vi vorranno Paoli venti effettivi.
Da’miei Torchj sono usciti i seguenti Libri spettanti alla guerra presente.
Memorie, che servono all’Istoria de’nostri tempi, ec. Finora ne sono publicati (sic.) sei Tomi: l’ultimo sta sotto il Torchio in ott. e si vendono sciolti tre Paoli e mezzo l’uno.
Istoria Critico-Militare della Guerra presente, ec. Finora ne sono pubblicati tre Tomi: il quarto sta sotto il Torchio in ott., e si vendono tre Paoli l’uno sciolti.
Cose desiderate.
Chi volesse privarsi d’un primo Tomo delle Commedie del Signor Goldoni Edizione di Firenze, lo porti alla Bottega di Paolo Colombani. ◀Livello 2
Vendesi la presente Gazzetta a 5. soldi, e si ricevono le Notizie.
A San Marco. Nella Bottega da Caffè di Florian.
In Merceria. Nella Bottega di Paolo Colombani Librajo.
Giù del Ponte di S. Polo appresso la Calle dei Savoneri. Nella Bottega di Gasparo Ronconella Librajo.
In Venezia. Per Pietro Marcuzzi Stampatore.
Con Privilegio ◀Livello 1