La Gazzetta Veneta: N. 55
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N.° 55.
Mercoledì addi 13. Agosto 1760.
Che contiene Quello, ch’è da vendere, da comperare, da darsi a fitto, le cose ricercate, le perdute, le trovate, in Venezia, o fuori di Venezia, il prezzo delle merci, il valore de’ cambj, ed altre notizie, parte dilettevoli, e parte utili al Pubblico.Level 2
Un certo mio umore naturale inclinato alle buone Arti d’ogni genere, e che vuole, che io le ami dovunque le trovo, e ch’io ammiri chiunque l’esercita mi mosse a’passati giorni a procurar di vedere
Per picciolissime cagioni l’ira fa nascere i più scandalosi avvenimenti del mondo, e non credo, che ci sia vizio, che muti gli uomini in fiere quanto questo.
Usasi ancora a piangere sopra i corpi de’Defunti; consuetudine antichissima, e conservata in diversi luoghi dalle persone volgari. In una certa Villetta, ricordomi ch’io andava sempre a’Funerali, per sentire quelle naturali lamentazioni uscite dal cuore, e dal vero dolore di villanelli, e villanelle, che non aspettando eredità veruna; aveano posto tutto l’amor loro nella pratica, e nell’aspetto della persona, che vedeano nel cataletto distesa. Io vedea lagrime vere, e dolor vero, e m’inteneriva più volte, e lagrimava io medesimo a quello spettacolo.
Persone, ch’esibiscono la loro capacità.
Si trova in Venezia un Forestiere, il quale è eccellente in governare quadri vecchi d’ogni Autore, cioè li lava e li rappezza se sono rotti, ed anche quasi distrutti senza che si conoscano le sue pennellate, o se siano ritocchi, essendo singolare in questo, di addattare la sua mano a quella dell’Autore, sicchè per nessun modo vi apparisce l’acconciamento. In somma un Quadro per logorato che sia s’impegna ridurlo, come lo formò l’Autore. Il suo recapito sarà dalli due Fratelli Romani Strazzaroli sotto la corda.
Persone ricercate.
Si cerca da un N. H. Veneziano, un servo Veneto, o suddito Veneto di mezza età onorato, e conosciuto capace, cui dare varie incombenze, e consegnare varj capi di consumo. Il Signor Paolo Colombani farà noto a chi dovrà dirigersi quello, che se gli presenterà per essere impiegato in tale figura.
Cose desiderate.
Chi avesse il secondo Tomo del grande Atlante del Mercatore, lo partecipi al Signor Colombani, che o volendo spropriarsene, o fare acquisto del primo sarà servito in ogni maniera.
Cose perdute.
Domenica 3. corrente alle 4. della notte si è smarrito un Can Levrier color Isabella, con macchia bianca al collo è (sic.) alla estremità delle Gambe. Chi lo avesse trovato lo porti al Caffè al Ponte dell’Anzolo, che ritroverà sufficiente riconoscenza.
Case ricercate.
Viene desiderata una casa Dominicale in Campagna nelle vicinanze di Venezia con terreni ad essa congiunti per prendergli a fitto, e si pagherebbe la summa di due mila presso a tremila Ducati. Chi avesse siffatto Stabile ne avvisi il Sig. Paolo Colombani Librajo in Merceria all’insegna della Pace.
Case da Fittare.
Casa d’affittar in Contrada della Croce sopra la Fondamenta di Santa Maria Maggior, con Acqua perfetta, corte, Orto, due Mezzadi a peppian, tre Magazeni, due caneve, e cortesella, e Mezzadi tre in Soler, più sopra il Portico, camere otto con sua cucina, e altri comodi; più in altro Soler camerini cinque, e altra cucina, con altro Portico, o sia Soffitta, paga all’Anno Duc. 110.
Le chiavi sono appresso suor Maria Clotilde Monaca nel Monistero di Santa Maria Maggiore.
Casa d’affittar a S. Vidal in Rio dell’Orlo, di ragione di S. E. Procurattessa Barbaro, paga all’Anno Ducati 50.
Chi desidera vederla parli con la sudetta Dama.
Casa d’affittar con molti commodi, corte, e Pozzo, con belli Terrazzi, Scale di Pietra, e tutto ben tenuto, in Contrada di S. Simeon Piccolo sopra il Giardino di Kà Emo.
Chi la vuole parli in Kà Emo, e chi desiderasse parte di essa si dividerà a suo piacere.
D’affittar un Mezzado d’Avvocato, fornito nella casa Martinoti, in corte dell’Oglio a Sant’Angelo.
Più una camera fornita in detta casa.
Camera d’affittar in Campiel della Cason a S. Canciari, chi la vol parli con il Sig. Gio: Battista Rigoni Barbier in Campo a SS. Appostoli.
Casa d’affittar in Contrada di San Cassan sopra canal Grande vicino alle Poste, paga all’Anno Duc. 42. Affittata tutto Agosto a Iseppo Catani.
Chi la volesse in affitto dimandi il Camerier di Kà Morosini a San Polo sopra il Ponte.
Legni arrivati.
Adi 5. Agosto. Pieligo, Patron Antonio Grego, venuto da Ragusi, con 173. Schiavinotti. 188. colli Cera. 864. Mazzi Cordoani. 820. Mazzi Moltoni. 10. Miera Scodano. 17. Pelle Chiussoline. 1. car. Oglio. 6. Miera Ferro Grezzo. 1. Fagotto Rame vecchio a refuso. 6. Rodoli Rassa in più Cavezzi. 1. Fagotto Fasse di Lana.
Detto. Pieligo, Patron Zanne Pedrezi, venuto da Ragusi, con 63. Mazzi Cordoani. 5. Schiavinotti. 40. Miera Scodano. 2. Miera, e mezzo Ferro Grezzo. 15. Miera Cenere. 2. Fag. Seda cruda. 150. Libre Vero rotto, e Ferro vecchio. 1. Fagotto Rame vecchio. 8. Rodoli Rassa in più cavezzi. 1. car. Buei Salati.
Detto. Tartanon, Patron Amadio Nicoli, venuto da Sinigaglia, e Pesaro, con 35. Balle Garzi. 10. Balle Fenimenti. 82. Balle Lana della Campagna di Roma. 2. Balle Carnizzo. 25. Sacchi Gripola.1. Sacco Pasta di Puglia. 1. Balla Seda. 1. Sacco Colla. 1. Sacco Galla. 1. Sachetto Pasta di Puglia, e Formagielle.
Detto. Pieligo, Patron Iseppo Davanzo, venuto da Fiume, con 50. Miera Valonia.
Detto. Pieligo, Patron Antonio Menetti, venuto da Sinigaglia, con 118. Balle Lana della Campagna di Roma. 3. Balle Seda Grezza. 1. Cassa Ambrelle. 10. Ceste Magioliche di Regno. 2. Casse Acqua di Nocera. 1. Barilotto Terra da Oresi. 1. Barilotto Miel Bianco. 42. Bar. Rasina. 3. Sporte Bronzo vecchio. 10. Botte Giesso. 1. Fagotto. Telle. 3. Ceste, e 1. Fagotto Formagielle.
Detto. Pieligo, Patron Zamaria Picello, venuto da Sinigaglia, con 11. Balle Garzi. 82. Balle Lana della Campagna di Roma. 5. Balle Filadi. 5. Balle Lana schietta. 50. Casse Acqua di Nocera. 2. Balle Fabriane. 28000. Piatti. 19. Bar. Fessa Brusata. 2. Casse Terra di Nocera. 2. Balle Seda Grezza Nostrana. 233. Balle Tabacco di Albania. 1. Fagotto Argento Brusato.
7. Detto. Nave nominata S. Spiridion, Capitan Domenico Cacace, manca da Solonichio li 13. Giugno, da Cattacoli 23. giorni, e dal Zante li 18. Luglio, Parcenevole D. Lambro Saro, con 510. Balle Gotton. 13. Car. 5. Cai, e 11. Barile Vin da Scopolo. 2. Barile Liquori. 2. Fagotti Capotti.
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Heteroportrait
il Ritratto d’un Locandiere Veneziano, fatto dal Signor Abate Alessandro Longhi, figliuolo del Signor Pietro rinnomato Pittore. N’avea sentito a dire un gran bene da molti; lo vidi, e in effetto mi parve un lavoro guidato con tanta capacità, e arte, ch’egli vi si vede una perfetta natura, uno squisito gusto, e un indefesso studio di Pittore. È la Figura più che la metà d’un Uomo, all’originale somigliantissimo, e da me non nominato quì, acciocchè ognuno, quando lo vedrà in pubblico, l’indovini da sè, non prima avvertito. Trovano i periti di quest’Arte, che l’Artefice, per istare attaccato alla somiglianza, non ha però lasciato indietro l’altre perfezioni, che richiede un’imitazione di tal qualità. Sono infiniti gli aspetti, e innumerabili le facce, con le quali si presenta la natura a’Poeti, e a’Pittori, chi una, e chi un’altra ne coglie, e fra loro è il più fortunato, chi con acut’occhio sa cogliere la più bella. Quindi nascono le varie maniere del dipingere; perchè tutti i Pittori sono imitatori di natura; ma ciascuno d’essi la vede secondo gli occhi suoi, e se ne forma uno special disegno in sua mente, e guida l’opere sue, così attaccato all’idea conceputa da lui particolarmente di natura, che caratterizza quanto fa, e quasi con suo conio, e impronta propria lo segna; onde nell’ opere d’ognuno si conosce anche da’posteri la sua mano, che lo distingue da tutti gli altri. Non è però una la bellezza in natura; sicchè varii generi d’imitazioni, e tutte belle si danno, e ognuna perfetta in sè.
Metatextuality
Per non andare a lungo, e non entrare in dissertazioni che non sono da questo Foglio; veggasi la diversità che passa fra il Signor Tiepoletto, è (sic.) il Signor Pietro Longhi, Padre del Giovane, di cui parlo.
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General account
Il primo ti presenterà un fatto d’arme, un’adunanza di Personaggi grandi, uno sbarco; il secondo un’adunanza da ballo, una ventura d’amore, una discepola di Musica; e non sarà men perfetta questa imitazione della prima, perchè tanto ritrovi in natura, la grandezza, quanto la grazia, e chi vede l’una chi l’altra; ma il pregio sta nel vederla, come il Signor Tiepoletto, e il Signor Longhi nella sua maggior perfezione. Anche in un ritratto è necessario il concepimento di tal perfezione. Si presenta il Locandiere al Signor Abate Alessandro Longhi, e questi esamina le fattezze di lui, come fa ogni Pittore, che cerca la somiglianza sola; ma v’aggiunge di suo la movenza del corpo, quelle tinte leggiere, e quegl’infiniti tocchi, che passano così l’uno in l’altro quasi invisibili a chi non ha perizia di quell’Arte. Asseconda la natura dell’ufficio del suo Locandiere, e agli ornamenti inventatigli intorno palesa subito chi sia; l’una mano ha alta per isbrigarsi del manicottolo, con l’altra tiene un coltello per trinciare un pollo d’India arrosto. Lo veste con gentilezza, perchè imita una natura gentile, anche invitante con la pulitezza. Notabili sono cinque colori bianchi da lui adoperati. Un vaso da tener calde le vivande, una tovaglia sopra un deschetto, un tovagliolino in ispalla, la camicia, una berretta, difficilissimi per l’uniformità, e da lui sì variati, che tutti gli servono a maggiore vistosità della sua pittura senza sforzo veruno, perchè asseconda nel colorito la natura della materia, e delle tele. Aggiungi alla somiglianza, l’anima pittoresca, che pare introdotta nella pittura a darle calore, movimento; e quasi vita per tutto il corpo. In breve, io ritrovo in questo Giovane un egregio Ritrattista, e quando avrà aggiunto alla capacità sua il concetto degli anni, uguaglierà in tutto nel genere suo la riputazione del Padre.
Sarà questo ritratto esposto pubblicamente il giorno di San Rocco alla Scuola del Santo; dove per antica, e lodevole usanza, suole la Gioventù, col mettervi in Pubblico l’opere sue, attendere il disappassionato giudizio di chi vi concorre per migliorarsi; e i periti Pittori v’espongono i pezzi mastri dell’opere loro, per mantenersi sempre più l’acquistato concetto, e per far fiorire con questo onorato gareggiamento la Scuola Veneziana tanto pregiata per l’invenzione, e per la robustezza delle movenze, e del colorito.
Metatextuality
Non so s’io debba mettere il Signor Abate Longhi fra i Giovani, o Vecchi Pittori, poichè ha già con altre opere la fama sua stabilita.
Level 3
General account
Lavorava un Vignajuolo di Chioggia ne’passati giorni l’orto suo; e di fuori v’avea un suo figliuolo maritato, e con molti figliuoli anch’egli, il quale disse al Padre, ch’egli avrebbe voluto un mellone da mangiarselo con certi suoi amici; e il Padre glielo negò; e dissegli, che se gliel avesse tolto, gliel’avrebbe anche amaramente pagato. Il figliuolo, credendosi che la fosse una vana minaccia di là a poco entrò nell’orto, e mezzo ridendo, e scherzando andò per cogliere il mellone. Il Padre prese un palo, e mentre che il figliuolo andava fiutando col capo basso, gli diede una percossa così gagliarda sulla schiena, che gli ruppe il filo di quella: ne si commosse punto alle lagrime del figliuol suo, che anzi replicando con maggior furia i colpi lo condusse a tale, che di là a poche ore uscì di vita.
Level 3
Example
Più volte anche mi toccò di ridere nell’udire certe inaspettate semplicità, e rozzezze; come per accidente m’avvenne pochi giorni fa a Burano, dove essendo morto un uomo, che passava i cent’anni dell’età sua, e avendo vicina alla Bara la moglie che n’avea quanti egli, e forse uno o due più, dopo d’essere stata seco legata in matrimonio ottant’anni, ne’suoi sospiri, e omei, reiterava spesso: Ahi! ch’io avrei pazienza d’ogni cosa; ma perchè marito mio, m’hai tu abbandonata così presto?
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General account
Un certo Caffettiere sotto le Procuratie Nove, assistito da molti nelle sue faccende, e impacciato in debiti di varie ragioni, Sabato pagò ognuno coll’andarsene improvvisamente non si sa dove. La mattina del Sabato andò alla Bottega sua un Ebreo mercatante, a cui il Caffettiere disse, ch’avea riscossi cencinquanta zecchini per lui; pervenutigli da Trieste. Risposegli il Mercatante, che gli tenesse appresso di sè fino alla Domenica, a cagione della giornata, in cui gli vietava la legge sua le riscossioni, e si partì. Il Caffettiere deliberò, che quelli fossero buoni pel suo viaggio; e accrescendo con questo nuovo disonore, l’altre sue mancanze, verso il mezzo giorno sparì da Venezia.
Level 3
General account
Per le magnificenze, che si debbono fare in Parma, in occasione delle nozze Reali, fu data l’incombenza del fare i fuochi al Sig. Gasparino Raffi Suocero del Signor Medebach notissimo Comico. Il Raffi venuto a Venezia; con la permissione del Magistrato Eccellentiss. dell’Artiglieria condusse in sua compagnia per suoi ajuti nell’impresa il Sig. Francesco Antonio Rebellin, il Sig. Antonio Mezzogoro, e il Sig. Giambatista Marchesan, i quali con altri uomini da loro guidati, andarono a Parma per dar compimento all’ufficio, commesso al Raffi. Hanno quivi dato principio nel Giardino alla Macchina, la quale dovrà rappresentare il Tempio di Minerva; e in molta distanza vi sarà una magnifica Ringhiera, sulla quale anderanno i Principi per esser presenti allo spettacolo de’fuochi. Per li 7. di Settembre è stabilito (a quanto ne scrivono) il giorno degli Sponsali, e per li tredici la partenza della Reale Infanta per Vienna. Diverse sono le sontuosità, che da’soprallegati uomini ci vengono significate per lettere. Continue Fabbriche, nuovi Ponti con Regie abitazioni sopra; un numero tale di Forestieri, che a pena con gravissimo prezzo trovano luogo per dimorare; e sopra tutto rendono conto d’un ricchissimo Drama, in cui trecento e ottantaquattro vestiti, tra Cantori, e Ballerini sono necessarii, non computandovi quelli delle comparse. Fra tali consolazioni, scrivono l’amara novella, che l’egregio Poeta Sig. Abate Frugoni è gravemente ammalato, e si dubita della vita di lui, essendo già pervenuto agli ottant’anni.
Metatextuality
Fuori di tempo di poterla più pubblicare, ricevei nella scorsa Settimana una Polizza, della quale, io sono per più capi obbligato a chi la scrisse. Il principale sì è la molta, e molto generosa affezione, con cui s’esprime lo Scrittore verso di me, non conoscendomi punto altro, che col mezzo di questi Fogli; e l’altro l’intelligenza sua nel comprendere la vera utilità, che può derivare da queste carte, in cui non solo si può appagare l’altrui curiosità con le cose piacevoli, e agevolare i contratti: ma spargere molti lumi, e cognizioni in diversi generi di cose. Lasciando indietro quanto in esso biglietto è scritto di cortese verso di me, ricopierò il restante intorno a quell’Uccello, che venne all’improvviso agli Orzi nuovi, da me allegato nella Gazzetta num. 53. è di cui le Persone, che lo videro non sapevano il nome, o gliene mettevano uno a modo loro:
Lo Scrittore della Polizza dice così:
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Citation/Motto
„I contrassegni che se ne danno lo caratterizzano per un Onocrotalo. Questo è un Uccello di Maremma, che ha piedi d’Oca, ed è della grandezza d’un Cigno. Esso ha pendente dalla parte inferiore del becco una borsa fatta a guisa di tasca, o bisacca, che gli serve per depositare tutto quello, che si procaccia, e indi lo ritira, ed estrae per mangiarlo a suo agio. È stato nominato da’Greci Onocrotalo [ch’è quanto dire Asino, e strepito] perchè il suo grido o urlo imita il ragghio di quell’animale. Persona d’autorità n’ha veduti dieci, o dodici nel Serraglio del Gran Duca di Toscana, ed assicura, che per servire di trattenimento ad un Principe in oggi rispettabilissimo in Europa, si gittavano in uno stagno d’acqua pesci grossissimi di 18. o 20. libbre di peso, i quali venivano inghiottiti dagli Onocrotali con prontezza indicibile.”
Metatextuality
Fin quì lo Scrittore, intorno all’Onocrotalo. Il restante della sua Lettera lo porto stampato in me; e non cesso di fargliene mille ringraziamenti di cuore.