Lo Spettatore italiano: La femmina gelosa
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La femmina gelosa
Citation/Motto
La
jalousie est le plus grand de tous les maux, et
celui qui fait le moins de pitie aux personnas qui
le causentÈ la gelosia un de’maggior mali del mondo, e di quelli
celui qui fait le moins de pitie aux personnas qui
le causent
La Rochefoucault~k.
È la gelosia un de’maggior mali del mondo, e di quelli
che di sè mettono men
compassione in chi n’è causa.
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Level 3
Example
Sono venuto a voi, dissemi Ermonio, perchè sopra una malattia mi diate
consiglio, la quale, avvegnachè in me non sia, incomportabil dolore mi fa sentire. Io ho per moglie
una femmina gelosa. Poco tempo è che io l’ho presa, e l’ho poscia sempre amata ed avuta cara in
tanto, che d’averle porta cagion di temere della mia fede non ho coscienza che rimorda. Nè le dee
poter far paura la mia preterita vita; chè la dissolutezza m’è stata sempre contro all’animo, e
niun’altra donna ho mai vagheggiata che quella che ho tolta. Nondimeno costei è sì gelosa, che io
non muto passo ch’ella non annoveri, non volgo occhio ch’ella non ne spii, e non fo motto che ella
non noti. Nessuna fanciulla ha in Ispagna che sì stretta tenuta sia da vecchia guardiana, come io da
lei; la quale ad ogni leggier sospetto che la sua inquieta gelosia le metta, incontanente mi viene
dietro, come se io fossi un pargoletto da esser tenuto per mano. Poco vale ch’io la meni a
diportarsi meco; essa vuole per tutto seguitarmi, tanto che io son costretto di non intendere alle mie bisogne. Perduta ho la libertà di veder gli amici miei antichi. Se tra via per
mala ventura abbattomi in donna cui mi convenga ad ogni patto salutare, subitamente le surgono nella
immaginativa cento mila fantasime; e crede da me a quella essere male pratiche, e quel saluto aver
fatto segno di segreti accordi tra noi. In casa sono più tribolato che di fuori; e poco appresso le
nozze mestier fu aver nuova casa; imperciocchè per forza volle che mandassi via due fanticelle, le
quali per età e per aspetto non lasciavano suspicare d’alcun trattato fra esse e il padrone. M’è
convenuto pure privarmi d’un fidatissimo famigliare, stato ai servigi della mia casa più di
vent’anni, perchè egli troppo bene era a me obbediente, ed avrebbe potuto ne’miei nascosi
innamoramenti aiutarmi. La mia condizione mi concederebbe poter ricevere una sollazzevol
conversazione d’amici in casa; ma ora è divenuta un diserto. Nè donna che già non abbia nipoti, o
non sia in età da poterli avere, vi può capitare. Saria parlare indarno dirvi che io non ho lettera
che non debba mostrare a lei: ma questo poco vale a prevenirne i sospetti; poichè se nella lettera è
alcuna parte possibile ad interpretare, ella subitamente abbandonasi alle sue triste sollecitudini.
Fu talora che essendo ella un poco della persona disagiata, le pareva dover morire; e mandato per
me, dissemi con voce da mille singhiozzi rotta, come quello che le poteva far meno amara parer la
morte, era una mia promessa. Ed avendole io affermato, lei poter da me domandare ogni
gran cosa, mi rispose: Adunque, carissimo sposo mio, sappiate che m’uccide il pensare che una volta
voi vi troverete in grembo ad un’altra, ed io non mi credo poter nel sepolcro aver pace, se voi non
mi promettete che, morta me, non siate per fare altre nozze. Io aveva sì gran voglia di ridere, che
quasi scoppiava; ma pur tenutomi, le feci la promessa, e in breve guerì. Ecco, o dottore, la
malattia che m’affligge: piacciavi mostrarmi i rimedi o da sanare, o da farlami almeno un poco più
lieve a sofferire. Malagevole è, gli diss’io, la guarigione: Delle femmine gelose si vuole aver compassione; perciocchè quando i loro
fragili e mal difesi petti sono da questo maligno spirito posseduti, è una miseria a vedere con
quanta crudeltà percosse sono e travagliate. Questa dolorosa e sovente inesplicabil passione è
figlia d’amor nelle femmine: e imperciò nel volerlene guarire, certe volte si porta pericolo di
peggio. Le femmine, dice il predetto filosofo, si sanano della gelosia con una maniera di guarigione
molto più da temere che la stessa infermità; che come sono incantesimi, i quali non sanno i malati
campare fuor che trasportando il male in altrui, così esse liberandosi di questa febbre, l’appiccano
ai loro mariti. La più certa medicina, quantunque lento lento ella adoperi, è la pazienza e la
fedeltà. Perciocchè la femmina veggendo che il marito si fatica di torle ogni cura
dall’animo, e persevera in mostrarle di esser di lei innamorato e sollecito, comincia ad aver dubbio
non li suoi sospetti men che giusti siano, e fa fine poi nel riconoscerli ingiusti. È il vero che di
eroica pazienza s’ha uopo a tenere così fatta maniera, ma dolcissimo è il frutto che se ne trae.
Divenuta la femmina del suo error conoscente; ingegnasi di ristorar le ingiurie che ha fatte, e
pienamente confidando ed amando le divelle altrui della mente. Se di guarirla non ha virtù questo
rimedio, voi potrete usarne un altro più efficace e certissimo, cioè il minacciarla della
separazione. “Tempo è oggimai, le direte, che io termine ponga ai martirii della mia vita. Ho fin ad
ora ogni travaglio sostenuto, dandomi a credere che alla fine vi sareste del vostro inganno raccorta
e pentita: ma veggendo ora niuna cosa valere a rimettervi gli occhi dell’intelletto, io spezzo le
misere catene onde son carico. Ripigliatevi un amore molto peggior che l’odio; io vel rendo, e
sgombrerò a dal mio cuore quello che io v’avea promesso e giurato, e si lealmente attenuto:
dividiamci per sempre. V’avvederete di certo dove vi abbia il vostro error traboccata; ben vorrete
farne l’ammenda, ma sarà intempestivo e tardi. Avrete perduto uno sposo stato di voi più che amante,
e nol potrete mai più ricoverare.” Sola una minaccia di abbandonamento, e anche una separazion
momentanea ho trovato averle ad intera sanità ridotte.
Citation/Motto
di tutti
i mali del cuore, dice Montaigne, la gelosia n’è uno che più che altro trova onde nutrirsi, e meno
onde menomarsi.