Lo Spettatore italiano: L’odio

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Livello 1

L’odio

Citazione/Motto

Odium omnia trahit in deterius . . . honestius puta
offendere quam odisse . . . . Odisse quem laeseris,
proprium humani ingenii est

Tacit..

L’odio rivolge ogni cosa in peggio . . . più onesta cosa
reputa l’offendere che l’odiare . . . Odiare chi offeso
tu abbi, si è proprio dell’umana natura.

Livello 2

È l’odio una durevol collera, un permanente desio della infelicità di coloro cui toglie di mira. Se tu odii qualcuno, tantosto la presenza sua ti ferisce la vista; ogni cosa che viene da lui, ti conturba il cuore; lo imbattersi con esso lui, ti pare un funesto incontro; ne biasimi sino le virtù, e vorresti non pure fargli perdere ogni bene, ma eziandio al tutto spacciartene senza riguardo. E nel vero siffatta è la natura dell’odio, che procaccia di distruggere il suo obbietto, siccome all’incontro l’amore procaccia di conservarlo.

Citazione/Motto

“Senza che tu dia morte al tuo nemico, dice un moralista, tu l’uccidi già col tuo odio, il quale nell’animo nutre una disposizion d’omicidio.”
È l’odio, come l’invidia, un sentimento che niuno confessa e che tutti procurano di nascondere a se stessi. Donde procede che ognuno si discolpa di non odiare i suoi nemici, ed a suo potere s’ingegna di sprezzarli? Ciò nasce dall’esser l’odio una passione servile, e spesse volte ingiusta, a cui l’orgoglio nostro non vuol mostrare d’esser soggetto; quando all’incontro par che il disprezzo proceda da una nobile e generosa fierezza, che al disopra delle ingiurie e degli ingiuriatori ci solleva. Pochi ci ha al tutto liberi dall’odio; perciocchè con questo nome intender si vuole non pure l’ardente desire dell’altrui male, ma l’avversione eziandio verso ogni cosa nocevole, qual ch’ella sia. La gelosia è le più volte cagione che l’uno ha verso l’altro contrarietà. Perciocchè ella ingenera una rivalità, la quale così ai più piccioli oggetti dell’amor proprio si estende, come ai più grandi dell’ambizione e dell’interesse: ed ecco come il più onesto uomo meno si guarda dagli effetti dell’odio. Se maggioreggia alcuno nelle brigate e pel sapere e per la piacevolezza, egli guarderà con mal occhio chi vorrà usurparsi o dividere codesta sorta d’impero onde egli gode tranquillamente. Se due forniti sono del medesimo talento e corrono la stessa carriera, tosto il sentimento che uno ha per l’altro non è mica l’indifferenza, ma l’odio che ha suo fondamento sopra la rivalità. Da che procede quella mordacità nel disputare, e quelle ingiurie che alle ragioni sottentrano? Da un movimento di odio verso colui che si appalesa maggiore d’ingegno. E ultimamente, perchè non ci arrischiamo di aprire ai nostri amici i loro difetti? Perchè temiamo non abbia per questa sincerità a succedere l’odio all’amicizia; conciossiachè generalmente si odiano coloro, al cospetto dei quali abbiam torto. Non pure l’odio muove da leggierissime cagioni, ma spesse fiate non si appoggia ad alcun ragionevole fondamento, nè ad alcuno apparente motivo. Si veggono dall’odio perseguitate persone dabbene e a un merito oltrepassante, senza ch’eglino abbiano porto di che, e cotesto odio in tanto moltiplica in quanto è più ingiusto. Da che rampolla questo sentimento, il quale è così ordinario e insieme malagevole a comprendersi? Per ispiegarlo non è già mestieri il ricorrere ad occulte cagioni ed a misteriose antipatie, perciocchè suo principio si trae dalla malignità dell’uman cuore, il quale eziandio ne’più vili è signoreggiato dalla gelosia dell’interesse e dell’amor proprio, e più agevolmente ognor si lascia pigliare dall’odio, anche allora che la indifferenza più il tiene sospeso.

Livello 3

Esempio

Cotesto sentimento recò un Greco di oscura nazione a dare il suo voto per l’ostracismo d’Aristide, solo perchè egli era noiato di sentirlo ad ognora soprannominare il Giusto; e cotesto medesimo indusse gli abitanti di una greca città a fare decreto, che se qualcuno tra loro volea per ingegno o per virtù soprastare gli altri, n’andasse a soprastare altrove.
Si stima ragionevole l’odiare coloro che sono di corrotti costumi e d’una malvagia natura. Ma qui si leva la morale eziandio de’Pagani ad insegnarci che, per quanto possiamo, si dee per noi imitare il supremo Facitore, il quale fa sorgere il Sole non meno sopra i buoni che sopra gli empii e malvagi. E si vuole ancora por mente che l’odiare i viziosi non può andar disgiunto dal provare continue perturbazioni nell’animo, o dal ridursi alla solitudine del misantropo Timone. Bisogna odiare il vizio e compiangere il vizioso.

Citazione/Motto

“Nessuno ha diritto, secondo che avvisa un savio, di rendere sciagurati coloro che non si possono render buoni.”
Vuolsi che spesso sia sufficiente ad amare assai chi assai odia: la quale opinione è non men falsa che perniciosa. Perciocchè, se bene addentro si scorge qual sorta di affezione portino le persone all’odio inchinevoli, si troverà non essere altro che egoismo. E nel vero è qualche volta l’egoista molto benevolo in verso chi egli chiama suo amico, sua donna, suoi figli; ma questo interviene perchè il suo destino è al loro congiunto, perchè in suo vantaggio tornano le loro qualità, gli averi e l’esser medesimo. Più utili gli sono che cari, avvegnachè parte sian divenuti di sua proprietà, non di sua affezione. Costui che tanto ama se stesso, mentrechè vuol mostrare di amar gli altri, nutre un forte e durevol odio inverso di quelli che ai desiri, ai disegni e alle opinioni sue contrastano. Ma contuttociò proverà egli l’egoista nelle proprie affezioni quelle disinteressate cure, quei dilicati riguardi e quei generosi trasporti che un’anima adusata ad abbandonarsi ai sentimenti della benivoglienza prova nelle sue? Dolce e tenera si è la benivoglienza, soavemente industriosa e felice in ciò che fa per quelli che ama; nè può in lei capire un odio gagliardo e durevole, perciocchè il piacere di amare raddolcisce tutte le passioni, e siccome dice un poeta orientale

Citazione/Motto

“Ègli è il prezioso liquore a noi porto dagli Dei, di cui una gocciola sola profuma i mari1.”
Chi è accostumato alla benivoglienza, ovechè si lasci trasportare all’amarezza dell’odio per qualche offesa ricevuta, sente ben presto che questo crudel sentimento non è fatto pel cuor suo, e che volere odiare sarebbe un voler punire se stesso. Il perchè in se medesimo rientrato dopo l’impeto della passione, dentro di sè rinviene tanta umanità, che disapprova quella violenza, e gli fa conoscere non esser la dolcezza e la bontà compatibili coll’odio. Ci ha di pochi uomini che non si vergognino d’essersi odiati poscia che lasciano di viver nemici.

Citazione/Motto

“Se ci è qualche cosa da odiare nel mondo, dice un savio, questa è l’odio stesso, la più abbominevole delle passioni.”

1V. St. Lambert, Oeuvres Philosoph., tom. II.