Lo Spettatore italiano: Il prezzo del tempo
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Il prezzo del tempo
Disse un filosofo: Se ti è cara la vita, non perdere il tempo; perciocchè quello è la trama
di che ella è tessuta. Non volere esser prodigo di cosa nella qual solamente diventa una virtù
l’avarizia. Il dolerci del tempo che ci sia grave, altro non è che un accusarci di usarlo malamente.
La fatica raccorcia il tempo, e rendelo eterno, rappresentandolo agli occhi nostri; onde egli è
perduto per la sola oziosità. Ammazzare il tempo! Oh vero suicidio! Del tempo quello avviene che
della sanità: non se ne conosce il valore, se non poichè si è perduto. La perdita del tempo è
somigliante a quella della riputazione; cioè non ha ristoro. Deh! perchè non poss’io trovar compenso
al passato? Questo è cordoglio d’un ipocrita, se male si spende ancora il presente. Bisogna anticipare il tempo; chè se gli andremo dietro, nol giungeremo mai. Moltissimi si
ricordano del tempo andato con dolore, come si farebbe d’un passato amico a cui, vivendo egli, fu
fatto oltraggio. Il tempo opera come i grati amici; se noi il trattiam bene, non è mai ch’egli non
ce ne cambi. Somiglia il tempo ad un discreto padre il quale non dona a’suoi figliuoli le sue
divizie tutte insieme, ma a poco a poco. I creditori ci concedono alquanto di spazio a pagare il
debito, ma all’ultimo sono inesorabili; e così fa il tempo.
Citação/Lema
Il
perder tempo a chi più sa, più spiace:
Pensa che questo dì mai non raggiorna.
Pensa che questo dì mai non raggiorna.
Dante~k.
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Retrato alheio
Exemplo
O giovine Fiormenio, voi siete sempre turbato, voi non avete mai pace:
vi trovano per tutto, fuorchè in casa vostra, e par che andiate da voi stesso fuggendo. Cerco, dite
voi, di ammazzare il tempo. E credete che ciò sia leggier cosa a fare? Per rispetto a noi il tempo è
immortale: adunque nol potete voi uccidere. Consiglio de’savi è, che se non si può vincere il nemico
ch’è troppo forte, egli sia da ricevere, e fare di lui un amico. Voi non avete mestieri di uccidere
il tempo; non dovete far altro, che evitare ch’egli non vi noii, nè vi affligga. Ora voi più di
cento vie avete a poterlovi rendere amico. Perciocchè di coloro che ai doveri della vita privata
intesi sono, ed occupati all’esercizio d’alcuna carica o d’alcun officio, il tempo non è punto
nemico. Egli non dà guerra se non agli oziosi ed agli sfaccendati; dico a quelli cui tolte ha le
forze il viver molle e neghittoso. Tutti siamo nati ad operare. Che se coloro i quali per buona lor
ventura di nulla aver possono bisogno, nè hanno a sostener le fatiche che pur toccano alla più parte
degli uomini, volessero a quegli studi che lor si confanno, dar opera, essi non sarebbero giammai disoccupati nell’ozio loro, nè anderebbero in tutti i luoghi portando malinconia, e
continuo mendicando sollazzi. Chi ha da se stesso gli aiuti suoi, gode dell’arbitrio dello spirito,
che è de’maggiori beni dell’uomo. E non solamente la tirannia del tempo non lo sgomenta, ma lieto il
va ed ardito ad incontrare, e della fuga di lui si rammarica, con la qual sembra che quello gli
trascorra dinanzi.
disse alcuno de’nostri filosofi.1
Non v’incresca, o Fiormenio, che a questa allegoria, la quale ci manifesta il prezzo e la
spesa del tempo, io soggiunga certe generali considerazioni; perocchè nessuno argomento, così come
questo, è degno della nostra meditazione.
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Citação/Lema
“La possessione mia è il tempo; esso è il campo, ch’io aro”
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Alegoria
O giovinetto Fiormenio, accogliamo questo savio divisamento, e si
reputi il tempo per un poderetto datoci a non preposto termine a possedere. Niuna parte si vuole
inculta lasciare di questo campicello che il miglior nostro amico ci ha attribuito. Egli vi si
convien seminare per tutto, e piantare ciò che più si richiede alla qualità del terreno; sicchè la
nostra vanga non dee aver mai riposo. E bisogna che sia posto ogni studio in sarchiarlo bene, e non
lasciare che le male piante vi allignino e mettano le barbe. Per cosiffatto lavorio sarà ogni dì
consumata gran parte del nostro tempo. E quanto il terreno sarà fruttifero, tanto più fia uopo i
rastri e gli erpici adoperare. Schietto grano e senza alcuna zizzania dobbiamo noi seminarvi,
acciocchè buona raccolta non ci falli. In somma le nostre fatiche si deon secondo la stagion
variare, e conciar bene e ingrassare il suolo, e di qualche nuova cultura arricchirlo. Ben possiamo
nel campicello nostro fare un giardino; ma non ch’egli abbia ad esser molto ampio,
sicchè la pompa occupi l’utilità. Ci dee il nostro giardino in certe ore alcun recreamento porgere,
non farci abbandonare i lavori necessarii e profittevoli. Nè perchè il giardino sia ordinato a
dilettare, men continua coltivazione richiede. Oltr’a ciò, egli si conviene esser pieno di belli e
cari frutti e di fiori, i quali eziandio se passi siano ed estinti, piacciono pure coll’odore.
1Tempus mea possessio, tempus ager meus (Cardanus).