Lo Spettatore italiano: Gli uomini d’importanza

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Livello 1

Gli uomini d’importanza

Citazione/Motto

Homunculi quanti sunt, cum recogito! Plaut.~k

Quanti omicciuoli io trovo, ognor che il penso!

Livello 2

Assai simigliante alla fatuità è l’importanza; perciocchè l’uom fatuo e l’uom d’importanza vogliono dare amendue ad intendere di posseder qualità che non hanno: ma il fatuo inganna altrui solamente, ed è al tutto giusto con sè; laddove l’uom d’importanza inganna altrui e se stesso. Mettete il fatuo in novelle: siccome ha egli piena la mente dell’alta opinione che avvisa aver suscitato di sè, il vostro riso lo sturberà. Ingegnatevi all’incontro di motteggiar l’uom d’importanza: non vi riescirà di punto scomporne la pedantesca gravità; e se gli negate la vostra stima, egli per ciò stesso terrassi da più.

Livello 3

Esempio

Non è sempre stato Armone di cotal fatta: ho io altre volte usato con lui, ed hollo scorto pieghevole, discreto ed urbano: ora si è fiero, zotico e contegnoso; e da che muove cotale cangiamento? Viveva egli allora d’un tenue uffiziuccio, ed ora è in grande stato, al quale è pervenuto dimenticando un poco se stesso per intendere ai pregi, alle debolezze ed alle passioni degli altri. Delle quali cose oggidì si ricambia con grande vantaggio; avvegnachè ognora occupato, ognora frettoloso, procede con altero capo e sguardo sicuro; si compiace delle sue azioni, va in galloria de’suoi parlari, ed eziandio se v’annoia, ei gode stoltamente seco stesso dell’impressione che si crede di farvi. Se giunge in una brigata, questo succede due ore dopo gli altri; ed escusandosi, dice che, racchiuso nel suo studio, più non gli sovvenia di dovervi andare. Fa ripetere le cose dette dinanzi, e stassi ad ascoltare con indifferente e arcigno viso. Spesso si mostra sollecito di rompere la conversazione per trarsi alcuno in disparte; e gli favella di ciò che sanno tutti, e glielo favella all’orecchio, avvisandosi di contargli qualche novità. Se tu alla sua presenza arrischi di far congetture del come andranno a riuscire le attuali vicende, egli con aria da barbassoro riserba per ultimo il suo grave parere, e pone ogni suo intendimento nell’esprimerlo ambiguamente a foggia di oracolo, acciocchè possa vantarsi di tutto aver preveduto. Vuol farti credere che tutto sa, e fa sembiante d’esserne persuaso egli stesso, ove che egli ti vegga timidamente curioso, e con riverente e attonito viso. Ma se di fatto qualcosa ei sapesse, oh! non la ignoreresti gran tempo; conciossiachè altri non vi abbia più misteriosamente indiscreto. Vuoi pregarlo a desinar teco? Egli ha quel dì appunto un convegno, dal quale non puote disdirsi. Vuoi ad altro dì differire l’invito? È medesimamente impossibile; e se tu scuopri per avventura che quel dì medesimo egli si è fatto recare il pranzo dall’osteria, diratti che ciò è proceduto da una importante faccenda ch’egli ha dovuto di presente spacciare. Quest’uom d’importanza ama sopra tutto di farla da protettore, ed è ognor pronto a servire altrui. S’egli dee accomandar qualcuno che ti stia a cuore, dirà subito d’averlo fatto, ma che per mala ventura l’ufficio ch’egli chiedeva, stato era altrui accordato, e che la persona n’era così meritevole ch’egli aveva dovuto approvare quella elezione. Il tale aveva a implorare la protezione del ministro Alcandro. Il vostro affare ottimamente riescirà, gli disse l’arcifanfano Armone: Alcandro è il mio più grande amico. Per sorte io la sera mi recai dal ministro, e vidi con meraviglia Armone nella sala ritto e incantucciato, ed in cotale immobile e taciturno atteggiamento, che tu al vederlo detto l’avresti uno Svizzero di guardia. Ma crebbe la mia maraviglia, quando Alcandro guatandolo mi richiese se io conoscessi quell’uomo; ed allora io dissi fra me: Questo ministro è veramante smemorato, posciachè non riconosce i suoi più grandi amici.

Livello 3

Esempio

Un grado il più umile, il minimo credito, una qualsivoglia corrispondenza, tutto acquista pregio dal favellare d’un uomo d’importanza. È Lerino degli ultimi officiali; eppure da’suoi gesti e dalle parole traspare una cotal aria ministeriale. Quando egli reca a sottoscrivere la copia d’una lettera, ha nel sembiante quella gravità che si addice a ministro il quale entra nel real consiglio con in mano suo portafoglio. Non l’odi favellare che sopra disegni di economica, sopra piani di guerra e trattati di pace, e sopra tutti gli affari più importanti del regno. Costuma di usare coi più grandi uomini, colle femmine alla moda, coi più celebri maestri delle belle arti. Sa ogni progetto, e lo ha divisato egli stesso; sa ogni novità, intanto che diresti aver egli suoi telegrafi e corrieri. I suoi più dimestici modi di parlare son questi: Io fui ieri col principe, col ministro . . . . gli consigliai . . . gli predissi . . . . . e mille altre così fatte insolenti maniere. Per simil guisa Lerino tra il suo parentado e tra’suoi adulatori, i quali a veruna persona non mancano, si è procacciato un’alta opinione; e qualora è un altro per lo principe eletto ad alcuna dignità, la sua brigata grida ingiustizia, e conforta Lerino di essere stato posposto. L’arte di mentir con franchezza non è da altri meglio saputa, che dall’uom d’importanza; la cui audacia procede tant’oltre, che confonde anche le persone di sottile avvedimento fornite. Pure alle volte interviene che favellando egli di ciò che non sa, ultimamente se medesimo tradisce, e la sua tracotanza è per vendetta posta in novelle da quelli ch’esso noiava co’suoi discorsi. Stavasi un dì per caso Lerino in una brigata ove un militare parlava dei fatti dell’esercito, ed egli di subito vi si tramise dicendo: Queste nuove non sono sicure; ne ho ben io di più recenti. Gli è contraddetto, ed ei risponde: insiste quegli, ed ei corrucciandosi dice: Questo racconto è certissimo, chè io l’ho inteso dal generale A... E chi sa quante menzogne ne avrebbe opposte; se non che altri gli ruppe le parole in bocca, soggiungendo: Questi si è appunto quel generale per voi testè nominato.