Lo Spettatore italiano: La bella mano
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Niveau 1
La Bella Mano
Non è dunque da meravigliarsi che parecchi giovani fossero presi di lei, e la volessero
per isposa: ma quelli in più incontri notarono non esser Elisa d’altro innamorata che della sua
mano: ella non pensava che alla mano; e tutto quello che non rilevava a mostrarne la candidezza e la
forma perfetta, era per lei poco meglio che nulla. Conobbe in fine ciascuno che la vanagloriosa
donzella, amante di se stessa per questo raro pregio, aveva per tutti un cuor di ghiaccio; onde si
fecero le meraviglie della sua mano, ma non si amò la sua persona, e in fine tutti gli spasimanti
l’abbandonarono. Elisa è intesa tutt’ora a toccar l’arpa e la chitarra; ma ella ha di già
trentacinque anni, e nessuno più pensa alla mano di lei.
O donne, che l’Imeneo non ha per anco alla sua legge sottoposte, e che siete di qualche
singolar pregio ornate, imparate dall’esempio d’Elisa, quanto può esser dannoso l’insuperbire dei
doni che dalla natura liberamente vi si concedono. Cotesta vanità non è però solamente propria delle
donne; benchè sia cosa naturalissima che maggior conto facciano esse della bellezza, che gli uomini.
Un satirico moralista ha notata che nessuno ride più spesso, nè più facilmente, di quel che faccia
una donna che abbia bei denti. Ma forse egli avrebbe ommesso di scrivere la predetta considerazione,
se si fosse risovvenuto dell’epigramma da Catullo indiritto ad Egnazio, che sempre rideva, perchè
aveva bei denti; il quale conclude dicendo non esservi cosa di uno sciocco riso più sciocca.
Citation/Devise
Questa è la
Man che tutto il mondo loda;
Questa è la Bella Man che l’alma ha presa . . .
Ma la nemica mia sempre è rivolta
A vagheggiar se stessa e sua beltade.
Questa è la Bella Man che l’alma ha presa . . .
Ma la nemica mia sempre è rivolta
A vagheggiar se stessa e sua beltade.
Giusto de Conti~k, La Bella Mano~i.
Niveau 2
Niveau 3
Récit général
Niveau 4
Hétéroportrait
Era Elisa di gentili forme e d’una piacente figura, nell’età di forse
dieciotto anni, e aveva la più bella mano che veder si potesse; del qual raro pregio ella andava
oltremodo orgogliosa. Il perchè aveva imparato a sonare il pianoforte, a toccar l’arpa, la mandola e
la chitarra francese, ed oltre di ciò sapeva fare diversi ricami; le quali cose tutte adoperava
assai leggiadramente. E non per altro s’era data alla coltura di queste sollazzevoli arti, che per
desiderio di mostrare altrui la sua mano, e di poterla facilmente in tutte le guise atteggiare. Rade
volte scriveva per non sì bruttare le dita, e temea tanto le punture degli aghi, che non ardì mai di
toccarne pur uno. Ella già s’era acquistato il titolo di virtuosa; e le congratulazioni, le lodi
erano senza fine: e sì non le meritava forse. Ma mercè la sua bella mano tanto belle si facevano
tutte le sue operazioni, che il vero lor merito n’era fuor di misura ingrandito.