Lo Spettatore italiano: L’avvocato delle donne
Permalink: https://gams.uni-graz.at/o:mws-117-897
Ebene 1
L’avvocato delle donne
Zitat/Motto
Inesse iis sanctum aliquid oc providum putant
Tacit.~k de Mor. Ger.
Tengono che alcuna cosa santa e provvida in esse dimori.
Ebene 2
Ebene 3
Dialog
Fremdportrait
È sì imperfetta cosa la donna, che io estimo, i soli Orientali avere
ottimamente di esse ordinato, dicea Ginocrate; e Filagio: Voi dunque, rispose, amereste una donna
più vostra schiava che vostra compagna, nè vi ricorda che le nazioni che conservano lo sciagurato
piacere di serrare le donne, vivono ancor barbare? E dove son mai si fatte imperfezioni, per le
quali elle si abbiano a privare d’ogni lor diritto, escludendole dall’umana specie? Ginocrate~k Che
monta il contarvele, quasi che non sappiate le testimonianze di tutte l’età, e quanto non è stato
scrìtto da tanti valentuomini, da Salomone sino a Boileau? Filagio~k Non intendo come dalle autorità
che vorreste allegarmi, possiate voi alcuna cosa dedurre onde confortisi la vostra causa, perciocchè
la sola favola dell’uomo e del leone basterebbe alle donne per abbattere i loro maledici. Che se
quei valentuomini scrissero essere imperfette le donne, potrebbero ancor le donne scrivere degli
uomini in modo da pagarneli anche con usura. Nulla dunque provano le infinite satire
contr’esse sparse. In fatti, considerate bene la natura degli scrittori, e ritroverete che quegli
stessi i quali versavano sulle carte tanto fiele contro le donne, le adulavano poi sedendo loro al
fianco, e n’erano schiavi. Altri poi, perchè una donna gli avea beffati, si diedero a sparlar contro
a tutte, lasciando cogli scritti chiaro ricordo delle loro vendette. Ginocrate~k Ma dalle autorità
dei satirici rimovendoci, prendiamo a bene considerare il mondo, e vedremo che meritamente si
vituperano le donne, come quelle che, sendo piene di certe magagne, ad esse sole e non ad altri
appartenenti, sono con giustizia reputate tante Pandore, dalle quali riconosciamo tutti i mali che
l’uman genere travagliano. Filagio~k Veramente io non veggo in esse vizi che in noi non regnino
parimente. Voi direte che peccano in leggerezza ed in mutabilità; ma siamo noi meno leggieri e meno
mutabili? Se le donne imbrogliano, gli uomini intrigano: se son false le donne, sono infedeli gli
uomini: se quelle gelose, invidiosi questi. Gli uomini, è vero, hanno più sicurtà ne’pericoli; ma le
donne più fortezza nelle disgrazie e più pazienza ne’mali. E più che ferma virtù fa lor di mestiere
per non lasciarsi nè vincere nè trasportare da’rei nostri esempi, quando anche esse hanno il cuore
dalle passioni battuto. Con tutti gl’inganni che usiamo per adescarle, esse dritti mantengono i loro
costumi; e a dispetto della nostra empietà, conservano credenza di religione. E noi in
luogo di procurar di afforzare queste virtù, ci studiamo il più delle volte di estinguerle. Così le
femmine sono costrette a guerreggiare e contro i loro appetiti e contro i nostri assalti: sicchè la
loro vittoria è due volte più difficile e più gloriosa. Ma vi cale di saper tutto il torto
de’maldicenti delle donne? Considerate sol questo, che per quanto potere esse abbiano sopra noi per
la virtù delle loro bellezze, non sono meno a noi sottoposte; nè voi trovereste risposta a donna che
vi dicesse: “Le tante imperfezioni che in noi rinvenite, sono colpa, o uomini, dell’opera vostra.
Non siete forse voi quelli che fate le leggi, che la nostra educazione regolate, o che, a dir
meglio, ci private di educazione? Voi ci destinate unicamente a piacervi: è ella dunque colpa
nostra, se per ottener questo intento, voi non già a ragione e virtù, ma a leggerezza e capriccio
gli animi nostri componete? Ci credete incapaci di virtù, di talenti grandi, e non prendete alcuna
sollecitudine di farli in noi germogliare. Tuttavia vi abbiamo mille fiate fatto vedere che sappiamo
coltivarli e condurli a maturità da noi sole, ciò che ci torna a maggior laude. Voi per l’opposto,
volendo nell’usurpata signoria mantenervi, vorreste,
seguitare a possedere un diritto per voi stessi di poco fondamento riconosciuto. Perchè
non ci lasciate liberamente usar di quelle doti di che ci fa cortese natura? Se non vi
aggiungeremo per la via della virtù, se non così compiutamente satisfaremo al debito nostro, come
voi fate, allora avrete sicura ragione di signoreggiarci a vostro talento.” Chi dice mal delle donne
non solamente sta dal canto del torto, ma a se medesimo contraddice, perchè diffamasi come nemico
del proprio bene e della propria felicità, facendo noi con le donne a comune di tutte le cose, ed
avendo parte in tutto quello che le risguarda. Non possono elle esser il termine delle nostre brame,
dei nostri pensieri e delle cure nostre, e non dividere con esso noi l’umil loro stato e i lor
danni. Se uno idolatra mostrasse di avere a dispregio ed a scherno quell’idolo al cui piè stesse
continuamente inginocchiato in atto di culto e di divozione, non lo giudicheremmo noi, per sì grande
contraddizione, impazzato? Ora in questa condizione si trovano i maldicenti delle femmine. E
conciossiachè quanto più son elle rispettate, amate e celebrate, tanto più si giustifichi il
contegno de’loro adoratori, facciamoci ad ampliare e spargere la stima dei loro meriti e della loro
bellezza, se vogliamo accrescere la nostra felicità. Ponghiamo qualche scaglione di più sotto il
trono loro, acciocchè i vassalli nel render tributo si confortino nella grandezza delle loro
sovrane. Ginorate~k Oh! quante, cred’io, rifiuterebbero questi onori e quest’altezza per paura di
non saper poi discendere al paro de’sudditi. Filagio~k Questa è una paura che alle
viziate e travolte dal mal esempio può nuocere, ma non alle altre che sanno in tanto esser legittimo
il loro impero, in quanto sono avute in rispetto. E di quest’ordine, che per tal modo giova alla
metà più bella dell’uman genere, s’avvantaggiano anche i diritti che noi seco dividiamo. Nè vengavi
per avventura creduto che di questo accordo torni meglio alle donne che a noi; perchè spesso accade
loro di dovere gran perdite fare per acquistar noi; e noi, per la sola vaghezza di venir loro in
grado, ci mettiamo alle più grandi imprese. Ginocrate~k Udite ragioni per farsi l’avvocato delle
donne! Ma siate certo che non mancherà mai chi ne dica male, perchè troppo è noto che di leggieri
tornano in pace con chi vuol prestare omaggio alla lor bellezza. In fatti la bellezza è l’unico
pregio di cui sembrano gelose. Filagio~k E questa non vi par gran prova della corruttela del mondo?
Se gli uomini non tengono in prezzo alcun merito femminile, tranne quello della bellezza, a questa
debbe essere ogni lor cura rivolta. Le chiamano gli uomini col nome del bel sesso, e per loro
disavventura non lo conoscono sott’altro titolo.
Non solo piace la donna a tutti i nostri sensi per le forme e per la leggiadria, ma con la
sua indole ancora basta ad invaghirci in qualunque età. Se esiste uomo alcuno sfortunato che non
senta nell’animo i soavi affetti che ci desta il bel sesso, ah! non dimentichi almeno costui, che a
quello è debitore della propria madre, e la rimembranza della sola persona dalla quale è sicuro
d’esser amato, gli levi la maligna frenesia di esser maldicente delle donne.
Zitat/Motto
Ebene 4
Zitat/Motto
Dandoci biasmo a torto e mala voce,
Dante~k.
Ebene 4
Zitat/Motto
“Bello solamente, dice uno scrittor famoso, è questo sesso a quelli
che non hanno che gli occhi; ma a quei che hanno il cuore, è anche il sesso generatore che con
pericolo di sua morte porta in seno l’uomo per nove mesi: è il sesso nutricatore, che
gli dà il latte e il governa nella fanciullezza: è il sesso pio, che appena nato lo porta al tempio,
e tra le fasce lo nudre di quella pietà che l’empia politica degli uomini gli farebbe sovente
abborrire: è il sesso pacifico, che non isparge mai il sangue de’suoi simili: è finalmente il sesso
consolatore, che ha cura degli infermi, e che, senza amareggiarli, cerca loro le vie del
cuore.”1
1Bernardin de St. Pierre, Études de la Nature.