Zitiervorschlag: Giovanni Ferri di S. Costante (Hrsg.): "L’avvocato delle donne", in: Lo Spettatore italiano, Vol.2\14 (1822), S. 70-75, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1004 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

L’avvocato delle donne

Zitat/Motto► Inesse iis sanctum aliquid oc providum putant

Tacit. de Mor. Ger.

Tengono che alcuna cosa santa e provvida in esse dimori. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Dialog► Fremdportrait► È sì imperfetta cosa la donna, che io estimo, i soli Orientali avere ottimamente di esse ordinato, dicea Ginocrate; e Filagio: Voi dunque, rispose, amereste una donna più vostra schiava che vostra compagna, nè vi ricorda che le nazioni che conservano lo sciagurato piacere di serrare le donne, vivono ancor barbare? E dove son mai si fatte imperfezioni, per le quali elle si abbiano a privare d’ogni lor diritto, escludendole dall’umana specie?

Ginocrate

Che monta il contarvele, quasi che non sappiate le testimonianze di tutte l’età, e quanto non è stato scrìtto da tanti valentuomini, da Salomone sino a Boileau?

Filagio

Non intendo come dalle autorità che vorreste allegarmi, possiate voi alcuna cosa dedurre onde confortisi la vostra causa, perciocchè la sola favola dell’uomo e del leone basterebbe alle donne per abbattere i loro maledici. Che se quei valentuomini scrissero essere imperfette le donne, potrebbero ancor le donne scrivere degli uomini in modo da pagarneli anche con [71] usura. Nulla dunque provano le infinite satire contr’esse sparse. In fatti, considerate bene la natura degli scrittori, e ritroverete che quegli stessi i quali versavano sulle carte tanto fiele contro le donne, le adulavano poi sedendo loro al fianco, e n’erano schiavi. Altri poi, perchè una donna gli avea beffati, si diedero a sparlar contro a tutte, lasciando cogli scritti chiaro ricordo delle loro vendette.

Ginocrate

Ma dalle autorità dei satirici rimovendoci, prendiamo a bene considerare il mondo, e vedremo che meritamente si vituperano le donne, come quelle che, sendo piene di certe magagne, ad esse sole e non ad altri appartenenti, sono con giustizia reputate tante Pandore, dalle quali riconosciamo tutti i mali che l’uman genere travagliano.

Filagio

Veramente io non veggo in esse vizi che in noi non regnino parimente. Voi direte che peccano in leggerezza ed in mutabilità; ma siamo noi meno leggieri e meno mutabili? Se le donne imbrogliano, gli uomini intrigano: se son false le donne, sono infedeli gli uomini: se quelle gelose, invidiosi questi. Gli uomini, è vero, hanno più sicurtà ne’pericoli; ma le donne più fortezza nelle disgrazie e più pazienza ne’mali. E più che ferma virtù fa lor di mestiere per non lasciarsi nè vincere nè trasportare da’rei nostri esempi, quando anche esse hanno il cuore dalle passioni battuto. Con tutti gl’inganni che usiamo per adescarle, esse dritti mantengono i loro costumi; e a dispetto [72] della nostra empietà, conservano credenza di religione. E noi in luogo di procurar di afforzare queste virtù, ci studiamo il più delle volte di estinguerle. Così le femmine sono costrette a guerreggiare e contro i loro appetiti e contro i nostri assalti: sicchè la loro vittoria è due volte più difficile e più gloriosa.

Ma vi cale di saper tutto il torto de’maldicenti delle donne? Considerate sol questo, che per quanto potere esse abbiano sopra noi per la virtù delle loro bellezze, non sono meno a noi sottoposte; nè voi trovereste risposta a donna che vi dicesse: “Le tante imperfezioni che in noi rinvenite, sono colpa, o uomini, dell’opera vostra. Non siete forse voi quelli che fate le leggi, che la nostra educazione regolate, o che, a dir meglio, ci private di educazione? Voi ci destinate unicamente a piacervi: è ella dunque colpa nostra, se per ottener questo intento, voi non già a ragione e virtù, ma a leggerezza e capriccio gli animi nostri componete? Ci credete incapaci di virtù, di talenti grandi, e non prendete alcuna sollecitudine di farli in noi germogliare. Tuttavia vi abbiamo mille fiate fatto vedere che sappiamo coltivarli e condurli a maturità da noi sole, ciò che ci torna a maggior laude. Voi per l’opposto, volendo nell’usurpata signoria mantenervi, vorreste,

Ebene 4► Zitat/Motto► Dandoci biasmo a torto e mala voce,

Dante. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

seguitare a possedere un diritto per voi stessi di poco fondamento riconosciuto. Perchè non [73] ci lasciate liberamente usar di quelle doti di che ci fa cortese natura? Se non vi aggiungeremo per la via della virtù, se non così compiutamente satisfaremo al debito nostro, come voi fate, allora avrete sicura ragione di signoreggiarci a vostro talento.”

Chi dice mal delle donne non solamente sta dal canto del torto, ma a se medesimo contraddice, perchè diffamasi come nemico del proprio bene e della propria felicità, facendo noi con le donne a comune di tutte le cose, ed avendo parte in tutto quello che le risguarda. Non possono elle esser il termine delle nostre brame, dei nostri pensieri e delle cure nostre, e non dividere con esso noi l’umil loro stato e i lor danni. Se uno idolatra mostrasse di avere a dispregio ed a scherno quell’idolo al cui piè stesse continuamente inginocchiato in atto di culto e di divozione, non lo giudicheremmo noi, per sì grande contraddizione, impazzato? Ora in questa condizione si trovano i maldicenti delle femmine. E conciossiachè quanto più son elle rispettate, amate e celebrate, tanto più si giustifichi il contegno de’loro adoratori, facciamoci ad ampliare e spargere la stima dei loro meriti e della loro bellezza, se vogliamo accrescere la nostra felicità. Ponghiamo qualche scaglione di più sotto il trono loro, acciocchè i vassalli nel render tributo si confortino nella grandezza delle loro sovrane.

Ginorate

Oh! quante, cred’io, rifiuterebbero questi onori e quest’altezza per paura di non saper poi discendere al paro de’sudditi.

[74] Filagio

Questa è una paura che alle viziate e travolte dal mal esempio può nuocere, ma non alle altre che sanno in tanto esser legittimo il loro impero, in quanto sono avute in rispetto. E di quest’ordine, che per tal modo giova alla metà più bella dell’uman genere, s’avvantaggiano anche i diritti che noi seco dividiamo. Nè vengavi per avventura creduto che di questo accordo torni meglio alle donne che a noi; perchè spesso accade loro di dovere gran perdite fare per acquistar noi; e noi, per la sola vaghezza di venir loro in grado, ci mettiamo alle più grandi imprese.

Ginocrate

Udite ragioni per farsi l’avvocato delle donne! Ma siate certo che non mancherà mai chi ne dica male, perchè troppo è noto che di leggieri tornano in pace con chi vuol prestare omaggio alla lor bellezza. In fatti la bellezza è l’unico pregio di cui sembrano gelose.

Filagio

E questa non vi par gran prova della corruttela del mondo? Se gli uomini non tengono in prezzo alcun merito femminile, tranne quello della bellezza, a questa debbe essere ogni lor cura rivolta. Le chiamano gli uomini col nome del bel sesso, e per loro disavventura non lo conoscono sott’altro titolo. Ebene 4► Zitat/Motto► “Bello solamente, dice uno scrittor famoso, è questo sesso a quelli che non hanno che gli occhi; ma a quei che hanno il cuore, è anche il sesso generatore che con pericolo di sua morte porta in seno l’uomo per nove mesi: è il [75] sesso nutricatore, che gli dà il latte e il governa nella fanciullezza: è il sesso pio, che appena nato lo porta al tempio, e tra le fasce lo nudre di quella pietà che l’empia politica degli uomini gli farebbe sovente abborrire: è il sesso pacifico, che non isparge mai il sangue de’suoi simili: è finalmente il sesso consolatore, che ha cura degli infermi, e che, senza amareggiarli, cerca loro le vie del cuore.”1 ◀Zitat/Motto ◀Ebene 4

Non solo piace la donna a tutti i nostri sensi per le forme e per la leggiadria, ma con la sua indole ancora basta ad invaghirci in qualunque età. Se esiste uomo alcuno sfortunato che non senta nell’animo i soavi affetti che ci desta il bel sesso, ah! non dimentichi almeno costui, che a quello è debitore della propria madre, e la rimembranza della sola persona dalla quale è sicuro d’esser amato, gli levi la maligna frenesia di esser maldicente delle donne. ◀Fremdportrait ◀Dialog ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1Bernardin de St. Pierre, Études de la Nature.